Voci e volti della nonviolenza. 151



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 151 del 26 febbraio 2008

In questo numero:
1. Daniele Barbieri ricorda Elisa Nivola
2. Et coetera

1. LUTTI. DANIELE BARBIERI RICORDA ELISA NIVOLA
[Ringraziamo Daniele Barbieri (per contatti: pkdick at fastmail.it) per averci
messo a disposizione questo ricordo, apparso su "L'Unione sarda" il 26
febbraio 2008]

A colpire in Elisa Nivola era la capacita' di ascolto. Tante persone fingono
di sentire quel che viene detto in un dialogo (privato o pubblico) ma lei ne
era davvero capace, soprattutto ne aveva voglia, anche - soprattutto forse -
quando non era d'accordo con chi stava parlando. Se la memoria non mi
tradisce, dopo poco che la conobbi, dunque nel 1989, le chiesi se avesse
letto Dashiell Hammett. Lei rispose "si'" e mi chiese cosa avessi in mente
perche' avevo formulato la domanda in modo buffo o tendenzioso. "In un
romanzo, forse Piombo e sangue ma poco importa il titolo, il protagonista se
ne esce con una frase secca, 'nelle discussioni ci sono due tipi di persone:
quelle che vogliono avere ragione e quelle che vogliono capire'. Tu sei del
secondo tipo - le dissi - percio' sei quasi una rarita'".
Rara era anche la capacita' di Elisa Nivola di indirizzarti verso la
nonviolenza con la pratica quotidiana piuttosto che con le belle frasi, i
luminosi precetti. Nel poco tempo che l'ho conosciuta - ho abitato a
Cagliari solo per cinque anni - ho visto Elisa Nivola passare in mezzo a
molti problemi e qualche tempesta; sempre cercando la soluzione nonviolenta.
E qui occorre un chiarimento. Al contrario di una certa "vulgata" italiana,
nonviolenza e bonta' non sono parenti: esser buoni e' un atteggiamento
individuale, ovviamente assai pregevole quando non e' fariseo, mentre la
nonviolenza e' una teoria sovversiva che si propone di sradicare il
militarismo e rovesciare le ingiustizie. Mohandas Gandhi, Martin Luther King
o Aldo Capitini non negano (anzi) l'esistenza dei conflitti ne' invitano a
porgere sempre l'altra guancia ma tentano di indirizzare sul difficile
sentiero dove si impara - da soli e collettivamente - ad affrontare piccole
e grandi violenze rifiutandosi anzitutto di armare la propria testa. Il 17
febbraio sull'"Unione" un articolo di Elisa Nivola per ricordare gli anni
cagliaritani di Capitini aveva un titolo significativo: "il potere e' di
tutti", esattamente il contrario della societa' in cui viviamo, una piramide
gerarchica.
*
Elisa e' morta quattro giorni fa. Ci lascia gli insegnamenti di una bella
vita, qualche libro, molte allieve e molti allievi nel senso migliore di
questo termine.
Era nata nel 1926, maestra elementare a Sassari poi a Cagliari per
frequentare il magistero. Si laurea proprio con Aldo Capitini e diventa sua
assistente. Dal '69 e' insegnante a Magistero dove rimane in pratica sino a
75 anni, quando va in pensione. Giovanissima, negli anni '50, aveva vinto
una borsa di studio del "Bureau de l'education international" di Ginevra che
aveva iniziato una ricerca sull'educazione dopo la seconda guerra mondiale:
lei da' il suo contributo per la Sardegna. Questa esperienza la rende
attenta alla pedagogia sociale e alla sua prassi. Sceglie di collocarsi
all'interno della pedagogia militante. La sua azione si muove anche nel
campo della educazione degli adulti - ricorda Wanda Piras - e il suo
seminario diventa base di formazione e azione per maestri, studenti o
semplicemente per persone decise a impegnarsi nella societa'. Oltre a
importanti contributi sulle questioni della lingua e dell'identita' sarda,
lascia alcuni libri. Da Profilo storico dell'educazione popolare in
Sardegna, nel '73, a La condizione giovanile in Sardegna (1981), da
Educazione e societa' in Sardegna, nel 1983, a Pedagogia e politica nella
"questione sarda", del '92, sino a Tessiduras de paghe, con Maria Erminia
Satta nel 2006.
*
Fra i miei incontri con Elisa Nivola vorrei raccontarne due che mi sembrano
significativi non solo sul piano personale. Il primo quando ci trovammo
insieme in una scuola di Carbonia a parlare di razzismo e violenza. Fra i
ragazzi uno era qualcosa di piu' che rumoroso, quasi un provocatore: Elisa
lo chiamo' al tavolo con noi e gli diede la parola... esattamente il
contrario della scuola "normale" che rimuove i problemi mettendo gli alunni
fuori dalla porta. Il secondo e' legato allo stupore quando Elisa Nivola mi
chiamo' per fare un corso di formazione a formatori. Nonostante la mia nota
faccia tosta, mi sentivo un po' a disagio in quel ruolo e glielo dissi ma
lei mi convinse: "il tuo modo di mescolare la migliore fantascienza, cioe'
una letteratura popolare, alla critica sociale e' importante". Non so se la
frase "prendi fiato, vai e racconta" e' una mia successiva invenzione ma il
senso era quello. Persino uno sfacciato come me ogni tanto ha bisogno di
essere incoraggiato ed Elisa sapeva come farlo.
Cosi' la ricorda Dionisio Pinna della comunita' di Sestu. "Elisa ha sempre
dimostrato interesse ed empatia verso chiunque si impegnasse nella lotta
alla emarginazione sociale e contro il militarismo. Della nostra esperienza
amava soprattutto le caratteristiche del modello comunitario in formazione,
che riteneva ispirato alla 'semplicita' volontaria' e, dal suo punto di
vista, assai vicino ai principi della nonviolenza. In varie occasioni ha
dato la sua disponibilita' per incontri e seminari: uno sul nuovo Concordato
ebbe particolare risonanza, per la sua visione 'religiosamente laica'. Si
era anche interessata alla drammaturgia di Salvatore Vargiu in lingua
campidanese che andava affrontando temi a lei cari: condizione delle classi
subalterne e religiosita' popolare, in primo luogo. Riteniamo di avere avuto
in Elisa una convinta sostenitrice della nostra gioiosa fatica quotidiana".
Un bel ricordo e' anche quello di Franco Meloni, "il fisico" chiarisce "sono
uno dei mille franchimeloni che infestano la nostra isola folle". E anche in
questo caso il ricordo si lega all'educare: "tanti, tanti sogni fa" racconta
Meloni "Elisa, io e tanti altri, abbiamo pensato che educare libera,
migliora la societa'... qualunque cosa significhi. Cosi' nacque la scuola
popolare a Santelia, un quartiere ricco di pietre non solo nuragiche. Vicini
a don Milani non certo all'opera pia, eravamo una strana mistura di credenti
e agnostici. Elisa rappresenta, anche fisicamente, una certezza: solido
buonsenso che non confonde liberta' con permissivismo, elogio della fatica
dello e nello studio che deve tagliare, qualche volta a rasoiate marca Occam
(il filosofo Occam invitava a non trovare complicazioni dove non e'
necessario - ndr), fughe in avanti o trepidi abbandoni per evidente
previsione di fallimento. Ho un grande ricordo e affetto per lei. In su
cielu siat, come si merita".

