Legalita' e' umanita'. 48



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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 48 del 24 settembre 2009
 
In questo numero:
1. Dalle Procure e dalle Regioni la richiesta di un intervento della Corte Costituzionale per abolire le scellerate misure razziste, schiaviste e squadriste del cosiddetto "pacchetto sicurezza"
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo
4. Cosa fare
5. "Adista": Contro il colpo di stato razzista
6. Tonio Dell'Olio: Castelvolturno un anno dopo
7. Giusi Marcante: Anche le Regioni Toscana ed Emilia Romagna presentano ricorso alla Corte Costituzionale contro l'istituzione delle cosiddette "ronde"
8. Marco Mongiello: Le vittime respinte dall'Italia nelle mani degli aguzzini
9. Raphael Zanotti: Anche la Procura di Torino solleva eccezione di costituzionalita' per le misure razziste e disumane del cosiddetto "pacchetto sicurezza"
 
1. EDITORIALE. DALLE PROCURE E DALLE REGIONI LA RICHIESTA DI UN INTERVENTO DELLA CORTE COSTITUZIONALE PER ABOLIRE LE SCELLERATE MISURE RAZZISTE, SCHIAVISTE E SQUADRISTE DEL COSIDDETTO "PACCHETTO SICUREZZA"
 
Sta finalmente crescendo, e speriamo che diventi valanga, il numero delle Procure ed ora anche quello delle Regioni che chiedono un intervento della Corte Costituzionale per abolire le scellerate misure razziste, schiaviste e squadriste del cosiddetto "pacchetto sicurezza".
Sosteniamo le istituzioni fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana, e chiediamo a tutte le persone, le associazioni e le istituzioni di unirsi a questo impegno che e' l'impegno di ogni persona di volonta' buona, di tutta la societa' civile degna di questo nome, di tutte le istituzioni della Repubblica leali al popolo italiano e all'ordinamento giuridico fondato sulla Costituzione.
Ed a tutti coloro che ci leggono una volta ancora rivolgiamo questo semplice appello: denunciamo, contrastiamo e sconfiggiamo il colpo di stato razzista.
Con la forza della verita'.
Con la forza della legalita'.
Con la forza dell'ordinamento giuridico.
Con la forza della democrazia.
Con la forza della civilta'.
Con la forza della dignita' e della solidarieta' umana.
Con la forza della nonviolenza.
Che viva la Repubblica Italiana democratica ed antifascista.
Che viva la civilta' giuridica che riconosce, protegge, promuove ed invera i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Vi e' una sola umanita'.
Il colpo di stato razzista non prevarra'.
La nonviolenza e' in cammino.
 
2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94
 
Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data
 
3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO
 
Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data
 
4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE
 
Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
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Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org
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Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
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Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.
 
5. UNA SOLA UMANITA'. "ADISTA": CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA
[Dall'agenzia di stampa "Adista notizie" riportiamo il seguente articolo apparso nel n. 93 del 26 settembre col titolo "Pacchetto sicurezza. Denunce a pioggia contro il colpo di stato razzista"]
 
Risorgere dello squadrismo, violazione dei diritti umani e del principio di uguaglianza davanti alla legge: crimini degni di una dittatura militare latinoamericana, introdotti in Italia con l'approvazione, il 2 luglio scorso, del Pacchetto Sicurezza. E' quanto denunciano decine di parroci che hanno aderito all'iniziativa lanciata dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo diretto da Peppe Sini, che ha invitato a denunciare questo "colpo di Stato razzista" attraverso l'invio di due esposti a tutte le Procure d'Italia.
"La situazione reale - denuncia Sini - e' assai piu' drammatica di quanto appaia dai distratti mass media e dal vaniloquio del distrattissimo ceto politico ed amministrativo": "Milioni di innocenti stanno subendo oggi in Italia una orribile persecuzione da un governo razzista e da amministratori locali suoi manutengoli che stanno imponendo il regime dell'apartheid nel nostro Paese". E' necessario reagire per "difendere la legalita' costituzionale e i diritti umani, per difendere l'ordinamento giuridico democratico e la civilta' dal barbaro e criminale assalto razzista del governo dell'eversione dall'alto".
E cosi' grazie all'aiuto di quanti hanno aderito all'appello, sono state raggiunte dagli esposti - che "denunciano il golpe razzista e richiamano tutti i pubblici ufficiali al dovere di fedelta' alla Costituzione della Repubblica Italiana" - la maggior parte delle Procure d'Italia. "Ma non basta", continua Sini: "Finora sono circa 200 gli esposti presentati, ma vogliamo che siano decine di migliaia, e se possibile centinaia di migliaia".
A suscitare l'indignazione del Centro sono in particolare le misure predisposte in materia di immigrazione che, come denunciano gli esposti, configurano varie fattispecie di reato: dalla violazione dei diritti umani e dei diritti dei bambini, alla persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale (come configura il reato di clandestinita'); dalla violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone (di cui all'art. 10 della Costituzione), alla violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Ma preoccupa anche la legalizzazione delle ronde: quest'ultima infatti, "anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi della Lega", lascia presagire oscuri scenari.
 
