Minime. 350



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 350 del 30 gennaio 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Benito D'Ippolito: Lettera consolatoria all'amico e maestro Ottaviano, in
lutto per la morte della sorella Iride
2. Mao Valpiana: Italia nonviolenta
3. A Bolzano il 30 gennaio
4. A Piacenza il 30 gennaio e il 2 febbraio
5. A Vicenza il 30 gennaio
6. Da oggi in edicola "L'antibarbarie" di Giuliano Pontara
7. Quei temerari sulle macchine volanti e quei politicanti ignoranti e senza
scrupoli
8. L'Agenda dell'antimafia 2008
9. L'agenda "Giorni nonviolenti" 2008
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. LUTTI. BENITO D'IPPOLITO: LETTERA CONSOLATORIA ALL'AMICO E MAESTRO
OTTAVIANO, IN LUTTO PER LA MORTE DELLA SORELLA IRIDE

Tutti i colori dell'arcobaleno non bastano
a restituire la luce di quella sola Iride
che ti era sorella.

Ma se una voce amica puo' lenire
l'immenso dolore che spacca le pietre
possa questa voce essere quella.

2. RIFLESSIONE. MAO VALPIANA: ITALIA NONVIOLENTA
[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: mao at sis.it) per averci messo a
disposizione il seguente articolo pubblicato con il titolo "La nonviolenza
in Italia? Un cammino in salita" nel supplemento domenicale del quotidiano
"Liberazione" del 27 gennaio 2008 dedicato all'anniversario della morte di
Gandhi.
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della
nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come
assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel
Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come
metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di
coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa
della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione
Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al
servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla
campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione
della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario
nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione
diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per
"blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio
direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio
della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione
di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato
di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per
la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il
digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana
rapita in Afghanistan e poi liberata. Un suo profilo autobiografico, scritto
con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4
dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e'
nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007.
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo
pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della
nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio
d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di
convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra,
avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro
la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della
nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito
del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico.
Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la
teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione
economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il
30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di
quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e
che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti
discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione,
della sua opera. Opere di Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un
giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una
natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere
contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua
riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede
significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In
italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza,
Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e
autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la
liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton;
Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura
della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e
fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi
sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di
frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da
Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio
pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato
l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi
ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali
della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono
stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi
massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda
il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza
civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi:
tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente
accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro
di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung,
Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente
detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il
Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il
Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il
Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e'
quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia
cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti
nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente
utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L.
Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti
Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci,
Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di
Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti
pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero
nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark
Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini,
L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con
la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini)
2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi
in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara,
L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega,
Torino 2006.
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato,
docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la
nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande
pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini:
la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari
collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che
contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale -
ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca -
bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato
il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una
raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea
d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo,
Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996;
segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri,
Edizioni Associate, Roma 1991; e la recente antologia degli scritti (a cura
di Mario Martini, benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della
nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione
nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org)
sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di
Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di
un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90
e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui
apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un
volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione
ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Opere su Aldo
Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il
messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno:
Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di),
Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988;
Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di
Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini.
Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi
Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova
Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per
una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini,
Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume
monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante,
La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del
Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta
2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini,
Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un
profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze
2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze
2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza
di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; cfr. anche il capitolo dedicato a
Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi,
Torino 2001; per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro
di Pietro Polito citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini
sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini:
www.aldocapitini.it, altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai
utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere
richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a
Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento
Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail:
azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org
Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43
dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di
Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale
(Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente
contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'.
Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di
massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del
1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica
scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento"
ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e
botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il
28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver
lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a
Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu'
povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio
al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la
denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si
impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la
costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a
Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le
disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro
intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2
febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di
disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una
strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958)
si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione".
Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare
questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza
sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del
fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle
accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della
vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo
Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino
1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli
attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto
Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a
Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci
e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a
processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo
metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita'
preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E'
convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento,
dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non
nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi
libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga,
impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere
e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico
sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi
nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di
alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di
costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro
economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che
faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento
di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per
tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno
necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni,
per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte
successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di
migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile;
l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e
cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile.
Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce
l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per
valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno
educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre
connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando
di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti
internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto,
frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con
numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla
distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci
evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi
al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di
effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione
capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della
complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone
"all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a
tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco
adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu'
recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra
esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica
e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge
della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30
dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo
spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel
portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita".
Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento
segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e
di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di
poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di
riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988;
La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Tra le
opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze
1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988
(sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore,
Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe
Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo
Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro
fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e
la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello
Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della
rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su
Danilo Dolci cfr. il dvd di Alberto Castiglione, Danilo Dolci. Memoria e
utopia, 2004. Tra i vari siti che contengono molti utili materiali di e su
Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.it, danilo1970.interfree.it,
www.danilodolci.toscana.it, www.cesie.org, www.nonviolenti.org]

