Minime. 807



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 807 del primo maggio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Il nostro primo maggio
2. Il 30 maggio a Novara manifestazione nazionale contro gli F-35
3. Cinzia Gubbini: La scuola dell'apartheid
4. Enrico Pugliese: Il recidivo
5. Pietro Soldini: No al "ddl sicurezza"
6. Per la solidarieta' con la popolazione colpita dal terremoto
7. Ammazzare una persona
8. Natalia Aspesi: La prevalenza del maschio
9. Guglielmo Ragozzino ricorda Renato Lattes
10. A Bolzano il 22 maggio
11. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento
12. La newsletter settimanale del Centro studi "Sereno Regis" di Torino
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. IL NOSTRO PRIMO MAGGIO

La lotta delle classi oppresse
la lotta delle oppresse persone
la lotta dei popoli oppressi
contro sfruttamento inquinamento e guerra.
*
La lotta per un'umanita' di persone libere ed eguali
la lotta dell'Internazionale
la lotta delle donne e degli uomini di volonta' buona
la lotta per la giustizia e per la liberta'
la lotta per la verita'.
*
Richiede oggi la scelta della nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

2. APPELLI. IL 30 MAGGIO A NOVARA MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO GLI F-35
[Dal sito dell'"Assemblea permanente no F-35" (www.nof35.org) riprendiamo il
seguente appello]

L'iter parlamentare per l'approvazione dell'insediamento, a Cameri (Novara),
della fabbrica della morte per l'assemblaggio degli F-35 e' ormai definito.
A partire dal 2010 iniziera' la costruzione del capannone da cui usciranno
delle macchine che verranno consegnate a diversi stati che li utilizzeranno
per bombardare ed uccidere.
Tale impresa industriale-militare viene condotta, con ampio dispendio di
denaro pubblico, dalla multinazionale statunitense Lockheed Martin in
associazione all'italiana Alenia Aeronautica (del gruppo Finmeccanica) e
coinvolgera' una serie numerosa di fabbriche di armi e di morte collocate
qua e la' sul nostro territorio. Insomma, il riarmo come via d'uscita dalla
crisi economica, come con la Grande Crisi degli anni '30 e con la Grande
Depressione di fine '800. Peccato che in entrambi i casi questa strada abbia
condotto a guerre mondiali. Di certo, l'impiego dei nuovi bombardieri nelle
missioni "di pace" produrra' distruzione, morte e  sofferenza.
Di sicuro gli F-35 sono i perfetti strumenti operativi di una sorta di
gendarmeria mondiale in via di perfezionamento: una volta costruiti non
faranno certo la ruggine in qualche hangar italiano o olandese, bensi'
saranno presto adoperati per uccidere e distruggere in svariate guerre, sia
attuali sia future.
Gli F-35 ci costeranno un sacco di soldi: circa 600 milioni di euro per
costruire e attivare la fabbrica di Cameri, circa 13 miliardi di euro (a
rate, fino al 2026) per l'acquisto dei 131 aerei che l'Italia vuole
possedere. Del resto e' stato gia' speso o impegnato quasi un miliardo di
euro. E cio' risulta ancor piu' impressionante se si considera la grave
crisi economica in corso. Nessuno puo' ignorare che, con una spesa di questa
entita', si potrebbero senza alcun dubbio creare ben piu' dei miseri 600
posti di lavoro promessi all'interno dello stabilimento di Cameri. Si
potrebbe altresi' intervenire in vario modo per migliorare le condizioni di
vita di tutti: per esempio ampliando e migliorando la qualita' della spesa
sociale, tutelando davvero territori e citta' (basti pensare agli effetti
del terremoto abruzzese), investendo in fonti energetiche rinnovabili e
ridistribuendo reddito.
E poi vogliono costruire gli F-35 proprio ai confini del parco naturale del
Ticino, che dovrebbe quindi sopportare l'impatto dei collaudi di centinaia e
centinaia di aerei rumorosissimi e certamente inquinanti, con le relative
gravi conseguenze per la salute e la qualita' della vita degli abitanti
della zona, mentre si potrebbe riconvertire il sito militare ad uso civile.
In definitiva, siamo contro gli F-35 perche' ci ostiniamo a pensare che sia
possibile vivere in un altro modo: senza aggredire gli altri popoli, senza
militarizzare il territorio ed i rapporti sociali, operando perche' cessi
davvero la terribile guerra permanente che l'occidente dei ricchi conduce
contro i poveri del nord e del sud del mondo.
Tutti a Novara, quindi, il 30 maggio 2009 alle ore 15, davanti alla stazione
ferroviaria in piazza Garibaldi. Da li' partiremo per percorrere le strade
della citta' e per gridare forte la nostra opposizione all'ennesima impresa
di morte.
Contro la militarizzazione dei territori, contro le fabbriche della morte,
contro tutte le guerre, per la riconversione dei siti militari ad uso
civile, per un diverso modello economico.
*
Per adesioni: e-mail: adesione at nof35.org
Per informazioni: tel. 3465865009

