Coi piedi per terra. 193



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 193 del 25 maggio 2009

In questo numero:
1. Per la solidarieta' con Aung San Suu Kyi
2. Leoluca Orlando: Interrogazione parlamentare sul mega-aeroporto di
Viterbo
3. In Commissione Parlamentare Trasporti anche l'ingegner Bruno Salvi
conferma l'inammissibilita' del mega-aeroporto a Viterbo
4. Anche il senatore Stefano Pedica contro il mega-aeroporto a Viterbo
5. L'europarlamentare Roberto Musacchio contro il mega-aeroporto a Viterbo
6. Anche l'on. Giuseppe Giulietti aderisce alla lotta contro il
mega-aeroporto a Viterbo. Aderisce anche l'associazione "Articolo 21"
7. Anche "Accademia Kronos" solidale con gli agricoltori che si oppongono al
mega-aeroporto a Viterbo
8. Tiziana Plebani: L'agio delle donne in citta'
9. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

1. RIFERIMENTI. PER LA SOLIDARIETA' CON AUNG SAN SUU KYI

Segnaliamo l'utile sito di informazione www.aungsansuukyi.it (in italiano)
Segnaliamo anche l'utile sito www.euro-burma.eu (in inglese)
Segnaliamo la newsletter "Attualita' sulla Birmania" (per contatti:
burma_news at verizon.net e anche euro-burma at verizon.net o anche
burma at euro-burma.be)

2. REPETITA IUVANT. LEOLUCA ORLANDO: INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SUL
MEGA-AEROPORTO DI VITERBO
[Riproponiamo ancora l'interrogazione parlamentare presentata da Leoluca
Orlando il 7 maggio 2009]

