Minime. 192



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 192 del 25 agosto 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Movimento Nonviolento: In memoria di Piergiorgio Acquistapace
2. Walter Benjamin: Tesi di filosofia della storia
3. Associazione "Sullastrada": Notizie dal Guatemala
4. Lega per l'abolizione della caccia: Un piccolo vademecum anticaccia
5. Letture: Erna Putz, Franz Jaegerstaetter. Un contadino contro Hitler
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'

1. LUTTI. MOVIMENTO NONVIOLENTO: IN MEMORIA DI PIERGIORGIO ACQUISTAPACE
[Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo questo
ricordo.
Piergiorgio Acquistapace, insegnante di straordinarie doti maieutiche;
infaticabile animatore di movimenti per la pace, l'ambiente, i diritti di
tutti, la costruzione di un altro mondo possibile; gia' responsabile
regionale dei verdi e figura storica della sinsitra molisana; limpido e
strenuo oppositore della guerra; autorevole volto e nitida voce del
Movimento Nonviolento, e' deceduto due giorni fa]

Il 21 agosto e' morto Piergiorgio Acquistapace.
Amico della nonviolenza, persona buona e mite, umile e tenace, instancabile
e fedele animatore di tante iniziative per la pace, l'ambiente, la dignita'
umana.
Piergiorgio e' stato pioniere, nella sua amata terra molisana,
dell'obiezione di coscienza e della nonviolenza. Fondatore e responsabile
del Movimento Nonviolento del Molise, non ha mai fatto mancare il suo
personale contributo alle iniziative nazionali. Sempre presente alle
manifestazioni antimilitariste, alle marce per la pace, ai convegni e ai
congressi, con discrezione e passione.
Gia' lo aspettavamo al prossimo congresso di Verona, dove comunque lo
sentiremo compresente e lo onoreremo come uno dei nostri migliori compagni.
Abbracciamo forte la moglie Lucia e le figlie Alessia e Laura, che hanno
chiesto a tutti gli amici che desiderano ricordare Piergiorgio, di offrire a
suo nome un contributo al Movimento Nonviolento.
Grazie di tutto, Piergiorgio.

2. MAESTRI. WALTER BENJAMIN: TESI DI FILOSOFIA DELLA STORIA
[Riproduciamo ancora una volta questo intenso testo benjaminiano, da Walter
Benjamin, Angelus novus. Saggi e frammenti, Einaudi, Torino 1962, 1976,
1981, 1995 (ma noi abbiamo sotto gli occhi l'edizione del 1981). Questo
breve scritto e' a nostro avviso un'opera ad un tempo enigmatica e capitale,
fomite a molteplici riflessioni e prisma dai riflessi cangianti ad ogni
rilettura; e' proprio dei pensatori piu' grandi non trarti a un consenso
passivo, non emanare fogli d'ordini, ma suscitare riflessione altra e
ulteriore, convocare a una crisi e a un decidersi, disporsi ad un tempo alla
perplessita' ed alla persuasione, all'ascolto (sentire insieme: consentire;
sentire diversamente: dissentire) che chiama alla condivisione e all'agire,
farsi cercatori ed assumere responsabilita'. La traduzione e' di Renato
Solmi, maestro tra i maestri.
Walter Benjamin, nato a Berlino nel 1892, saggista di sconvolgente
profondita', all'avvento del nazismo abbandona la Germania, si uccide nel
1940 al confine tra Francia e Spagna per sfuggire ai nazisti. Opere di
Walter Benjamin: in italiano fondamentale e' la raccolta di saggi e
frammenti Angelus novus, Einaudi, Torino; e quella che prende il titolo da
L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilita' tecnica, Einaudi,
Torino. Sempre presso Einaudi (che ha in corso la pubblicazione delle Opere,
a cura di Giorgio Agamben) cfr. anche: Avanguardia e rivoluzione, Critiche e
recensioni, Diario moscovita, Il concetto di critica nel romanticismo
tedesco (Scritti 1919-1922), Il dramma barocco tedesco, Immagini di citta',
Infanzia berlinese, Metafisica della gioventu' (Scritti 1910-1918), Ombre
corte (Scritti 1928-1929), Parigi capitale del XIX secolo, Strada a senso
unico, Sull'hascisch, Teologia e utopia (Carteggio 1933-1940 con Gershom
Scholem), Tre drammi radiofonici, e le Lettere (1913-1940). Presso Adelphi
cfr. la sua antologia di lettere commentate di autori del passato, Uomini
tedeschi. Opere su Walter Benjamin: per la bibliografia: M. Brodersen,
Walter Benjamin. Bibliografia critica generale (1913-1983), Aesthetica,
Palermo 1984; R. Cavagna, Benjamin in Italia. Bibliografia italiana,
1956-1980, Sansoni, Firenze 1982. Saggi: cfr. almeno AA. VV. (a cura di
Franco Rella), Materiali su Walter Benjamin, Venezia 1982; AA. VV., Paesaggi
benjaminiani, fascicolo monografico della rivista "aut aut", nn. 189-190,
1982; AA. VV., Walter Benjamin. Tempo storia linguaggio, Editori Riuniti,
Roma 1983;  Hannah Arendt, Il pescatore di perle, Mondadori, Milano 1993
(saggio incluso anche in Hannah  Arendt, Il futuro alle spalle, Il Mulino,
Bologna); Fabrizio Desideri, Walter Benjamin. Il tempo e le forme, Editori
Riuniti, Roma 1980; Hans Mayer, Walter Benjamin, Garzanti, Milano 1993;
Gershom Scholem, Walter Benjamin e il suo angelo, Adelphi, Milano 1978;
Gershom Scholem, Walter Benjamin. Storia di un'amicizia, Adelphi, Milano
1992. Cfr. anche Paolo Pullega, Commento alle "Tesi di filosofia della
storia" di Walter Benjamin, Cappelli, Bologna 1980]

