Coi piedi per terra. 186



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 186 del 9 maggio 2009

In questo numero:
1. Opporsi al razzismo
2. Caterina Pasolini: L'Italia viola la Convenzione di Ginevra
3. Francesco Viviano: In quei lager stupri e torture
4. Gad Lerner: Verso l'apartheid
5. Federico Resta: Leggi razziste
6. Pietro Soldini: Arroganza incostituzionale
7. Peppe Sini: Come il ministro dei trasporti s'ingegni per finir presto sul
banco degli imputati
8. Infine
9. Una lettera all'assessore al lavoro della Regione Lazio
10. Associazione "Respirare": Lettera aperta al Ministro dei Trasporti
11. Antonio Cianciullo intervista Nicholas Stern
12. Novita' nel sito www.coipiediperterra.org
13. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

1. EDITORIALE. OPPORSI AL RAZZISMO

Un governo al servizio di un'organizzazione razzista sta cercando di imporre
provvedimenti di legge illegali e immorali, criminali, neonazisti.
E' diritto e dovere di tutti i cittadini, di tutta la societa' civile, di
tutte le istituzioni democratiche, opporsi al tentativo di eversione
dall'alto che vorrebbe rovesciare le liberta' repubblicane per imporre nel
nostro paese un regime razzista e assassino.
E' diritto e dovere di ogni persona di retto sentire difendere i diritti
umani di tutti gli esseri umani, difendere la legalita' costituzionale,
difendere la democrazia e la civilta', difendere la repubblica italiana
dall'aggressione razzista.
Il momento in cui occorre contrastare il razzismo e difendere il diritto e
l'umanita' e' ora.

2. UNA SOLA UMANITA'. CATERINA PASOLINI: L'ITALIA VIOLA LA CONVENZIONE DI
GINEVRA
[Dal quotidiano "La Repubblica" dell'8 maggio 2009 col titolo "La protesta
dell'Onu: un errore, ripensateci" e il sommario "Immigrati, Maroni esulta:
Un trionfo riportarli in Libia. Da Amnesty International a Medici senza
frontiere: in questo modo l'Italia non rispetta la Convenzione di Ginevra.
Le organizzazioni umanitarie: gesto cinico"]

Un gesto preoccupante, cinico e violento, contrario alle leggi
internazionali e al rispetto dei diritti umani. Protestano le organizzazioni
umanitarie per la sorte dei clandestini ripescati nel canale di Sicilia e
rispediti direttamente in Libia. Dalla Caritas all'Arci, da Medici senza
frontiere a Save the Children accusano il governo. Mentre l'Onu chiede di
"riconsiderare la preoccupante decisione". Tre i punti fondamentali. Non e'
stata data ai migranti la possibilita', prevista dalle Convenzione di
Ginevra, di chiedere asilo. Vengono mandati in un paese che non ha
ratificato le convenzioni internazionali sui diritti umani. Senza
dimenticare "che e' fondamentale che il principio internazionale di non
respingimento continui ad essere integralmente rispettato", dice l'Alto
commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Antonio Guterres.
Preoccupato perche' questo "incidente mostra un radicale mutamento delle
politiche migratorie del governo italiano", ancor piu' allarmante "per la
mancanza di trasparenza con cui si e' svolto".
Loro, che si occupano dei piu' deboli, che conoscono le rotte dei disperati,
che hanno visitato i campi libici di "accoglienza" piu' volte bocciati dalle
organizzazioni internazionali, temono per il futuro di quei clandestini.
"Non sappiamo chi se ne fara' carico. Se verranno rimandati nei paesi dai
quali sono fuggiti finiranno in carcere, sparendo nel nulla come e' gia'
accaduto. Oppure resteranno per anni senza tutela in quei campi dove il
rispetto dei diritti umani e' bassissimo. Non possiamo lavarcene le mani,
siamo responsabili del loro destino", dice Oliviero Forti, responsabile
ufficio immigrazione della Caritas. "Ricacciare quei disperati e' assurdo e
incivile. Una prova di forza inaccettabile, un atto elettorale visto che non
sembra esserci un piano, un progetto", sbotta Valerio Neri di Save the
children che ricorda come ai clandestini non sia stata concessa la
possibilita' di chiedere asilo prevista dalla Convenzione di Ginevra. E
molti lo avrebbero ottenuto visto che su cento richieste cinquanta ottengono
lo status di rifugiato. Non solo. vengano mandati in un paese che non ha
ratificato la convenzione sui diritti umani, che non e' attrezzato a dare
asilo. Un comportamento, ricorda, gia' sanzionato dalla Corte europea che
nel 2005 aveva condannato l'Italia per aver fatto respingimenti collettivi
alla volta delle citta' libiche.
Punta il dito anche Filippo Miraglia dell'Arci. "La Libia e' stata piu'
volte denunciata per il mancato rispetto dei diritti umani, tratta gli
irregolari in maniera indegna detenendoli in veri e propri lager, oppure
abbandonandoli nel deserto o ancora rispedendoli nelle terre d'origine anche
nel caso in cui ci siano guerre e persecuzioni". Un avvenimento terribile,
lo giudica Loris de Filippi, presidente di Medici senza frontiere: "Questo
rimpatrio forzato e cinico e' contrario alle leggi internazionali e mettera'
l'Italia al bando delle nazioni civilizzate".