Al Ministro dell'Ambiente, al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti e al
Ministro dell'Economia
Premesso che,
- a Viterbo moltissimi cittadini, sostenuti da illustri scienziati,
cattedratici, personalita' delle istituzioni e dell'impegno civile, si
oppongono alla decisione di realizzare nell'area termale del Bulicame un
mega-aeroporto delle dimensioni atte ad accogliere un volume di traffico di
vari milioni di passeggeri all'anno; un'opera del tutto priva dei requisiti
di legge e del tutto irrealizzabile alla luce della situazione reale
dell'area e dei vincoli paesaggistici, idrogeologici, archeologici, termali
in essa presenti.
Infatti tale opera:
I. non potrebbe mai superare un rigoroso espletamento della Valutazione
d'impatto ambientale e della Valutazione ambientale strategica obbligatorie
per legge;
II. confligge con precise norme di tutela dei beni pubblici sia nazionali
che europee;
III. e' in contrasto con le norme ed i vincoli di salvaguardia in vigore
nell'area considerata ai sensi della pianificazione territoriale ed
urbanistica tanto regionale quanto comunale;
IV. provocherebbe la devastazione di rilevanti beni archeologici,
naturalistici, paesaggistici, storico-culturali, scientifici, terapeutici ed
economici insistenti nell'area;
V. provocherebbe un grave nocumento alla salute, alla sicurezza e alla
qualita' della vita della popolazione dei quartieri cittadini prossimi
all'area;
VI. confligge con attuali esigenze di sicurezza militari di rilevanza
strategica nazionale;
VII. porterebbe al collasso la rete infrastrutturale della mobilita' locale;
VIII. costituirebbe uno sperpero immenso di pubblico denaro;
IX. la procedura sin qui seguita per l'individuazione dell'area e' viziata
da flagranti errori di merito e di metodo (tali per cui un ente locale ha
gia' presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio e
qualificati centri studi di settore hanno ripetutamente denunciato
l'inammissibilita' dell'opera);
*
- in una recente comunicazione agli Amministratori locali il Comitato dei
cittadini che si oppongono all'opera ha elencato i seguenti effetti della
realizzazione di un mega-aeroporto nell'area termale del Bulicame a Viterbo:
1. Impatto locale sull'ambiente: devastazione dell'area termale del
Bulicame, un bene naturalistico, storico-culturale, terapeutico, economico,
sociale e simbolico peculiare e insostituibile.
2. Impatto sanitario sulla popolazione viterbese: gravissimi danni alla
salute, alla sicurezza, alla qualita' della vita.
3. Impatto sanitario sulla popolazione dell'Alto Lazio: cumulandosi il
mega-aeroporto con le altre gravosissime servitu' gia' presenti (in
particolare il polo energetico Civitavecchia-Montalto) la sinergia dei
fattori di inquinamento incrementera' danni, disagi e patologie.
4. Impatto sanitario globale: essendo il trasporto aereo fortemente
inquinante, ogni suo aumento si traduce in danno certo alla salute.
5. Impatto sociale su Viterbo: il mega-aeroporto non solo costituira' una
profonda aggressione alla salute e alla sicurezza delle persone, ma
provochera' anche un grave degrado della qualita' della vita, una forte
lesione a fondamentali diritti dei cittadini, un grave danno all'economia e
alla societa', il collasso delle infrastrutture del trasporto locale (gia'
gravemente insufficienti), la distruzione di beni ambientali, culturali,
agricoli, terapeutici, ricettivi, produttivi, scientifici.
6. Impatto sociale sull'Alto Lazio: accumulo di servitu' ed effetto
sinergico dei fattori di rischio e di depauperamento e degrado del
territorio e della sua economia.
7. Impatto globale sull'ambiente: essendo il mega-aeroporto finalizzato
all'incremento del trasporto aereo complessivo, esso contribuira' ad
accrescere l'inquinamento e l'effetto serra responsabile dei mutamenti
climatici che stanno mettendo in pericolo il futuro dell'umanita' e gli
equilibri della biosfera.
8. Per realizzare un'opera di tali dimensioni verrebbero sperperate ingenti
risorse pubbliche (che pertanto verrebbero altresi' sottratte ad opere e
servizi realmente utili e fin indispensabili per la popolazione);
*
- in un recente esposto alla Soprintendenza per i beni archeologici per
l'Etruria Meridionale e' stato evidenziato che dalla Planimetria redatta dal
Comune di Viterbo recante i vincoli paesaggistici, idrogeologici,
archeologici, termali presenti nell'area che sarebbe investita dall'opera,
risulta che il mega-aeroporto sorgerebbe letteralmente sopra un'area di
interesse archeologico con presenza di beni archeologici che la legge
tutela;
*
- gia' lo scorso anno, in una lettera al Presidente della Repubblica del 4
agosto 2008, il Comitato dei cittadini che si oppongono all'aeroporto
segnalava, tra l'altro, che "la realizzazione a Viterbo di un devastante
mega-aeroporto per voli low cost avrebbe i seguenti inaccettabili e
disastrosi esiti:
a) grave nocumento per la salute della popolazione, come dimostrato dal
documento dell'Isde (International Society of Doctors for the Environment -
Italia) del 18 marzo 2008;
b) grave devastazione dell'area termale del Bulicame, peculiare bene
naturalistico e storico-culturale, terapeutico e sociale, economico e
simbolico, gia' citato da Dante nella Divina Commedia ed elemento
fondamentale dell'identita' di Viterbo;
c) grave impatto su un rilevante bene archeologico come l'emergenza in situ
del tracciato dell'antica via consolare Cassia, come ammesso dall'assessore
e vicepresidente della Regione Lazio Esterino Montino;
d) grave impatto inquinante sull'Orto botanico dell'Universita' degli Studi
della Tuscia, bene scientifico, di ricerca e didattico di cospicua
rilevanza;
e) grave impatto inquinante sulle colture agricole - di qualita' e
biologiche - insistenti nell'area maggiormente investita;
f) conflitto con attivita' ed esigenze di interesse strategico nazionale
dell'Aeronautica Militare, come evidenziato da ultimo dal "Centro Studi
Tuscia per lo sviluppo di un aeroporto compatibile" in un recente documento
diffuso il 2 agosto 2008 in cui si afferma testualmente "l'incompatibilita'
tra l'intensa attivita' di aviazione civile commerciale e la permanenza di
