Voci e volti della nonviolenza. 343



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 343 del 20 giugno 2009

In questo numero:
Elena Brancati, Claudio Fava, Rosario Lanza, Graziella Proto, Lillo Venezia:
Appello per "I Siciliani"

OGGI. ELENA BRANCATI, CLAUDIO FAVA, ROSARIO LANZA, GRAZIELLA PROTO, LILLO
VENEZIA: APPELLO PER "I SICILIANI"
[Da Claudio Fava (claudio.fava at europarl.europa.eu) riceviamo e diffondiamo]

Cari amici,
Dopo l'assassinio mafioso di Giuseppe Fava, il 5 gennaio 1984, i redattori
de "I Siciliani" scelsero di non sbandarsi, di tenere aperto il giornale e
di portare avanti per molti anni la cooperativa giornalistica fondata dal
loro direttore, affrontando un tempo di sacrifici durissimi in nome della
lotta alla mafia e della libera informazione. Anni di rischi personali, di
stipendi mai pagati, di concreta solitudine istituzionale (non una pagina di
pubblicita' per cinque anni!).
Oggi, a un quarto di secolo dalla morte di Fava, alcuni di loro (Graziella
Proto, Elena Brancati, Claudio Fava, Rosario Lanza e Lillo Venezia, membri
allora del CdA della cooperativa) rischiano di perdere le loro case per il
puntiglio di una sentenza di fallimento che si presenta - venticinque anni
dopo - a reclamare il dovuto sui poveri debiti della cooperativa. Il
precetto di pignoramento e' stato gia' notificato, senza curarsi d'attendere
nemmeno la sentenza d'appello. Per paradosso, il creditore principale,
l'Ircac, e' un ente regionale disciolto da anni.
E' chiaro che non si tratta di vicende personali: la redazione de "I
Siciliani" in quegli anni rappresento' molto di piu' che se stessa, in un
contesto estremamente difficile e rischioso. Da soli, quei giovani
giornalisti diedero voce udibile e forte alla Sicilia onesta, alle decine di
migliaia di siciliani che non si rassegnavano a convivere con la mafia. Il
loro torto fu quello di non dar spazio al dolore per la morte del direttore,
di non chiudere il giornale, di non accettare facili e comodi ripieghi
professionali ma di andare avanti. Quel torto di coerenza, per il tribunale
fallimentare vale oggi quasi centomila euro, tra interessi, more e spese.
Centomila euro che la giustizia catanese, con imbarazzante ostinazione,
pretende adesso di incassare per mano degli ufficiali giudiziari.
Ci saranno momenti e luoghi per approfondire questa vicenda, per scrutarne
ragioni e meccanismi che a noi sfuggono. Adesso c'e' da salvare le nostre
case: gia' pignorate. Una di queste, per la cronaca, e' quella in cui nacque
Giuseppe Fava e che adesso, ereditata dai figli, e' gia' finita sotto i
sigilli. Un modo per affiancare al prezzo della morte anche quello della
beffa.
La Fondazione Giuseppe Fava ha aperto un conto corrente (che trovate in
basso) e una sottoscrizione: vi chiediamo di darci il vostro contribuito e
di far girare questa richiesta. Altrimenti sara' un'altra malinconica
vittoria della mafia su chi i mafiosi e i loro amici ha continuato a
combatterli per un quarto di secolo.
Elena Brancati, Claudio Fava, Rosario Lanza, Graziella Proto, Lillo Venezia
*
I bonifici vanno fatti sul cc della "Fondazione Giuseppe Fava"
Credito Siciliano, ag. di Cannizzaro, 95021 Acicastello (CT)
iban: IT22A0301926122000000557524
causale di ogni bonifico: per "I Siciliani"

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 343 del 20 giugno 2009

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