1.
Si dice che ci fosse un automa costruito in modo tale da rispondere, ad ogni
mossa di un giocatore di scacchi, con una contromossa che gli assicurava la
vittoria. Un fantoccio in veste da turco, con una pipa in bocca, sedeva di
fronte alla scacchiera, poggiata su un'ampia tavola. Un sistema di specchi
suscitava l'illusione che questa tavola fosse trasparente da tutte le parti.
In realta' c'era accoccolato un nano gobbo, che era un asso nel gioco degli
scacchi e che guidava per mezzo di fili la mano del burattino. Qualcosa di
simile a questo apparecchio si puo' immaginare nella filosofia. Vincere deve
sempre il fantoccio chiamato "materialismo storico". Esso puo' farcela
senz'altro con chiunque se prende al suo servizio la teologia, che oggi,
com'e' noto, e' piccola e brutta, e che non deve farsi scorgere da nessuno.
*
2.
"Una delle caratteristiche piu' notevoli dell'animo umano, - scrive Lotze, -
e', fra tanto egoismo nei particolari, la generale mancanza di invidia del
presente verso il proprio futuro". La riflessione porta a concludere che
l'idea di felicita' che possiamo coltivare e' tutta tinta del tempo a cui ci
ha assegnato, una volta per tutte, il corso della nostra vita. Una gioia che
potrebbe suscitare la nostra invidia, e' solo nell'aria che abbiamo
respirato, fra persone a cui avremmo potuto rivolgerci, con donne che
avrebbero potuto farci dono di se'. Nell'idea di felicita', in altre parole,
vibra indissolubilmente l'idea di redenzione. Lo stesso vale per la
rappresentazione del passato, che e' il compito della storia. Il passato
reca seco un indice temporale che lo rimanda alla redenzione. C'e' un'intesa
segreta fra le generazioni passate e la nostra. Noi siamo stati attesi sulla
terra. A noi, come ad ogni generazione che ci ha preceduto, e' stata data in
dote una debole forza messianica, su cui il passato ha un diritto. Questa
esigenza non si lascia soddisfare facilmente. Il materialista storico lo sa.
*
3.
Il cronista che enumera gli avvenimenti senza distinguere tra i piccoli e i
grandi, tiene conto della verita' che nulla di cio' che si e' verificato va
dato perduto per la storia. Certo, solo all'umanita' redenta tocca
interamente il suo passato. Vale a dire che solo per l'umanita' redenta il
passato e' citabile in ognuno dei suoi momenti. Ognuno dei suoi attimi
vissuti diventa una "citation a l'ordre du jour" - e questo giorno e' il
giorno finale [der juengste Tag].
*
4.
"Cercate dapprima cibo e vestimento;
e il regno di Dio vi arrivera' da solo"
(Hegel, 1807)

La lotta di classe, che e' sempre davanti agli occhi dello storico educato
su Marx, e' una lotta per le cose rozze e materiali, senza le quali non
esistono quelle piu' fini e spirituali. Ma queste ultime sono presenti,
nella lotta di classe, in altra forma che non sia la semplice immagine di
una preda destinata al vincitore. Esse vivono, in questa lotta, come
fiducia, coraggio, umore, astuzia, impassibilita', e agiscono
retroattivamente nella lontananza dei tempi. Esse rimetteranno in questione
ogni vittoria che sia toccata nel tempo ai dominatori. Come i fiori volgono
il capo verso il sole, cosi', in forza di un eliotropismo segreto, tutto
cio' che e' stato tende a volgersi verso il sole che sta salendo nel cielo
della storia. Di questa trasformazione, meno appariscente di ogni altra,
deve intendersi il materialista storico.
*
5.
La vera immagine del passato passa di sfuggita. Solo nell'immagine, che
balena una volta per tutte nell'attimo della sua conoscibilita', si lascia
fissare il passato. "La verita' non puo' scappare" - questo motto, che e' di
Gottfried Keller, segna esattamente il punto, nella concezione storicistica
della storia, in cui essa e' spezzata dal materialismo storico. Poiche' e'
un'immagine irrevocabile del passato che rischia di svanire ad ogni presente
che non si riconosca significato, indicato in esso. (La lieta novella che lo
storico del passato porta senza respiro, viene da una bocca che forse, gia'
nel momento in cui si apre, parla nel vuoto).
*
6.
Articolare storicamente il passato non significa conoscerlo "come
propriamente e' stato". Significa impadronirsi di un ricordo come esso
balena nell'istante di un pericolo. Per il materialismo storico si tratta di
fissare l'immagine del passato come essa si presenta improvvisamente al
soggetto storico nel momento del pericolo. Il pericolo sovrasta tanto il
patrimonio della tradizione quanto coloro che lo ricevono. Esso e' lo stesso
per entrambi: di ridursi a strumento della classe dominante. In ogni epoca
bisogna cercare di strappare la tradizione al conformismo che e' in procinto
di sopraffarla. Il Messia non viene solo come redentore, ma come vincitore
dell'Anticristo. Solo quello storico ha il dono di accendere nel passato la
favilla della speranza, che e' penetrato dall'idea che anche i morti non
saranno al sicuro dal nemico, se egli vince. E questo nemico non ha smesso
di vincere.
*
7.
"Considerate il buio e il freddo grande
di questa valle echeggiante di lacrime"
(Brecht, L'opera da tre soldi)