un'attivita' di volo militare importante - quella della Cavalleria
dell'Aria - che rende Viterbo tra gli aeroporti militari di primaria
importanza strategica (come fissato da un recente decreto)" e come gia'
precedentemente puntualmente segnalato nella seduta del Consiglio comunale
di Viterbo del 25 luglio 2008;
g) immenso sperpero di fondi pubblici per un'opera nociva e distruttiva,
quando Viterbo e l'Alto Lazio hanno bisogno di ben altri interventi della
mano pubblica: e particolarmente di un forte sostegno a difesa e
valorizzazione dei beni ambientali e culturali, dell'agricoltura di
qualita', delle peculiari risorse locali; e per quanto concerne la mobilita'
un forte sostegno al trasporto ferroviario (riaprendo la linea
Civitavecchia-Capranica-Orte; potenziando la linea Viterbo-Orte; potenziando
la linea Viterbo-Capranica-Roma);
h) aggravamento di una condizione di servitu' per l'Alto Lazio, territorio
gia' gravato da pesantissime servitu' energetiche, militari e speculative;
i) infine, poiche' il punto di riferimento da parte dei promotori dell'opera
e' il sedime di Ciampino e l'attivita' che in esso si svolge, si rileva come
proprio la situazione di Ciampino sia insostenibile e gravemente lesiva dei
piu' elementari diritti della popolazione locale, ed e' quindi evidentemente
scandaloso voler "ciampinizzare" un'altra citta' (occorre invece una
drastica e immediata riduzione dei voli su Ciampino).
A cio' si aggiunga che:
l) l'opera e' tuttora priva di adeguata progettazione, anzi della stessa
precisa definizione di collocazione e dimensioni, come ammesso dallo stesso
Consiglio comunale di Viterbo nella parte narrativa dell'atto deliberativo
n. 92 del 25 luglio 2008 in cui si afferma testualmente che "devesi fare
presente che a tutt'oggi non si conoscono ne' la lunghezza della pista che
potrebbe arrivare a superare i 3000 metri, ne' il suo orientamento";
peraltro il gia' citato "Centro Studi Tuscia per lo sviluppo di un aeroporto
compatibile" ha rilevato "l'impossibilita' oggettiva - dimostrata dagli
studi del nostro centro - di allungare la pista di almeno altri due
chilometri mantenendone l'orientamento e, tanto meno, di smantellare
l'attuale per costruirne altra - come sostenuto da ambienti dell'assessorato
al volo - disassata di 10 gradi verso nord o sud";
m) l'opera confligge con il Piano territoriale paesaggistico regionale e le
relative norme di salvaguardia, come riconosciuto dallo stesso Consiglio
comunale di Viterbo con l'atto deliberativo n. 92 del 25 luglio 2008;
n) l'opera e' totalmente priva di fondamentali verifiche e di fondamentali
requisiti previsti dalla legislazione italiana ed europea in materia di
Valutazione d'impatto ambientale, Valutazione ambientale strategica,
Valutazione d'impatto sulla salute.
Quanto alla procedura di individuazione di Viterbo come sede di un
devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per
Roma:
o) la relazione ministeriale del novembre 2007 che ha dato il via ad una
serie di atti amministrativi successivi e' destituita di fondamento in punto
di diritto e di fatto, come dimostrato ad abundantiam da un documento del 18
gennaio 2008 del "Centro studi Demetra" che conclude la sua ampia
ricognizione dichiarando che "gli atti ministeriali risultano palesemente
affetti da gravi vizi di illegittimita' sotto il rilevato profilo
dell'eccesso di potere per carenza dell'istruttoria tecnica condotta dalla
commissione istituita presso il Ministero dei Trasporti";
p) non solo: quella relazione contiene dichiarazioni semplicemente
dereistiche e si rivela nel merito come non rispondente ad un'analisi
fattuale della realta' territoriale: essa infatti ignora del tutto il fatto
che il sedime indicato ricade nel cuore dell'area termale del Bulicame e a
ridosso di emergenze archeologiche, naturalistiche, scientifiche, culturali,
agricole, terapeutiche, economiche ed insediative tali da rendere l'opera
ipso facto irrealizzabile; cadendo quindi la validita' di quella relazione,
cadono con essa tutti gli atti amministrativi conseguenti, viziati in radice
dal vizio dell'atto presupposto e fondativo;
q) peraltro la stessa compagnia aerea Ryan Air - che nelle dichiarazioni dei
proponenti l'opera avrebbe dovuto essere il soggetto imprenditoriale maggior
fruitore della nuova struttura aeroportuale - ha esplicitamente dichiarato
di non intendere affatto trasferire la sua attivita' nell'eventuale scalo
viterbese (cfr. intervista trasmessa dalla Rai il 27 aprile 2008 nell'ambito
del programma "Report").
Infine:
r) realizzare un nuovo mega-aeroporto e' insensato alla luce della
situazione aeroportuale italiana (cfr. la gia' citata inchiesta televisiva
della Rai: "Report", 27 aprile 2008);
s) realizzare un nuovo mega-aeroporto e' insensato alla luce dell'attuale
trend del trasporto aereo internazionale (cfr. ad esempio l'intervento
dell'europarlamentare Giulietto Chiesa del primo luglio 2008 che rinvia tra
l'altro a un servizio dell'"International Herald Tribune" del 28-29 giugno
2008);
t) realizzare un nuovo mega-aeroporto e' insensato alla luce dell'esigenza
di ridurre il trasporto aereo per ridurre il surriscaldamento globale del
clima (come richiesto dall'Onu, dalla comunita' scientifica internazionale,
dagli statisti piu' avvertiti);
u) occorre procedere alla riduzione drastica e immediata del trasporto aereo
(particolarmente a fini di diporto), come richiesto da interventi di
autorevoli personalita' come i premi Nobel Desmond Tutu e Wangari Maathai; e
sostenere invece un modello di mobilita' piu' adeguato, sostenibile e
democratico": -
*
per sapere:
quali iniziative i Ministri interrogati intendano prendere per impedire che
i rilevanti beni naturalistici, culturali, terapeutici ed economici
dell'area termale del Bulicame siano devastati, e che la salute e la
sicurezza dei cittadini di Viterbo siano aggredite da un'opera aeroportuale
priva dei requisiti previsti dalla legge, opera la cui realizzazione
costituirebbe un sperpero di pubblici denari, un danno per la comunita'
locale ed una flagrante violazione delle norme e dei vincoli di salvaguardia
vigenti.
Roma, 7 maggio 2009
Leoluca Orlando

