Minime. 176



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 176 del 9 agosto 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Maria G. Di Rienzo: Marziani, state a casa
2. Pasquale Pugliese e Raffaello Saffioti: Un incontro regionale nonviolento
in Calabria
3. Adriano Apra' ricorda Michelangelo Antonioni
4. Augusto Cavadi: L'ecclesia, l'ecumene
5. Giovanna Providenti: Il diario di Gloria Chilanti
6. Riletture: Lea Melandri, La passioni del corpo
7. Riletture: Maria Montessori, Educazione alla liberta'
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: MARZIANI, STATE A CASA
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
questo intervento.
Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio;
prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice,
regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche
storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica
dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle
donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei
diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di
Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra
Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne
nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un
piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in
"Notizie minime della nonviolenza" n. 81]

Tanti anni fa (io ero una bimba, per cui sono proprio tanti), fu inviata
nello spazio una sonda, chiamata Pioneer 13 se non ricordo male, destinata a
perdersi oltre i confini della nostra galassia. Recentemente ho letto che il
suo viaggio procede senza intoppi, in cieli distanti, fra stelle
sconosciute. Questa sonda reca un messaggio inciso su una lastra di metallo,
le figure di un uomo e di una donna ed alcuni simboli: il suo scopo e'
indicare alle eventuali forme di vita che lo ricevessero che l'umanita' e'
pacifica e pronta ad accoglierle. Io non posso lanciare questo articolo
dietro alla Pioneer per avvisare che si tratta di un'enorme menzogna, ma so
che devo scriverlo e sperare nel miracolo: alieni, chiunque voi siate, non
credeteci e restate sui vostri pianeti. Pacifici? Una cinquantina di guerre
insanguinano la culla dell'umanita', giorno dopo giorno, anno dopo anno,
milioni di morti, milioni di mutilati. Accoglienti? Abbiamo confini sempre
piu' militarizzati che "difendono" aree sempre piu' piccole, di territorio o
di idee. Non accogliamo neppure i nostri fratelli e sorelle di specie quando
fuggono da poverta', conflitti armati e disastri ambientali, chi vogliamo
prendere in giro? Amici di altre galassie, portate pazienza e ascoltatemi.
Ho scelto un paese a caso, sul Pianeta Azzurro, per spiegarvi a cosa
andreste incontro venendo qui. Non e' interessato da guerre, al momento, per
lo meno sul territorio nazionale, ma questo non lo rende meno pericoloso.
Ecco perche' non e' bene metterci piede.
*
1. Le bambine, di qualunque gruppo sociale, religione o provenienza
geografica, in questo paese della Terra non sono al sicuro. Figuriamoci se
lo sarebbero bambine verdi con le antenne, originarie di Proxima Centauri.
Bambine di undici anni vengono violentate dal vicino di casa-affettuoso baby
sitter (21 aprile 2007). Gli abusi, secondo la ricostruzione degli
investigatori, andavano avanti da oltre due anni e sono continuati fino a
quando un'amichetta delle due undicenni, che si trovava in casa con il
vicino insieme a loro, si e' accorta dei comportamenti strani dell'uomo.
Cosi' la piccola ha convinto le due amiche a raccontare tutto ai genitori e
lei stessa ha riferito quello che aveva visto a sua madre. Le mamme hanno
poi accompagnato le figlie all'ospedale dove nel corso di una visita sono
state riscontrate le violenze subite.
Se appena ne compi dodici, di anni, ci pensano i tuoi parenti a prostituirti
(sempre 21 aprile). Dopo un paio d'anni si scopre che e' tua madre a
venderti: il costo delle prestazioni variava dai quindici ai trenta euro e i
video degli incontri venivano conservati dai "clienti" sui cellulari, per
fare pressione sulla ragazzina. Se quest'ultima opponeva resistenza, veniva
ricattata con i filmati che mostravano i precedenti incontri sessuali, "Ti
sei andata a coricare" si sente in una delle intercettazioni telefoniche, "e
mi hai chiuso il telefono. Guarda che ti ricatto, ho le cose per
ricattarti". In un'altra telefonata, uno degli uomini chiede alla ragazza se
le si erano rimarginate le ferite provocate da un loro rapporto sessuale.