Fustel de Coulanges raccomanda allo storico che voglia rivivere un'epoca di
cacciarsi di mente tutto cio' che sa del corso successivo della storia. Non
si potrebbe definire meglio il procedimento con cui il materialismo storico
ha rotto i ponti. E' un procedimento di immedesimazione. La sua origine e'
la pigrizia del cuore, l'acedia, che dispera di impadronirsi dell'immagine
storica autentica, balenante per un attimo. Essa era considerata, dai
teologi del Medioevo, come il fondamento ultimo della tristezza. Flaubert,
che ne aveva fatto la conoscenza, scriveva: "Peu de gens devineront combien
il a fallu être triste pour ressusciter Carthage". La natura di questa
tristezza si chiarisce se ci si chiede in chi propriamente "si immedesima"
lo storico dello storicismo. La risposta suona inevitabilmente: nel
vincitore. Ma i padroni di ogni volta sono gli eredi di tutti quelli che
hanno vinto. L'immedesimazione nel vincitore torna quindi ogni volta di
vantaggio ai padroni del momento. Con cio' si e' detto abbastanza per il
materialista storico. Chiunque ha riportato fino ad oggi la vittoria,
partecipa al corteo trionfale in cui i dominatori di oggi passano sopra
quelli che oggi giacciono a terra. La preda, come si e' sempre usato, e'
trascinata nel trionfo. Essa e' designata con l'espressione "patrimonio
culturale". Esso dovra' avere, nel materialista storico, un osservatore
distaccato. Poiche' tutto il patrimonio culturale che egli abbraccia con lo
sguardo ha immancabilmente un'origine a cui non puo' pensare senza orrore.
Esso deve la propria esistenza non solo alla fatica dei grandi geni che lo
hanno creato, ma anche alla schiavitu' senza nome dei loro contemporanei.
Non e' mai documento di cultura senza essere, nello stesso tempo, documento
di barbarie. E come, in se', non e' immune dalla barbarie, non lo e' nemmeno
il processo della tradizione per cui e' passato dall'uno all'altro. Il
materialista storico si distanzia quindi da essa nella misura del possibile.
Egli considera come suo compito passare a contrappelo la storia.
*
8.
La tradizione degli oppressi ci insegna che lo "stato di emergenza" in cui
viviamo e' la regola. Dobbiamo giungere a un concetto di storia che
corrisponda a questo fatto. Avremo allora di fronte, come nostro compito, la
creazione del vero stato di emergenza; e cio' migliorera' la nostra
posizione nella lotta contro il fascismo. La sua fortuna consiste, non da
ultimo, in cio' che i suoi avversari lo combattono in nome del progresso
come di una legge storica. Lo stupore perche' le cose che viviamo sono
"ancora" possibili nel ventesimo secolo e' tutt'altro che filosofico. Non e'
all'inizio di nessuna conoscenza, se non di quella che l'idea di storia da
cui proviene non sta piu' in piedi.
*
9.
"La mia ala e' pronta al volo,
ritorno volentieri indietro,
poiche' restassi pur tempo vitale,
avrei poca fortuna"
(Gerhard Scholem, Il saluto dell'angelo)