3. ISTITUZIONI. IN COMMISSIONE PARLAMENTARE TRASPORTI ANCHE L'INGEGNER BRUNO
SALVI CONFERMA L'INAMMISSIBILITA' DEL MEGA-AEROPORTO A VITERBO

Ascoltato dalla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati nell'ambito
dell'indagine conoscitiva sul sistema aeroportuale italiano, anche
l'ingegner Bruno Salvi, presidente di Astra (Associazione per la sicurezza
nei trasporti), ha argomentato una volta di piu' l'insensatezza di un
mega-aeroporto a Viterbo anche da un punto di vista strettamente tecnico.
*
Nella sua ampia relazione (la cui trascrizione e' disponibile nel sito della
Camera dei Deputati) l'ingegner Salvi ha argomentato che "realizzare a
Viterbo un aeroporto collegato a Fiumicino e' un'assurdita'".
Ed in sede di replica ai quesiti postigli dagli interlocutori, ha
ulteriormente ribadito che "Non dobbiamo realizzare un altro aeroporto oltre
Fiumicino".
*
En passant il presidente di Astra ha anche evidenziato come il fatto "che
l'aeroporto piu' importante in questo momento per numero di passeggeri,
ossia Fiumicino, e' gestito da una societa' privata... in Europa fa
accapponare la pelle. Non esiste la possibilita' che il sistema di
trasporto, che incarna il concetto stesso di mobilita' e che costituisce un
bene costituzionale, sia gestito da un privato".
Sara' appena il caso di aggiungere che la societa' privata che gestisce
Fiumicino e' la stessa cui la lobby speculativa del mega-aeroporto di
Viterbo vuole affidare anche la realizzazione e gestione della devastante,
patogena, insensata ed illegale opera che distruggerebbe l'area termale ed
archeologica del Bulicame ed avvelenerebbe la popolazione dell'Alto Lazio.
*
Come si vede, anche muovendo da argomentazioni e punti di vista diversi da
quelli proposti dal nostro comitato, si conferma una volta di piu' che il
mega-aeroporto a Viterbo e' un crimine ed una follia.

4. ISTITUZIONI. ANCHE IL SENATORE STEFANO PEDICA CONTRO IL MEGA-AEROPORTO A
VITERBO

Il senatore Stefano Pedica, dell'Italia dei valori, ha inviato un messaggio
di solidarieta' al movimento che si oppone all'insensato ed illegale
mega-aeroporto a Viterbo.
"Concordo con voi", scrive il senatore, che sara' a Viterbo il 28 maggio
2009.
Come e' noto, gia' l'on. Leoluca Orlando, deputato dell'Italia dei valori e
figura storica della lotta antimafia, ha preso posizione contro il nocivo e
distruttivo mega-aeroporto e presentato in merito un'approfondita
interrogazione parlamentare.

5. SOLIDARIETA'. L'EUROPARLAMENTARE ROBERTO MUSACCHIO CONTRO IL
MEGA-AEROPORTO A VITERBO

Il parlamentare europeo Roberto Musacchio, di Sinistra e liberta', conferma
il suo impegno contro il mega-aeroporto a Viterbo.
In una dichiarazione pubblica l'europarlamentare (che gia' nel 2007 con
altri dieci colleghi europarlamentari di varie forze politiche aveva preso
posizione contro il mega-aeroporto nocivo e distruttivo) ribadisce le
ragioni dell'opposizione all'opera dissennata e fuorilegge.
Scrive l'on. Musacchio: "Urge portare in Europa la voce di quanti difendono
i beni comuni, i diritti soggettivi e i legittimi interessi dei cittadini
dell'Alto Lazio. Occorre portare in Europa la voce di chi lotta contro la
costruzione del mega-aeroporto a Viterbo.
Sono tanti i motivi di opposizione all'ennesima grande, inutile e dannosa
opera, che si prevede di costruire tra la Tuscia e la Maremma (oltre alla
centrale a carbone di Civitavecchia e la nuova autostrada Aurelia).
Provo a elencarne tre che a me sembrano rilevanti.
Il mega-aeroporto e' privo di requisiti richiesti dalle normative
comunitarie in materia di Valutazione di impatto ambientale e di Valutazione
ambientale strategica. Requisiti fondamentali in Europa per approvare
qualsiasi tipo di infrastruttura.
Inoltre il mega-aeroporto si troverebbe nel cuore dell'area termale del
Bullicame. Area di grande pregio naturalistico, storico-culturale e
monumentale.
E' evidente che chi propone tale opera evidenzia una mancanza totale di
visione e di programmazione degli interventi sulla mobilita'. Viterbo ha
bisogno di altro. Ha bisogno del potenziamento della rete ferroviaria per i
pendolari.
Il viterbese ha bisogno di sostegno reale per la valorizzazione delle sue
vocazioni produttive a partire dall'agricoltura di qualita'".

6. SOLIDARIETA'. ANCHE L'ON. GIUSEPPE GIULIETTI ADERISCE ALLA LOTTA CONTRO
IL MEGA-AEROPORTO A VITERBO. ADERISCE ANCHE L'ASSOCIAZIONE "ARTICOLO 21"

L'on. Giuseppe Giulietti, deputato dell'Italia dei valori, giornalista,
portavoce dell'associazione "Articolo 21" per la liberta' d'informazione, ha
espresso la sua piena solidarieta' all'impegno contro il nocivo e
distruttivo mega-aeroporto a Viterbo.
In un messaggio inviato al comitato che si oppone al mega-aeroporto, l'on.
Giulietti scrive: "Aderisco volentieri. Si tratta di una grande battaglia
civile. La mia adesione, ovviamente, e' anche a nome dell'intera
associazione Articolo 21".
*
Ringraziamo l'on. Giulietti per questo suo impegno che si aggiunge a quello
di tante altre personalita' che si sono gia' espresse in difesa dell'area
del Bulicame e contro la realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo:
prestigiosi scienziati di fama internazionale come l'americano Paul Connett;
personalita' delle istituzioni come l'illustre magistrato Ferdinando
Imposimato; intellettuali ed artisti come Francesco Guccini, Dacia Maraini,
Silvia Vegetti Finzi; autorevoli personalita' dell'impegno civile e morale
come padre Alessandro Zanotelli; personalita' del mondo del lavoro come il
segretario della Cgil Guglielmo Epifani; e moltissime altre personalita' sia
delle istituzioni che della cultura e dell'impegno civile.
*
Il grave pericolo di distruzione che incombe sull'area archeologica e
termale del Bulicame a Viterbo (una zona di immenso pregio naturalistico e
culturale gia' cantata da Dante nella Divina commedia), pericolo costituito
dall'intenzione di una lobby speculativa di realizzare nel suo cuore un
devastante e inquinante mega-aeroporto in palese violazione delle leggi
vigenti, puo' essere respinto.
Il grave pericolo per la salute, la sicurezza e i diritti dei cittadini di
Viterbo e dell'Alto Lazio, pericolo costituito dall'intenzione di una lobby
speculativa di realizzare a Viterbo un devastante e inquinante
mega-aeroporto in palese violazione delle leggi vigenti, puo' essere
respinto.
*
Con la forza della verita', con la forza della legalita', con la forza della
democrazia, difendiamo e salviamo il nostro territorio ed i nostri diritti.