2. ET COETERA

Elisa Nivola, amica della nonviolenza, pedagogista, allieva e collaboratrice
di Aldo Capitini, autrice di varie importanti pubblicazioni: una luminosa
figura della nonviolenza in cammino. Nulla vogliamo aggiungere qui adesso
allo stupendo ritratto che ne ha fatto Daniele, ma nei prossimi giorni certo
pubblicheremo altri ricordi, altre testimonianze, di tante e tanti che
l'hanno conosciuta, e apprezzata, e che non ne dimenticheranno la persona,
l'azione, il magistero.
*
Daniele Barbieri, nato a Roma il 3 ottobre 1948, vive a Imola; pubblicista
dal 1970 e giornalista professionista dal 1991, da sempre impegnato nei
movimenti per la pace, di solidarieta' e per i diritti civili, ha lavorato
all'interno dei quotidiani "Il manifesto" (per il quale e' stato a lungo
corrispondente dall'Emilia Romagna), "L'unione sarda" e "Mattina"
(supplemento bolognese de "L'unita'"); ha collaborato a numerose riviste,
fra cui "Mondo nuovo", "Musica jazz", "Azione sociale", "Muzak", "Il
discobolo", "Politica ed economia" (di cui e' stato redattore), "Meta",
"Cyborg", "Alfazeta", "Mosaico di pace", "Hp - Acca parlante", "Zero in
condotta", "Amici dei lebbrosi", "Redattore sociale", attualmente e'
redattore del settimanale "Carta"; da tempo collabora con il mensile "Piazza
grande" (con cui ha organizzato anche vari corsi di giornalismo sociale) e
con alcune ong (in particolare il Cospe) nella formazione o in ricerche; ha
lavorato all'agenzia on line "Migranews" (sostenuta dalla linea Equal
dell'Unione europea): nel giugno 2005 la Emi di Bologna ha pubblicato il
volume Migrante-mente, il popolo invisibile prende la parola, che raccoglie
una selezione di venticinque autori e autrici fra quelli che hanno scritto
per "Migranews". Come reporter (e come persona impegnata contro le guerre)
e' stato nei Balcani, in America latina e in Africa; nell'aprile del 2002 si
e' recato in Palestina con una delegazione del "Coordinamento degli enti
locali per la pace". E' genitore di Jan. Inoltre e' autore o co-autore di
alcuni testi per la scuola (due sulla fantascienza e uno sullo sport), di un
book-game sul '68 e inoltre di Agenda nera: 30 anni di neofascismo in
Italia, de I signori del gioco: storia, massificazione, interpretazioni
dello sport (con lo pseudonimo di Gianni Boccardelli) e di testi inseriti in
alcuni libri a piu' mani. Con Riccardo Mancini, da poco scomparso, ha
pubblicato alcuni libri e moltissimi articoli di fantascienza (erano loro
quell'"Erremme Dibbi'" che scriveva tanti anni sul quotidiano "Il manifesto"
articoli non dimenticati).

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Numero 151 del 26 febbraio 2008

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