6. UNA SOLA UMANITA'. TONIO DELL'OLIO: CASTELVOLTURNO UN ANNO DOPO
[Da Tonio Dell'Olio (per contatti: tondello6 at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
 
Il 18 settembre scorso ricorreva il primo anniversario della strage dei sei immigrati uccisi a Castelvolturno e quasi non s'e' vista una riga di giornale a ricordarla. Soprattutto non c'e' stata un'inchiesta giornalistica che abbia raccontato cosa e' cambiato in quell'area un anno dopo, come vivono oggi i ghanesi e le comunita' migranti, a che punto e' il processo e la ricerca della verita'... E la riflessione amara va a un giornalismo distratto e immaturo che non e' piu' capace di andare in profondita', di cercare le ragioni e di raccontarle, di comprendere per informare e far conoscere.
All'indomani della strage anche qualche ministro in carica disse che si trattava di un regolamento dei conti all'interno della malavita e che gli uccisi fossero spacciatori. Dal racconto dei pentiti, oggi sappiamo che l'unica ragione era "sottomettere la comunita' dei neri, ormai dovevano capire (...). L'ordine di Giuseppe Setola era: 'Uccidete tutti quelli che trovate la'. Se ci sono le donne, anche le donne'". Lo racconta l'assassino pentito Oreste Spagnuolo. "Difatti per noi era indifferente colpire uno o l'altro. E ci eravamo attrezzati per ucciderne molti di piu'".
Alla cerimonia organizzata per ricordarli nel paese c'erano una cinquantina di persone insieme all'assessore regionale Corrado Gabriele, il vescovo di Capua, monsignor Bruno Schettino, l'imam di San Marcellino, il sindaco di Castelvolturno, Francesco Nuzzo.
 
7. UNA SOLA UMANITA'. GIUSI MARCANTE: ANCHE LE REGIONI TOSCANA ED EMILIA ROMAGNA PRESENTANO RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO L'ISTITUZIONE DELLE COSIDDETTE "RONDE"
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 22 settembre 2009 col titolo "Governo ronde" e il sommario "La fronda delle Regioni: La sicurezza non coincide con l'ordine pubblico. I ricorsi di Toscana ed Emilia Romagna: Leggi incostituzionali, ricorriamo alla Consulta. Su ronde e nucleare le Regioni amministrate dal centrosinistra vanno allo scontro frontale con l'esecutivo. Salta anche l'incontro sulla Finanziaria. Si prepara un autunno istituzionale caldo"]
 