7. SOLIDARIETA'. ANCHE "ACCADEMIA KRONOS" SOLIDALE CON GLI AGRICOLTORI CHE
SI OPPONGONO AL MEGA-AEROPORTO A VITERBO

La storica associazione ecologista "Accademia Kronos" esprime solidarieta'
agli agricoltori che si oppongono al mega-aeroporto a Viterbo.
In un messaggio diffuso recentemente dall'associazione ambientalista si
afferma nettamente: "Siamo con gli agricoltori viterbesi contrari
all'areoporto"
*
Come e' noto, infatti, si e' costituito recentemente un Comitato spontaneo
degli agricoltori viterbesi contro il mega-aeroporto; comitato che nel suo
documento costitutivo afferma che "Si e' costituito un Comitato di
agricoltori, preoccupati per il fatto che l'amministrazione comunale di
Viterbo sta progettando la realizzazione di un grande aeroporto, con un
traffico di centinaia di voli al giorno. La qualita' della vita dei
viterbesi peggiorera' a causa dell'inquinamento, del rumore e delle
conseguenti malattie. Si verrebbe a creare una grande viabilita' che
taglierebbe le campagne, sfregiando le aziende produttive. Denunciamo,
pertanto, le speculazioni e lo sperpero di denaro pubblico che deriverebbero
dalla realizzazione dell'aeroporto".
*
Agricoltori, movimenti ecologisti, associazionismo democratico e
professionale (ad esempio la prestigiosa "Associazione italiana dei medici
per l'ambiente"), numerosissimi cittadini, con il sostegno di
autorevolissime personalita' della scienza, della cultura, delle istituzioni
e della societa' civile, sono impegnati contro il mega-aeroporto nocivo e
distruttivo, insensato ed illegale; per difendere l'ambiente, la salute, i
diritti di tutti.

8. RIFLESSIONE. TIZIANA PLEBANI: L'AGIO DELLE DONNE IN CITTA'
[Ringraziamo Tiziana Plebani (per contatti: tiplebani at libero.it) per averci
messo a disposizione questa sua introduzione a "Senza paura. Una citta' da
vivere", incontro organizzato da Geografia di Genere - Consulta delle
Cittadine del Comune di Venezia, 3 aprile 2009, Centro culturale Candiani,
Mestre]

