Voci e volti della nonviolenza. 227



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 227 del 10 settembre 2008

In questo numero:
1. Con la guida di Gianfranco Ravasi tra recenti pubblicazioni religiose
(parte sesta)
2. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni del novembre 2004
3. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni del dicembre 2004
4. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni del gennaio 2005

1. EDITORIALE. CON LA GUIDA DI GIANFRANCO RAVASI TRA RECENTI PUBBLICAZIONI
RELIGIOSE (PARTE SESTA)

Proponiamo di seguito alcune segnalazioni bibliografiche estratte dalla
rubrica "I libri della fede" tenuta negli scorsi anni dal prestigioso
teologo cattolico Gianfranco Ravasi sul mensile "Letture".

2. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DEL NOVEMBRE
2004
[Dal mensile "Letture", n. 611, novembre 2004, col titolo "Le parabole?
Hanno ancora molto da dire".
Gianfranco Ravasi (Merate, 1942) arcivescovo cattolico, teologo, biblista,
ebraista e archeologo; presidente del Pontificio Consiglio della Cultura,
della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e della
Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. E' autore di numerose opere di
grande valore]

"Alcuni volevano arrestare Gesu'. Ma nessuno gli mise le mani addosso. Le
guardie tornarono dai sommi sacerdoti e dai farisei che domandarono loro:
'Perche' non ce lo avete condotto?'. Le guardie risposero: 'Mai un uomo ha
parlato come quest'uomo!'" (Giovanni 7, 44-46). Il fascino che il Gesu'
oratore creava era allora indiscusso, e lo e' ancor oggi attraverso il
riflesso dei Vangeli, espresso in particolare dall'uso sapiente del genere
parabolico. Negli scritti evangelici si catalogano da un minimo di 35 a un
massimo di 72 parabole, secondo le diverse classificazioni che possono
allargarsi anche a paragoni espansi o a schegge metaforiche. A studiare
questo stupendo patrimonio narrativo-teologico si sono dedicati esegeti di
grande calibro come Kenneth Bailey, Charles Harold Dodd, John R. Donahue,
Robert W. Funk, William E. Herzog, Joachim Jeremias, Adolf Juelicher, Jan
Lambrecht, Eta Linnemann, Howard I. Marshall, Norman Perrin, Bernard B.
Scott, Hans Weder e altri ancora.
Appare ora uno splendido commento a Le parabole di Gesu' dell'americano
Arland J. Hultgren (traduzione di Alessia Piana e Oscar Ianovitz, Paideia,
2004, pp. 483, euro 47,30), un testo da non perdere sia da parte degli
studiosi sia da parte di coloro che vogliono approfondire con rigore e con
gusto una delle vie privilegiate per la conoscenza del messaggio di Gesu'.
L'esegeta del Minnesota identifica 38 parabole in senso stretto e le ordina
tematicamente in un settenario: la rivelazione di Dio, la condotta
esemplare, la sapienza, la vita davanti a Dio, il giudizio finale, le
allegorie, il regno di Dio. A ogni parabola vengono riservati un'analisi
filologico-testuale accurata, un commento esegetico che tiene conto della
secolare ricerca ma che apre anche orizzonti nuovi, e uno spunto sobrio ma
pertinente di riflessione sulla finalita' a cui la parabola vuole condurre.
Naturalmente non manca tutto il contorno di indole generale e introduttoria,
ma anche un vasto apparato di appendici e di proposte collaterali.
Particolare rilievo viene assegnato all'apocrifo Vangelo di Tommaso copto,
che spesso offre un'ulteriore versione di alcune parabole sinottiche, ma che
conserva anche quattro parabole di Gesu' peculiari, non prive di qualche
attendibilita' storica, pur non essendo ovviamente canoniche (il pescatore
saggio, i discepoli come bambini, la donna con la giara, l'assassino).
A proposito di parabole, segnaliamo a margine un lieve ma appassionato
commento attualizzato al celebre racconto del Buon Samaritano da parte del
filosofo Paul Thibaud, L'altro e il prossimo (traduzione di Alessandro
Paris, Citta' Aperta, 2004, pp. 55, euro 6).
Rimaniamo nell'orizzonte neotestamentario segnalando una "guida" a Le
origini del cristianesimo, curata da Romano Penna (Carocci, 2004, pp. 349,
euro 20,80), un testo elaborato a piu' mani (Barbaglio, Fabris, Gianotto,
Jossa, Murphy-O'Connor, Norelli, Redalie', Sacchi). Il progetto sotteso
punta a individuare alcuni percorsi significativi per comprendere la nascita
e le istanze fondanti del fenomeno cristiano, a partire dai due grembi entro
cui il suo seme si depone: l'ambito giudaico e quello greco-romano, passando
poi alle traiettorie capitali del Cristo storico e pasquale, di Paolo e del
"giovannismo", fino al transito verso il II secolo. Interessanti sono due
contributi finali, l'uno di indole teologica dedicato alla dialettica
feconda tra unita' e diversita' presenti nel Nuovo Testamento, e l'altro di
documentazione archeologica (si pensi solo al valore "evangelizzatore" delle
strade romane).