Se oggi la nonviolenza di Mohandas Gandhi (1869-1948) ha cittadinanza
politica anche in Italia, lo dobbiamo ad Aldo Capitini (1899-1968), filosofo
e fondatore del Movimento Nonviolento. Senza il lavoro intellettuale di
Capitini, la figura di Gandhi sarebbe probabilmente ancora confinata solo
nell'ambito religioso.
Gia' negli anni Trenta l'antifascista Aldo Capitini scopre la dimensione
politica di Gandhi e intravede nella non-collaborazione la forza capace di
sconfiggere l'oppressione del regime e la via della resistenza nonviolenta
all'ormai prossimo conflitto mondiale. Capitini studia pensiero e azione del
Mahatma e introduce nel dibattito etico-politico il discorso sui mezzi e i
fini, concentrandosi soprattutto sul "metodo" per portare avanti la lotta:
"fra mezzi e fini vi e' la stessa relazione che esiste fra seme e albero".
Durante il regime fascista Capitini diventa un punto di riferimento per
molti giovani ma rimane isolato sul piano politico: "Mi decisi al
vegetarianesimo nel 1932, quando, nell'opposizione al fascismo, mi convinsi
che l'esitazione ad uccidere animali avrebbe fatto risaltare ancora meglio
l'importanza del rispetto dell'esistenza umana". Rovesciando l'antico detto
latino "si vis pacem, para bellum" Capitini imposta il suo lavoro culturale
sull'ipotesi "se vuoi la pace, prepara la pace" e diventa cosi' il teorico
dell'obiezione di coscienza. E' nel 1948, con la prima obiezione di
coscienza antimilitarista di Pietro Pinna, che dal pensiero si passa
all'azione. Capitini assume un impegno costante a sostegno degli obiettori,
organizzando nel 1950 a Roma il primo convegno italiano sul tema; nel 1952,
in occasione del quarto anniversario dell'uccisione di Gandhi, promuove un
convegno internazionale per la nonviolenza. Al termine dei lavori
costituisce un Centro di coordinamento internazionale per la nonviolenza, il
nucleo delle persone che avrebbero poi dato vita alla prima Marcia per la
pace Perugia-Assisi e quindi al Movimento Nonviolento, nel 1961. E' sempre
Capitini a valorizzare e far conoscere in Italia e all'estero la figura di
Danilo Dolci che considera "il Gandhi italiano" (suo il primo digiuno
politico, nel 1952, sul letto di un bambino morto di fame in Sicilia).
Nell'incessante lavoro di diffusione della nonviolenza gandhiana, Capitini
viene invitato a Barbiana da don Lorenzo Milani, il quale poi citera' Gandhi
nella sua famosa lettera ai cappellani militari, pubblicata poi ne
L'obbedienza non e' piu' una virtu'.
Capitini muore nel 1968. Il movimento studentesco e quello operaio stanno
preparando una stagione di lotte che affonda le radici ideologiche nel
marxismo. La nonviolenza viene lasciata da parte, dimenticata, quando non
derisa o considerata merce "borghese". Solo un drappello di giovani
obiettori, cattolici o radicali, tiene vivo il riferimento a Gandhi. Gli
altri preferiscono fare la naja come "proletari in divisa" contro l'esercito
dei padroni. La battaglia civile per la legge sull'obiezione antimilitarista
(che arrivera' nel 1972) viene condotta con metodi nonviolenti (marce,
digiuni, sit-in) da piccoli gruppi come il Movimento Nonviolento, il
Movimento Internazionale per la Riconciliazione e il Partito Radicale. I
testi di Gandhi cominciano a trovare cittadinanza soprattutto in ambienti
religiosi del dissenso cattolico (padre Balducci, dom Franzoni) o valdesi.
Ma e' con l'approvazione della legge sull'obiezione che i piccoli e
marginali movimenti nonviolenti italiani iniziano a confrontarsi con partiti
e istituzioni.
Negli anni '80 e '90 due partiti hanno inserito nei loro statuti fondativi
il termine "nonviolenza": il Partito Radicale e la Federazione dei Verdi, ma
l'esito non e' stato all'altezza delle aspettative. Il primo, dopo la
stagione movimentista, si e' trasformato piu' decisamente in partito e ha
assunto persino posizioni favorevoli ad interventi militari ed armati. I
secondi hanno assunto posizioni piu' vicine al pacifismo generico ma dopo
dilanianti contrasti interni hanno decisamente assunto la tradizionale forma
partito abbandonando la spinta iniziale che veniva dal basso (con l'unica
luminosa eccezione di Alexander Langer, vero amico della nonviolenza, che ha
saputo fare politica senza mai tradire la sua vocazione francescana). Ora
anche esponenti del pensiero comunista guardano alla nonviolenza
riconoscendo che non si puo' piu' prescindere da un confronto con essa. Se
e' vero che la nonviolenza non puo' essere arrogante nei confronti di altre
storie o culture a meno di contraddire la sua stessa aspirazione, e' anche
vero che chi arriva alla nonviolenza dopo aver percorso strade molto
diverse, dovrebbe avere un atteggiamento di umilta' e riconoscenza verso chi
ha tenuto accesa questa fiammella, spesso in solitudine. Il Movimento
Nonviolento non pretende di esaurire in se stesso la proposta della
nonviolenza che, come diceva Gandhi, e' "antica come le montagne", ma la via
italiana alla nonviolenza non puo' che passare da questa storia.