3. UNA SOLA UMANITA'. CINZIA GUBBINI: LA SCUOLA DELL'APARTHEID
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 29 aprile 2009 col titolo "Scuola. Il
debutto dei presidi-spia" e il sommario "Aule chiuse agli irregolari.
Cancellato l'obbligo di istruzione"]

La norma e' rimasta li', nascosta in quel generalissimo riferimento ai
"pubblici servizi", in quell'articolo 45 che ha fatto scalpore perche'
introduceva l'obbligo per i medici di denunciare gli immigrati irregolari
che si fossero presentati in ospedale a chiedere cure. Ma da settimane,
ormai, le organizzazioni sindacali e le associazioni - laiche e cattoliche -
che si oppongono al disegno di legge sulla sicurezza lanciano l'allarme:
l'articolo 45 contiene un altro veleno contro la civile convivenza. E cioe'
l'obbligo per le scuole di denunciare le famiglie "irregolari". Un'eresia
per la scuola pubblica come oggi la conosciamo. L'obbligo all'istruzione e'
rivolto a tutti i minori di 16 anni presenti in Italia. Questo ha permesso
alla scuola di essere, in questi anni, uno straordinario avamposto delle
istituzioni pubbliche, oltre che un baluardo di democrazia. Ma ora, di
soppiatto, il governo Berlusconi vuole far saltare il banco. Ieri a porre
l'attenzione su questo "particolare" e' stato un deputato dell'Italia dei
valori, il vicepresidente del gruppo alla Camera, Antonio Borghesi: "Questo
provvedimento - ha aggiunto - contiene norme disumane che nulla hanno a che
fare con il contrasto all'immigrazione clandestina. Sono norme che
infieriscono impietosamente sulle donne e, in particolare, sui bambini. Ci
ritroveremo, tra qualche anno, con una generazione di bambini fantasma, che
vivono, respirano nel nostro paese, che potranno essere curati nei nostri
ospedali ma che per l'anagrafe italiana continueranno a non esistere".
Il pericolo - che, qualora fosse posta la fiducia alla Camera diventera' una
certezza - risiede nella cancellazione di una frase contenuta nell'articolo
6 del Testo unico sull'immigrazione. In questo articolo si dice che i
documenti inerenti al soggiorno devono essere sempre esibiti "fatta
eccezione per i provvedimenti riguardanti attivita' sportive e ricreative a
carattere temporaneo e per quelli inerenti gli atti di stato civile o
all'accesso a pubblici servizi". Bene. Ora l'articolo 45 del disegno di
legge sulla sicurezza stabilisce che il permesso di soggiorno debba essere
presentato anche per gli atti inerenti lo stato civile e l'accesso a tutti i
servizi pubblici. Ivi compresa, e' la logica deduzione, la scuola. Non solo.
Come spiega Sergio Briguglio, esperto di diritto dell'immigrazione: "Se il
genitore dovra' esibire il permesso il preside sara' messo di fronte
all'eventuale condizione di soggiorno illegale, del genitore non del figlio,
e non potra' fare altro che sporgere denuncia trattandosi di un reato
perseguibile d'ufficio". Due indizi fanno una prova. Il disegno di legge
sulla sicurezza vuole che i presidi italiani si trasformino in spie.
"Non avevamo dubbi che andassero a parare li', e infatti da un mese abbiamo
lanciato una petizione contro questo aspetto del disegno di legge sulla
sicurezza", dice Mimmo Pantaleo, segretario della Flc della Cgil. "Per noi
l'idea di una scuola aperta a tutti e' un punto identitario. Le norme
contenute nel pacchetto sicurezza sono razziste e odiose. E d'altronde si
inseriscono all'interno di un preciso disegno: svilire il ruolo della scuola
pubblica nella sua funzione di integrazione. Siamo pronti alla disobbedienza
civile".
Proprio stamattina, a partire dalle 10, si terra' un presidio a piazza
Montecitorio promosso da Cgil, Arci, Acli, Federazione delle Chiese
evangeliche e molti altri contro il pacchetto sicurezza. "La questione delle
scuole ci sta particolarmente a cuore - dice Filippo Miragli, responsabile
dell'Arci Immigrazione - anche se e' difficile fare una classifica tra i
punti che devono essere a tutti i costi eliminati: pensiamo al permesso di
soggiorno a punti e al reato di immigrazione clandestina".
Protesta anche il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima:
"L'istruzione e' un obbligo e un diritto per tutti i minori. E non lo
diciamo noi, ma le Convenzioni internazionali". Contro l'obbligo di denuncia
da parte degli insegnanti e di "chiunque svolga incarichi pubblici" si erano
apertamente schierato i famosi 101 parlamentari del Popolo delle liberta'
capitanati da Alessandra Mussolini. In una lettera indirizzata al premier
sostenevano chiaramente che sarebbe stato "un errore imperdonabile" porre la
fiducia sul ddl senza correggere l'obbligo per i medici e per tutti i
pubblici ufficiali di denunciare gli irregolari. La battaglia sui medici e'
stata vinta. Per salvare gli insegnanti c'e' ancora poco tempo.