C'e' un quadro di Klee che s'intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo
che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha
gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L'angelo della storia
deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una
catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua
rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi,
destare i morti e ricomporre l'infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso,
che si e' impigliata nelle sue ali, ed e' cosi' forte che egli non puo' piu'
chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui
volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo.
Cio' che chiamiamo il progresso, e' questa tempesta.
*
10.
Gli oggetti che la regola dei conventi dava in meditazione ai fratelli,
avevano il compito di distoglierli dal mondo e dalle sue faccende. Il
pensiero che svolgiamo qui nasce da una determinazione analoga. Esso si
propone, nel momento che i politici in cui avevano sperato gli avversari del
fascismo giacciono a terra e ribadiscono la disfatta col tradimento della
loro causa, di liberare l'infante politico mondiale dalle pastoie in cui lo
hanno avviluppato. La considerazione muove dal fatto che la cieca fede nel
progresso di quei politici, la loro fiducia nella loro "base di massa", e
infine il loro servile inquadramento in un apparato incontrollabile, non
erano che tre aspetti della stessa cosa. Essa cerca di dare l'idea di quanto
deve costare, al nostro pensiero abituale, una concezione della storia che
eviti ogni complicita' con quella cui quei politici continuano ad attenersi.
*
11.
Il conformismo, che e' sempre stato di casa nella socialdemocrazia, non
riguarda solo la sua tattica politica, ma anche le sue idee economiche. Ed
e' una delle cause del suo sfacelo successivo. Nulla ha corrotto la classe
operaia tedesca come l'opinione di nuotare con la corrente. Lo sviluppo
tecnico era il filo della corrente con cui credeva di nuotare. Di qui c'era
solo un passo all'illusione che il lavoro di fabbrica, trovandosi nella
direzione del progresso tecnico, fosse gia' un'azione politica. La vecchia
morale protestante del lavoro celebrava la sua resurrezione - in forma
secolarizzata - fra gli operai tedeschi. Il programma di Gotha reca gia'
tracce di questa confusione. Esso definisce il lavoro come "la fonte di ogni
ricchezza e di ogni cultura". Allarmato, Marx ribatte' che l'uomo che non
possiede altra proprieta' che la sua forza-lavoro, "non puo' non essere lo
schiavo degli altri uomini che si sono resi... proprietari". Ciononostante
la confusione continua a diffondersi, e poco dopo Josef Dietzgen proclama:
"Il lavoro e' il messia del tempo nuovo. Nel... miglioramento... del
lavoro... consiste la ricchezza, che potra' fare cio' che nessun redentore
ha compiuto". Questo concetto della natura del lavoro, proprio del marxismo
volgare, non si ferma troppo sulla questione dell'effetto che il prodotto
del lavoro ha sui lavoratori finche' essi non possono disporne. Esso non
vuol vedere che i progressi del dominio della natura, e non i regressi della
societa'; e mostra gia' i tratti tecnocratici che appariranno piu' tardi nel
fascismo. Fra cui c'e' anche un concetto di natura che si allontana
funestamente da quello delle utopie socialiste anteriori al '48. Il lavoro,
come e' ormai concepito, si risolve nello sfruttamento della natura, che
viene opposto - con ingenuo compiacimento - a quello del proletariato.
Paragonate a questa concezione positivistica, le fantasticherie che hanno
tanto contribuito a far ridere di Fourier, rivelano un senso
meravigliosamente sano. Secondo Fourier, il lavoro sociale ben ordinato
avrebbe avuto per effetto che quattro lune avrebbero illuminato la notte
terrestre, che il ghiaccio si sarebbe ritirato dai poli, che l'acqua del
mare non avrebbe piu' saputo di sale, e che gli animali feroci sarebbero
entrati al servizio degli uomini. Tutto cio' illustra un lavoro che, lungi
dallo sfruttare la natura, e' in grado di sgravarla dalle creature che
dormono latenti nel suo grembo. Al concetto corrotto del lavoro appartiene
come suo complemento la natura che, per dirla con Dietzgen, "esiste
gratuitamente".
*
12.
"Noi abbiamo bisogno della storia, ma ne abbiamo bisogno altrimenti che il
fannullone viziato nei giardini del sapere"
(Nietzsche, Sull'utilita' e il danno della storia)

Il soggetto della conoscenza storica e' la classe stessa oppressa che
combatte. In Marx essa appare come l'ultima classe schiava, come la classe
vendicatrice, che porta a termine l'opera della liberazione in nome di
generazioni di vinti. Questa coscienza, che e' tornata ad affermarsi per
breve tempo nella Lega di Spartaco, e' sempre stata ostica alla
socialdemocrazia. Nel corso di trent'anni essa e' riuscita ad estinguere
quasi completamente il nome di un Blanqui, che ha fatto tremare col suo
timbro metallico il secolo precedente. Essa si compiaceva di assegnare alla
classe operaia la parte di redentrice delle generazioni future. E cosi' le
spezzava il nerbo migliore della sua forza. La classe disapprese, a questa
scuola, sia l'odio che la volonta' di sacrificio. Poiche' entrambi si
alimentano all'immagine degli avi asserviti, e  non all'ideale dei liberi
nipoti.
*
13.
"Forse che la nostra causa non diventa ogni giorno piu' chiara, e il popolo
ogni giorno piu' saggio?"
(Wilhelm Dietzgen, La religione della socialdemocrazia)

La teoria socialdemocratica, e piu' ancora la prassi, era determinata da un
concetto di progresso che non si atteneva alla realta', ma presentava
un'istanza dogmatica. Il progresso, come si delineava nel pensiero dei
socialdemocratici, era, anzitutto, un progresso dell'umanita' stessa (e non
solo delle sue capacita' e conoscenze). Era, in secondo luogo, un progresso
interminabile (corrispondente a una perfettibilita' infinita dell'umanita').
Ed era, in terzo luogo, essenzialmente incessante (tale da percorrere
spontaneamente una linea retta o spirale). Ciascuno di questi predicati e'
controverso, e da ciascuno potrebbe prendere le mosse la critica. Ma essa,
se si vuol fare sul serio, deve risalire oltre questi predicati e rivolgersi
a qualcosa di comune a essi tutti. La concezione di un progresso del genere
umano nella storia e' inseparabile da quella del processo della storia
stessa come percorrente un tempo omogeneo e vuoto. La critica dell'idea di
questo processo deve costituire la base della critica dell'idea del
progresso come tale.
*
14.
"L'origine e' la meta"
(Karl Kraus, Parole in versi I)