3. INCONTRI. A BOLZANO IL 30 GENNAIO
[Da Francesco Comina (per contatti: francesco.comina at gmail.com) riceviamo e
diffondiamo]

Primo convegno nazionale: "Il Mahatma letto da quattro angolature diverse.
Il futuro di Gandhi. A sessant'anni dalla scomparsa (30 gennaio 1948)".
Il Centro per la pace del Comune di Bolzano apre una riflessione
interculturale sul tema della nonviolenza con alcuni relatori di primo piano
del panorama italiano, come mons. Luigi Bettazzi, testimone degli eventi che
hanno segnato l'Italia negli anni Sessanta e Settanta,  Enrico Peyretti, uno
dei maggiori studiosi di Gandhi, membro del Peace Recherche Institut.
Mercoledi' 30 gennaio, ore 20,30, Sala di Rappresentanza del Comune, vicolo
Gumer 7. Bolzano.
*
Sono passati sessant'anni dalla morte del profeta della nonviolenza. Poche
ore prima di venire colpito da una pallottola Gandhi disse: "Se anche ora
venissi colpito da una pallottola e nel morire pronunciassi solamente il
nome di Dio allora significa che il mio intento e' stato raggiunto".
L'intento di Gandhi era quello di rendere l'umanita' nonviolenta, ossia
capace di risolvere le controversie non attraverso l'uso della forza ma
attraverso la forza insopprimibile della ragione e del buon senso.
Ora, dopo sessant'anni, ci accorgiamo che Gandhi e' stato un uomo del
futuro. La sua azione si spalanca nel futuro. Ecco perche' abbiamo scelto di
dare come titolo all'incontro "Il futuro di Gandhi", perche' sempre piu' la
sua azione, la sua forza della verita' (satyagraha) diventera' il principio
della saggezza politica dell'avvenire.

4. INCONTRI. A PIACENZA IL 30 GENNAIO E IL 2 FEBBRAIO
[Dall'associazione Ariel (per contatti: tel. 0523976738, e-mail:
info at associazione-ariel.it, sito: www.associazione-ariel.it) riceviamo e
diffondiamo]

