Voci e volti della nonviolenza. 274



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 274 del 16 dicembre 2008

In questo numero:
Daniele Piccini: Mario Luzi (2002)

DANIELE PICCINI: MARIO LUZI (2002)
[Dal mensile "Letture", n. 588, giugno-luglio 2002, col titolo "Mario Luzi"
e il sommario "La lunga storia di una grande vocazione. Nato a Castello
(Firenze) nel 1914, figlio di un ferroviere, francesista, Mario Luzi e'
sempre stato preso ad esempio per il suo magistero, per il suo linguaggio
alto e complesso". Mario Luzi e' deceduto nel 2005]

La storia e' prodiga a volte di agnizioni, fulmini che inceneriscono il
grigiore del tempo e riconnettono le trame del presente e del piu' remoto
passato. Cosi' di recente a Mario Luzi e' capitato di ritrovare presso un
antiquario fiorentino le carte, parte dattiloscritte parte autografe, del
suo primo libro, La barca, uscito da Guanda nel 1935. Sorpresa nella
sorpresa, oltre alle poesie appartenenti all'elaborazione del libro, il
plico conteneva anche una trentina di testi del tutto inediti, alcuni
frammentari, risalenti agli anni 1933-1934. Allora Luzi (nato a Castello,
presso Firenze, il 20 ottobre 1914) aveva tra diciannove e vent'anni e
compiva i suoi tentativi d'arte dopo essersi interessato, sui banchi del
ginnasio, alla poesia nuova di Pascoli e di D'Annunzio. D'altra parte i suoi
primissimi ingenui schizzi di versi li aveva scritti assai precocemente,
ancora adolescente, intorno ai quattordici anni.
Ma quella trentina di testi, i primi messi sotto la luce della storia
perche' probabilmente inviati all'editore Ugo Guandalini (poi Guanda) per
documentare il lavoro immediatamente precedente a La barca, li aveva
completamente dimenticati. Essi (una scelta, prima che Garzanti li pubblichi
integralmente, si puo' leggere su "Poesia", n. 159, marzo 2002)
rappresentano una stagione autonoma, antecedente a quella de La barca, il
libro che fa da incunabolo all'esperienza ermetica, poi pienamente
realizzata in Avvento notturno (1938). I versi dolci e sonori, nutriti di
amore della tradizione, insieme ad alcuni scorci realistici dei vent'anni
del poeta ("Perdono pe' nostri dolci peccati / Per avere spesso guardato /
Teneramente dissiparsi il giorno / Dall'ombra e il silenzio dei casini")
documentano una tensione filosofico-conoscitiva che avrebbe attecchito piu'
avanti nell'opera di Luzi. Si prenda un testo come il seguente: "Le mamme
muoiono e la vita / cosi' si compie. Quando i loro volti / germogliano sotto
le terre rigonfie / quella loro bonta' li congiunge / violentemente al fuoco
di segrete / speranze e quel silenzio / che le divora lava il cuore". Non
manca qualche forma del discorso che tornera' nella maturita' luziana. Cosi'
l'incipit di un frammento che recita "Da voi hanno preso sofferenza da voi
gioia / Le cose [...]" sembra anticipare i versi quasi clausolari di
Aprile-amore (da Primizie del deserto, 1952): "ora da te mi torna fatto
chiaro, / ora prende vivezza e verita'".
*
Sodalizi e passioni intellettuali
La storia editoriale de La barca e' anch'essa avventurosa e singolare, nel
senso che rispecchia tempi di sodalizi e passioni intellettuali che potevano
trasformarsi in coraggiose imprese editoriali indipendenti, come e' il caso
di Guanda. Mario Luzi ricorda cosi', in un'intervista, l'incontro a Modena
con Ugo Guandalini, conosciuto assieme a Delfini: "Guandalini era un ometto
di piccola statura, assomigliava un po' a uno studente fuori corso.