3. UNA SOLA UMANITA'. FRANCESCO VIVIANO: IN QUEI LAGER STUPRI E TORTURE
[Dal quotidiano "La Repubblica" dell'8 maggio 2009 col titolo "Li avete
mandati al massacro: in quei lager stupri e torture. Tra le reduci del
Pinar: meglio morire che tornare li'" e il sommario "Le lacrime di Hope e
Florence per i disperati riportati in Libia: i nostri mesi all'inferno. Voi
italiani siete buoni, come avete potuto fare una cosa del genere? E'
disumano"]

Lampedusa - "Li hanno mandati al massacro. Li uccideranno, uccideranno anche
i loro bambini. Gli italiani non devono permettere tutto questo. In Libia ci
hanno torturate, picchiate, stuprate, trattate come schiave per mesi. Meglio
finire in fondo al mare. Morire nel deserto. Ma in Libia no". Hanno le
lacrime agli occhi le donne nigeriane, etiopi, somale, le "fortunate" che
sono arrivate a Lampedusa nelle settimane scorse e quelle reduci dal
mercantile turco Pinar. Hanno saputo che oltre 200 disgraziati come loro
sono stati raccolti in mare dalle motovedette italiane e rispediti
"nell'inferno libico", dove sono sbarcati ieri mattina. Tra di loro anche 41
donne. Alcuni hanno gravi ustioni, altri sintomi di disidratazione. Ma la
malattia piu' grave e' quella di essere stati riportati in Libia. Da dove
"erano fuggiti dopo essere state violentati e torturati. Non solo le donne,
ma anche gli uomini".
I visi di chi invece si e' salvato ed e' a Lampedusa raccontano una tragedia
universale. La raccontano le ferite che hanno sul corpo, le tracce di
sigarette spente sulle braccia o sulla faccia dai trafficanti di essere
umani. Storie terribili che non dimenticheranno mai. Come quella che
racconta Florence, nigeriana, arrivata a Lampedusa qualche mese fa con una
bambina di pochissimi giorni. L'ha battezzata nella chiesa di Lampedusa e
l'ha chiamata "Sharon", ma quel giorno i suoi occhi, nerissimi, e splendenti
come due cocci di ossidiana, erano tristi. Quella bambina non aveva un padre
e non l'avra' mai.
"Mi hanno violentata ripetutamente in tre o quattro, anche se ero sfinita e
gridavo pieta' loro continuavano e sono rimasta incinta. Non so chi sia il
padre di Sharon, voglio soltanto dimenticare e chiedo a Dio di farla vivere
in pace". Accanto a Florence, c'e' una ragazza somala. Anche lei ha subito
le pene dell'inferno. "Quando ho lasciato il mio villaggio ho impiegato
quattro mesi per arrivare al confine libico, e li' ci hanno vendute ai
trafficanti e ai poliziotti libici. Ci hanno messo dentro dei container, la
sera venivano a prenderci, una ad una, e ci violentavano. Non potevamo fare
nulla, soltanto pregare perche' quell'incubo finisse". Raccontano il loro
peregrinare nel deserto in balia di poliziotti e trafficanti. "Ci chiedevano
sempre denaro, ma non avevamo piu' nulla. Ma loro continuavano, ci tenevano
legate per giorni e giorni, sperando di ottenere altro denaro".
Il racconto s'interrompe spesso, le donne piangono ricordando quei giorni,
quei mesi, dentro i capannoni nel deserto. Vicino alle spiagge nella
speranza che un giorno o l'altro potessero partire. E ricordano un loro
cugino, un ragazzo di 17 anni, che e' impazzito per le sevizie che ha subito
e per i colpi di bastone che i poliziotti libici gli avevano sferrato sulla
testa. "E' ancora li', in Libia, e' diventato pazzo. Lo trattano come uno
schiavo, gli fanno fare i lavori piu' umilianti. Gira per le strade come un
fantasma. La sua colpa era quella di essere nero, di chiamarsi Abramo e di
essere 'israelita'. Lo hanno picchiato a sangue sulla testa, lo hanno anche
stuprato. Quel ragazzo non ha piu' vita, gli hanno tolto anche l'anima.
Preghiamo per lui. Non perche' viva, ma perche' muoia presto, perche',
finalmente, possa trovare la pace".
Le settimane, i mesi, trascorsi nelle prigioni libiche allestite vicino alla
costa di Zuwara, non le dimenticheranno mai. "Molte di noi rimanevano
incinte, ma anche in quelle condizioni ci violentavano, non ci davano pace.
Molti hanno tentato di suicidarsi, aspettavano la notte per non farsi
vedere, poi prendevano una corda, un lenzuolo, qualunque cosa per potersi
impiccare. Non so se era meglio essere vivi o morti. Adesso che siamo in
Italia siamo piu' tranquille, ma non posso non stare male pensando che molte
altre donne e uomini nelle nostre stesse condizioni siano state salvate in
mare e poi rispedite in quell'inferno, non e' giusto, non e' umano, non si
puo' dormire pensando ad una cosa del genere. Perche' lo avete fatto?".
"Noi eravamo sole, ma c'erano anche coppie. Spesso gli uomini morivano per
le sevizie e le torture che subivano. Le loro mogli imploravano di essere
uccise con loro. La rabbia, il dolore, l'impotenza, cambiavano i loro volti,
i loro occhi, diventavano esseri senza anima e senza corpo. Aiutateci,
aiutateli. Voi italiani non siete cattivi. Non possiamo rischiare di morire
nel deserto, in mare, per poi essere rispediti come carne da macello a
subire quello che cerchiamo inutilmente di dimenticare". Hope, 22 anni,
nigeriana, e' una delle sopravvissute ad una terribile traversata. Con lei
in barca c'era anche un'amica con il compagno. Viaggiavano insieme ai loro
due figlioletti. Morirono per gli stenti della fame e della sete, i corpi
buttati in mare. "Come possiamo dimenticare queste cose? Anche loro erano in
Libia, anche loro avevano subito torture e sevizie, non ci davano acqua, non
ci davano da mangiare, ci trattavano come animali. Ci avevano rubati tutti i
soldi. Per mesi e mesi ci hanno fatto lavorare nelle loro case, nelle loro
aziende, come schiavi, per dieci, venti dollari al mese. Ma non dovevamo
camminare per strada perche' ci trattavano come degli appestati. Schiavi,
prigionieri in quei terribili capannoni dove finiranno quelli che l'Italia
ha rispedito indietro. Nessuno sapra' mai che fine faranno, se riusciranno a
sopravvivere oppure no, e quelli che sopravviveranno saranno rispediti
indietro, in Somalia, in Nigeria, in Sudan, in Etiopia. Se dovesse accadere
questo prego Dio che li faccia morire subito".