L'Emilia Romagna e la Toscana ricorrono alla Corte Costituzionale contro le ronde. La Regione guidata da Vasco Errani e quella guidata da Claudio Martini ieri hanno ratificato una decisione che era nell'aria da tempo, stabilendo di ricorrere alla Consulta contro l'articolo della legge 94/2009 che disciplina l'utilizzo di gruppi di cittadini volontari iscritti in appositi elenchi della Prefettura. Dopo l'istanza di legittimita' costituzionale sul reato di clandestinita' che il procuratore reggente Massimiliano Serpi ha chiesto di esaminare al giudice di pace perche' la invii alla Consulta, sempre da Bologna arriva un'altra presa di posizione contro la legge fortemente voluta dal ministro dell'Interno Roberto Maroni e cosi' importante per la Lega Nord. Anche se le ronde si stanno rivelando sempre piu' un flop: anche sotto le due Torri, come in altre citta' italiane, nessuna associazione si e' iscritta all'albo della prefettura previsto dalla legge.
"Il nostro fine e' assicurare chiarezza nelle competenze, senza sovrapposizioni e confusione in una materia cosi' delicata come la sicurezza, che riguarda un diritto fondamentale di tutti i cittadini", ha spiegato il presidente Errani. Una confusione sulla regolamentazione che non piace alle associazioni di cittadini che gia' lavorano sul territorio sulla base di una legge regionale che risale al 2003. Infatti fino a ieri quello che dovrebbe essere l'apposito albo istituito in Prefettura e' rimasto vuoto, nessuna associazione di volontari si e' iscritta ed e' lecito pensare che nessuna si iscrivera'. D'altra parte anche il sindaco Flavio Delbono aveva spiegato che delle ronde come pensate da Maroni non sentiva alcun bisogno mentre i gruppi di pensionati che da tempo pattugliano i giardini e le vie della periferia non ci tengono per niente ad essere definiti ronde e hanno chiesto chiarezza sul loro futuro. Oltre a quella delle regole da seguire per molte associazioni ci sono anche i dubbi sui piccoli rimborsi che percepiscono dagli enti locali e che servono a sostenere le spese; secondo il testo nazionale si tratta di gruppi di soli volontari.
Col suo ricorso l'Emilia Romagna chiede la cancellazione dei commi che vanno dal 40 al 43 dell'articolo 3 della legge entrata in vigore l'8 agosto. In sostanza per la Regione e' stato violato l'articolo 117 della Costituzione, quello delle competenze legislative dello Stato e delle Regioni. Attenzione, perche' la questione non e' di forma ma di vera sostanza e riguarda il concetto di sicurezza urbana, che e' diverso da quello di ordine pubblico. Se il secondo e' regolamentato dallo Stato non cosi' e' per il primo su cui da una decina di anni le Regioni stanno legiferando. "Non e' una questione formale - avverte Luciano Vandelli, docente di diritto amministrativo ed ex assessore regionale alle autonomie locali, cui spetta la paternita' della legge regionale del 2003 -, la nostra legge era ispirata da altri principi".
Entrando nella sostanza del ricorso, quella che viene contestata e' proprio la possibilita' di ricorrere all'uso delle cosiddette ronde; in questo modo "non viene riconosciuto il ruolo delle Regioni e vi e' la violazione della competenza regionale in materia di polizia amministrativa locale e sicurezza urbana". Alla Consulta viene chiesto di esprimersi anche sull'obbligo di iscrizione nei registri del prefetto e sull'obbligo per i sindaci di avvalersi in via prioritaria di ex appartenenti alle forze dell'ordine. Infine il ricorso si occupa della violazione del principio di leale collaborazione e del dovere di prevedere forme di coordinamento tra Stato e Regioni.
Anche l'iniziativa della Toscana, secondo quello che ha spiegato ieri il vicepresidente della Regione Federico Gelli, si basa sul fatto che "sulle ronde c'e' un fondato problema di competenza e su questo intendiamo dare battaglia". E' un fronte omogeneo di alcune Regioni contro il Governo, nel giorno in cui altre cinque regioni (tra queste anche Toscana ed Emilia Romagna) impugnano pure la legge sul nucleare e tutti i governatori hanno rispedito al mittente l'invito al confronto sulla Finanziaria. E anche qui c'e' il protagonismo di Errani, presidente della Conferenza Stato-Regioni.
 
8. UNA SOLA UMANITA'. MARCO MONGIELLO: LE VITTIME RESPINTE DALL'ITALIA NELLE MANI DEGLI AGUZZINI
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 22 settembre 2009 col titolo "Stupri e poliziotti corrotti: l'orrore nelle carceri di Gheddafi" e il sommario "Il rapporto di Human Rights Watch: i migranti respinti in Libia sottoposti a trattamenti brutali. I racconti dal campo di Bin Gashir: Gli agenti arrivano di notte e scelgono le donne da violentare. L'accusa: Roma viola i propri doveri, l'Ue impedisca i rinvii"]
 