La storia e' oggetto di una costruzione il cui luogo non e' il tempo
omogeneo e vuoto, ma quello pieno di "attualita'" [Jetztzeit]. Cosi', per
Robespierre, la Roma antica era un passato carico di attualita', che egli
faceva schizzare dalla continuita' della storia. La Rivoluzione francese
s'intendeva come una Roma ritornata. Essa richiamava l'antica Roma
esattamente come la moda richiama in vita un costume d'altri tempi. La moda
ha il senso dell'attuale, dovunque esso viva nella selva del passato. Essa
e' un balzo di tigre nel passato. Ma questo balzo ha luogo in un'arena dove
comanda la classe dominante. Lo stesso balzo, sotto il cielo libero della
storia, e' quello dialettico, come Marx ha inteso la rivoluzione.
*
15.
La coscienza di far saltare il continuum della storia e' propria delle
classi rivoluzionarie nell'attimo della loro azione. La grande rivoluzione
ha introdotto un nuovo calendario. Il giorno in cui ha inizio un calendario
funge da acceleratore storico. Ed e' in fondo lo stesso giorno che ritorna
sempre nella forma dei giorni festivi, che sono i giorni del ricordo. I
calendari non misurano il tempo come orologi. Essi sono monumenti di una
coscienza storica di cui in Europa, da cento anni a questa parte, sembrano
essersi perdute le tracce. Ancora nella Rivoluzione di Luglio si e'
verificato un episodio in cui si e' affermata questa coscienza. Quando scese
la sera del primo giorno di battaglia, avvenne che in molti luoghi di
Parigi, indipendentemente  e nello stesso tempo, si sparasse contro gli
orologi delle torri. Un testimone oculare, che deve forse la sua divinazione
alla rima, scrisse allora: "Qui le croirait! on dit, qu'irrités contre
l'heure / De nouveaux Josués au pied de chaque tour / Tiraient sur les
cadrans pour arrêter le jour".
*
16.
Al concetto di un presente che non e' passaggio, ma in bilico nel tempo ed
immobile, il materialista storico non puo' rinunciare. Poiche' questo
concetto definisce appunto il presente in cui egli per suo conto scrive
storia. lo storicismo postula un'immagine "eterna" del passato, il
materialista storico un'esperienza unica con esso. Egli lascia che altri
sprechino le proprie forze con la meretrice "C'era una volta" nel bordello
dello storicismo. Egli rimane signore delle sue forze: uomo abbastanza per
far saltare il continuum della storia.
*
17.
Lo storicismo culmina in linea di diritto nella "storia universale"
[Universalgeschichte]. Da cui la storiografia materialistica si
differenzia - dal punto di vista metodico - forse piu' nettamente che da
ogni altra. La prima non ha un'armatura teoretica. Il suo procedimento e'
quello dell'addizione; essa fornisce una massa di fatti per riempire il
tempo omogeneo e vuoto. Alla base della storiografia materialistica e'
invece un principio costruttivo. Al pensiero non appartiene solo il
movimento delle idee, ma anche il loro arresto. Quando il pensiero si
arresta di colpo in una costellazione carica di tensioni, le impartisce un
urto per cui esso si cristallizza in una monade. Il materialista storico
affronta un oggetto storico unicamente e solo dove esso gli si presenta come
monade. In questa struttura egli riconosce il segno di un arresto messianico
dell'accadere o, detto altrimenti, di una chance rivoluzionaria nella lotta
per il passato oppresso. Egli la coglie per far saltare un'epoca determinata
dal corso omogeneo della storia; come per far saltare una determinata vita
dall'epoca, una determinata opera dall'opera complessiva. Il risultato del
suo procedere e' che nell'opera e' conservata e soppressa l'opera
complessiva, nell'opera complessiva l'epoca e nell'epoca l'intero decorso
della storia. Il frutto nutriente dello storicamente compreso ha dentro di
se' il tempo, come il seme prezioso ma privo di sapore.
*
18.
"I cinque scarsi decenni dell'homo sapiens - dice un biologo moderno -
rappresentano, in rapporto alla storia della vita organica sulla terra,
qualcosa come due secondi al termine di una giornata di ventiquattr'ore. La
storia infine dell'umanita' civilizzata occuperebbe, riportata su questa
scala, un quinto dell'ultimo secondo dell'ultima ora". Il tempo attuale [die
Jetztzeit], che, come modello del tempo messianico, riassume in una
grandiosa abbreviazione la storia dell'intera umanita', coincide esattamente
con la parte che la storia dell'umanita' occupa nell'universo.
a) Lo storicismo si accontenta di stabilire un nesso causale fra momenti
diversi della storia. Ma nessun fatto, perche' causa, e' gia' percio'
storico. Lo diventera' solo dopo, postumamente, in seguito a fatti che
possono esserne divisi da millenni. Lo storico che muove da questa
constatazione cessa di lasciarsi scorrere fra le dita la successione dei
fatti come un rosario. Coglie la costellazione in cui la sua propria epoca
e' entrata con un'epoca anteriore affatto determinata. E fonda cosi' un
concetto del presente come del "tempo attuale", in cui sono sparse schegge
di quello messianico.
b) E' certo che il tempo non era appreso dagli indovini, che cercavano di
estrarne cio' che si cela nel suo grembo, come omogeneo ne' come vuoto. Chi
tenga presente questo, puo' forse giungere a farsi un'idea del modo in cui
il passato era appreso nella memoria: e cioe' nello stesso. E' noto che agli
ebrei era vietato investigare il futuro. La thora' e la preghiera li
istruiscono invece nella memoria. Cio' li liberava dal fascino del futuro, a
cui soggiacciono quelli che cercano informazioni presso gli indovini. Ma non
per questo il futuro divento' per gli ebrei un tempo omogeneo e vuoto.
Poiche' ogni secondo, in esso, era la piccola porta da cui poteva entrare il
Messia.