Un altro orizzonte che ben presto si e' associato a quello dei 27 scritti
canonici e' rappresentato dagli Apocrifi del Nuovo Testamento che vengono
studiati sinteticamente - anche qui a piu' voci, col coordinamento di Anna
Lenzuni - da sette specialisti: Manfredi, Gianarelli, Nardi, Carrara,
Bocciolini Palagi, Sacchi e Marassini (Dehoniane, 2004, pp. 194, euro
17,50). E' l'occasione per fare il punto su un materiale spesso fluido che
ha pero' sempre esercitato una forte attrazione nella storia della
cristianita', soprattutto a livello devozionale e iconografico, e che rivela
alcune originalita' accanto a eccessi e sorprese, come nel caso della
corrispondenza tra Seneca e san Paolo, sospesa tra il "romanzo" e la
"letteratura pseudoepigrafa".
*
"Scandalo e stoltezza"
Ma ormai e' giunto il momento di entrare nel grande fiume della tradizione
cristiana. Un saggio interessante e vivace e' Lo scandalo della croce di
Luigi Padovese (Dehoniane, 2004, pp. 180, euro 15), che ricostruisce la
reazione polemica pagana ed ebraica nei confronti del nascente cristianesimo
(fino al IV secolo). L'incarnazione e la croce sono i due nodi nei quali si
infiggono le frecce, talora persino sarcastiche, della cultura esterna, che
trova troppo sconcertante e fin risibile una concezione cosi' "povera" e
"scandalosa" della divinita'. Naturalmente, spesso la nostra conoscenza
delle critiche e' affidata alla replica apologetica dei Padri della Chiesa
e, quindi, segnata dalle caratteristiche della parte in causa. Cio' non
toglie che il cuore del contrasto emerga nitidamente e sia per certi versi
emblematico anche per il nostro contesto socio-culturale postcristiano.
Rimane, comunque, pertinente l'intuizione di Kierkegaard secondo la quale la
filosofia cercava allora la mediazione, mentre il cristianesimo le opponeva
il paradosso.
Inoltrandoci ancora in questa navigazione secolare, sostiamo in un'oasi di
alta spiritualita', quella del monachesimo medievale, in particolare dei
cistercensi. Nel cuore di quella mistica c'era ovviamente una figura
dominante, Cristo, considerato come Tutta la dolcezza della terra, secondo
il titolo evocativo del saggio di Inos Biffi (Jaca Book, 2004, pp. 143, euro
14). E' un affascinante viaggio alla ricerca di "Cristo nostro amore", un
amore "saporoso" e fin tenero, condotto con la guida di quattro figure
monastiche di alto rilievo: Bernardo di Clairvaux (al quale e' riservato un
profilo molto significativo ai fini del recupero della sua particolare
qualita' di teologo e, in questo caso, di cristologo), Aelredo di Rievaulx,
Gertrude di Helfta e Giovanni di Ford.
A questo proposito, possiamo allegare un ulteriore ritratto, quello della
mistica, musicista, "scienziata", artista e scrittrice Ildegarda di Bingen,
il cui profilo e' disegnato da Anne H. King-Lenzmeier, di una universita'
del Minnesota (traduzione di Cristina Bombieri, Gribaudi, 2004, pp. 327,
euro 16,50). Detta enfaticamente "la Sibilla del Reno", vissuta nel XII
secolo, questa monaca benedettina dal temperamento originalissimo e
passionale, dalla genialita' fin sorprendente, e' stata spesso - dopo la sua
recente riscoperta - strattonata verso tipologie semplificatrici come quella
di una proto-femminista, di una predicatrice profetica, di una guaritrice
olistica o di un'artista fantasiosa. In realta', l'asse dei suoi scritti e
della sua esperienza e' squisitamente teologico-mistico, ed e' allora
preziosa questa ricostruzione della fisionomia di Ildegarda, in cui
genialita' e spiritualita' vengono tenuti insieme e fatti tendere verso una
"polifonia mistica". Tra parentesi ricordiamo la bella edizione del suo
Libro delle opere divine nei "Meridiani" Mondadori (2003), con testo latino
a fronte, che abbiamo gia' avuto occasione di segnalare.
*
Masaccio teologo
L'attenzione all'arte che Ildegarda rivelava ci induce a dar rilievo a un
volume piuttosto originale ed elaborato a piu' mani, sotto la direzione di
un teologo, Severino Dianich, e di uno storico dell'arte, Timothy Verdon. Il
grande Marie-Dominique Chenu (1895-1990) rimpiangeva il fatto di non aver
dedicato, nel suo saggio sulla teologia del XII secolo, spazio alle arti
letterarie e figurative "perche' anch'esse sono dei veri e propri luoghi
teologici". Nel libro La Trinita' di Masaccio (Dehoniane, 2004, pp. 249,
euro 25,82) si mette al centro proprio quel capolavoro che il pittore
toscano quattrocentesco ha dipinto in Santa Maria Novella a Firenze, e nella
premessa si ripetono in pratica le parole di Chenu: "Forse la teologia
dovrebbe allargare il proprio orizzonte metodologico". Ed e' cio' che si fa
in queste pagine, secondo una trama piuttosto suggestiva. L'opera del
Masaccio, infatti, dopo essere stata collocata nel suo contesto
storico-culturale, e' letta secondo due prospettive, quella piu'
specificatamente biblico-teologica e quella storico-artistica. E' a questo
punto che si possono trarre alcune conseguenze ermeneutiche che illustrano
l'esito di un simile approccio multidisciplinare. E' da augurare che
l'esperienza proposta da questo studio non rimanga isolata, ma venga
raccolta e declinata per altri soggetti.