4. UNA SOLA UMANITA'. ENRICO PUGLIESE: IL RECIDIVO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 29 aprile 2009 col titolo "Immigrazione.
Il recidivo Maroni"]

Non avevamo neanche fatto in tempo a tirare un sospiro di sollievo alla
notizia che dal decreto sicurezza era stata eliminata la norma che obbliga i
medici a denunciare i pazienti stranieri irregolari quando e' arrivata
puntualmente la doccia fredda: il governo - ha annunciato - ripristina nel
disegno di legge sulle sicurezza sia le ronde che il prolungamento fino a
sei mesi della detenzione dei "clandestini" nei Cie.
Si tratta di norme tanto disumane quanto inutili (oltre che dannose) che
hanno determinato in passato un'alzata di scudi all'interno della stessa
coalizione di centrodestra. Ma non erano certo le uniche di questo genere.
Norme di pari crudelta' sono infatti presenti nello stesso ddl - che da
domani sara' nell'aula di Montecitorio - e riguardano il divieto
d'iscrizione all'anagrafe dei figli degli immigrati senza permesso di
soggiorno e - la cosa e' stata resa piu' evidente soltanto ieri - la stessa
possibilita' di iscriverli a scuola. Tutte norme sulle quali pende ora la
minaccia di richiesta di fiducia da parte del ministro dell'Interno Roberto
Maroni nel caso non dovesse esserci pieno accordo nella maggioranza.
Da un po' di anni sulla questione dell'emigrazione la Lega ha deciso di fare
la parte del gendarme cattivo. All'apparente buonsenso e alle dichiarazioni
tolleranti dei "gendarmi buoni" del Pdl - in primo luogo l'on. Fini - si
contrappone sempre piu' sistematicamente la faccia feroce della Lega Nord
che mostra di aver deciso di cavalcare - anzi di aizzare - le peggiori
pulsioni xenofobe e razziste presenti nella societa' italiana.
La strategia della destra e' quella del "cattivismo" per cui - a prescindere
dalla stessa efficacia dei provvedimenti presentati - l'importante e' dare
il segno di una volonta' punitiva e persecutoria nei confronti degli
immigrati allo scopo di apparire come l'unico bastione di difesa contro
l'"invasione" degli immigrati e la crescente minaccia alla sicurezza.
E' per questo che se ne inventano una al giorno e si esercitano
continuamente nel produrre norme inutili e irrazionali volte solo a rendere
piu' difficile la vita degli immigrati. Basta leggere anche superficialmente
il decreto sicurezza.
Si va da norme relative all'allungamento del periodo di detenzione
all'interno dei Cie (centri di identificazione ed espulsione, definiti - non
si capisce perche' - dalla televisione centri d'accoglienza) all'ultima
trovata che e' quella dei "presidi spia" che sostituiscono, almeno per ora,
i "medici spia". Quest'ultima norma e' in contrasto con le direttive delle
Nazioni Unite sottoscritte dall'Italia in materia di diritto universale
all'istruzione. Si chiede ai presidi di rifiutare l'iscrizione dei bambini
figli di "irregolari" in tal caso mettendo questi funzionari pubblici in una
condizione di estrema difficolta' paragonabile a quella dei medici.
Insomma la coalizione di maggioranza ha di nuovo ceduto ai ricatti della
Lega. Ma questa stessa interpretazione a mio avviso e' piuttosto riduttiva,
e' solo la superficialita' "politica" delle cose. Il cedimento c'e' stato,
ci mancherebbe altro, ma si tratta di un cedimento praticato ben volentieri
dalle altre forze del governo. Perche' alle norme scandalose proposte dal
decreto corrisponde gia' da ora, nella pratica quotidiana delle circolari e
delle applicazioni delle norme di legge, una situazione di razzismo
istituzionale che deve preoccupare tanto quanto le proposte "cattiviste"
della Lega. Anzi, persino di piu' delle minacce fatte a ogni pie' sospinto
dal recidivo Maroni.