4. UNA SOLA UMANITA'. GAD LERNER: VERSO L'APARTHEID
[Dal quotidiano "La Repubblica" dell'8 maggio 2009 col titolo "Da Lampedusa
all'apartheid"]

Chi saranno i milanesi doc aventi diritto a posti riservati sui mezzi
pubblici, nella greve fantasia del leghista Matteo Salvini? Bisognera'
esserci nati, a Milan (come usano chiamarla sul giornale di partito), o
bastera' la residenza?
E i brianzoli, i monzesi, perfino i sestesi che detengono il capolinea del
Metro' fuori dai confini comunali, vorremo mica escluderli, in fondo sono
pure loro dei poveri padani, vero? Bastera' la residenza per accedere al
diritto di tutela, e pazienza se ne approfittera' qualcuno nato troppo
lontano dalla Madonnina, oppure il controllore Atm verra' incaricato di
esaminarci il dna?
La provocazione calcolata di un capolista della Lega Nord alle prossime
elezioni europee, gia' resosi noto per i volantinaggi di fronte alle chiese
contro l¥arcivescovo Tettamanzi - a propagandare un Vangelo per soli
lumbard - e per avere paragonato i rom a topi, come tali da derattizzare, e'
un'avvertenza precisa. Il partito di Bossi investe il suo futuro politico su
una riforma complessiva del diritto in senso discriminatorio. Agli immigrati
non si vogliono negare solo i diritti politici legati alla cittadinanza, ma
anche i diritti civili fondamentali, in una sorta di riedizione
dell'apartheid.
Introducendo nel lavoro il criterio della "preferenza nazionale" in luogo
della parita' di trattamento a parita' di contributi e versamenti. Con il
"tetto" di presenze straniere nelle scuole. E cio' per i regolari dotati di
permesso di soggiorno. Gli irregolari (che in Italia sono piu' numerosi che
altrove a causa dell'economia sommersa e degli ostacoli posti alla loro
emersione) vengono invece condannati a vivere nella paura.
Salvini ha voluto scandalizzare gli stessi alleati del Pdl che martedi'
prossimo verranno chiamati a votare la fiducia sul decreto sicurezza, con
cui s'introduce nel nostro ordinamento il reato di immigrazione clandestina.
In seguito al quale tutti i pubblici ufficiali - presidi e medici compresi -
saranno tenuti a procedere d'ufficio nella segnalazione di chi non e' in
regola. Non solo la Lega vuole trascinare un Pdl renitente a sottoscrivere
questa promessa elettorale, ma vuole connotare quel voto drammatizzandolo
all'insegna del razzismo.
L'anticipazione di un comportamento che nega l'umanita' stessa dei migranti,
e quindi i doveri fondamentali di soccorso e di cura nei loro confronti, lo
ha rivendicato sempre ieri il ministro Maroni: riconsegnare alle autorita'
libiche tutti i disperati del Canale di Sicilia - senza curarsi di quel che
succedera' loro - stravolge e mortifica l'etica stessa del soccorso
marittimo e le Convenzioni che regolano i diritti dell'uomo. Gia' da qualche
settimana a Lampedusa s'era notato che le motovedette non partivano piu' in
soccorso dei natanti in difficolta', facilmente individuabili sui radar: ora
abbiamo capito che si trattava di un'indicazione venuta dall'alto.
Disonorevole per il nostro paese, e inutile perche' il flusso dall'Africa
trovera' presto vie nuove per raggiungere le coste europee. Chi fugge dalla
fame e dalle persecuzioni, disposto ad affrontare traversate rischiosissime,
non si lascera' certo spaventare da un ministro col fazzoletto verde. Mentre
dal 15 maggio, quando entrera' in vigore l'accordo italo-libico, sara' un
dovere di civilta' vigilare sulla sorte delle persone trattenute nel deserto
e negli altri campi di prigionia dagli agenti di Gheddafi.
Dai tram milanesi alle spiagge di Lampedusa, la Lega vuole confermarci nelle
nostre piu' pessimistiche previsioni. Evocando, come gia' fece "Famiglia
Cristiana", il piano inclinato che ci riporta verso le leggi razziali, Dario
Franceschini non avra' forse conseguito maggiore popolarita'. Ma gli sia
reso il merito di non avere fatto calcoli di marketing.