Nel 1961 il famoso teologo Karl Rahner decise, con il collega Herbert
Vorgrimler, di approntare un essenziale Dizionario teologico che ebbe un
successo travolgente: 16 edizioni fino al 1988, e traduzioni in otto lingue.
Morto Rahner, Vorgrimler ha pensato di rifondere quel testo, tenendo conto
del progresso della teologia negli ultimi quaranta anni e accrescendo,
cosi', i lemmi dagli allora 644 agli attuali 891. E' sorto cosi' il Nuovo
dizionario teologico (traduzione di Lydia Marinconz e Roberto Mela,
Dehoniane, 2004, pp. 813, euro 49). Le voci sono sempre brevi e seguono uno
schema nitido, espresso tra l'altro in un linguaggio limpido, dote non molto
diffusa tra i teologi contemporanei: al significato e alla genesi del
concetto o del tema si fa succedere il profilo biblico, filosofico e
sistematico, per approdare agli esiti ottenuti nello sviluppo storico.
Scorrere i vari lemmi e' gia' un esercizio interessante perche' se, da un
lato, si ha tutto quello che ci si puo' e deve aspettare secondo le istanze
tradizionali e codificate, dall'altro ci si imbatte in voci del tutto nuove
e inattese, come "affetto", "afflizione", "alienazione", "angoscia",
"apatia", "arte", "astrologia", tanto per stare alla lettera A.
Curiosa, ad esempio, e' la voce "pacatezza", traduzione un po' imprecisa
dell'arduo tedesco Gelassenheit, il cui concetto fu introdotto nella
teologia dal mistico Meister Eckhart, contemporaneo di Dante: con quel
termine si indica "l'esser capaci di lasciare", un atto col quale la persona
si libera dai legami sbagliati e da coazioni indebite, per procedere verso
la verita'. Un motivo che serpeggera' qua e la' nella storia, giungendo fino
a lambire lo stesso Heidegger. Un dizionario, quindi, da avere sotto mano,
se si vogliono comprendere le mille iridescenze del pensiero teologico; un
testo tra l'altro di perfetto formato "manuale".
La sensibilita' dell'autore per l'ecumenismo, riflesso in molte voci, ci
induce a una puntata piu' "tecnica" in questo settore, suggerendo il saggio
Teologie della Riforma di Angelo Maffeis (Morcelliana, 2004, pp. 238, euro
17). L'opera e' chiaramente impostata secondo due piani. Un capitolo
introduttivo di taglio ermeneutico offre la chiave di volta per entrare in
un orizzonte piuttosto variegato, che ha i suoi snodi capitali nella fede e
nella giustificazione, tenendo conto della recente ricerca condotta sui
padri della Riforma dalla scuola finlandese di Tuomo Mannermaa. Segue, a
questo punto, la parte piu' ampia e interessante, ossia il trittico dedicato
ai tre grandi soggetti dell'elaborazione teologica protestante: Lutero,
Calvino e la Confessio Augustana (1530). L'attenzione si concentra sul nodo
ecclesiologico (battesimo, sacerdozio comune, disciplina).
E sempre a proposito di testimonianze ecclesiali (ma non solo), vorremmo
avviarci alla conclusione del nostro sondaggio bibliografico con la semplice
segnalazione di due testi suggestivi. Il primo e' una raccolta di ritratti
disegnati dalla penna fine e incisiva di padre Ernesto Balducci, Testimoni
di speranza per una diversa umanita' possibile, a cura di Andrea Cecconi e
Gian Franco Riccioni (Fondazione Ernesto Balducci, 2004, pp. 256, euro 12).
Da Dossetti a Mazzolari, da don Zeno a don Milani, da Gauthier a Maritain,
da Danielou a La Pira, da Carretto a Turoldo ma anche fino a Bobbio,
Cassola, Pasolini, Michelucci, Betocchi, Dolci, Capitini, Basaglia e cosi'
via: e' una galleria dai volti noti ma tracciati secondo profili inediti e
originali, come sapeva fare l'intuizione geniale di questo straordinario
personaggio, lui stesso testimone.

L'altro testo e', invece, una testimonianza intensa e appassionata di
spiritualita': sono gli esercizi spirituali predicati a Giovanni Paolo II
dal noto teologo Bruno Forte, ora arcivescovo di Chieti, Seguendo Te, luce
della vita (Mondadori, 2004, pp. 212, euro 16,50). L'itinerario e' quello
classico del genere, ma rielaborato in modo creativo: la via "purificativa"
della liberta' ci conduce alla via "illuminativa" della croce, per giungere
alla via "unitiva" della Pasqua che si ramifica poi nella comunione fraterna
ecclesiale e nella missione universale, nell'attesa della pienezza finale.

3. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DEL DICEMBRE
2004
[Dal mensile "Letture", n. 612, dicembre 2004, col titolo "Strenne per i
piu' 'strenui' lettori"]

Pare che la parola "strenna" derivi dall'aggettivo latino strenuus,
"coraggioso", con una variazione di significato: "dono per un felice
presagio", "augurio di coraggio e successo". E' percio' ovvio che le strenne
inondino le librerie soprattutto col Natale e con Capodanno, spesso
riducendosi all'equivalente di pesanti biglietti augurali. Obbediamo,
comunque, anche noi a questo rituale e inanelliamo una sequenza
bibliografica legata a questo genere; sequenza molto parziale, anche perche'
la nostra nota e' scritta - per ragioni redazionali - quando non e' ancora
pienamente esploso il gioco pirotecnico delle strenne natalizie.
Al primo posto collochiamo l'Atlante storico della Bibbia di Enrico Galbiati
e Filippo Serafini (Jaca Book, 2004, pp. 280, euro 90). Il noto biblista
monsignor Galbiati nel 1983 aveva approntato un atlante che seguisse la
trama storica della Bibbia attraverso un racconto storiografico e un sistema
cartografico. Qualche tempo prima della sua morte, avvenuta nel marzo di
quest'anno (ormai novantenne), egli aveva dato la sua approvazione a una
rifusione del testo secondo un nuovo progetto. Il giovane biblista Filippo
Serafini si e' fatto carico di questa operazione, che tenesse conto non solo
delle nuove acquisizioni scientifiche ma anche di una piu' rigorosa
impostazione metodologica e critica. E' sorto cosi' uno splendido volume del
tutto nuovo rispetto al precedente, simile a un vero e proprio itinerario in
sessanta tappe, che parte dalla Mezzaluna fertile, ha il suo centro vitale
in Gerusalemme e s'allarga fino a Roma e "agli estremi confini della terra"
(Atti 1, 8). E' un'opera a piu' facce, capace di coinvolgere geografia e
storia, archeologia e tradizione artistica, documentazione e teologia, il
tutto sostenuto da uno sterminato apparato iconografico, sempre funzionale
alla pagina e al capitolo biblico in questione.
*
Sfida all'Occidente
Conclusa l'era apostolica, che e' simile a una sorgente, si dirama il fiume
della Chiesa, che scorre ancor oggi nei deserti secolaristici della
modernita'. Uno storico affermato come Guy Bedouelle, dell'Universita'
svizzera di Friburgo, ha percio' tentato di elaborare una Storia illustrata
della Chiesa (traduzione di Graziano Borgonovo e Claudio Premoli, Jaca Book,
2004, pp. 277, euro 70), in cui fondamentale e' l'interazione tra testo e
immagine. Si', perche' la sfida e' quella di mostrare come gli eventi, le
vicende, i personaggi di questa storia secolare abbiano inciso profondamente
nel tessuto vitale, artistico, politico, sociale dell'Occidente. Non per
nulla tutti i capitoli recano nel titolo la parola "sfida", sulla scia di
un'intuizione del famoso storico Arnold Toynbee, secondo cui la forza della
religione nella storia e' quella di lanciare sfide: per un'universalita',
nei confronti dei barbari, del feudalesimo, della laicita', di fronte al
Rinascimento, alla Riforma, agli assolutismi, all'Illuminismo, alle
rivoluzioni, alle ideologie e alla diversita' delle culture.
*
Non la solita storia
Le strenne devono tener conto anche di un pubblico particolare che e' spesso
il destinatario privilegiato dei doni natalizi, i ragazzi. Ecco allora,
proprio per loro, la collana di album "La Chiesa e la sua storia", curata da
Juan Maria Laboa (Jaca Book / Paoline), prevista in dieci volumi, arricchita
dai disegni di Antonio Molino, ma anche da un'ampia serie di foto. Gia'
apparsi sono i primi due volumi, quello dedicato a I primi cristiani (pp.
62, euro 13,80), ossia fino all'anno 180, e L'epoca d'oro (pp. 62, euro
13,80), che vede l'apparire della grande Chiesa e che approda al Concilio di
Costantinopoli del 381. La finalita' religiosa e, se si vuole, catechetica
non penalizza lo sforzo storiografico, naturalmente adattato a questo
particolare pubblico di lettori. All'interno di questo genere e dello stesso
argomento, collochiamo anche una Vita di Tommaso Becket raccontata da Bobo
Persico e illustrata da Giuseppe Corti (Ares, 2004, pp. 64, euro 15),
deliziosa e puntuale narrazione di una vicenda drammatica e gloriosa, che ha
conquistato figure come Eliot (Assassinio nella cattedrale) e che -
attraverso un testo limpido e disegni raffinati e luminosi - affascinera'
certamente molti piccoli lettori, educandoli al valore supremo della
coscienza e della fede.