5. UNA SOLA UMANITA'. PIETRO SOLDINI: NO AL "DDL SICUREZZA"
[Dal sito www.aprileonline.info col titolo "Ddl Sicurezza, sei ragioni per
mobilitarsi" e la nota redazionale "Pietro Soldini e' responsabile
Immigrazione della Cgil"]

1. Diritto alla sicurezza per tutti.
2. No al ddl sicurezza.
3. No alle ronde.
4. No al razzismo.
5. Liberta' di cura per i medici e gli immigrati.
6. Lotta totale alle mafie.
Questi sono gli slogans con i quali oggi, mercoledi' 29 aprile, abbiamo
svolto un partecipato presidio davanti a Montecitorio.
Infatti nei giorni 21-22 aprile si e' svolta l'audizione delle
organizzazioni sindacali e delle associazioni da parte delle Commissioni
Affari Costituzionali e Giustizia della Camera sul disegno di legge (in
sigla: Ddl) sulla sicurezza.
La gran parte delle nostre organizzazioni hanno potuto esprimere il proprio
dissenso sull'insieme del provvedimento.
Nello stesso giorno il Senato ha approvato il Decreto legge antistupri.
Il testo che e' stato convertito in legge fortunatamente non contiene le due
norme piu' contestate, la legalizzazione delle ronde e l'aumento a 6 mesi
della detenzione degli immigrati non identificati dentro i Cie.
La maggioranza di governo intende recuperare la norma sulle ronde nel Ddl
sulla sicurezza e si e' impegnata a presentare un altro Ddl sull'aumento del
periodo di trattenimento nei Cie.
Per quanto riguarda il Ddl sicurezza, la maggioranza avrebbe deciso di
stralciare la norma piu' contestata che riguarda la segnalazione da parte
dei medici e il personale sanitario degli immigrati "irregolari" che si
rivolgono al sistema sanitario per curarsi, ma se rimane la norma che
istituisce il reato penale di clandestinita' i medici potranno essere
ugualmente obbligati alla segnalazione ai sensi del Codice penale e del
Codice di procedura penale nonostante il divieto previsto dal Testo Unico
sull'immigrazione, e comunque si configurerebbe un complicato contrasto
normativo. Oltretutto non si tratta solo dei medici e del personale
sanitario, ma la questione si pone sia per presidi e dirigenti scolastici ai
fini dell'iscrizione dei bambini a scuola, sia per i pubblici ufficiali
dello stato civile ai fini della registrazione delle nascite e delle morti e
per il riconoscimento dei figli naturali.
Le norme contenute nel Ddl per il contrasto alla mafia sono contraddittorie,
mentre inaspriscono la detenzione e l'art. 41 bis per i mafiosi,
impedendogli di esercitare il loro potere dal carcere, diminuiscono invece i
poteri della Divisione Nazionale Antimafia con un emendamento del Governo
che chiediamo di cancellare dal testo.
Comunque tutto l'impianto del Ddl sulla sicurezza con le norme sulla tassa
per il rinnovo dei permessi e sulla cittadinanza, sul divieto di
registrazione allo stato civile, sul permesso a punti, sul reato di
clandestinita', sui matrimoni e sulla certificazione alloggiativa, se
approvato, configura una restrizione intollerabile dei diritti umani delle
persone con un segno di forte discriminazione e vessazione razziale, in piu'
cercando di arruolare, in questa assurda guerra agli immigrati, intere
categorie sociali (medici, infermieri, insegnanti, operatori pubblici,
affittuari, datori di lavoro e comuni cittadini) spingendoli alla delazione
ed all'accanimento discriminatorio e razzista.
Mentre il Parlamento discute di questi provvedimenti il clima e gli episodi
di razzismo e di violenza si moltiplicano nel paese con un atteggiamento
gravissimo e irresponsabile di certa stampa che istiga alla violenza
razzista.
Quindi noi dobbiamo manifestare tutto il nostro dissenso e fare il possibile
per contrastare questa deriva. Il presidio del 29 aprile e' stato una prima
iniziativa, proprio nel giorno in cui il provvedimento e' arrivato in aula
alla Camera. Mercoledi' 6 maggio la nostra protesta continuera' con
un'assemblea pubblica sempre vicino al parlamento insieme ai parlamentari
che si oppongono.
E' possibile che il governo, per arginare l'opposizione ed il dissenso
manifestatosi anche da parte di numerosi parlamentari della maggioranza,
ponga la fiducia su questo ddl, sarebbe molto grave espropriare il
Parlamento di una discussione e della massima liberta' d'espressione dei
singoli parlamentari, su un provvedimento che cambia il volto del nostro
Paese e della sua civilta' giuridica e produce degli strappi con le norme
europee antidiscriminatorie e con la stessa nostra Costituzione. Fermatevi
finche' siete in tempo.