5. UNA SOLA UMANITA'. FEDERICO RESTA: LEGGI RAZZISTE
[Dal quotidiano "L'Unita'" dell'8 maggio 2009 col titolo "Le norme contenute
nel ddl sulla sicurezza non puniscono i comportamenti ma lo straniero
perche' immigrato" e il sommario "Sono leggi razziali che discriminano i
cittadini sulla base dell'identita' etnica. Minori e aggravante di
clandestinita' i punti piu' pericolosi"]

La definizione di Dario Franceschini ("leggi razziali") a proposito di
alcune norme, gia' approvate o contemplate dal disegno di legge sulla
sicurezza, ha suscitato scandalo. Alle reazioni furibonde del centrodestra
("vaneggiamenti") si e' accompagnato un qualche imbarazzo nel
centrosinistra: forse si esagera un po', signora mia. E invece, se
l'evocazione storica puo' risultare problematica, le implicazioni giuridiche
e sociali di quelle norme non lo sono affatto.
Si', siamo in presenza di ´"leggi razziali". Nel senso che si tratta di
norme che discriminano tra i cittadini in base alla loro identita' etnica.
Basti pensare alla cosiddetta "aggravante di clandestinita'". Essa si
applica a qualunque reato, per il solo fatto di venire commesso da un
migrante irregolare, anche in assenza di alcuna relazione con la condotta a
lui contestata e con il bene giuridico protetto leso da quel reato. Non meno
discriminatoria la norma che qualifica come fattispecie penale quello che
oggi e' un mero illecito amministrativo, ovvero il soggiorno e l'ingresso
irregolari nel territorio dello Stato. Si tratta di una norma in primo luogo
inefficace (perche' non fa che gravare i tribunali di processi destinati a
concludersi con la prescrizione o con l'espulsione): e, soprattutto, dotata
di una fortissima valenza culturale e simbolica. Cio' che viene punito,
infatti, non e' un comportamento, ma la circostanza tutta soggettiva di
essere straniero e non in regola: responsabile soltanto, magari, di non aver
rinnovato il permesso di soggiorno in tempo utile.
Si consideri poi che la norma si applica anche ai minori ultraquattordicenni
imputabili, che peraltro - non potendo essere espulsi - saranno tra i pochi
a subire un processo. Come si vede queste due norme hanno un tratto comune.
In spregio al principio garantista e liberale che concepisce il diritto
penale come diritto del fatto e non dell'autore, si incrimina non un (o si
aggrava la pena non per un) comportamento ma si sanziona uno status
amministrativo, quale appunto la condizione di regolarita'. Se non sono
"leggi razziali", queste, cos'altro sono? Ne' piu' ne' meno che altrettanti
meccanismi di produzione di intolleranza per via istituzionale.
A proposito: ma perche' tutti, proprio tutti (dal Tg1 ad AnnoZero)
utilizzano il termine "clandestino" per definire chi, almeno finora, e'
semplicemente non regolare? A furia di stigmatizzare il ´"politicamente
corretto", e' fatale che si caschi nella trivialita' dei concetti, oltre che
delle parole.

6. UNA SOLA UMANITA'. PIETRO SOLDINI: ARROGANZA INCOSTITUZIONALE
[Dal quotidiano "L'Unita'" dell'8 maggio 2009 col titolo "Chi soffia sul
razzismo con la scusa della sicurezza"]