3. ESPERIENZE. ASSOCIAZIONE "SULLASTRADA": NOTIZIE DAL GUATEMALA
[Dalle amiche  e dagli amici dell'associazione "Sullastrada" (per contatti:
info at sullastradaonlus.it) riceviamo e diffondiamo. Per sostenere le
attivita' di solidarieta' in America Latina e in Africa dell'associazione
"Sulla strada": via Ugo Foscolo 11, 05012 Attigliano (Tr), tel. 0744992760,
cell. 3487921454, e-mail: info at sullastradaonlus.it, sito:
www.sullastradaonlus.it]

Carissime e carissimi,
eccoci al giro di boa della nostra missione guatemalteca.
Qui tutto abbastanza bene anche se abbiamo, come sempre, qualche problemino.
Iniziamo da quelli, cosi' ci lasciamo alla fine le cose belle.
*
Purtroppo in questo periodo c'e' da queste parti un'emergenza dengue. E'
l'effetto di una puntura di zanzara che vive e prolifera in ambienti umidi e
dove ci sono acque stagnanti. Da' febbre e dolori reumatici forti e nelle
forme piu' accentuate puo' provocare emorraggie gravi che possono portare
alla morte.
Anche il Centro di salute di San Raymundo e' in allerta e ci ha incaricato
di passare per tutte le case dei villaggi dove vivono i nostri bambini della
scuola per avvertire del pericolo facendoci aiutare da dei disegni
esplicativi (visto che qui nessuno degli adulti sa leggere) che loro hanno
preparato.
Il giro delle famiglie del villaggio lo abbiamo terminato sabato scorso e
abbiamo anche avvertito che da oggi sara' con noi una dottoressa, Cinzia
Armelisasso, che visitera' tutti i bambini della scuola e anche tutti quelli
(adulti o meno) che vorranno.
Durante il nostro giro per dare informazioni, la prima domanda che ci hanno
fatto le famiglie, dopo aver ringraziato per fornire loro una consulenza
medica, e' sul costo della visita e delle medicine. Naturalmente noi abbiamo
detto che per il periodo che c'e' la dottoressa e' tutto gratis e loro si
sono tanto tranquillizzati e anche riempiti di speranza...
Infatti proprio oggi abbiamo scoperto che tanti di loro sono andati dal
dottore ma non hanno potuto fare la terapia per mancanza di soldi per
comprare le medicine.
*
Noi abbiamo gia' raccolto piu' di 500 scatole di Vermox, la medicina che
combatte il parassita del trigocefalo (la malattia che aveva Vilma) e anche
altrettanti kit per fare le analisi delle feci.
Da oggi e' partita la diagnosi e la deparassitazione dei bambini e degli
adulti dal parassita del tricocefalo. Cinzia, insieme a Maria Alicia (la
nostra infermiera), hanno cominciato ad attuare la campagna "Vilma nunca
mas". Siamo solo agli inizi ma abbiamo trovato gia' tanti casi di malattia e
percio' abbiamo ancora bisogno di tutto il vostro sostegno. Abbiamo
contattato il laboratorio analisi e spenderemo circa due euro per ogni
analisi delle feci e ne dobbiamo fare piu' di 1.500.
Della campagna "Vilma nunca mas" fanno parte anche il progetto della nuova
cucina e mensa dove i bambini potranno mangiare tutti insieme e soprattutto
seduti ad un tavolo e non per terra come invece accade ora. Anche la
costruzione di otto bagni per bambini e bambine e due docce rientrano nella
stessa campagna.
*
A proposito di Vilma, l'abbiamo trovata un po' dimagrita e speriamo che dai
prossimi controlli possa risultare che sta bene cosi' come stava in Italia.
Purtroppo per i genitori non e' proprio possibile venire ad abitare al
villaggio nella casa che gli abbiamo preparato. Non se la sentono di uscire
dalla loro comunita' per ora (Vilma abita lontano dal villaggio e vicino
all'ospedale Llano de la Virgen), e noi non ce la sentiamo di insistere piu'
di tanto. Ancora ci riesce difficile capire certe mentalita' cosi' diverse