6. RIFERIMENTI. PER LA SOLIDARIETA' CON LA POPOLAZIONE COLPITA DAL TERREMOTO

Per la solidarieta' con la popolazione colpita dal sisma segnaliamo
particolarmente il sito della Caritas italiana: www.caritasitaliana.it e il
sito della Protezione civile: www.protezionecivile.it, che contengono utili
informazioni e proposte.

7. LE ULTIME COSE. AMMAZZARE UNA PERSONA

Ammazzare una persona perche' le si voleva troppo bene e' precisamente
quello che dicono pressoche' tutti i femminicidi.

8. RIFLESSIONE. NATALIA ASPESI: LA PREVALENZA DEL MASCHIO
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 30 aprile 2009 col titolo "La prevalenza
del maschio" e il sommario "Questa situazione va contro le donne e
soprattutto contro quelle che sono in prima linea per la tutela dei loro
diritti"]

Dopo quasi trent'anni di matrimonio non e' cosi' facile lasciare un marito,
sia pure recidivo nell'offendere platealmente e pubblicamente la dignita' di
una moglie. E non perche' magari lo si e' molto amato, o perche' con lui si
sono avuti tre figli, o perche' e' ricchissimo e ormai onnipotente. Ci avra'
pensato molte volte Veronica Lario.
La piu' invisibile e discreta delle first lady lo avra' pensato, come lo
pensano centinaia di mogli ignote, deluse e offese. Che poi restano li',
nella casa non piu' amata, nel gelo del rancore irrimediabile, nel fastidio
di una vicinanza insopportabile anche se saltuaria, perche' c'e' sempre una
speranza che le cose cambino miracolosamente. E perche' certi gesti da
eroina paiono del tutto inutili e velleitari, sapendo che l'umiliazione e il
dolore di un fallimento personale non saranno leniti da una porta sbattuta,
anche se e' la porta di una dimora sontuosa, dietro cui si potrebbero
lasciare agi grandiosi, ma anche silenzio, riservatezza, una vita appartata
e protetta. Lo sdegno che l'altro ieri la signora Berlusconi ha espresso per
quella specie di Bagaglino che si stava preparando per entrare nelle liste
elettorali europee del Pdl, arriva 27 mesi dopo la famosa lettera a
"Repubblica" con cui la signora chiedeva pubbliche scuse del marito per le
sue amenita' erotiche ai Telegatti. Allora, con qualche banale distinguo, la
gente apprezzo' il coraggio della signora, come capita quasi sempre quando
si tratta di schierarsi anche solo astrattamente verso il piu' coraggioso e
il piu' ferito.
Ma i tempi cambiano in fretta e oggi, imperando incontrastato il premier
della liberta' anche libertina, sono tutti con lui, i devoti del suo
partito, che fanno scoppiare il sito del Pdl di attacchi a colei che ha
osato dire la sua. Qualcuno la faccia tacere, ex attricetta, se voleva
ricordarci che esiste l'ha fatto nel modo peggiore, ha perso una buona
occasione per stare zitta, offendendo tuo marito offendi te stessa e tutti
quelli che hanno fiducia in lui, certo che sputare nel piatto che ti ha
permesso la bella vita... Magico e irrefrenabile pifferaio, qualunque cosa
dica o faccia gli rende sempre piu' appassionato il suo popolo, che non ha
ragione di porsi dei dubbi, e per esempio chiedersi in questo caso se possa
giovare al paese e quindi anche a loro che la via per l'esercizio della
politica anziche' passare dalla cultura e dalla pratica nasca da portfolio
in cui si mostrano enormi seni o dalle accoglienti ginocchia del Capo. O
anche solo domandarsi: come reagirebbe la mia signora se assumessi come
grandi manager solo signorine ventenni di gamba lunga, scosciate e scollate,