Il Presidente della Camera Fini ha manifestato il suo dissenso rispetto al
pacchetto sicurezza ponendo l'accento sulle norme che riguardano i
medici-spia e i presidi-spia e mettendo in guardia il governo da probabili
profili d'incostituzionalita'. Il governo e la maggioranza, Lega compresa,
sembrano aver accolto queste obiezioni e si appresterebbero a modificare
queste specifiche norme: se cosi' fosse ci si dovrebbe tuttavia spiegare
perche' le stesse obiezioni non riguardano i funzionari dello "stato civile
spia" che sono ancora contenuti nel Ddl sicurezza e che impediranno il
matrimonio (diritto umano sancito dalla carta dell'Onu, art. 16), la
registrazione delle nascite e delle morti e il riconoscimento dei figli
naturali.
E' evidente che anche per questa fattispecie valgono i motivi
d'incostituzionalita' di cui sopra. Il paradosso e' che per sanare la piaga
della clandestinita' si fa di tutto tranne l'unica cosa realmente efficace:
denunciare dove gli immigrati irregolari lavorano in nero e offrire loro
un'opportunita' di regolarizzazione. In questo modo la stragrande
maggioranza degli immigrati irregolari diventerebbero legali e la
clandestinita' criminale sarebbe isolata e piu' facilmente perseguibile.
La verita' e' che, con il pretesto della sicurezza, si vogliono colpire gli
immigrati per dare sfogo propagandistico ed elettorale a una ondata di
razzismo pericolosamente dilagante. In questo impianto legislativo
s'incontrano come ulteriore materiale esplosivo le norme sulle ronde e sulla
detenzione prolungata nei Cie che sembrava fossero cancellate e invece sono
state di nuovo inserite. L'ispirazione razziale e' confermata anche da altre
norme che nulla hanno a che vedere con l'immigrazione illegale e la
sicurezza. Mi riferisco alla tassa di 200 euro per rinnovare il permesso di
soggiorno o chi fa richiesta della cittadinanza, o la restrizione dei
ricongiungimenti familiari, l'istituzione del permesso a punti,
l'innalzamento della idoneita' alloggiativa, tutte restrizioni e vessazioni
persecutorie che riguardano lavoratori e cittadini immigrati regolari che
pagano le tasse e rispettano le leggi di questo Stato.
Questo Ddl, se approvato, rappresenta un vulnus gravissimo della nostra
civilta' giuridica e dei valori di uguaglianza sanciti dalla nostra
Costituzione.
Che il governo abbia posto la fiducia su questo provvedimento e' un atto di
arroganza nei confronti del Parlamento e di tutti quei deputati, compresi
molti della maggioranza, che avevano rivendicato giustamente un voto di
responsabilita' e coscienza.
Se questa legge sara' approvata senza significativi cambiamenti dovremo
valutare tutte le possibili impugnazioni davanti alla Corte Costituzionale e
quella di Giustizia Europea non escludendo il ricorso al referendum
abrogativo.

7. EDITORIALE. PEPPE SINI: COME IL MINISTRO DEI TRASPORTI S'INGEGNI PER
FINIR PRESTO SUL BANCO DEGLI IMPUTATI

La notizia diffusa oggi dalla stampa che il Ministro dei Trasporti si
accingerebbe a proporre al Cipe di finanziare un illegale mega-aeroporto a
Viterbo sarebbe solo comica se non fosse anche tragica.
E' tragico che un ministro proponga di sperperare un fiume di denaro
pubblico per un'opera di cui non esiste neppure un vero e proprio progetto
in un luogo in cui per legge quell'opera non puo' essere realizzata ne' oggi
ne' mai.
Infatti il luogo e' nel cuore dell'area termale del Bulicame, in cui si
trovano preziosi beni archeologici, naturalistici, terapeutici ed agricoli;
ed a ridosso di popolosi quartieri della citta' la cui popolazione dal
mega-aeroporto verrebbe gravemente avvelenata.
Se il ministro andra' avanti in questo criminale delirio, in questo
delirante crimine, lui ed i suoi complici dovranno presto risponderne
dinanzi alle competenti magistrature.

8. RIFLESSIONE. INFINE

Infine la vicenda dell'insensato ed illegale mega-aeroporto di Viterbo, e
del disastro ambientale e sanitario che provocherebbe la sua realizzazione,
e' comparsa anche sul "Corriere della sera", nell'autorevole pagina dei
commenti, per merito di Dacia Maraini, la prestigiosa scrittrice che - come
tante altre personalita' della cultura, della scienza, dell'impegno sociale
e civile (dallo scienziato statunitense Paul Connett all'illustre magistrato
Ferdinando Imposimato, dal cantautore Francesco Guccini al segretario
nazionale della Cgil Guglielmo Epifani, dalla vicepresidente del Parlamento
europeo Luisa Morgantini a padre Alex Zanotelli) - ha espresso una ferma
opposizione allo scempio della preziosa area archeologica e termale del
Bulicame, al colossale sperpero di soldi pubblici per realizzare un'opera
nociva e distruttiva, alla violazione delle leggi che difendono il
territorio, i beni culturali e ambientali, i diritti dei cittadini.
E' difficile a questo punto negare che quello del mega-aeroporto a Viterbo
e' uno scandalo di dimensioni nazionali, come fin dal 2007 dieci
parlamentari europei denunciarono con una lettera al Ministro dei Trasporti
in cui evidenziavano che l'opera era del tutto priva di Valutazione
d'impatto ambientale (e ne e' priva tuttora, due anni dopo).
Poiche' basta effettuare il piu' elementare riscontro con le reali
caratteristiche del sito e con i vincoli di salvaguardia stabiliti dalla
legge per concludere che quell'opera aeroportuale e' del tutto
irrealizzabile sia de jure che de facto.
Centinaia di scienziati, di cattedratici universitari, di personalita' della
cultura e dell'impegno civile, di autorita' morali, e innumerevoli cittadini
dell'Alto Lazio hanno espresso una ferma e argomentata opposizione a
quell'opera sciagurata.
Quando finalmente Governo, Regione, Provincia e Comune prenderanno atto
della realta' e desisteranno dal favoreggiare un'operazione speculativa e
distruttiva palesemente illecita, flagrantemente delittuosa?