L'associazione Ariel (per contatti: tel. 0523976738, sito:
www.associazione-ariel.it) promuove il convegno "Neotopia. La nonviolenza di
Gandhi per la democrazia partecipata oggi" che si terra' a Piacenza il 30
gennaio e il 2 febbraio 2008.
*
Sessant'anni fa, attorno alle cinque pomeridiane del 30 Gennaio 1948, nel
giardino di casa Birla dove ogni giorno teneva i suoi incontri di preghiera
aperti a tutte le religioni, Mohandas Karamchand Gandhi, il Mahatma, veniva
assassinato da un fanatico indu'.
Motivo di tanto odio l'amore incondizionato, e il profondo senso di
giustizia ed equanimita', che Gandhi dimostrava nei confronti dei musulmani;
troppo amore, dunque, la sua colpa agli occhi dei fanatici intolleranti.
Per questa assurda ragione il mondo fu privato della guida dell'uomo di cui
Albert Einstein avrebbe detto: Le generazioni a venire difficilmente
potranno credere che un uomo simile abbia camminato in carne e ossa sulla
Terra.
E' probabilmente vero che Gandhi, come egli stesso affermo' piu' volte, non
abbia inventato nulla di nuovo: la verita' e la nonviolenza, soleva dire,
sono antiche come le montagne.
Ma oggi piu' che mai e' chiaro al mondo che la sua lettura in chiave
spirituale dei nodi politici, economici e sociali che affliggono la societa'
moderna rimane di straordinaria attualita' e utilita'.
Questo convegno si pone dunque come momento di confronto e progettualita'
per il risveglio di una coscienza spirituale, etica e sociale che favorisca
la conversione delle odierne societa' strutturalmente violente in comunita'
nonviolente basate sui valori da sempre insegnati dai maestri spirituali
dell'umanita'.
*
Programma
Mercoledi' 30 gennaio 2008, LX anniversario dell'assassinio di Mohandas K.
Gandhi, ore 21, sala convegni dell'Unione dei Commercianti, str. Bobbiese 2
(Galleana), Piacenza: "L'eredita' del Mahatma e i maestri italiani della
nonviolenza".
Videoproiezione di documenti rari su Gandhi, Vinoba e i discepoli italiani.
Intervengono: padre Anthony Elenjimittam, monaco domenicano e discepolo
diretto del Mahatma Gandhi, fondatore della Missione Sat-Chit-Ananda di
Assisi per il dialogo interreligioso; Federico Fioretto, ricercatore,
vicepresidente dell'Associazione Ariel, Gazzola (Piacenza); Daniele Novara,
direttore del Centro psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti
di Piacenza; Giovanni Salio, presidente del Centro Studi Sereno Regis di
Torino, membro del Mir ñ Movimento Nonviolento e della rete Transcend.
*
Sabato 2 febbraio 2008, ore 9, cinema teatro Politeama, via S. Siro, 7,
Piacenza: "Fondamenti, attualita' e urgenza dell'azione nonviolenta".
In apertura dei lavori: Alexia canta John Lennon.
Introduzione dei lavori: Federico Fioretto, vicepresidente Associazione
Ariel; intervengono: Ervin Laszlo, fondatore e presidente del Club di
Budapest (in video); don Albino Bizzotto, fondatore e presidente di "Beati i
costruttori di pace"; Silvana Borgognini, docente di Biologia delle
popolazioni umane presso il corso di laurea in Scienze della Pace
dell'Universita' di Pisa; Piero Giorgi, del Centro Europeo di Gargnano
(Brescia), Adjunct Professor all'Australian Centre for Peace and Conflict
Studies - Faculty of Sociology, University of Queensland, Brisbane; Enrico
Peyretti, del Centro Studi Sereno Regis di Torino, fondatore del mensile "Il
foglio". Vi sara' spazio per le domande del pubblico.
*
Sabato 2 febbraio 2008, ore 15, Aula Magna I.s.i.i. "G. Marconi", via IV
Novembre 122, Piacenza: primo tavolo di dibattito: "L'educazione alla
democrazia partecipata e alla nonviolenza"; intervengono: Valeria Ando',
docente di Lingua e civilta' greca e responsabile del laboratorio "Pensiero
femminile e nonviolenza di genere" all'Universita' di Palermo; Piero Giorgi,
del Centro Europeo di Gargnano (Brescia), Adjunct Professor all'Australian
Centre for Peace and Conflict Studies - Faculty of Sociology, University of
Queensland, Brisbane; Daniele Novara, direttore del Centro psicopedagogico
per la pace e la gestione dei conflitti di Piacenza; Pierpaolo Triani,
docente di Metodologia dell'integrazione sociale e Metodologia del lavoro
socio-educativo all'Universita' cattolica di Piacenza; vi sara' spazio per
le domande del pubblico.
Secondo tavolo di dibattito: "La forza della nonviolenza nelle esperienze
comunitarie"; intervengono: Antonino Drago, docente di Strategie di difesa
popolare nonviolenta all'Universita' di Pisa, alleato dell'Arca; Elfo
Frassino (Antonio Bernini), presidente Conacreis - coordinamento nazionale
comunita' di ricerca etica, interiore e spirituale; Vincenzo Linarello,
presidente del Consorzio di cooperative sociali Goel, animatore delle
Comunita' libere di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria); Silvana Panciera,
premio "Donna d'Europa" 1995 (per il Belgio) per l'impegno socioculturale,
del Centro Europeo di Gargnano (Brescia); vi sara' spazio per le domande del
pubblico.
Intervento conclusivo: padre Alex Zanotelli: missionario comboniano, della
comunita' "Crescere insieme" di Napoli.