Per parlare del nostro stare in citta' e della qualita' del vivere per prima
cosa dobbiamo fare un po' di silenzio; abbiamo infatti necessita' di
allontanarci dal rumore assordante della mediatizzazione della paura.
Abbiamo bisogno di partire prima di tutto dall'ascolto delle paure e dai
sentimenti che ci agitano, per riconoscerli dentro di se' e per non esserne
in balia; parlarne insieme per affrontarli assieme e costruire una strada di
fiducia del nostro convivere. Vi sono esperienze e modelli diversi da quello
che ci viene proposto dai pacchetti sicurezza, buoni solo a far crescere la
paura e a militarizzare la nostra societa', distogliendo lo sguardo dal vero
nucleo del problema: vi sono pratiche in questa citta' e altrove che parlano
della volonta' quotidiana di molti e molte di rendere viva e vivibile la
citta' e di una ricerca attiva e creativa di strade di mediazione con altri,
con i nuovi e vecchi vicini (1). A questa distorta e preoccupante concezione
della sicurezza noi vogliamo invece opporre una partecipazione di tutte e di
tutti alla cura delle relazioni e della qualita' della vita in citta', che
sappia ricreare o alimentare il cuore della collettivita' urbana (2).
Anche la violenza sessuale va affrontata con questo sguardo rivolto alla
citta' e alle trasformazioni urbane, soprattutto ribadendo con forza che non
si tratta di un problema delle donne bensi' dell'intera comunita'. E'
infatti un problema della qualita' del vivere, e' un problema della citta',
del suo cuore vivo: interroga innanzitutto cosa oggi e' spazio pubblico, che
cosa rappresenta e quale relazione intercorre con lo spazio privato.
Con che agio noi ci muoviamo fuori e dentro le case? Per il nostro gruppo di
Geografia di Genere affrontare il tema della citta' e del nostro starci ha
significato partire dalla casa e dal suo immaginario, tracciare i confini
reali o interiori tra lo spazio domestico e lo spazio urbano (3).
Che cosa ci aspettiamo dalla casa: la viviamo come un luogo aperto o come un
rifugio? E che cosa e' il fuori? Con che aspettative e desideri guardiamo
cio' che sta oltre la porta di casa? Quale relazione intrattiene la casa con
la citta', quali desideri sanno unire i due territori (4)?
E ancora: quale rapporto disegna il nostro corpo con lo spazio pubblico? E'
accolto, respinto, trova luoghi in cui sostare, incontrare, aprirsi. Come
camminiamo di giorno e soprattutto di notte? Con passo tranquillo o ci
guardiamo alle spalle?
Forse rispetto al passato le soglie tra lo spazio pubblico e quello
domestico si sono fatte piu' sensibili, i confini delle nostre case sembrano
essere divenuti piu' rigidi, i muri piu' spessi. Eppure la qualita' della
vita all'interno delle nostre mura domestiche non e' al riparo dalla
violenza, come ben sappiamo. Questa percezione fa perno con la realta' ma
anche con l'immaginario della relazione tra cio' che e' fuori e cio' che e'
dentro le case; probabilmente dipende da quanto sentiamo di appartenere a
ciascuna di queste dimensioni e soprattutto dal maggiore o minore agio con
cui ci muoviamo in esse.
Provo dunque a soffermarmi su questo rapporto.
L'agio femminile di muoversi in citta' e' prima di tutto indicatore della
qualita' dei rapporti tra uomini e donne, del loro grado di civilta', ma sa
anche essere indicatore del benessere collettivo, e' in grado di parlarci
anche dell'agio dei bambini, degli anziani, degli stranieri, delle categorie
piu' deboli di cittadini, direbbero i sociologi, noi preferiamo dire di
coloro che esprimono differenze rispetto all'immagine tradizionale di un
cittadino "neutro".
L'agio femminile di muoversi in citta' sta dunque al cuore della pienezza
della cittadinanza.
Potremmo dire che questa differenza sa rappresentare anche i bisogni di
altre differenze e indicare percorsi di vivibilita' (ad esempio: la
tranquillita' di fare la spesa, portare i bambini al parco, camminare e
andare al cinema la sera, entrare in un bar da sole la notte, avere una
distanza accettabile tra la casa, la sede di lavoro e i servizi essenziali,
ecc.).
L'agio femminile inoltre parla della qualita' dello spazio pubblico: dove vi
sono relazioni forti tra uomini e donne, relazioni di cura e di bellezza dei
luoghi grazie alla partecipazione, alla condivisione, ci sara' fiducia nella
possibilita' di convivenza e meno paura. Dove c'e' attenzione di tutti, e'
piu' difficile che avvengano violenze e abusi. Come si vede e' assai
riduttivo fare della paura e della vita in citta' un problema solo di ordine
pubblico.
*
C'e' poi un aspetto piu' peculiare: il corpo femminile ha intrattenuto una
storia particolare con gli spazi pubblici e con la scena politica, a seconda
dei contesti storici (5): e' un corpo che e' stato spesso ostaggio, tenuto
sotto controllo, minacciato dalla sessualita' maschile, per molto assente o
poco visibile; tuttavia non in maniera cosi' continuativa come spesso ci
viene tramandato. Ci sono stati periodi storici in cui le donne avevano
visibilita' e protagonismo, e per lo piu' l'andare e venire quotidiano delle
donne in citta' e' rimasto una costante nel tempo, come un suono di basso
continuo. La presenza delle donne negli spazi pubblici inoltre e' stata ed
e' strettamente connessa con l'elaborazione degli uomini e delle donne su
questo tema e sul significato dello spazio sociale. L'aggressione e la
violenza sulle donne rientrano nei comportamenti da sempre presi in