9. DOCUMENTI. UNA LETTERA ALL'ASSESSORE AL LAVORO DELLA REGIONE LAZIO

All'Assessore al Lavoro della Regione Lazio
e per opportuna conoscenza: al Presidente della Commissione Lavoro della
Regione Lazio, al Presidente della Giunta Regionale del Lazio
Oggetto: Opposizione alla realizzazione di un mega-aeroporto a Viterbo,
opera nociva, distruttiva, antieconomica e fuorilegge
*
Egregio assessore,
viene spacciata da tempo a Viterbo la menzogna che la realizzazione di un
nocivo e distruttivo mega-aeroporto nel cuore dell'area termale del Bulicame
e a ridosso di popolosi quartieri della citta' portera' enormi benefici
lavorativi. E' vero l'esatto contrario: non solo non portera' benefici, ma
costituira' un gravissimo danno non solo per l'ambiente e la salute dei
cittadini, ma anche per l'economia e per l'occupazione.
Quello delle grandi opere che portano "lavoro e sviluppo" e' del resto un
vecchio disco rotto che qui nell'Alto Lazio abbiamo gia' sentito quando
pretendevano di imporci una centrale nucleare a Montalto di Castro.
Il mega-aeroporto avrebbe come effetto reale quello di provocare a Viterbo e
nel viterbese un disastro economico, oltre che ambientale, culturale,
sanitario e sociale:
a) per la distruzione del termalismo, che e' invece una vera grande
opportunita' di sviluppo anche economico;
b) per la devastazione dei beni archeologici - oltre che naturalistici e
storico-culturali -in quell'area presenti;
c) per il danno all'agricoltura di qualita' e biologica che nell'area
circostante quella termale del Bulicame oggi e' fiorente;
d) per il deprezzamento di edifici e attivita' dei quartieri investiti piu'
duramente anche dall'inquinamento acustico oltre che atmosferico;
e) per le emissioni inquinanti che si cumulano a quelle del polo energetico
Civitavecchia-Montalto;
f) per l'enorme danno alla salute, come emerge da vari documenti redatti e
diffusi dai medici dell'Associazione "Medici per l'ambiente", sezione
italiana della prestigiosa "International Society of Doctors for the
Environment";
g) per il collasso che provocherebbe delle infrastruture viarie locali gia'
fragili e inadeguate;
h) per il colossale sperpero di risorse pubbliche per un'opera devastante,
patogena e illegale.
*
Viterbo e l'Alto Lazio hanno bisogno di ben altro che di un mega-aeroporto
al servizio del turismo "mordi e fuggi" per Roma; Viterbo e l'Alto Lazio
hanno bisogno di difesa e valorizzazione dei beni ambientali e culturali; di
potenziamento delle ferrovie; di sostegno all'economia ecosostenibile.
*
Ci consentira' di riproporre qui sinteticamente alcune essenziali
considerazioni che abbiamo gia' - fin qui purtroppo invano - indirizzato a
vari suoi colleghi di Giunta, pregandola di esserne lei portavoce presso la
Giunta Regionale del Lazio affinche' essa receda dalla complicita' con una
follia e con un crimine come la scellerata realizzazione del mega-aeroporto
a Viterbo:
1. il mega-aeroporto ricadrebbe nell'area termale del Bulicame, un bene di
estrema rilevanza naturalistica, storica, culturale, terapeutica, sociale ed
economica; un bene peculiare ed irrinunciabile che la realizzazione
dell'opera mega-aeroportuale devasterebbe irreversibilmente;
2. il mega-aeroporto ricadrebbe su un'area di rilevantissime emergenze
archeologiche e relativi vincoli di salvaguardia;
3. il mega-aeroporto avrebbe effetti assai gravi sulla salute, la sicurezza
e la qualita' della vita della popolazione viterbese;
4. il mega-aeroporto devasterebbe un'area pregiata anche dal punto di vista
delle colture agricole;
5. il mega-aeroporto avrebbe un impatto assai negativo sull'Orto botanico
sito nelle immediate vicinanze e sull'attivita' di ricerca scientifica
dell'Universita' della Tuscia;
6. inoltre la rete infrastrutturale viterbese - gia' inadeguata -
collasserebbe immediatamente se venisse realizzato il mega-aeroporto;
7. un mega-aeroporto illecito e irrealizzabile, nocivo e distruttivo,
costituirebbe inoltre un colossale sperpero di pubblico denaro configurabile
non solo come illecito amministrativo ma anche come reato penale in capo a
quanti se ne rendessero corresponsabili;
8. il mega-aeroporto confligge con il Piano territoriale paesaggistico
regionale e relativi vincoli di salvaguardia;
9. il mega-aeroporto confligge con il Piano regolatore generale del Comune
di Viterbo e relativi vincoli di salvaguardia;
10. la decisione ministeriale che avviava le procedure per la realizzazione
del mega-aeroporto  e' viziata ab ovo da colossali errori di fatto oltre che
procedimentali tali da invalidarla in toto;
11. ai sensi della vigente legislazione italiana ed europea il
mega-aeroporto e' del tutto privo dei requisiti richiesti (non vi e' ne' un
vero e proprio progetto, ne' Valutazione d'impatto ambientale - Via -, ne'
Valutazione ambientale strategica - Vas -).
*
Segnaliamo anche a lei che oltre a numerosissimi cittadini di Viterbo e
dell'Alto Lazio, hanno espresso una esplicita opposizione all'opera anche
illustri scienziati e cattedratici di fama internazionale, autorevoli
rappresentanti delle istituzioni - a cominciare dalla vicepresidente del
Parlamento Europeo Luisa Morgantini e da vari altri parlamentari europei -,
numerose figure prestigiose delle istituzioni, della cultura e della
societa' civile come Ferdinando Imposimato, Guglielmo Epifani, Francesco
Guccini, Dacia Maraini, padre Alex Zanotelli e molti altri.
*
Restiamo a disposizione per ogni ulteriore informazione ed opportuno
chiarimento (e la rinviamo fin d'ora alla vasta documentazione disponibile
nel sito www.coipiediperterra.org).
Restando altresi' in attesa di un cortese riscontro, distinti saluti,
Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione del
mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo,
in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di
tutti
Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo
Viterbo, 4 maggio 2009