Pubblicava allora qualche filosofo o teologo di opposizione, che non trovava
cittadinanza nella grande editoria, come Buonaiuti, Renzi, e da poco aveva
pubblicato anche le poesie di Guglielmo Petroni [...]. Andammo a mangiare in
un ristorante sulla via principale di Modena. Dopo cena, passeggiando,
Guandalini mi chiese di recitare qualche mio verso a memoria. Io mi
schermivo, ma lui insistette. E cosi' recitai qualcosa da una poesia: i
versi lunghi, che in controtendenza rispetto alla moda dei versicoli del
primo Ungaretti, componevano le mie poesie di quel periodo si prestavano
bene alla recitazione. La cosa gli piacque e mi disse di mandargli il
libretto quando fosse stato pronto. Cosi' nacque La barca". Recentemente il
poeta Alessandro Ceni ha affermato che La barca appartiene al novero delle
opere prime realmente inaugurali, aperte al futuro, di contro al modello di
opera prima definita, conclusa in una cifra perfetta rappresentata dagli
Ossi di Montale.
In effetti La barca si offre come un'apertura ancora vulnerabile, fragile
sul mondo. Protagoniste del libro sono le fanciulle svanenti, confinanti con
la sparizione, e d'altra parte le meste madri ingrigite dal fiume del tempo,
dall'ineluttabile passaggio delle stagioni. E pero' di contro al delirio di
una sensibilita' evanescente, c'e' gia' nella poesia piu' programmatica del
volume (Alla vita) lo sguardo su "una verita' che procede / intrepida, un
sospiro profondo / dalle foci alle sorgenti". Un germe, che sarebbe
sbocciato piu' avanti, dopo le estatiche e iridescenti incantagioni verbali
di Avvento notturno.
La vicenda degli studi di Luzi, dopo il ginnasio-liceo un po' itinerante,
anche per gli spostamenti del padre Ciro, ferroviere, si compie con
l'iscrizione all'universita' di Firenze. Un solo mese Luzi resta in seno
alla facolta' di Legge, poi comprende che la sua strada e' altra e passa a
Lettere. Conosce i primi amici che costituiranno il sodalizio dell'ermetismo
fiorentino: il coetaneo Piero Bigongiari, Oreste Macri', di un anno piu'
grande, i gia' laureati Carlo Bo e Leone Traverso, con cui si trova a
discutere al caffe' San Marco, a pochi passi dall'universita'. Poco piu'
tardi, nel '34, conoscera' Romano Bilenchi, narratore e giornalista della
"Nazione", e poi ancora Pratolini e Parronchi, cui si stringe in fervida
amicizia. Al caffe' delle Giubbe Rosse entra in contatto, negli anni
seguenti, con autori gia' affermati, appartenenti a generazioni piu' mature.
Particolarmente gelido, contegnoso e scoraggiante, per l'habitus dell'autore
degli Ossi, e' l'incontro con Montale.
Data al 1933 il suo primo rapporto con il gruppo della rivista cattolica
fiorentina "Il Frontespizio", a cui piu' tardi collaborera'. In questo
circolo conosce quello che restera' a lungo, idealmente, il suo maestro, il
poeta Carlo Betocchi. Nello stesso anno cade l'incontro all'universita' con
una giovane, Elena Monaci, allora sconvolta dal suicidio della sorella, che
anni dopo diventera' la sposa di Luzi (1942) e la madre del suo unico
figlio, Gianni (1943). Nel 1936 si laurea brillantemente (110 e lode),
discutendo con Luigi Foscolo Benedetto una tesi su Francois Mauriac, piccolo
capolavoro critico della giovinezza pubblicato da Guanda nel 1938 con il
titolo L'opium chretien. L'insegnamento nelle scuole superiori lo porta via
da Firenze, a Parma, a San Miniato, poi una collaborazione editoriale lo
lega temporaneamente alla citta' di Roma, dove ha modo di frequentare fra
gli altri Giorgio Caproni. Infine torna alla citta' natale.
*
Una frattura nella sua storia
La seconda guerra mondiale collabora con altri fattori a determinare una
frattura profonda nella sua storia di scrittore, contribuendo a rimetterlo
di fronte alla concretezza drammatica del mondo (sul valore di rottura del
secondo conflitto mondiale nella poesia italiana si e' sviluppato un fervido
dibattito, fra chi ne sottolinea la portata e chi, come Mengaldo, ne riduce
il valore, sottolineando ad esempio come Luzi abbia continuato per diversi
anni dopo la guerra nel solco della sua prima maniera). Dopo le architetture
verbali di Avvento notturno, Luzi si riavvicina progressivamente alla
evenienza oggettiva della realta' con raccolte come Un brindisi (1946),
Primizie del deserto (1952) e soprattutto Onore del vero (1957), titolo gia'
granitico ed esemplarmente rappresentativo di un nuovo prevalente assillo
creativo. I versi, da musicali e febbrili, si fanno scanditi, scabri,
segnati da iterazioni e insistenze. Il paesaggio non e' piu' quello vago e
impersonale delle due raccolte giovanili, ma il fondale del lavoro
dell'uomo, della sua fatica, il luogo della vita umile e incarnata di un
popolo che il poeta sente come fraterno, unito in una medesima avventura: "e
scendo, scendo piu' che gia' non sia / profondo in questo tempo, in questo
popolo". Il sentimento di un dovere morale di compimento e chiarificazione
della vicenda vitale, senza fughe e senza scoramenti, si sostituisce al
battito incerto e impalpabile dell'umbratile natura giovanile.