considerazione dagli statuti cittadini, dalle norme giuridiche, dai
patteggiamenti penali: a seconda del patrimonio di dibattito esistente anche
tra gli uomini e le donne, essi venivano accettati o, al contrario,
giudicati violenti e trasgressivi dell'ordine comune, e respinti come
pericolosi per lo spirito stesso della convivenza. La modalita' con cui il
corpo femminile sta nello spazio pubblico non e' affatto un a priori storico
ma e' un tema culturale (6). Sulla violenza sessuale si e' sedimentata una
storia complessa e i diversi approcci e le diverse tematizzazioni dipendono
anche dalla presenza o meno della presa di parola delle donne su questo.
Letizia Paolozzi, proprio a proposito dei commenti sui recenti casi di
violenza sessuale, ha osservato che c'e' stato un cambiamento nel contenuto
e nelle forme del discorso: una volta, ha scritto, si sarebbe detto: "se
l'e' cercata", oggi ci troviamo di fronte invece "a un paese dove la
televisione, i giornali pieni di interviste, i commenti, le prese di
posizione di politici, di amministratori, del ceto intellettuale si rendono
conto dell'obbrobrio. E solidarizzano, nonostante la stortura dei messaggi.
Anni fa questa solidarieta' non l'avremmo sentita. Non assisteremmo a un
simile cambiamento senza il femminismo degli anni '70" (7).
Cio' che ci viene nascosto dal clamore dei media e' invece il declino
attuale dello spazio pubblico, l'impoverimento della sfera pubblica: vengono
meno i luoghi simbolici nei quali identificarsi e che sono cruciali perche'
possa esistere o nascere un sentimento di appartenenza, o almeno di
integrazione con il luogo in cui si vive; abbiamo ora meno luoghi di
incontro, di dibattito, di scambio. La vita pubblica sembra esaurirsi nel
consumo, nei suoi riti e in un tempo libero povero di socialita'.
L'urbanizzazione svuota la vita del quartiere, crea indefinite periferie:
luoghi non di sosta ma di transito. Tra le case e i luoghi di lavoro e di
consumo si transita. La citta' e' assai di piu' di un insieme di case,
richiede una poliedricita' di spazi pubblici: luoghi e spazi in cui nutrirsi
di bellezza, verde, cultura, spiritualita', silenzio o mescolanza.
Certamente c'e' necessita' di un grande lavoro di rinegoziazione dei nostri
luoghi simbolici, del loro significato e di creazione di nuovi spazi, anche
con i nuovi cittadini, lavoro a cui non possiamo sottrarci. La soluzione,
anche per gli stranieri, non puo' essere un agglomerato di isole separate,
di ghetti o cittadelle, di luoghi segnati da appartenenze "etniche" rendendo
il resto o quello che dovrebbe essere spazio comune invece terra di nessuno.
*
Piu' sentiamo il disagio piu' cresce la tendenza a ritirarsi dai luoghi
esterni, dalla scena pubblica; cosi' si crea un vuoto e si alimenta la paura
che va a riconfermare paure gia' presenti. Meno intrecciamo relazioni, piu'
spegniamo la curiosita' verso gli altri e le altre, gli sconosciuti, piu'
accuseremo qualcuno e cercheremo un nemico e lo si creera' davvero, come sta
succedendo in parte. Cosi' renderemo le nostre citta' dei luoghi ostili,
anche a noi stessi.
L'altro rischio che forse e' gia' in parte una realta', e' che soprattutto
le donne applichino un'autolimitazione della propria liberta' di movimento,
per la percezione di paura. Vi ricordate lo slogan: "la notte ci piace,
vogliamo uscire in pace?". In un testo di riflessione sulla paura in citta'
ho scritto che in quegli anni, gli anni '70, sentivo il mio corpo
inviolabile, forte e splendente e che non avevo paura a girare da sola a
Padova. Era come se un corteo di donne fosse sempre al mio fianco (8). Lo
stare a mio agio nelle piazze e nelle strade era legato al mio sentirmi a
mio agio nello spazio pubblico, al mio vivermi come una protagonista in
citta', non da sola ma attraverso una relazione collettiva che investiva la
citta', e, in una rete significativa, ogni citta'.
Ho letto recentemente molte affermazioni simili da parte di altre donne.
Giordana Masotto ha scritto: "Anche negli anni '70 non mi sentivo
fisicamente insicura. Camminavo a notte fonda nelle vie di Milano, dopo
quelle riunioni di donne, lunghe lunghe, e tornavo a casa piena di pensieri
e di emozioni. Radiante. Non ci pensavo quasi mai, ma avevo la sensazione
che fossimo padrone delle strade, che niente ci avrebbe colpito. Prendendo
la parola con le altre donne, mi stavo riappropriando di uno spazio interno
e credo fosse questo che mi/ci faceva sentire inviolabili" (9).
Chiediamoci ora chi c'e' in piazza la sera, la notte nei nostri centri
urbani, nelle strade, nei parchi, nei giardini?
Spesso vi sono branchi di uomini soli, disancorati, sradicati, carichi di
umiliazione, in spazi vuoti di cittadini.
Dove siamo, dove rendiamo vivi i luoghi, animati come anni fa, e' facile o
piu' facile arginare la violenza. Il problema e' dunque la nostra vita
sociale, che e' divenuta ora piu' ristretta; lo scambio si e' fatto piu'
limitato. E non pare solo una questione generazionale e legata all'eta',
quella nostra, che ci fa preferire, forse piu' di un tempo, lo stare
maggiormente a casa.
*
L'altro nucleo di problemi sottaciuti dai media riguarda l'antico nesso
sessualita' maschile-potere-violenza. Tuttavia anche in questo caso il
panorama si e' increspato. "E allora piantiamola una buona volta di parlare
di 'violenza sulle donne' e cominciamo a dire 'violenza degli uomini'".
Cosi' si e' espresso Marco Deriu, sociologo dell'Universita' di Parma,