scarti di concorsi di Miss Italia? Mi taglierebbe la gola o fuggirebbe con
tutto il conto in banca?
Anche lo stesso premier, che ai tempi della lettera pubblica della moglie
aveva reagito con garbo romantico, questa volta si e' arrabbiato, forse
perche' per smentire la perfida sinistra, per vendicarsi della sua signora
che ha osato credere alla realta' della stampa di opposizione e non alle sue
finzioni, per far contenti i suoi cortigiani che hanno gia' promesso liste
europee solo di premi Nobel per di piu' maschi oppure centenari, e' stato
costretto a limitare le sue vistose e disinibite aspiranti
all'europarlamento e ai relativi emolumenti, intasandole di nuovo nelle sue
tante televisioni gia' debordanti di belta' insaziabili. In piu' con l'onere
di dover sopportare le signore dell'opposizione che come si sa, sono troppo
spesso "maleodoranti e malvestite", roba che gli appanna il buonumore e il
fuoco d'artificio inventivo.
Ma la signora Lario non e' solo una moglie e madre che si indigna per le
offese all'integrita' della sua famiglia, quali l'infantile volo a Napoli
per sentirsi dare del "papi" (confidenza che i suoi cinque figli non osano)
da una graziosa diciottenne, su stampo identico a tutte le aspiranti tivu',
non ancora in politica ma gia' "gossipista" su un televisioncina privata.
Veronica e' una donna intelligente, preparata, attenta: quel "ciarpame senza
pudore, tutto in nome del potere", che costituisce quello che lei definisce
il divertimento dell'imperatore, e' il risultato della "sfrontatezza e della
mancanza di ritegno del potere che offende la credibilita' di tutte le
donne". La signora inquadra benissimo e con belle parole un momento
drammatico: non si era mai visto un simile arretramento delle donne da una
presunta parita', al ritorno dell'unica affermazione possibile della
femminilita', quella delle favorite di corte. Questa situazione "va contro
le donne in genere e soprattutto contro quelle che sono sempre state in
prima linea e che ancora lo sono a tutela dei loro diritti", dice Veronica
Lario.
Di nuovo, il valore delle donne si identifica nella grazia fisica e nella
giovinezza, cioe' in un breve periodo della vita, e ci si puo' quindi
chiedere se la carriera politica delle signore Carfagna e delle altre
terminera' con le loro prime rughe o i chili in piu'. Se da noi la
televisione e' un veicolo indispensabile a ogni tipo di carriera cominciando
da quella politica, che negli altri paesi si prepara in scuole di massimo
prestigio e difficolta', ci si chiede come mai non sono stati cooptati per
le prossime elezioni i pur amatissimi maschi dai toraci lucenti del Grande
Fratello o della Fattoria o della pubblicita'. E' semplice (fino a quando
non avremo un premier gay); perche' la gestione politica del potere e'
tornata solidamente in mano agli uomini che come ci mostra ogni giorno il
telegiornale sono spesso inguardabili per bruttezza, antipatia,
ridicolaggine, volgarita', e non li vorrebbe proprio nessuno, tranne appunto
la politica. Gia' le donne di eta', esperienza, forza, pazienza, che, in
numero esiguo, si erano guadagnate un posto nei parlamenti e nei governi
passati, dovevano subire i lazzi per i loro tailleur sbagliati o la loro
scarsa avvenenza. C'erano ma non le volevano, oggi non si vorrebbero neppure
le giovani e belle, ma pazienza, se tiran su il morale del Capo non si puo'
dire di no, purche' da vere donne, non pretendano di capire, sorridano e
dicano sempre di si'.