Un'opera umana, di immedesimazione e fedelta' alla vita, e' quella che il
poeta canta, con l'ausilio di un cristianesimo che gli giunge, semplice e
profondo, meditato e sofferto in ogni fibra, dalla sensibilita' materna:
"[...] Non fu vano, e' questa l'opera / che si compie ciascuno e tutti
insieme / i vivi i morti, penetrare il mondo / opaco lungo vie chiare e
cunicoli / fitti d'incontri effimeri e di perdite / o d'amore in amore o in
uno solo / di padre in figlio fino a che sia limpido" (Nell'imminenza dei
quarant'anni, da Onore del vero).
*
Il processo di maturazione
Proprio la morte dell'amatissima madre Margherita, nel 1959, porta
paradossalmente a compimento il processo di liberazione delle energie piu'
profonde del cristianesimo luziano e la sua maturazione di uomo e di
scrittore. Nella poesia centrale a lei dedicata nel libro di versi Dal fondo
delle campagne (1965), intitolata Il duro filamento d'elegia, Luzi tematizza
il rifiuto della nostalgia elegiaca, del rimpianto, a favore di un positivo
e saldo sentimento della compresenza e comunione dei vivi e dei morti e
della sensatezza dell'adesione alla vita: "Udire voci trapassate insidia /
il giusto, lusinga il troppo debole, / il troppo umano dell'amore. Solo / la
parola all'unisono di vivi / e morti, la vivente comunione / di tempo e
eternita' vale a recidere / il duro filamento d'elegia. / E' arduo. Tutto
l'altro e' troppo ottuso". D'altra parte iniziano a prendere corpo alcune
inquietudini circa la felicita' della sua situazione familiare.
Alcuni incontri, come quello con l'anglista Franca Bacchiega nel 1962,
mettono in questione la tranquillita' interiore del poeta, il quale proietta
turbamenti e contrasti nel libro di maggior rottura della sua carriera
poetica, Nel magma, uscito in prima edizione nel 1963. Abbandonando la
nitida e cristallina partitura metrica delle prove precedenti, Luzi vi
procede a una drammatizzazione (peraltro sempre formalmente oculata e
controllata: numerosi i versi regolari che sottostanno ai lunghi stichi di
queste poesie) dei suoi incontri-scontri nel mondo: quello con la nuova musa
femminile e il marito (Menage), quello con un gruppo di giovani tesi a un
credo ideologicamente dogmatico (Presso il Bisenzio), quello con enigmatiche
figure del passato (Nel caffe' e Bureau), quello con una figura gia' amata e
ora sentita come limitante e opprimente (In due), e cosi' via. Il risultato
e' quello di poesie-racconto che valgono anche come germi e nuclei
drammaturgici, giocati sulle battute, sul botta e risposta tra il
poeta-personaggio e i suoi "antagonisti" mondani, scene purgatoriali che
revocano in dubbio la giustezza delle azioni dell'io poetante e lo mettono
con le spalle al muro.