Oppure trovi qualche brav'uomo, sposato con tutti i crismi e padre di due
bambini, che dopo essersi portato a letto una dodicenne testimonia giulivo
davanti al giudice: "Scherzavamo. C'e' stato solo qualche scambio di
affettuosita'" (24 luglio 2007).
E se soffri il peso di una disabilita' (in questo caso specifico motoria, e
grave), non pensare che il violentatore di turno si fara' scrupoli, anzi,
l'eta' si abbassa pure. Otto anni ha la bambina disabile costretta a
prestazioni sessuali per un parente stretto, che le ha pure riprese con il
videocellulare e passate agli amici (2 giugno 2007).
*
2. Le donne, sempre con la stessa puntigliosa trasversalita', sono trattate
come pezzi di carne sul bancone di un macellaio.
Durante una lite, un uomo di 35 anni inizia a picchiare la sua compagna,
trentenne, incinta di quattro mesi, con calci e pugni. Fino a procurarle un
aborto. Poi ha prelevato il feto, e lo ha seppellito nella campagna vicina.
La donna ha chiamato un'ambulanza per chiedere soccorso e, in un primo
momento, ha raccontato ai medici solo dell'aggressione, senza menzionare
l'aborto che tuttavia e' stato diagnosticato dai sanitari. Solo allora la
donna ha riferito tutti i particolari dell'accaduto. Rintracciato
l'aggressore, che si era nascosto in un casolare isolato, si e' potuto
recuperare il corpicino da una fossa (8 luglio 2007).
Ma non importa che tu riesca a metterli al mondo, i tuoi e suoi bambini. Ne
puoi partorire persino quattro, e se lui pensa che tu lo tradisca ti
sgozzera' davanti a loro. La donna di cui parlo e' morta in questo modo
orribile, a 48 anni, per "una storia inesistente", dicono gli investigatori,
"forse resa reale per l'uxoricida dal suo stato depressivo". L'uomo ha poi
tentato il suicidio ferendosi all'addome con lo stesso coltello, una lesione
giudicata dall'ospedale guaribile in pochi giorni. Il maggiore dei figli,
che ha dato l'allarme ed e' fuggito da casa con gli altri fratelli, ha 16
anni (26 luglio 2007).
E sappiate anche che il denunciare le violenze da parte delle donne e'
inaccettabile ed e' immediatamente punito con violenze ulteriori. Un
pensionato viene arrestato per reiterate violenze sessuali ai danni di un
quattordicenne. Dopo un periodo di detenzione, ottiene gli arresti
domiciliari per motivi di salute. Cerca di far ritrattare le proprie
dichiarazioni ad una testimone dell'accusa, ma costei si rifiuta: l'uomo la
picchia e la stupra (6 luglio 2007).  Non va meglio se la protesta contro la
violenza e' collettiva, pubblica e organizzata, ne' importa che il motivo
per cui si protesta sia l'omicidio insensato di una giovane (questioni di
"onore"): la ritorsione e' solo differita, per motivi di opportunita'. Si
aspetta che una delle organizzatrici si trovi da sola, e la si insulta e
minaccia di morte. Le prime parole che gli aggressori dicono rivelano tutto:
"Devi smettere di parlare..." (29 giugno 2007).
*
3. In questa specifica nazione del pianeta Terra si sta allevando una
generazione di giovanissimi spacciando loro per valori la sopraffazione,
l'arroganza e la legge della giungla.
Due studenti quindicenni portano di forza un loro coetaneo nei bagni della
scuola: qui il ragazzino viene violentato da uno dei compagni mentre l'altro
riprende la scena con il telefonino. La vittima, che ha un piccolo deficit
di apprendimento ed e' seguito da un insegnante di sostegno, ha poi
raccontato tutto, settimane dopo, alla madre, quando un familiare aveva
avuto la notizia dell'esistenza di quelle immagini (26 maggio 2007).
Molti episodi, che siano meno cruenti o analoghi, non raggiungono la stampa,
ma la loro crescita e' ampiamente testimoniata. Il bullismo comincia ad
uccidere anche in questo paese (almeno una vittima si e' data la morte per
sfuggirvi, quest'anno), e in piu' abbiamo spacciatori dodicenni di droghe
leggere provenienti da rinomate e benestanti famiglie, e bambine di dieci
anni che "tirano" coca perche' fa dimagrire. Per non parlare dei filmati
shock che vengono allegramente messi in internet e dove si puo' ammirare la
cricca dei bulli minorenni che tormenta la vittima di turno.