*
Segnali di stile
La storia della Chiesa ha al suo interno una presenza straordinaria per
originalita' ed efficacia, quella del monachesimo. Un'opulenta e sontuosa
strenna e' L'Europa dei monasteri di Bernhard Schuetz, apprezzato storico
dell'arte, soprattutto dell'architettura, dell'Universita' di Monaco (ed.
italiana a cura di Roberto Cassanelli, traduzione di Alessandra Costa, Jaca
Book, 2004, pp. 491, euro 150). La struttura di quest'opera monumentale e'
basata su due coordinate. La prima e' squisitamente storiografica e funge da
premessa al corpus del tomo: il monachesimo e' seguito nel suo formarsi
negli spazi solitari del deserto egiziano e nelle esperienze occidentali di
Agostino, Benedetto, Colombano e Bonifacio; si passa poi dall'epoca
carolingia a quella medievale con Cluny e i cistercensi, per approdare
all'epoca moderna e ai suoi travagli. L'altra, fondamentale, dimensione del
volume e' segnata da una sorta di recensione per schede di quasi tutti i
monasteri europei: 17 della penisola iberica, 32 della Francia, 11 della
Gran Bretagna, 52 dell'Europa centrale e 35 italiani. Ognuno di questi
edifici e' offerto quasi attraverso una visita, resa possibile soprattutto
dalle bellissime immagini.
E a proposito di architettura sacra, punctum dolens nella vicenda di questi
ultimi decenni, merita attenzione un libro che ha il formato di una strenna
ma che in realta' e' un interessante saggio documentario. Glauco Gresleri,
coadiuvato dal fratello Giuliano, da M. Beatrice Bettazzi e da un piccolo
stuolo di critici e operatori del settore, ricostruisce la straordinaria
esperienza vissuta a Bologna tra il 1955 e il 1968 dalla rivista e dal
relativo movimento Chiesa e Quartiere (Compositori, 2004, pp. 334, euro 44).
L'opera, come si diceva, ha finalita' storico-documentarie; tuttavia si
trasforma in un ritratto vivacissimo di una straordinaria ricerca artistica
e pastorale fiorita nella diocesi emiliana ai tempi del cardinale Lercaro:
con esiti innovativi eppur rigorosi, con un'ammirevole capacita' di
intrecciare spazio urbano e area sacra, liturgia e purezza di stile, analisi
teorica e attualizzazioni esemplari (un esempio per tutti, la chiesa di
Alvar Aalto di Riola), naturalmente distribuite anche in altre regioni
italiane.
Il riferimento all'architettura ci porta spontaneamente a un altro
suggerimento bibliografico particolarmente caloroso. Non e' in senso stretto
una strenna, ma potrebbe diventare uno splendido regalo natalizio. Si tratta
di un'opera in due volumi con 528 voci, 525 illustrazioni in bianco e nero,
103 a colori e 130 disegni, approntati da 114 autori: e' il dizionario
Iconografia e arte cristiana diretto da Liana Castelfranchi e Maria
Antonietta Crippa (San Paolo, 2004, pp. 1540, euro 149). L'immensita'
dell'orizzonte che il titolo evoca e' perlustrata attraverso la calibratura
tra voci di indole generale - come ad esempio "Arte contemporanea" o
"Archeologia cristiana", "Cristo", "Croce", "Musica sacra" e persino
"Riviste" (di arte sacra), e cosi' via - e voci molto piu' specifiche, fino
a cogliere aspetti minimi come l'"Acquamanile", i "Calzari", il "Pettine
liturgico" o il "Trumeau", che non e' un mobile ma un pilastro gotico. Uno
strumento prezioso non solo per la cultura ecclesiale ma per la scuola, se
non vuole perdere i segni di un'intera civilta' e della stessa identita'
dell'uomo occidentale.
*
Gesu' "inedito"
A questo punto usciamo dal genere "strenna" e nel poco spazio che ancora ci
e' disponibile vorremmo segnalare un trittico di opere legate alle tre
religioni monoteistiche abramitiche. Cominciamo col cristianesimo, risalendo
alle sue radici. Mauro Pesce raccoglie - col testo greco o latino a fronte -
Le parole dimenticate di Gesu' (Fondazione Valla / Mondadori, 2004, pp. 814,
euro 27). Si tratta di quasi 350 detti di Gesu' non registrati dai Vangeli
canonici ma trasmessi da un'ottantina di autori differenti, che vanno dallo
stesso san Paolo alla Lettera di Giacomo, dagli apocrifi ai primi scritti
cristiani come la Didache', fino ai Padri della Chiesa. Il curatore della
raccolta, molto preciso nel presentare tutte le caratteristiche (spesso
sorprendenti) di questi loghia - come si e' soliti definirli con termine
greco - e nel rivelare in filigrana la "varieta' della tradizione su Gesu'",
non s'impegna pero' sulla delicata e complessa questione della loro
autenticita' storica, spesso improbabile ma altre volte fondata. I testi
rimangono comunque un'attestazione della molteplice memoria di Gesu' e su
Gesu' conservata nei primi secoli cristiani.