Su tutto permane il sentimento di una vita di cui occorre rintracciare il
senso, a costo di sofferenza e sacrificio, anche la' dove maggiormente
sembra intricarsi, disperdersi. L'apparente quasi-prosa e narrativita' di
questi testi, che impressiona fortemente la critica, va di pari passo con
una opzione impura e prosastica che contrassegna altre fondamentali
esperienze della poesia italiana di quegli anni: da Sereni a Betocchi a
Bertolucci. Ma e' certamente prepotente sulla tessitura degli incontri e dei
dialoghi ambientati nei luoghi emblematici del presente (il caffe', il
bureau, l'automobile) il magistero dantesco, soprattutto quello dell'Inferno
e del Purgatorio. Sara' proprio Luzi a parlare con grande lucidita' della
riscoperta di una funzione dantesca che si succede e si sovrappone (chiaro
il riferimento alla stagione ermetica) a una precedente "infatuazione"
stilistica e musicale leopardiana: in diversi saggi Luzi mette in luce
questa dinamica della tradizione nella sua carriera creativa, a partire da
L'inferno e il limbo del 1946 (il volume dallo stesso titolo appare nel
1949). Un versante, quello della produzione saggistica, che accompagnera'
sempre il poeta e la sua produzione in versi, fornendo motivazioni e
supporti al concreto operare artistico.
Intanto, a partire dal 1955, Luzi insegna Lingua e cultura francese
all'universita' fiorentina, facolta' di Scienze politiche (lascera'
definitivamente la scuola nel 1962), impegno che alterna con corsi tenuti in
altre universita', fra cui Urbino, dove viene chiamato dall'amico rettore
Carlo Bo. Il suo impegno di francesista trova una tappa editoriale nel
volume Aspetti della generazione napoleonica e altri saggi di letteratura
francese, pubblicato da Guanda nel 1956 e comprendente la riedizione
dell'Opium chretien. Un primo, grande viaggio e' quello che Luzi compie in
Unione Sovietica, nel 1965: a colpirlo particolarmente e' la Georgia, terra
dal sottofondo mitico che tornera' come fonte di suggestioni in uno dei
testi poematici di Su fondamenti invisibili (1971) e ancora in Al fuoco
della controversia (1978). Mentre prende forma il nuovo libro di versi,
matura in modo naturale, come continuazione dell'alterco dialogico gia'
sperimentato da Luzi in poesia, la prima opera teatrale dell'autore,
quell'Ipazia che verra' rappresentata nel 1971 e pubblicata in volume nel
1973 (la sua prima prova teatrale, Pietra oscura, pubblicata circa
cinquant'anni dopo, nel 1994, risaliva tuttavia al lontano 1947).
La produzione teatrale accompagnera' d'ora innanzi quella propriamente
poetica (una prima raccolta complessiva sara' approntata da Garzanti nel
1993): si tratta di un teatro di parola che indaga attraverso il contrasto
dialogico movimenti perenni dell'umano e assilli dell'epoca (fra le vette i
drammi Rosales, 1983, e Hystrio, 1987). Dopo la stagione degli incontri
purgatoriali di Nel magma, i tre testi dall'andamento poematico di Su
fondamenti invisibili rinnovano completamente il piano di lavoro luziano,
accordandolo a una registrazione inquieta (significativo il titolo),
dinamica e instabile dei moti psichici profondi: e' il caso in particolare
del primo, franto e liberissimo poema del libro, Il pensiero fluttuante
della felicita'. La composizione ariosa, lievitante, la partitura strofica
libera e stratificata segnano la liberazione del discorso luziano dalle
forme fin qui praticate e lo aprono a tutta una nuova fase creativa, quella
che condurra', con successive precisazioni e messe a punto, ai grandi libri
poetici della vecchiaia.
*
La separazione dalla moglie
Nel 1972 Luzi si trasferisce da solo nella casa di via Bellariva, dove
risiede tuttora. La separazione dalla moglie non rappresenta un gesto
traumatico ma piuttosto il tentativo di salvare il fondo positivo
dell'unione, che con la convivenza stava ormai mostrando la corda.
Permangono infatti rapporti amichevoli e affettuosi con Elena. Inizia nel
1974, con una visita negli Stati Uniti, una lunga serie di viaggi che negli
anni seguenti portera' il poeta ripetutamente in Francia e in Irlanda, ma
anche in Cina (1980), in Cecoslovacchia, nei Paesi scandinavi. Del 1978 e'
la nuova raccolta poetica, Al fuoco della controversia, che prosegue
l'indagine di Su fondamenti invisibili, compiendo un'immersione nel corpo
dell'epoca, dei suoi linguaggi e della sua inane e balbettante coscienza
(Muore ignominiosamente la repubblica). Si fanno strada alcune marche
stilistiche, come i frequenti modi interrogativi, che contraddistingueranno
la "grammatica" dei nuovi libri del poeta. L'anno seguente l'uscita di Al
fuoco della controversia, la raccolta e' riunita, con l'intera opera edita,
nell'edizione complessiva di Tutte le poesie, pubblicata in due volumi da
Garzanti (1979).