10. DOCUMENTI. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": LETTERA APERTA AL MINISTRO DEI
TRASPORTI

Signor Ministro dei Trasporti,
se e' vero quanto riferiscono fonti di stampa, lei avrebbe espresso
l'intenzione di proporre al Comitato Interministeriale per la Programmazione
Economica (Cipe) di finanziare la realizzazione di un mega-aeroporto nocivo
e distruttivo, insensato ed illegale, nell'area termale del Bulicame a
Viterbo.
*
Lei sa che l'area termale del Bulicame e' un bene naturalistico,
storico-culturale, terapeutico e sociale, economico e simbolico, di
incalcolabile valore?
Lei sa che in quell'area si trovano preziosi beni archeologici?
Lei sa che in quell'area vi sono fiorenti attivita' agricole?
Lei sa che in quell'area si trova l'Orto botanico dell'Universita' della
Tuscia?
Lei sa che la salvaguardia di quell'area e' indispensabile per realizzare il
parco termale e lo sviluppo del termalismo che rappresenta una fondamentale
risorsa per Viterbo?
Lei sa che il mega-aeroporto devasterebbe irreversibilmente tutto questo?
*
Lei sa che in quell'area e nei pressi di quell'area vi sono rilevanti
attivita' economiche?
Lei sa che nei pressi di quell'area vi sono popolosi quartieri della citta'?
Lei sa che il mega-aeroporto nuocerebbe gravemente alla salute, alla
sicurezza e alla qualita' della vita dei cittadini e danneggerebbe
gravemente il valore delle loro proprieta' e le loro attivita' economiche?
*
Lei sa che un documento predisposto dal suo stesso Ministero elenca 31
fattori ostativi alla realizzazione del mega-aeroporto, alcuni dei quali
definitivamente insormontabili?
Lei sa che non esiste neppure un vero e proprio progetto del mega-aeroporto?
Lei sa che non e' mai stata effettuata la Valutazione d'impatto ambientale?
Lei sa che non e' mai stata effettuata la Valutazione ambientale strategica
obbligatoria per legge?
Lei sa che la procedura che ha portato all'insensata indicazione di Viterbo
come possibile sede di un mega-aeroporto e' viziata fin dall'inizio da
gravissimi errori di fatto e da macroscopici vizi procedurali?
Lei sa che i vigenti strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica
e le relative norme di salvaguardia proibiscono la realizzazione del
mega-aeroporto in quell'area?
Lei sa che il mega-aeroporto in quell'area e' un'opera, sic stantibus rebus,
del tutto fuorilegge?
*
Lei sa che sperperare il pubblico denaro per un'opera irrealizzabile ed
illegale e' un reato?
Ci rifletta, per gentilezza.
Distinti saluti,
L'associazione "Respirare"
Viterbo, 8 maggio 2009

11. MONDO. ANTONIO CIANCIULLO INTERVISTA NICHOLAS STERN
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 10 aprile 2009 col titolo "Cosi' si puo'
evitare il disastro climatico. Intervista a Nicholas Stern"]