dalle nostre e certe tradizioni forti piu' della vita stessa. Vogliamo
essere rispettosi e anche pero' non distaccarci troppo per non interrompere
quella amicizia e comunione di intenti che si e' creata tra noi e la
famiglia di Vilma.
Proprio oggi abbiamo consegnato la casa che era stata preparata per la
famiglia di Vilma ad un'altra famiglia, la famiglia del signor Gregorio e
della signora Lucrezia con i loro sei figli, uno dei quali e' proprio Luis,
il bambino che fino a pochi giorni fa aveva una verminosi tale che i
vermetti gli uscivano dal naso. E' una famiglia tanto bisognosa che
necessita di tutto e per loro avere questa opportunita' di una casa e di un
piccolissimo terreno per le piccole coltivazioni e' stata una vera
benedizione.
*
I nostri amici di Cologno al Serio, Maurizio e Renato, hanno costruito in
pochissimi giorni i bagni e ora i muratori di qui li rifiniranno. E' stato
un contributo preziosissimo che, oltre ad accelerare moltissimo i lavori, ha
avuto il grande pregio di insegnare tantissimi trucchi del mestiere ai
nostri muratori guatemaltechi e anche tanti modi per riparmiare tempo e
materiale. Sempre con il contributo dei nostri amici bergamaschi oggi
abbiamo anche una betoniera per il cemento. Gli occhi dei nostri operai si
sono messi a brillare per la contentezza nel vedere con quanta facilita' e
sopratutto pochissimi fatica e tempo si puo' fare il cemento. Alla fine si
era creata una bella atmosfera di amicizia tra Maurizio e Renato e tutti i
nostri lavoratori e crediamo che nel separarsi si sono sentiti anche molto
tristi. Ma l'incontro piu' speciale lo hanno avuto con i nostri bambini che
si sono dimostrati tanto affettuosi come al solito e che l'ultimo giorno li
hanno ringraziati con canti e poesie, giochi e fortissimi abbracci.
Da oggi iniziano anche i lavori di pittura delle ultime due aule fatte,
della mensa e della cucina. L'impianto elettrico di tutto lo sta facendo il
nostro amico Franco Poeta che si e' messo subito all'opera. Speriamo di
poter vedere le mamme cucinare nella nuova cucina e i bambini mangiare
seduti alla mensa  prima di andare via.
*
E' partito anche il progetto della "Banca solidaria", un progetto di
sviluppo di microcredito affidato a Paolo Carioli e Maurizio D'Isanto che
stanno lavorando da un anno a questa impresa. Per primo iniziera' il nostro
amico Juan Vargas che ha gia' chiesto un aiuto per l'acquisto di una pompa
per prendere l'acqua dal fiume che passa vicino al suo terreno per poter
tentare una coltivazione di pomodori.
Crediamo molto in questo progetto che aiutera' la costituzione di
microcooperative con lo scopo di emancipare gli abitanti del villaggio dal
lavoro sui fuochi d'artificio che tanti pericoli e danni hanno provocato in
questi tempi. Speriamo che anche le donne approfitteranno di questa
opportunita' per creare piccoli progetti di sviluppo economico autogestiti.
*
Anche Michela De Santis, Stefania D'Amico e Andrea Boccalini con la sua
magica macchina fotografica (ma in realta' magico e' lui nel fare le foto)
sono indaffaratissimi nei progetti nei quali sono inseriti.
I bambini fanno sempre la parte da leone.Sono per loro le attenzioni
maggiori, sono per loro le scelte piu' attente e sofferte, e sono per loro
anche i giochi che si fanno insieme, le capriole, i salti e il riconfermare
che sopratutto siamo amici e che i nostri progetti piu' preziosi sono quelli
basati sulle relazioni che, se autentiche, non muoiono mai.
Vi terremo informati su come procedono le cose e vi chiediamo sempre di
pregare e impegnarvi per il riscatto di  tutti i popoli impoveriti del
mondo.
Un saluto e un abbraccio da tutti noi.
A presto.