Dopo varie ristampe di questa raccolta, ampliata a comprendere i volumi via
via pubblicati, nel 1998 apparira' nei "Meridiani" Mondadori L'opera
poetica - a cura di Stefano Verdino, arricchita da importanti apparati
informativi, bibliografici ed esegetici; ma altre poesie premono e anche il
poderoso volume viene superato dalla successiva produzione poetica (la nuova
raccolta di Luzi e' data alle stampe da Garzanti nel 1999). Il magistero
luziano sulla poesia italiana contemporanea si rafforza e conferma ed egli
si avvia a diventare il punto di riferimento essenziale di numerose
personalita' delle nuove generazioni, da Cesare Viviani a Roberto Mussapi,
da Milo De Angelis a Davide Rondoni.
Per il battesimo dei nostri frammenti (1985) apre una nuova fase della
produzione luziana contrassegnata da elementi unitari, che comprendera'
Frasi e incisi di un canto salutare (1990), Viaggio terrestre e celeste di
Simone Martini (1994) e Sotto specie umana (1999). Si trova nella prima di
queste raccolte un testo in qualche modo programmatico, che fa luce sulle
aspirazioni e le intenzioni operative della rinnovata stagione: "Vola alta,
parola, cresci in profondita', / tocca Nadir e Zenith della tua
significazione, / giacche' talvolta lo puoi - sogno che la cosa esclami /
nel buio della mente - / pero' non separarti / da me, non arrivare, / ti
prego, a quel celestiale appuntamento / da sola, senza il caldo di me / o
almeno il mio ricordo, sii / luce, non disabitata trasparenza... // La cosa
o la sua anima? O la mia e la sua sofferenza?". Il dilemma messo al centro
di questa poesia, dagli intensi risvolti autoriflessivi, ha come corni
contrapposti da una parte un tentativo di nominazione che si astragga dal
particolare, dal piccolo e limitato lamento sulla sorte individuale per
fissarsi sulla pienezza dell'essere, e dall'altra il rischio, incluso in
quell'operazione, di una scrittura algida, intellettuale e sostanziata di
puro pensiero. Il poeta intende guardare alla vastita' del disegno
universale senza tuttavia dimenticare il piccolo, pulsante cuore umano che
lo attraversa e il mistero che al centro della storia e del kosmos si
installa.
Sulla compresenza dei due campi di attrazione e sulla loro necessaria
coesistenza insiste il titolo del libro del 1994, Viaggio terrestre e
celeste di Simone Martini, un poema per frammenti in cui il viaggio di
ritorno del pittore senese verso la sua patria (una circostanza immaginaria
e non storica) diventa occasione, fra l'altro, per una immersione nelle
riserve di luce e conoscenza che l'arte dispensa. L'ideale perseguito nei
libri tardi sembra essere quello di un linguaggio alto e complesso eppure
capace di includere i sommovimenti del reale, di accogliere in una specie di
stratigrafia l'avvenimento continuo del mondo e dell'umano, in una
risorgente sete di riunificazione.
*
Il ricorso all'invocazione
Oltre alle frequenti frasi interrogative, si segnala, in una sorta di
risalita verso la nominazione pura e l'affermazione paradisiaca (dopo la
fase purgatoriale delle opere precedenti), il ricorso all'invocazione come
lampo di adesione alla sostanza dell'essere indiviso e universale: "Oh
gloria, oh dura oscurita' / del gran lavoro fatto". Sono opere diffuse,
ampie, coraggiosamente generose, alle quali parte della critica sembra
rimproverare minor memorabilita' e fermezza di quelle precedenti della
produzione luziana; ma d'altronde la interazione dei moduli stilistici e'
uno dei fondamenti del discorso conoscitivo che il poeta sta svolgendo e la
complessita' e ricchezza sono fra le condizioni dell'ascesa. L'intento del
poeta si precisa nel definitivo superamento della vena nostalgica e delusiva
dell'esperienza umana: una sorta, dunque, di palinodia rispetto a gran parte
della tradizione novecentesca, di impronta negativa, Montale in testa.