9. LUTTI. GUGLIELMO RAGOZZINO RICORDA RENATO LATTES
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 25 aprile 2009 col titolo "Renato Lattes,
un nostro compagno di viaggio"]

Renato Lattes se ne e' andato all'alba di ieri. Era arrivato al sindacato
dall'organizzazione degli studenti di allora, l'Ugi, in una stagione di
incontri e di crescita comune. A partire dal debutto torinese, e' stato un
sindacalista molto attivo, molto quotato nel gruppo dirigente del sindacato,
segretario della Camera del lavoro di Torino, del regionale piemontese,
della Fiom nazionale. Solo i vertici estremi del sindacato sono rimasti
irraggiungibili per lui, sempre iscritto a una minoranza sindacale, con
compagni di viaggio come Vittorio Foa, Elio Giovannini, Tonino Lettieri.
Sempre pronto a rinunciare deliberatamente al prestigio per mantenere la
liberta' di critica e di scelte personali.
Non si poneva mai il dubbio, non esitava mai, se posto di fronte a una
scelta tra quello che appariva a tutti come l'interesse legittimo di
carriera e quello che lui riteneva giusto e vero. Ma era soprattutto uno
straordinario compagno nella sua capacita' di lavoro anche fuori dai
vertici, come spesso gli e' capitato di trovarsi. E tutti, base e vertici lo
apprezzavano senza riserve, senza invidia, come non si puo' invidiare una
forza della natura. Aveva un modo talmente esemplare di impegnarsi a fondo,
di imparare subito e spiegare agli altri, con generosita', semplicemente,
tutto quello che sapeva fare, tutto quello che era necessario, senza remore,
senza sbavature, senza paura.
Uscito dal sindacato, Renato e' andato al governo. In realta' aveva un
compito secondario. Lavorava nella segreteria di un sottosegretario ai
lavori pubblici, ma dal suo ruolo che altri avrebbe considerato una piccola
sinecura, riusci' a costruire una straordinaria serie di iniziative, a dare
voce a tante persone giovani e trascurate, a lanciare nuove proposte di
cambiamento, tanto che neppure uno dei giorni ministeriali e' andato
perduto. Forse i ricercatori che allora, raccolti nelle universita', si
occupavano di problemi idrici ricordano Renato, arrivato tra loro con la
forza di un tifone. E cosi' sempre; sempre una nuova iniziativa, senza
soste, senza malinconia, senza momenti di tristezza. Ha lavorato contro le
mafie e per sostenere gli immigrati, senza prendere mai fiato, cercando
sempre nuove soluzioni, mosso solo da un ideale di eguaglianza per tutti,
nella liberta' di ciascuno.
Negli ultimi tempi Renato aveva una grave malattia. Senza iattanza, la
sfidava ogni giorno, continuando il suo compito, non smettendo per un attimo
di proporre riunioni, accordi, soluzioni per la sua fondazione Paralleli.org
che lancia un ponte attraverso il Mediterraneo fino ai paesi della sponda
del Sud.
Renato aveva un figlio, Stefano, una compagna, Renza Ajmone, che lo ha
curato con scienza e amore quasi al di la' delle possibilita' umane, e
moltissimi amici che aveva legati a se' per la impareggiabile trasparenza e
la moralita' che segnavano ogni suo atto di sindacalista, di compagno, di
uomo. Per molti anni, durante il suo impegno diretto nel movimento operaio,
ha collaborato con "Il manifesto". In tempi non sospetti, quando ancora
viveva la Olivetti e produceva quadri e cultura sindacale, prima ancora dei
computer, avanzava dalle pagine del nostro giornale la tesi della
proletarizzazione dei ceti medi. E ci aiutava a pensare a un nuovo modello
di sviluppo e di relazioni tra le persone.

10. INCONTRI. A BOLZANO IL 22 MAGGIO
[Da Francesco Comina (per contatti: francesco.comina at gmail.com) riceviamo e
diffondiamo]