La seconda figura che vorremmo presentare e' Muhammad, Maometto, il profeta
di Allah del quale l'islamologo Cherubino Mario Guzzetti delinea un
suggestivo ritratto (San Paolo, 2004, pp. 216, euro 16). Si tratta di uno
strumento di conoscenza che unisce alla documentazione puntuale una limpida
leggibilita' dalla finalita' quasi didattica (si vedano al riguardo le
appendici), cosi' da incrementare quel dialogo e quel confronto che si
rivela sempre piu' importante ai nostri giorni. Significativo e' anche lo
sforzo di incrociare vicenda e testi, storia e leggenda, eventi specifici e
fondali generali, societa' e spiritualita', senza ignorare il mondo
cristiano che, nel corso dei secoli, ha variamente recepito la figura di
Maometto e dell'islam. Non si dimentichi, ad esempio, che per quasi un
millennio si e' considerato il profeta musulmano come un eretico cristiano!
Guzzetti, pur favorendo il dialogo interreligioso con questo e altri suoi
scritti (ricordiamo in particolare il suo dizionario Islam, edito anch'esso
dalla San Paolo lo scorso anno), non esita a mostrare le difficolta', le
asperita' e le distanze che l'incontro tra le due fedi comporta, secondo un
corretto approccio storico-critico e teologico.
Infine l'ebraismo, che esemplifichiamo in un tratto rilevante del suo
secolare percorso. Giuliano Tamani, noto ebraista dell'Universita' di
Venezia, disegna in forma accademica l'arco de La letteratura ebraica
medievale (Morcelliana, 2004, pp. 275, euro 20), con una precisazione del
tutto necessaria: il Medioevo ebraico non si conclude nel Tre-Quattrocento
bensi' nel Settecento, quando e' abolito il ghetto e l'ebreo puo' entrare a
pieno titolo nel mondo moderno. L'articolazione dell'opera e' di taglio
geografico (Spagna, Francia, Germania, Africa, area bizantina, Italia,
Olanda, area ottomana e Yemen) e cronologico (la cesura e' posta tra il XV e
il XVI secolo).
All'interno di queste coordinate - che segnano anche identita' differenti
dell'ebraismo - si affolla una produzione molto variegata per generi: si va
dalla poesia profana e religiosa alla prosa rimata, dai trattati
filosofico-teologici alla favolistica, dalla letteratura
didattico-sapienziale a quella satirica, dalla narrativa di viaggio alla
cronaca storica, dalle traduzioni alla drammaturgia. Ma curiosa e'
soprattutto la folla degli autori, dei quali Tamani traccia sempre un
cammeo, cosi' da mostrare l'intrecciarsi di vicende personali e di eventi
sociali di una comunita' fortemente compressa eppur creativa, capace di
conservare un proprio imprinting ma anche di respirare cio' che si agitava
nell'aria, fuori del ghetto a cui l'ebreo era relegato ma del cui grembo e
del cui alimento aveva anche necessita' vitale.

4. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DEL GENNAIO
2005
[Dal mensile "Letture", n. 613, gennaio 2005, col titolo "Il pane di Dio il
sapere degli uomini"]

"Nel momento della consacrazione i duemila anni che ci separano dalla Croce
redentrice sono cancellati; anche noi siamo li', come lo furono la Vergine e
Giovanni". Cosi' scriveva il teologo e cardinale Charles Journet (1891-1975)
nel suo saggio Le mystere de l'Eucharistie. Questo tema, centrale nella
teologia cattolica, e' stato riproposto quest'anno da Giovanni Paolo II
all'attenzione e alla devozione dell'intera comunita' ecclesiale. Ha, cosi',
il primo posto nella nostra selezione bibliografica un'"enciclopedia" (cosi'
si autodefinisce) intitolata emblematicamente Eucharistia curata da Maurice
Brouard per l'editrice francese Cerf nel 2002 con un plotone di 82
specialisti di 20 Paesi diversi e tradotta in italiano dalle edizioni
Dehoniane (traduzione di Claudio Maffioletti, Romeo Fabbri e Gianni Pulit,
2004, pp. 975, euro 78).
Difficile e' presentare un'opera cosi' vasta e dal genere cosi' articolato;
tuttavia e' interessante notare che essa non ricorre alla tradizionale
sequenza alfabetica ma a un vero e proprio piano di argomentazione per cui,
se e' possibile l'uso da consultazione attraverso il ricorso agli indici, e'
pero' aperto davanti al lettore anche un itinerario continuo e coerente che
comprende ben 80 tappe strutturate in tre fasi fondamentali. Si parte dalle
radici simboliche universali sottese a questo rito specifico cristiano: si
pensi solo al tema del sacrificio e del pasto sacro, ampiamente attestato
gia' nel Primo Testamento e in tutte le civilta'. Si procede poi lungo la
trama della storia tipica del sacramento: dal Nuovo Testamento giu' giu', di
gradino in gradino, fino all'Oriente e alla Riforma protestante, al modello
tridentino e alle riprese teologiche successive, analoghe per fervore a
certi dibattiti medievali sul tema.