"Al G20 sono state fatte scelte forti in campo finanziario e il piano Obama
di investimenti pubblici in campo ambientale e' molto promettente. La strada
da imboccare e' quella, ma bisogna agire in fretta, il tempo e' scaduto".
Lord Nicholas Stern, l'ex chief economist della Banca Mondiale, nel 2006
aveva spaventato i mercati pubblicando un rapporto di 700 pagine in cui si
spiega che, se non si fara' nulla per arginare l'emissione di gas serra, i
danni climatici potranno arrivare a un quinto del Pil globale, l'equivalente
della somma delle due guerre mondiali. Ora con Un piano per salvare il
pianeta passa alla parte propositiva.
*
- Antonio Cianciullo: Lei sostiene che non c'e' piu' tempo da perdere.
Eppure la crisi economica rischia di rallentare la marcia della
riconversione energetica verso l'efficienza e le fonti rinnovabili: anche in
Italia c'e' chi dice che bisogna rimandare gli impegni a difesa del clima.
- Nicholas Stern: La crisi attuale ha avuto un'incubazione durata 15-20 anni
senza che le istituzioni fossero capaci di reagire in maniera efficace. Con
il cambiamento climatico non possiamo ripetere lo stesso errore perche' se
rimandassimo una risposta adeguata, se perdessimo altri 15 o 20 anni, ci
troveremmo in una situazione drammaticamente compromessa.
*
- Antonio Cianciullo: Cosa rischiamo?
- Nicholas Stern: Un aumento di 5 gradi centigradi, forse anche piu'. E per
capire cosa significa basta pensare che con 5 gradi in meno, durante
l'ultima era glaciale, buona parte dell'Europa del Nord e del Nord America
era sotto una coltre di ghiaccio alta centinaia di metri. Mentre con 5 gradi
in piu', nell'Eocene, 30-50 milioni di anni fa, al Polo Nord c'erano gli
alligatori.
*
- Antonio Cianciullo: A che condizioni questa minaccia e' ancora evitabile?
- Nicholas Stern: A condizione di adottare un sistema energetico a bassa
componente di idrocarburi: bisogna cambiare radicalmente il modo di
produrre, di abitare, di muoversi.
*
- Antonio Cianciullo: Quanto costera' questo cambiamento?
- Nicholas Stern: Negli ultimi due, tre anni la situazione e' peggiorata e
ho dovuto alzare la stima che avevo inserito nel rapporto che porta il mio
nome. Allora avevo parlato dell'1% del Pil, ma il disastro climatico avanza
a velocita' superiore alle attese e costringe a risposte piu' nette. Oggi
l'ordine di grandezza delle cifre da impegnare si avvicina al 2% del Pil,
circa mille miliardi di dollari.
*
- Antonio Cianciullo: Un investimento significativo. In cambio che si
otterrebbe?
- Nicholas Stern: La situazione attuale e' quella di chi si gioca la vita a
testa o croce: in assenza di azioni correttive le probabilita' di arrivare a
un aumento di 5 gradi sono pari al 50%. Adottando il piano per salvare il
pianeta le possibilita' di un disastro climatico si riducono al 3%. Dunque
direi che e' un buon investimento.
*
- Antonio Cianciullo: Ci sara' un consenso sufficiente?
- Nicholas Stern: Il consenso comincia ad essere piuttosto largo e i
politici che non lo colgono, di destra o di sinistra, rischiano. Secondo un
sondaggio condotto dalla Bbc in 21 paesi, 9 persone su 10 ritengono che
l'intervento sul clima sia necessario. I paesi europei in cui c'e' un largo
pronunciamento a favore delle misure piu' drastiche sono Spagna, Italia e
Francia.
*
- Antonio Cianciullo: Cosa cambierebbe della nostra vita quotidiana la
riconversione energetica di cui lei parla?
- Nicholas Stern: In un mondo a basse emissioni di carbonio la vita diventa
piu' piacevole, piu' conveniente e con vantaggi anche sul piano sanitario.
Faccio qualche esempio. Passando da una Toyota Camry a una Toyota Prius si
risparmia una tonnellata di anidride carbonica l'anno. Passando da una dieta
al 50% di carne a una dieta vegetariana si risparmiano 3,6 tonnellate l'anno
pro capite di anidride carbonica. Sostituendo un sistema a led a una lampada
a cherosene, molto usata nei paesi poveri, si ottiene un risparmio di
carburante equivalente a una mensilita' di stipendio all'anno.
*
- Antonio Cianciullo: E dal punto di vista di chi guarda ai fatturati?
- Nicholas Stern: Il Climate Change Benchmark, che comprende le 300 aziende
piu' impegnate nella battaglia contro il rischio climatico, ha avuto una
crescita spettacolare: in tre anni le azioni di queste aziende hanno
superato del 70% l'andamento dell'indice azionario globale medio.

12. MATERIALI. NOVITA' NEL SITO WWW.COIPIEDIPERTERRA.ORG

E' stato ulteriormente aggiornato ed ampliato con altri materiali di
informazione, documentazione e riflessione il sito del comitato che si
oppone alla realizzazione di un mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della
democrazia, dei diritti di tutti, www.coipiediperterra.org
In particolare e' stata inserita la relazione tenuta dalla dottoressa
Antonella Litta al recente convegno nazionale di Salsomaggiore
dell'Associazione medici per l'ambiente ed il relativo materiale
iconografico di supporto.
*
Nel sito sono anche disponibili e agevolmente consultabili tutti i fascicoli
del notiziario "Coi piedi per terra", una vera e propria miniera di
materiali non solo sulle ragioni per opporsi all'illegale e devastante
mega-aeroporto a Viterbo, e piu' complessivamente al dissennato incremento
del trasporto aereo, ma anche sui temi dell'ambientalismo scientifico e
dell'impegno ecologista in una prospettiva nonviolenta, equosolidale, di
pace e di giustizia.
Il sito contiene anche una sezione di documentazione fotografica di alcune
iniziative del comitato; sezioni specifiche che presentano comunicati,
relazioni, interviste, bibliografie e sitografie; link utili e siti amici;
un'ampia cronologia delle attivita' svolte; una sezione in lingua inglese
particolarmente apprezzata. Di particolare rilevanza e' un'ampia sezione di
testi di studio, che presenta anche opere integrali di Gunther Anders, Piero
Calamandrei, Aldo Capitini, Susan George, Martin Luther King, Alexander
Langer, Primo Levi, Giulio A. Maccacaro, Jean-Marie Muller, Vandana Shiva,
ed ancora altre autrici ed altri autori.
*
Nel sito e' ospitato anche uno spazio dell'Isde di Viterbo (l'Isde e' la
prestigiosa Associazione italiana medici per l'ambiente - International
Society of Doctors for the Environment Italia).
*
In evidenza nella home page alcune comunicazioni intercorse tra il comitato
e varie autorita' istituzionali.

13. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO
DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di
Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della
salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail:
info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 186 del 9 maggio 2009

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