Le autorita' italiane rispediscono brutalmente i rifugiati nelle mani dei loro torturatori, le autorita' libiche commettono abusi e l'Unione europea non fa rispettare le leggi. E' questo il quadro che emerge dal rapporto presentato ieri dall'organizzazione non governativa Human Rights Watch (Hrw), intitolato "Scacciati e schiacciati" e dedicato ai respingimenti italiani in Libia.
"L'Italia - si legge nel rapporto - intercetta migranti e richiedenti asilo africani sui barconi e, senza valutare se possano considerarsi rifugiati o siano bisognosi di protezione, li respinge con la forza in Libia, dove in molti sono detenuti in condizioni inumane e degradanti e vengono sottoposti ad abusi". Il documento e' stato diffuso in coincidenza con la riunione dei ministri degli Interni europei a Bruxelles, dove l'Italia ha ribadito di essere in linea con le normative internazionali. "La realta' e' che l'Italia sta rimandando questi individui incontro ad abusi", ha detto Bill Frelick, direttore delle politiche per i rifugiati di Hrw e autore del rapporto, "i migranti che sono stati detenuti in Libia riferiscono di trattamenti brutali, condizioni di sovraffollamento ed igiene precaria".
Secondo Frelick Roma "viola i propri doveri legali" e Bruxelles "dovrebbe esigere che l'Italia rispetti i propri doveri ponendo termine a tali rinvii verso la Libia. Altri Stati membri dell'Ue dovrebbero rifiutare di prendere parte ad operazioni di Frontex (l'Agenzia Ue per il controllo delle frontiere esterne, ndr) che sfociano in rinvii di migranti ed abusi".
La denuncia dell'Ong, che conferma quanto documentato dalle inchieste de "l'Unita'", si basa su delle interviste condotte a maggio 2009 con 91 immigrati e rifugiati in Italia e Malta e su un'intervista telefonica con un immigrato detenuto in Libia. Le autorita' di Tripoli hanno rifiutato l'accesso ai loro centri di detenzione, denunciano gli autori, e le autorita' italiane hanno concesso solo interviste molto brevi con gli immigrati presenti nei centri di Caltanissetta, Trapani e Lampedusa e hanno rifiutato ogni incontro con rappresentanti del Governo. Gli italiani, si spiega nel testo, "usano la forza nel trasferire i migranti dai barconi su imbarcazioni libiche o li riportano direttamente in Libia, dove le autorita' li imprigionano immediatamente" e alcune di queste operazioni sono coordinate da Frontex. Si tratta di "un'aperta violazione dell'obbligo di non commettere refoulement", il respingimento indiscriminato.
Le testimonianze raccolte sono agghiaccianti. Si parla di percosse, di abusi, di violenze sessuali. Al campo di deportazione libico di Bin Gashir, ha raccontato Paul Pastor (i nomi sono modificati) le autorita' "iniziarono subito a picchiare sia me che gli altri. Alcuni dei ragazzi furono picchiati al punto da non poter piu' camminare". Madihah, una ragazza eritrea di 24 anni, ha raccontato che "tutte le donne hanno avuto problemi con la polizia" libica, che "arrivava di notte e sceglieva le donne da violentare".
Non va meglio per i minori. "Le autorita' libiche - si legge - non sembrano fare nessuna distinzione tra adulti e bambini non accompagnati" e questi sono di solito messi nelle stesse celle con il "rischio di abusi e violenze".
Tutti inoltre hanno riferito che la differenza tra i trafficanti di esseri umani e la polizia libica e' molto sfumata. Spesso gli immigrati sono detenuti fino a quando qualcuno non paga dei soldi, che non si capisce se a titolo di cauzione o riscatto.
L'Italia, conclude il rapporto, "dovrebbe smettere immediatamente di violare i suoi obblighi sul non respingimento" e dovrebbe anche smettere di cooperare con la Libia. In base al Trattato firmato da Berlusconi il 30 agosto 2008, Roma si e' impegnata a finanziare il 50% delle spese per i controlli effettuati da quelle stesse autorita' libiche che maltrattano i migranti. Piuttosto bisognerebbe aumentare la cooperazione con l'Agenzia Onu per i rifugiati, suggeriscono gli attivisti di Human Rights Watch.
Da parte sua l'Unione europea dovrebbe esigere dall'Italia il rispetto delle norme Ue e internazionali, incoraggiare la Libia a ratificare la Convenzione di Ginevra ed inserire esplicitamente la questione dei diritti umani nel prossimo accordo quadro con Tripoli.
 