A questo punto si approda alla celebrazione eucaristica cosi' come si e'
configurata dal Concilio Vaticano II in avanti, con una serie di questioni
generali e particolari talora inedite: pensiamo al fenomeno
dell'inculturazione, alla delicata dimensione ecumenica, alla presenza e
alla funzione femminile, alle assemblee domenicali in assenza del
presbitero, all'ammissione o meno dei divorziati risposati, dei disabili e
dei bambini e cosi' via.
Naturalmente permangono (e ricevono la loro trattazione) anche le tesi
tradizionali di taglio teologico: pensiamo al ministero presbiterale, alla
connessione con gli altri sacramenti, alla pastorale e alla catechesi
eucaristica, alle varie prospettive confessionali, senza dimenticare anche
aspetti settoriali come l'arte e la celebrazione oppure la Messa alla
televisione e alla radio. Una vera summa dalle mille sfaccettature e dalle
molteplici presenze di personaggi che si sono dedicati a questo
sacramento-vertice della tradizione cristiana (si veda l'"indice dei nomi",
ove pero' e' assente proprio Journet da noi intenzionalmente citato in
apertura).
*
Maria, Agostino & co.
Passiamo ora a un altro genere di libri della fede che vorremmo unificare
all'insegna del personaggio che sta alla base di ciascuno di essi. Partiamo
con una figura capitale com'e' quella della Madre di Gesu' e lo facciamo col
suggestivo volume di Timothy Verdon, studioso americano di storia dell'arte
e ora prete fiorentino, intitolato esplicitamente Maria nell'arte europea
(Electa, 2004, pp. 234, euro 60). E' facile immaginare sia l'apparato
iconografico sontuoso ma funzionale sia la necessita' di una selezione
all'interno della foresta mariologica offerta dalle arti figurative
attraverso i secoli. Verdon opta per tre modelli: Maria come figura (sposa
di Cristo, immagine della Chiesa, arca, porta, grembo, donna vestita di
sole, nuova Eva e cosi' via), donna (la sua storia secondo le varie scene
evangeliche e tradizionali) e citta'. Quest'ultima tipologia e'
esemplificata attraverso il caso straordinario di Firenze.
Da Maria, procedendo cronologicamente, giungiamo a sant'Agostino, la cui
presenza nella bibliografia e' insonne (pare, infatti, che di media esca
almeno un articolo oppure un saggio o un libro al giorno sul vescovo di
Ippona). Questa volta suggeriamo, pero', un'opera "laica" del grande Padre
della Chiesa: si tratta della traduzione con testo latino a fronte di una
tetralogia, Il maestro, La dialettica, La retorica, La grammatica. Il tutto,
accompagnato da una splendida e acuta introduzione, va sotto la cura di
Maria Bettetini per la collana benemerita dei "Testi a fronte" di Bompiani
col titolo Il maestro e la parola (2004, pp. 354, euro 12). Parlavamo di
scritti "profani" perche' in essi appare l'Agostino retore, geniale
investigatore della parola, rivelazione e velamento della realta': c'e',
infatti, la parola efficace e la parola bugiarda, la sua capacita' di sfida
al mistero ma anche il suo cedere il passo alla contemplazione. Varie e
creative sono le piste aperte da Agostino e questo volume le illustra in
modo compiuto, svelandone l'assoluta modernita'.
Da Agostino passiamo a un'altra figura capitale per l'intera cristianita',
Francesco d'Assisi con Chiara. A entrambi e' dedicato il primo volume di
quella che sembra essere come una stupenda "saga" sacra, quella de La
letteratura francescana che, sotto la guida di un maestro com'e' il
professor Claudio Leonardi, e' prevista in quattro tomi: Francesco e Chiara
d'Assisi e' il titolo appunto del primo di essi (Fondazione Lorenzo Valla -
Mondadori, 2004, pp. 529, euro 27). E', questo, il primo tentativo di
approntare secondo una sequenza cronologica e nel rigore di un'edizione
critica gli scritti del Poverello, offerti col testo latino a fronte, fino
al celebre Cantico di frate sole e al testamento. Chiara e' presente,
invece, con le sue quattro lettere ad Agnese di Praga, la Regola e il
testamento. Interessanti sono, pero', anche le testimonianze coeve, meno
note ma significative a livello contestuale (Giacomo di Vitry, Elia da
Cortona, Ruggero di Wendower e la bolla di canonizzazione emessa da papa
Gregorio IX nel 1228). Ma lo splendore di questo volume - che non dovra'
mancare in nessuna biblioteca - e' la grandiosa introduzione che fa brillare
in modo nitido e profondo la spiritualita' di Francesco di impronta
teologica ed evangelica. Egli, infatti, non parlava della Bibbia ma
esprimeva la Bibbia in una trasparenza assoluta e integrale. Egli non
cercava Dio ma era trasformato, immerso, abbandonato a Dio. La sua e',
quindi, la temperie di un mistico che trascende le categorie spesso usate
per definirlo. Il commento, poi, che accompagna la raccolta dei vari testi,
elaborato da Daniele Solvi, diventa l'esegesi preziosa per intuire il
sottofondo ideale e anche la fragranza letteraria che pervade ogni riga di
quegli scritti di fede e di amore.