5. INCONTRI. A VICENZA IL 30 GENNAIO
[Da Francesco e Adelina Ambrosi (per contatti:
ambrosi.francesco at fastwebnet.it) riceviamo e diffondiamo]

A 60 anni dalla morte di Gandhi, il profeta della nonviolenza e dei diritti
civili, una serata di riflessione, approfondimento e commemorazione.
Mercoledi' 30 gennaio 2008, ore 20,30, presso l'Istituto saveriano missioni
estere, in viale Trento n. 119, a Vicenza, proiezione di un filmato su
Gandhi; seguiranno gli interventi: "Attualita' del messaggio di Gandhi, a
cura di Matteo Soccio (Movimento Nonviolento); "Obiezione di coscienza alla
guerra: ua testimonianza" di Russel Hoitt (ex soldato Usa della caserma
Ederle di Vicenza).
Organizzano l'iniziativa il Movimento Internazionale della Riconciliazione,
il Movimento Nonviolento, la Rete Lilliput.

6. LIBRI. DA OGGI IN EDICOLA "L'ANTIBARBARIE" DI GIULIANO PONTARA

In supplemento al quotidiano "L'Unita'" e' in edicola da oggi il libro di
Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e
il XXI secolo, apparso presso le Edizioni Gruppo Abele di Torino nel 2006 ed
ora riproposto in edizione economica a 7,50 euro.
Come abbiamo piu' volte segnalato e' un libro di capitale importanza di uno
dei massimi studiosi della nonviolenza (gia' curatore della fondamentale
antologia degli scritti di Mohandas K. Gandhi, teoria e pratica della
nonviolenza, Einaudi, Torino 1973, 1996).

7. RIFLESSIONE. QUEI TEMERARI SULLE MACCHINE VOLANTI E QUEI POLITICANTI
IGNORANTI E SENZA SCRUPOLI
[Riportiamo il seguente comunicato del "Centro di ricerca per la pace" di
Viterbo del 28 gennaio 2008]