I grandi temi, tra filosofici ed esistenziali, come il tempo, la
possibilita' e il significato della felicita', la percezione del seme divino
del mondo, lo scandalo dell'assenza e della morte, vengono sviluppati in una
tensione affermativa, positiva, vittoriosamente partecipe della supremazia
dell'essere. La storia, la vicenda umana non fanno segnare solo una caduta,
una perdita; in ogni punto c'e' un risarcimento possibile, un principio di
pienezza, che nella dimensione dell'esperienza umana puo' al massimo essere
intuito. Al di la' del tormento e della disarticolazione, e' possibile, fa
intendere Luzi in chiusa al Viaggio, cogliere il permanere di una presenza
indissolubile ("E', l'essere. E'. / Intero, / inconsumato, / pari a se'. /
Come e' / diviene. / Senza fine, / infinitamente e' / e diviene, / diviene /
se stesso / altro da se'. / Come e' / appare. / Niente / di cio' che e'
nascosto / lo nasconde. / Nessuna / cattivita' di simbolo / lo tiene / o
altra guaina lo presidia. / O vampa! / [...]"). E' - questa tensione verso
l'unita' noumenica del mondo, al di la' delle apparenti contraddizioni e
divisioni della comprensione - il punto di fuga di tutta l'ultima poesia
luziana, giunta a vette di ontologica profondita' conoscitiva. E tale da
coronare una delle esperienze poetiche piu' mosse, varie e vitali
dell'intero Novecento italiano.
*
Come orientarsi tra i libri che parlano di lui
Alfredo Luzi, La vicissitudine sospesa. Saggio sulla poesia di Mario Luzi,
Vallecchi, Firenze 1968.
Claudio Scarpati, Mario Luzi, Mursia, Milano 1970.
Giuseppe Zagarrio, Luzi, La Nuova Italia, Firenze 1973 (prima edizione
1968).
Giancarlo Quiriconi, Il fuoco e la metamorfosi. La scommessa totale di Mario
Luzi, Cappelli, Bologna 1980.
Sergio Pautasso, Mario Luzi. Storia di una poesia, Rizzoli, Milano 1981.
Gaetano Mariani, Il lungo viaggio verso la luce. Itinerario poetico di Mario
Luzi, Liviana, Padova 1982.
Anna Panicali, Saggio su Mario Luzi, Garzanti, Milano 1987.
Lisa Rizzoli, Giorgio C. Morelli, Mario Luzi. La poesia, il teatro, la
prosa, la saggistica, le traduzioni, Mursia, Milano 1992.
Antonio Iacopetta, Azzurro magma (Lettura dell'opera di Luzi: 1936-1990),
Fratelli Gigliotti, Lamezia Terme 1993.
Giorgio Mazzanti, Dalla metamorfosi alla trasmutazione. Destino umano e fede
cristiana nell'ultima poesia di Mario Luzi, Bulzoni, Roma 1993.
Daniele M. Pegorari, Dall'"acqua di polvere" alla "grigia rosa".
L'itinerario del dicibile di Mario Luzi, Schena, Fasano di Brindisi 1994.
Nicu Caranica, Capire Luzi, Studium, Roma 1995.
Philippe Renard, Mario Luzi. Frammenti e totalita'. Saggio su "Per il
battesimo dei nostri frammenti", Bulzoni, Roma 1995.
Per Mario Luzi. Atti della giornata di studio (Firenze, 20 gennaio 1995), a
cura di G. Nicoletti, Bulzoni, Roma 1997.
Colloquio. Un dialogo con Mario Luzi, a cura di Mario Specchio, Garzanti,
Milano 1999.
Gloria Manghetti, Sul primo Luzi, Libri Scheiwiller, Milano 2000.
Mario D'Angelo, La mente innamorata. L'evoluzione poetica di Mario Luzi
(1935-1966), Edizioni Noubs, Chieti 2000.
Giorgio Cavallini, La vita nasce alla vita. Saggio sulla poesia di Mario
Luzi, Studium, Roma 2000.
*
1935-1999: i tanti titoli che hanno scandito le tappe di oltre sessant'anni
di versi
1914 Mario Luzi nasce a Castello, presso Firenze, il 20 ottobre, da Ciro
Luzi e Margherita Papini.
1927 Essendo stato il padre trasferito a Rapolano Terme, e dopo un periodo
trascorso a Milano, Mario continua gli studi ginnasiali al Tolomei di Siena.