Dal Medio Evo francescano scendiamo poi verso l'Umanesimo ove ci viene
incontro la figura piu' alta di quell'epoca, Erasmo da Rotterdam
(1466-1536), con la sua opera piu' celebre e celebrata, l'Elogio della
follia, tradotto dalla Comunita' di San Leolino e curato da Stefano
Cavallotto (Paoline, 2004, pp. 472, euro 25).
Sono ormai decine le edizioni di questo capolavoro fremente e geniale.
Eppure, anche ad averlo letto piu' di una volta, mai ci si stanca di
quell'ironia sferzante e pacata che bolla la stupidita' e l'apparente buon
senso dei "mondani", laici e preti, legati nelle panie della loro vanita',
esteriorita' ed egoismo, e che propone la libera e creativa alternativa
della vera saggezza cristiana, giudicata come follia dall'ottusa banalita'
umana. Anche in questo caso la guida offerta dall'introduzione permette di
cogliere l'autentico spirito di quest'opera provocatoria eppur rigorosa,
paradossale ma realistica. All'Elogio e' allegato in appendice lo scambio
epistolare tra Erasmo e il teologo di Lovanio Maarten van Dorp, fiero
polemista nei confronti del pensatore e del suo scritto: a questo
personaggio anche san Tommaso Moro indirizzera' una lettera in appassionata
difesa dell'amico Erasmo, lettera che qui e' riproposta. Si ha, cosi', la
possibilita' di ricostruire la forte reazione indotta dall'ironia erasmiana
e la novita' del suo approccio e del suo stesso stile argomentativo.
*
Testimoni e teologi
Ci spostiamo, infine, verso l'epoca contemporanea e lo facciamo con una
serie di personaggi ai quali riserveremo una semplice segnalazione. Diamo
spazio innanzitutto alla figura di Charles de Foucauld, l'indimenticabile
figura di testimone di Cristo assassinato nel deserto algerino, ove aveva
posto la sua residenza, nel 1916, a 58 anni. Il noto e prolifico scrittore
spirituale Alessandro Pronzato gli dedica ora il primo volume di una
biografia narrativa, Il seme del deserto. Charles de Foucauld (Gribaudi,
2004, pp. 349, euro 16,50). Pur appoggiandosi a documenti e testimonianze,
l'opera assume il taglio di un racconto ed e' per questo che rivela una sua
efficacia nel tratteggiare questo appassionato interprete del Vangelo nella
sua autenticita' e purezza. Il libro finisce con l'esperienza nazaretana che
segnera' una tappa decisiva nella vita di de Foucauld.
Sempre attorno a questo personaggio e' da ricordare la raccolta dei
diari-lettere che i "fratelli" della comunita' fondata da fratel Charles
usano trasmettersi tra loro, a partire dal tempo in cui erano dispersi nel
deserto del Sahara. Questi testi sono ora tradotti da Renata Lollo:
l'orizzonte si allarga al mondo intero, dall'Africa al Medio Oriente,
dall'America all'Asia, fino all'Europa, in un arco di tempo che approda fin
quasi ai nostri giorni: Come Gesu' a Nazaret (San Paolo, 2004, pp. 452, euro
28).
In parallelo a de Foucauld vorremmo porre un altro martire contemporaneo, il
teologo evangelico Dietrich Bonhoeffer, ucciso dai nazisti nel 1945 a 39
anni. Un libretto curato da Manfred Weber e tradotto da Paola Florioli
raccoglie antologicamente brevi riflessioni su Gesu' Cristo dono di Dio
(Gribaudi, 2004, pp. 51, euro 6,50): "L'amore di Gesu' proviene
dall'eternita' e verso l'eternita' e' orientato..., ci avvolge perche'
dobbiamo essere eterni..., e' l'eterna fedelta' di Dio per noi".
Infine, ecco un altro grande teologo, Hans Urs von Balthasar (1905-1988). Di
questo autore dal dettato e dalle intuizioni sempre originali e affascinanti
e' tradotto (ad opera di Martino Doni), con un'incisiva e mirabile
prefazione di Massimo Cacciari, il commento all'Apocalisse (Medusa, 2004,
pp. 125, euro 24,50). Il testo, che e' corredato da una splendida sequenza
iconografica, offre l'occasione per la rilettura di un testo spesso
frainteso come mero oroscopo di sciagure. Il teologo lo riporta, invece, nel
cuore del presente come appello a una scelta, schierandosi dalla parte di
quel Dio che ha gia' pronunciato la sua ultima parola e il suo giudizio sul
mondo e sulla storia: da un lato, ci sara' allora il "martire", testimone
della fede, e dall'altro "tutte le potenze delle profondita' di Satana -
come scrive Cacciari - perche' qualsiasi compromesso e' peccato".

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 227 del 10 settembre 2008

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