In ricordo di Paolo Giuntella, nel primo anniversario dalla morte, un
incontro il 22 maggio, alle ore 17, nell'Aula Magna della Libera Universita'
a Bolzano
*
Cari amici,
il 22 maggio come Centro per la pace del Comune di Bolzano abbiamo
organizzato un incontro in ricordo di Paolo Giuntella nel giorno del primo
anniversario dalla morte. Come sapete Paolo ha seminato molto in Trentino
Alto Adige, sia a Trento sia a Bolzano dove ha raccolto le memorie di alcuni
sudtirolesi che si sono rifiutati di giurare a Hitler (Josef Mayr-Nusser,
Franz Thaler, l'austriaco Franz Jaegerstaetter, ecc.).
Paolo e' stato un amico del Centro per la pace di Bolzano e un compagno di
viaggio per cercare di capire come l'informazione possa essere al servizio
dell'uomo e al servizio di una comunita' di pace e fratellanza.
Lo vogliamo ricordare nell'Universita' con un incontro a piu' voci che sia
di testimonianza ma anche di riflessione sul tema dell'etica
dell'informazione e della responsabilita'. Fra le varie iniziative che
abbiamo fatto in questi anni come Centro per la pace con grandi testimoni
del coraggio civile, quello che piu' ci e' rimasto nel cuore e' stato
l'incontro di tre giorni con Ryszard Kapuscinski, ultimo incontro della sua
vita e ultimo viaggio del grande reporter polacco che mi ricorda molto
Paolo: "Il cinico - disse - non e' adatto a fare il mestiere del
giornalista; solo i buoni, coloro che riescono ad entrare in un rapporto di
empatia con gli altri, possono raccontare la storia degli uomini".
Durante l'incontro verra' presentato il libro con alcuni scritti di Paolo
Guntella raccolti da Vincenzo Passerini per Il Margine con il titolo La
fedelta'. Trasgressione e follia per il mondo". E' un libro che raccoglie
alcuni testi inediti di Paolo Giuntella.
*
Paolo Giuntella e' stato giornalista, scrittore, conferenziere, infaticabile
seminatore di speranza, educatore anticonformista che spronava i giovani ad
una lucida lettura della realta' politica ed ecclesiale e ad un impegno
generoso e competente. E' nato a Roma il 5 ottobre del 1946, figlio dello
storico Vittorio Emanuele Giuntella reduce dall'internamento in un lager
nazista. Nel 1975 e' nella Lega Democratica fondata da Pietro Scoppola,
Achille Ardigo', Ermanno Gorrieri, Lugi Pedrazzi, Paolo e Romano Prodi,
Paola Gaiotti, Leonardo Benevolo. Nel 1979, insieme ad alcuni amici fonda la
Rosa Bianca, un'associazione culturale di impegno politico il cui nome si
ispira a quello dei giovani cattolici e protestanti tedeschi oppositori del
nazismo uccisi nel 1943. Come giornalista inizia a lavorare a "Il popolo" e
"Avvenire", quindi a "Il mattino" di Napoli dove e' responsabile della terza
pagina e dei supplementi culturali. Passato in Rai coordina Tv7, per poi
divenire caporedattore di Speciale Tg1, e in seguito corsivista televisivo e
inviato speciale. Dal 1999 e' inviato del Tg1 al seguito del Presidente
della Repubblica. Si sposa nel 1980 con Laura Rozza dalla quale ha tre
figli, Osea, Tommaso e Irene. Muore a Roma il 22 maggio 2008 dopo una lunga
malattia che non gli ha impedito di svolgere il suo lavoro fino agli ultimi
giorni con lo scrupolo e la dedizione consueti.
*
Per informazioni e per avere anche riferimenti di alloggio potete contattare
il Centro per la pace di Bolzano al numero telefonico 0471402382 (dal
lunedi' al venerdi' con orario 9-12 e 15-17,30), e-mail:
centropacebz-gmail.com
*
saluti,
Francesco Comina

11. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo il
seguente appello]

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile
sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di
promozione sociale).
Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente
soldi gia' destinati allo Stato.
Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e'
facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il
numero di codice fiscale dell'associazione.
Il Codice Fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235.
Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 per mille.
Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non
fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola
quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato,
la gratuita', le donazioni.
I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del
Movimento Nonviolento e in particolare per rendere operativa la "Casa per la
Pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la
generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la
promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi
estivi, eccetera).
Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre
quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della
nonviolenza. Grazie.
Il Movimento Nonviolento
*
Post scriptum: se non fate la dichiarazione in proprio, ma vi avvalete del
commercialista o di un Caf, consegnate il numero di Condice Fiscale e dite
chiaramente che volete destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento.
Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261
(corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle
Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a
tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno.
*
Per contattare il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org

12. STRUMENTI. LA NEWSLETTER SETTIMANALE DEL CENTRO STUDI "SERENO REGIS" DI
TORINO

Segnaliamo la newsletter settimanale del Centro studi "Sereno Regis" di
Torino, un utile strumeno di informazione, documentazione, approfondimento
curato da uno dei piu' importanti e piu' attivi centri studi di area
nonviolenta in Italia.
Per contatti e richieste: Centro Studi "Sereno Regis", via Garibaldi 13,
10122 Torino, tel. 011532824 e 011549004, fax: 0115158000, e-mail:
info at serenoregis.org, sito: www.serenoregis.org

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

14. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 807 del primo maggio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
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