Alcuni rappresentanti istituzionali ed alcuni dirigenti di organizzazioni
imprenditoriali viterbesi continuano a mentire a se stessi e ai cittadini.
Persistono in una propaganda scipita e mistificante invece di affrontare i
veri, gravi problemi che l'insensata proposta di realizzare a Viterbo un
devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per
Roma implica.
*
Vi sono nodi che non possono essere elusi, e tra questi i seguenti:
1. Il grave danno per la salute delle persone che la realizzazione del
mega-aeroporto comporterebbe: in termini di inquinamento atmosferico (e
particolarmente con l'emissione delle famigerate polveri sottili - in
un'area come l'Alto Lazio che gia' subisce le emissioni venefiche del polo
energetico Civitavecchia-Montalto), in termini di inquinamento acustico (che
colpirebbe una vasta area ed ampia parte della citta'), in termini di
inquinamento elettromagnetico, e naturalmente in termini di contributo
all'effetto serra (giacche' il trasporto aereo e' responsabile in ingente
misura del surriscaldamento del clima, la principale e piu' drammatica
emergenza ambientale planetaria);
2. la tremenda devastazione dell'ambiente e di rilevantissimi beni
naturalistici, storici, culturali, sociali, terapeutici ed economici: il
mega-aeroporto impatta nell'area termale del Bulicame, e' a due passi da
rilevanti emergenze archeologiche, e' a due passi dall'Orto botanico, e' a
due passi da fondamentali emergenze monumentali e beni sociali della citta'.
3. L'enorme danno economico al territorio che il danno alla salute e la
devastazione dell'ambiente e delle risorse del viterbese comporta: il
mega-aeroporto sara' una pesantissima servitu' che non produrra' benefici
bensi' gravami e sconquassi per la qualita' della vita dei cittadini e per
l'economia locale.
4. Lo scandaloso sperpero di soldi pubblici: il viterbese ha un estremo
bisogno di potenziare le ferrovie, di difendere e valorizzare i suoi beni
ambientali e culturali e le autentiche vocazioni produttive del territorio,
di promuovere un turismo di qualita'; invece il mega-aeroporto serve
pressoche' solo al turismo "mordi e fuggi" per Roma e agli interessi
speculativi di una ristretta cerchia affaristica e politico-affaristica
saccheggiatrice ed irresponsabile, provocando un danno enorme alla comunita'
e al territorio viterbese.
5. Il trasporto aereo va immediatamente e drasticamente ridotto se si vuole
salvare la biosfera dal collasso: dall'Onu alla comunita' scientifica
internazionale agli statisti piu' avvertiti da anni si viene argomentando la
necessita' e l'urgenza di diminuire e non incrementare alcune attivita' la
cui insostenibilita' ambientale e' dimostrata, la necessita' e l'urgenza di
un profondo mutamento di modello di sviluppo in direzione di scelte di
sobrieta' e di responsabilita'. L'incremento del trasporto aereo, cui e'
finalizzata la realizzazione di nuovi mega-aeroporti, e' punta di lancia di
un modello di sviluppo i cui esiti sono nocivi e distruttivi per l'umanita'
intera: e noi stiamo qui a discutere se per gli interessi speculativi di
qualche impresa che viola la legge (come certe compagnie low cost operanti
in Italia che rifiutano di riconoscere le leggi italiane a tutela dei
lavoratori e sfruttano i loro dipendenti in modo ignobile), e per consentire
a pochi soggetti di fare frenetiche vacanze consumistiche e massificate che
abbrutiscono e degradano tanto chi le fa quanto chi le subisce, sia lecito
danneggiare irreversibilmente l'umanita' intera e la biosfera del pianeta
che e' l'unica casa comune che abbiamo?
6. Last, but not least, la proposta del devastante mega-aeroporto di Viterbo
e' del tutto priva - ripetiamo: del tutto priva - delle verifiche e quindi
dei requisiti previsti dalla vigente legislazione in materia di Valutazione
d'impatto ambientale (in sigla: Via), di Valutazione ambientale strategica
(in sigla: Vas), di Valutazione d'impatto sulla salute (in sigla: Vis). Come
si puo' pretendere di realizzare un'opera che oltre ad essere sicuramente
nociva per la salute dei cittadini, oltre a danneggiare il pubblico bene,
oltre a costituire un saccheggio e uno sperpero dei soldi di tutti, e' anche
priva delle verifiche e quindi dei requisiti disposti e previsti dalle leggi
in vigore?
*
Occorre contrastare gli esiti nefasti dei deliri e delle mistificazioni di
personaggi che invitano a chiudere gi occhi di fronte ai disastri ambientali
e alla nocivita' per la salute: e' una storia gia' vista, ed ha provocato
disastri e sofferenze che nessuno puo' dimenticare.
Prima viene la dignita' umana, prima viene la salute e la sicurezza delle
persone, prima viene il diritto alla vita di tutti gli esseri umani.
Amministrare la cosa pubblica in un ordinamento giuridico democratico deve
essere attivita' ordinata all'inveramento e al rispetto dei diritti dei
cittadini, deve essere attivita' intesa al pubblico bene, deve essere
rigoroso rispetto delle leggi vigenti.
Per questo la realizzazione del devastante mega-aeroporto a Viterbo e' uno
scandalo e una follia.
Per questo ogni persona di volonta' buona dovrebbe impegnarsi per impedire
che amministratori e affaristi irresponsabili, ignoranti e senza scrupoli
compiano questo ennesimo scempio ai danni di tutti.

8. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA DELL'ANTIMAFIA 2008
Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo: l'Agenda dell'antimafia
2008, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2007,
euro 10. A cura di Anna Puglisi e Umberto Santino, edita dal Centro
Impastato con Addiopizzo, Cesvop, Comune di Gela, Consorzio Ulisse.
L'agenda puo' essere richiesta al Centro siciliano di documentazione
"Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel.
0916259789, fax: 0917301490, e-mail: csdgi at tin.it, sito:
www.centroimpastato.it

9. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI" 2008
Dal 1994 ogni anno le Edizioni Qualevita pubblicano l'agenda "Giorni
nonviolenti" che nelle sue oltre 400 pagine offre spunti giornalieri di
riflessione tratti dagli scritti o dai discorsi di persone che alla
nonviolenza hanno dedicato una vita intera: ne risulta una sorta di
"antologia della nonviolenza" che ogni anno viene aggiornata e completamente
rinnovata. Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo.
Per richieste: Qualevita Edizioni, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi
(Aq), tel. e fax: 0864460006, cell. 3495843946, e-mail: info at qualevita.it,
sito: www.qualevita.it
Il costo di una copia di "Giorni nonviolenti" 2008 e' di 10 euro, sconti
progressivi per l'acquisto di un numero di copie maggiore.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 350 del 30 gennaio 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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