firmatario dell'appello "La violenza sulle donne ci riguarda" e membro
dell'associazione Maschileplurale (www.maschileplurale.it).
L'analisi di Deriu punta al cuore delle relazioni odierne: "oggi i legami
tra donne e uomini, compresi quelli famigliari, si fondano in misura molto
piu' rilevante sulla capacita' di comunicazione e comprensione reciproca, su
rapporti di intimita', sulla fiducia e sul rispetto, sulla disponibilita' al
dialogo e sull'adattamento reciproco, sull'intesa emozionale. In altre
parole il rapporto di coppia non e' dato una volta per tutte ma e' frutto di
un dialogo, di una contrattazione, di un'intesa e di una fiducia che va
costantemente riaffermata. A fianco di una violenza di tipo piu'
'tradizionale' che colpisce soprattutto donne in situazione di marginalita'
sociale, oggi registriamo anche una violenza che sembra nascere invece
dall'incapacita' da parte degli uomini di accettare e accogliere
un'autonomia e una liberta' gia' entrate nella vita di molte donne. In
questo scacco - e nel conseguente senso di 'impotenza' verso l'autonomia e
la liberta' femminile - emerge tutta la dipendenza, la fragilita' e
l'insicurezza nascosta degli uomini" (10).
Dunque tutto cio' ci segnala una liberta' conquistata dalle donne e che
bisogna saper riconoscere, uscendo da una prospettiva di solo vittimismo.
Mariuccia Ciotta in un articolo sul "Manifesto" ha scritto: "Il terremoto a
cui assistiamo, politico, economico, sociale, e' riconducibile tutto al
protagonismo dello sguardo femminile che non e' li' a chiedere piu' clemenza
agli uomini ma a mettere a soqquadro l'ordine maschile. La paura della
perdita di controllo sulle donne scivola nel panico da mancanza di identita'
culturale e nazionale e moltiplica la violenza sul corpo-simbolo, che sia
Eluana o la ragazza per strada e in famiglia o la pensione" (11).
Non e' una liberta' senza ambiguita' e contraddizioni ma e' davanti ai
nostri occhi: "Oggi le donne sono piu' libere - ha scritto Letizia
Paolozzi -. E alcuni uomini non lo accettano. Da qui la gamma di violenze
che vanno dal ceffone all'omicidio. Come tutti i cambiamenti ha i suoi lati
oscuri. Giacche' l'autonomia che le donne oggi possiedono significa non solo
lavorare, andare a ballare, viaggiare da sola ma anche sognare il mestiere
di velina, l'apparizione al Grande Fratello, il contratto da signorina
tette-al-vento" (12).
Questo protagonismo femminile crea dunque reazioni di diverso genere, non
ultima la rabbia.
Come si puo' disarmare la rabbia maschile? prima di tutto dal di dentro, da
parte degli stessi uomini attraverso la loro riflessione che sappia liberare
la loro sessualita' e il loro eros dall'appiattimento sul linguaggio del
dominio: c'e' bisogno di un percorso di alfabetizzazione dei sentimenti e
della sessualita' (13).
Ma la fragilita' degli uomini suggerisce anche di accogliere e fare preziosa
la parola fragilita' nelle nostre relazioni, nella nostra sfera pubblica
oltre che privata, di farne una cifra essenziale per fondare o rifondare la
nostra convivenza, per venirci incontro tra uomini e donne. Se la violenza
sessuale non e' un problema delle donne credo che bisognera' fare tutti e
tutte un passo avanti e ammettere che la violenza sessuale non e' neppure un
problema solo degli uomini ma e' un problema nostro e dei nostri rapporti.
*
Note
1. Riferimento indispensabile l'insegnamento, i libri e le esperienze di
Marianella Sclavi, cfr. www.marianellasclavi.it
2. Tamar Pitch, La societa' della prevenzione, Roma, Carocci, 2008; Tamar
Pitch, Carmine Ventimiglia, Che genere di sicurezza. Donne e uomini in
citta', Milano, Franco Angeli 2001.
3. Questa riflessione e molto altro nel nostro libro, Geografia di Genere,
Desiderio di citta'. Percorsi dell'abitare delle donne, Venezia 2009.
4. Si veda il mio La citta' e' la casa? pubblicato sul "Paese delle donne"
on line, 21 maggio 2009 (www.womenews.net).
5. Cfr. Corpi e storia. Donne e uomini dal mondo antico all'eta'
contemporanea, a cura di Nadia Maria Filippini, Tiziana Plebani, Anna
Scattigno, Roma, Viella, 2002; Giorgia Arrivo, Seduzioni, promesse,
matrimoni. Il processo per stupro nella Toscana del Settecento, Roma,
Edizioni di Storia e di Letteratura, 2006. Joanna Bourke: Stupro. Storia
della violenza sessuale, Roma-Bari, Laterza, 2009.
6. Sulla matrice culturale: Rape, edited by Sylvana Tomaselli and Roy
Porter, Oxford - New York, Blackwell, 1986.
7. Letizia Paolozzi, Ma lo stupro oggi e' orrore insostenibile, "L'Unita'",
2 febbraio 2009.
8. Tiziana Plebani, Paura, attenzione, circospezione: parole dell'abitare?,
in Geografia di Genere, Desiderio di citta', pp. 69-71.
9. Giordana Masotto, Violenza: un discorso da mettere sottosopra, nel sito
della Libreria delle donne di Milano, www.libreriadelledonne.it
10. Marco Deriu, La violenza maschile, "Via Dogana", n. 78, settembre 2006.
11. Mariuccia Ciotta, Tremate, tremate, "Il Manifesto", 8 marzo 2009.
12. Letizia Paolozzi, Ma lo stupro..., cit.
13. Rinvio al mio articolo, Lettera agli uomini lupo e ai re della foresta,
"Il Paese delle donne" on line, 2 marzo 2009.

9. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO
DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di
Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della
salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail:
info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 193 del 25 maggio 2009

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