4. MATERIALI. LEGA PER L'ABOLIZIONE DELLA CACCIA: UN PICCOLO VADEMECUM
ANTICACCIA
[Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo questo piccolo vademecum
anticaccia redatto dalla Lega per l'abolizione della caccia
(www.abolizionecaccia.it), il cui sito invitiamo vivamente a visitare]

I. Le principali regole della caccia
1. Distanze dalle case
La caccia e' vietata per una distanza di 100 metri da case, fabbriche,
edifici adibiti a posto di lavoro.
E' vietato sparare in direzione degli stessi da distanza inferiore di 150
metri.
2. Distanze da strade e ferrovie
La caccia e' vietata per una distanza di 50 metri dalle strade (comprese
quelle comunali non asfaltate) e dalle ferrovie.
E' vietato sparare in direzione di esse da distanza inferiore a 150 metri.
3. Distanze da mezzi agricoli
La caccia e' vietata a una distanza inferiore di 100 metri da macchine
agricole in funzione.
4. Distanze da animali domestici
La caccia nei fondi con presenza di bestiame e' consentita solo ad una
distanza superiore a metri 100 dalla mandria, dal gregge o dal branco.
5. Trasporto delle armi
E' vietato trasportare le armi da caccia, che non siano scariche e in
custodia, all'interno dei centri abitati e delle altre zone ove e' vietata
l'attivita' venatoria, a bordo di veicoli di qualunque genere e nei giorni
non consentiti per l'esercizio venatorio.
6. Mezzi vietati di caccia
Reti, trappole, tagliole, vischio, esche e bocconi avvelenati, lacci,
archetti, balestre, gabbietrappola.
7. Giorni vietati
Martedi' e venerdi' sono giorni di assoluto silenzio venatorio anche se
festivi.
8. Orari di caccia
La caccia e' consentita da un'ora prima del sorgere del sole fino al
tramonto.
9. Stagione venatoria
Inizia la terza domenica di settembre e chiude il 31 gennaio.
10. Luoghi di divieto di caccia
Terreni di pianura innevati, stagni e laghi ghiacciati, terreni allagati,
giardini privati, parchi pubblici, centri abitati, aree adibite a sport,
parchi e riserve naturali, oasi, zone di ripopolamento, foreste demaniali.
11. Allenamento dei cani da caccia
E' consentito dalla terza domenica di agosto fino alla seconda domenica di
settembre, nei giorni di mercoledi', sabato e domenica, dalle ore 6 alle ore
11 e dalle ore 16 alle ore 20, su terreni incolti, boschivi di vecchio
impianto, sulle stoppie, su prati naturali e di leguminose, non oltre dieci
giorni dall'ultimo sfalcio.
L'allenamento e' poi consentito nei campi addestramento cani tabellati.
12. Colture agricole e caccia con i cani
L'accesso dei cani e' vietato nei terreni coltivati a riso, soia, tabacco ed
ortaggi.
L'uso dei cani e' consentito in numero massimo di due per cacciatore.
L'esercizio venatorio e' vietato in forma vagante sui frutteti, vigneti fino
alla data del raccolto, coltivazioni di riso, soia e mais da seme.
13. Omessa custodia dei cani da caccia
L'articolo 672 del codice penale, "Omessa custodia e mal governo di
animali", punisce chi lascia liberi, o non custodisce con le debite cautele,
animali pericolosi da lui posseduti.
14. "Polenta e osei"
Nei locali pubblici e' vietato servire polenta e uccelli selvatici anche se
sono appartenenti a specie cacciabili e abbattuti legalmente.
15. Violazione di domicilio
L'articolo 614 del codice penale, "Violazione di domicilio", punisce chi si
introduce nei giardini e nelle pertinenze delle abitazioni civili.
16. Uccisione di cani, gatti, animali da cortile
L'articolo 638 del codice penale, "Uccisione o danneggiamento di animali
altrui", punisce chi uccide o rende inservibili, deteriora o avvelena gli
animali che appartengono ai privati.
17. Bocconi avvelenati
L'articolo 727 del codice penale, "Maltrattamento di animali", punisce anche
chi causa la morte per avvelenamento di essi, mentre la legge sulla caccia
punisce penalmente chi utilizza bocconi avvelenati.
18. Disturbo delle persone
L'articolo 659 del codice penale, "Disturbo delle occupazioni o del riposo
delle persone", punisce chi con rumori molesti disturba le occupazioni o il
riposo delle persone.
19. Spari nei pressi delle abitazioni
L'art. 703 del codice penale, "Accensioni ed esplosioni pericolose", punisce
penalmente chi in un luogo abitato o nelle sue adiacenze o lungo una
pubblica via o in direzione di essa spara con armi da fuoco.
*
II. Chi vigila sul rispetto delle leggi sulla caccia?
La vigilanza sull'applicazione delle leggi sulla caccia (art. 27 L. 157/92)
e' affidata a: Guardie Venatorie della Provincia, Carabinieri, Corpo
Forestale dello Stato, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia
Municipale, Guardie volontarie venatorie delle associazioni ambientaliste e
venatorie.
*
III. A chi denunciare le violazioni sulla caccia?
La vigilanza sull'applicazione delle leggi sulla caccia (art. 27 L. 157/92)
e' affidata a: Guardie Venatorie della Provincia, Carabinieri, Corpo
Forestale dello Stato, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia
Municipale, Guardie volontarie venatorie delle associazioni ambientaliste e
venatorie. Il cittadino puo' denunciare gli illeciti penali ed
amministrativi a ciascuno dei corpi sopra elencati.
Giova ricordare che l'art. 361 del codice penale, "Omessa denuncia di reato
da parte del pubblico ufficiale", punisce il pubblico ufficiale, come il
carabiniere, la guardia provinciale, il forestale, il finanziere, la guardia
venatoria, il vigile urbano, il quale omette o ritarda di denunciare
all'Autorita' giudiziaria un reato di cui ha avuto notizia nell'esercizio o
a causa delle sue funzioni, come ad esempio i reati sulla caccia denunciati
a loro dai cittadini.
Il cittadino deve quindi pretendere che le suddette autorita' intervengano,
ricevano la denuncia e denuncino alla Magistratura i reati commessi dai
cacciatori.
*
IV. Come vietare la caccia nei propri terreni?
Purtroppo le leggi vigenti impediscono di fatto di vietare ai cacciatori di
entrare nei terreni agricoli dei privati a meno che non siano recintati con
rete non inferiore a 1,20 metri. Solo in particolari casi e solo ogni 5 anni
puo' essere richiesto per legge il divieto di caccia. Per informazioni sulle
procedure rivolgersi alla Lega per l'abolizione della caccia (sito:
www.abolizionecaccia.it).

5. LETTURE. ERNA PUTZ: FRANZ JAEGERSTAETTER. UN CONTADINO CONTRO HITLER
Erna Putz, Franz Jaegerstaetter. Un contadino contro Hitler, Berti, Piacenza
2000, pp. 256, euro 16. Una bella biografia del martire antinazista scritta
dalla sua maggiore studiosa sulla scorta di una ricerca straordinariamente
accurata (e grazie al fondamentale ausilio di Franziska Jaegerstaetter,
vedova di Franz, custode del suo lascito e luminosa figura di donna e di
resistente, testimone di come la bonta' sia piu' forte di ogni potere
inumano). Con una premessa all'edizione italiana di Giampiero Girardi, e
un'utile appendice documentaria. Una lettura che raccomandiamo con tutto il
cuore. Per richieste alla casa editrice: e-mail: info at bertilibri.it, sito:
www.bertilibri.it

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

7. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 192 del 25 agosto 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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