9. UNA SOLA UMANITA'. RAPHAEL ZANOTTI: ANCHE LA PROCURA DI TORINO SOLLEVA ECCEZIONE DI COSTITUZIONALITA' PER LE MISURE RAZZISTE E DISUMANE DEL COSIDDETTO "PACCHETTO SICUREZZA"
[Dal quotidiano "La Stampa" del 23 settembre 2009 col titolo "Clandestini, la procura: Norma incostituzionale" e il sommario "Sollevata questione di legittimita': legge irragionevole, irrazionale e discriminatoria"]
 
"Sollevo questione di legittimita' costituzionale, per noi della procura di Torino la nuova legge sulla clandestinita' viola molteplici articoli della Costituzione italiana. Riteniamo dunque che, prima di affrontare il caso di oggi, la Consulta debba pronunciarsi sulla legittimita' della norma". Sono le 9,30 del mattino quando il viceprocuratore onorario Paola Bellone si alza in piedi ed espone l'eccezione di costituzionalita' preparata nei giorni scorsi dalla procura di Torino e firmata dal procuratore capo Giancarlo Caselli.
Il caso che si deve trattare e' quello di un egiziano, incensurato, padre di famiglia, lavoratore ma clandestino. E' stato denunciato per l'articolo 10 bis e per questo si trova davanti al giudice di pace.
La norma, pero', per i magistrati torinesi e' irragionevole e priva di qualunque giustificazione. "Una legge inutile - dichiara il Vpo Bellone -, la penalizzazione di una condotta dovrebbe essere l'estrema ratio, in mancanza di altri strumenti per raggiungere lo scopo". Il fine della nuova norma e' l'espulsione del clandestino, ma - fa notare la procura - questo gia' si poteva ottenere con l'espulsione amministrativa del questore prevista dalla Bossi-Fini. "Le difficolta' organizzative e amministrative che hanno finora impedito a quella legge di essere applicata in toto non scompariranno con la nuova norma", fa notare la procura. La norma e' poi irragionevole perche' prevede un'ammenda tra i 5.000 e i 10.000 euro: che deterrente puo' essere di fronte a chi rischia la vita per arrivare in Italia?
"Lede il principio di uguaglianza previsto dall'articolo 3 della Costituzione", continua la procura, perché la nuova norma non ha eliminato la vecchia Bossi-Fini. Quest'ultima prevede, per l'espulsione, due condizioni: che il clandestino si sia trattenuto oltre il termine di 5 giorni e che l'abbia fatto senza giustificato motivo. Queste condizioni non ci sono nella nuova norma.
Di piu'. "E' una norma discriminatoria" perche' non punisce una condotta delittuosa, ma una condizione sociale. Il clandestino viene punito per quello che e' e non per quello che fa. La Corte Costituzionale, con la sentenza 78 del 2007, ha gia' stabilito che "una condizione soggettiva, di per se', non dimostra una particolare pericolosita' sociale". "Un passo indietro di due secoli nella cultura giuridica italiana - ha spiegato la Bellone -. Bisogna tornare allo Statuto Albertino del 1839 per trovare gli stranieri clandestini indicati come sospetti di pericolosita'".
Infine, per la procura, la norma sulla clandestinita' viola i diritti inviolabili dell'uomo (articolo 2 della Costituzione) e anche la Convenzione sui diritti del fanciullo. La nuova norma prevede infatti un obbligo di presentazione dei documenti di soggiorno anche per gli atti civili. Questo porterebbe i genitori clandestini di un bambino ad autodenunciarsi in caso di nascita di un bimbo. Non denunciarne la nascita, d'altra parte, violerebbe il diritto inviolabile all'identita' personale e alla cittadinanza alla nascita dei neonati.
L'eccezione sara' ora valutata dal giudice di pace Alberto Polotti di Zumaglia che si e' preso 15 giorni di tempo per decidere se inviare o meno alla Corte Costituzionale la questione della procura.
Intanto la decisione dei magistrati torinesi ha sollevato una ridda di prese di posizione politiche. Per il capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Cota: "Il compito della magistratura dovrebbe essere quello di applicarla. Sull'immigrazione clandestina il mandato dei cittadini e' molto chiaro". L'europarlamentare della Lega Mario Borghezio parla di "buonismo togato delle procure cattocomuniste" che "cercano il pelo nell'uovo". Mentre al deputato del Pdl Agostino Ghiglia "spiace vedere come a Torino ci sia chi preferisce sospendere i processi contestando fantasiose violazioni costituzionali e vanificando l'opera di governo e forze dell'ordine a tutela della sicurezza dei cittadini". Per l'onorevole del Pd Giorgio Merlo, invece, i rilievi della procura di Torino non sono "peregrini" e nemmeno "secondari".
 
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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 48 del 24 settembre 2009
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