La scoperta della citta', soprattutto dei capolavori pittorici che
custodisce, segna la sua iniziazione all'arte.
1932 Luzi si iscrive alla facolta' di Legge dell'universita' di Firenze, ma
dopo un mese si trasferisce a Lettere.
1935 Pubblica il suo primo libro di versi, La barca, in poche centinaia di
copie, presso Guanda. Il primo recensore della raccolta e' un altro poeta,
Giorgio Caproni. Comincia a collaborare alla rivista "Il Frontespizio".
1936 Si laurea con una tesi su Francois Mauriac.
1937 Comincia come supplente la sua attivita' di insegnante nelle scuole
superiori.
1938 Pubblica la tesi di laurea presso Guanda, con il titolo L'opium
chretien. Ottiene una cattedra di latino e storia in un istituto magistrale
di Parma, citta' dove ha modo di conoscere Attilio Bertolucci.
1940 Pubblica con l'editore Vallecchi il suo secondo volume di versi,
Avvento notturno.
1942 Si sposa con Elena Monaci, da cui avra' l'anno successivo il figlio
Gianni. Ristampa da Parenti, con revisioni, La barca. Pubblica la prosa
Biografia a Ebe.
1946 Da Sansoni appare Un brindisi.
1947 Esce da Vallecchi Quaderno gotico. L'autore scrive la sua prima opera
teatrale, Pietra oscura, la cui rappresentazione, nel 1952, viene impedita
da interventi ecclesiastici (trattava del suicidio di un sacerdote). Conosce
la scrittrice Cristina Campo.
1949 L'editore Marzocco pubblica la raccolta di saggi L'inferno e il limbo.
1952 Pubblica presso l'editore milanese Schwarz Primizie del deserto.
1955 Inizia la sua docenza di Lingua e cultura francese in seno alla
facolta' di Scienze politiche, all'universita' fiorentina.
1957 Appare presso Neri Pozza la raccolta poetica Onore del vero.
1959 Muore la madre del poeta, Margherita, a cui Luzi era profondamente
legato anche per l'influenza da lei esercitata nella sua formazione
religiosa. Cura l'antologia poetica L'idea simbolista (Garzanti).
1960 Raccoglie le sue opere edite di poesia con il titolo Il giusto della
vita (Garzanti).
1963 Pubblica da Scheiwiller (All'Insegna del Pesce d'Oro) la prima edizione
di Nel magma, la cui edizione definitiva, accresciuta, sara' stampata da
Garzanti nel 1966.
1965 Da Vallecchi esce la raccolta di scritti militanti Tutto in questione.
Muore dopo lunga malattia il padre del poeta, Ciro.
1971 Pubblica da Rizzoli Su fondamenti invisibili.
1973 Vede la luce nelle edizioni All'Insegna del Pesce d'Oro il dramma
Ipazia.
1978 Pubblica Al fuoco della controversia (Garzanti), che ottiene lo stesso
anno il Premio Viareggio.
1980 Anno di intensi viaggi, prima nei paesi scandinavi, poi a Praga, quindi
in Cina.
1983 Viene rappresentato e pubblicato il dramma Rosales.
1985 Esce da Garzanti Per il battesimo dei nostri frammenti.
1987 Presso Rizzoli viene pubblicato il dramma Hystrio. La Queen's
University di Belfast gli concede la laurea honoris causa.
1990 Viene data alle stampe da Garzanti la raccolta Frasi e incisi di un
canto salutare.
1994 Pubblica da Garzanti il poema per frammenti Viaggio terrestre e celeste
di Simone Martini. Per i suoi ottant'anni riceve l'omaggio di scrittori e
poeti di tutto il mondo, raccolti nel volume Per Mario Luzi (Edizioni del
Leone).
1998 Esce nei "Meridiani" Mondadori L'opera poetica, curata da Stefano
Verdino.
1999 Il poeta viene invitato dal Pontefice a scrivere i testi di
accompagnamento alla Via Crucis di Pasqua: saranno pubblicati l'anno
seguente da Garzanti con il titolo La passione. Esce da Garzanti la nuova
raccolta di versi, Sotto specie umana.
2002 Garzanti pubblica la raccolta di saggi intitolata Vero e verso, curata
da Daniele Piccini e Davide Rondoni.

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 274 del 16 dicembre 2008

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