*
4. La sanita' mentale, in questo paese, e' uno stato ampiamente minoritario.
Soprattutto fra chi ha potere decisionale o autorita' di qualche tipo.
Prendete i sindaci. Uno si sveglia la mattina e decide che i bambini
"nazionali" hanno piu' diritti dei bambini immigrati. Nelle graduatorie per
gli asili nido comunali, passeranno avanti grazie alla cittadinanza di mamma
e papa'. E badate bene: "Qualora gli istituti non volessero accogliere la
richiesta, il sindaco e' pronto a intervenire con un'ordinanza". Chi viene
da 'fuori" e' un problema, tuona il primo cittadino, e percio' ha in
progetto di realizzare un sistema di monitoraggio tramite telecamere
piazzate su tutto il territorio comunale: scuole, parchi, piazze, periferie,
frazioni... Il Grande Fratello in perpetuo, ventiquattr'ore su ventiquattro,
e' semplicemente geniale, no? (27 luglio 2007). Un altro sindaco si trova
con un caso di stupro sul proprio territorio, otto minorenni che violentano
una coetanea e cosa fa? Tira fuori dal bilancio comunale le spese legali per
gli accusati, forse ignorando che la difesa legale e' garantita d'ufficio
anche agli indigenti (ma i fanciulli non sarebbero affatto indigenti). Di
fronte alle reazioni provenienti da membri autorevoli del suo partito, gli
da' dei "talebani", ricorda che sono loro ad aver bisogno di lui e non
viceversa, e si organizza una micromanifestazione di sostenitrici per far
vedere a tutto il mondo che le donne non sono schifate e offese dal suo
comportamento, anzi (18 luglio 2007).
Cos'abbiamo, ancora? Parlamentari tristi e stanchi, consumati dalla lotta
alla droga, dalla tolleranza zero e dal "family day" che sono costretti,
causa lontananza dall'amata moglie, a festini a base di cocaina e
prostitute. Sacerdoti che, nei guai con la legge per l'ennesima volta,
denunciano "complotti" giudaico-massonici. (Questa dichiarazione mi ricorda
qualcuno, qualcuno con baffetti e divisa, ma no, non e' Chaplin). Ministri
della Repubblica che prontamente assicurano la loro "vigilanza" sui
complotti...
*
Miei cari ET, cosa devo dirvi di piu'? Di qualsiasi costellazione siate
originari, restateci. O almeno non mettete piede in Italia, fino a che non
diventiamo un paese civile.
*
Post scriptum: Gli episodi di cronaca succintamente narrati sono avvenuti in
varie parti d'Italia. Gli autori degli atti di violenza erano cittadini
italiani e cittadini immigrati; le vittime pure.

2. INCONTRI. PASQUALE PUGLIESE E RAFFAELLO SAFFIOTI: UN INCONTRO REGIONALE
NONVIOLENTO IN CALABRIA
[Da Pasquale Pugliese (per contatti: puglipas at interfree.it o anche
educazione at nonviolenti.org) e da Raffaello Saffioti (per contatti:
rsaffi at libero.it) riceviamo e diffondiamo.
Pasquale Pugliese, educatore presso i Gruppi educativi territoriali del
Comune di Reggio Emilia, dove risiede, laureato in filosofia con una tesi su
Aldo Capitini, e' impegnato nel Movimento Nonviolento (del cui comitato di
coordinamento fa parte), nella Rete di Lilliput ed in numerose iniziative di
pace; e' stato il principale promotore dell'iniziativa delle "biciclettate
nonviolente".
Raffaello Saffioti, amico della nonviolenza, infaticabile promotore di
iniziative di pace, solidarieta', cultura, e' animatore dell'esperienza
della Casa per la pace "Domenico Antonio Cardone" di Palmi ed e' segretario
dell'Associazione amici dell'Antiquarium e dell'Associazione amici della
Pietrosa]

Cari amici,
in occasione del XXII congresso nazionale del Movimento Nonviolento, che si
svolgera' a Verona nelle giornate dal primo al 4 novembre 2007, ci pare cosa
buona convocare un incontro regionale in Calabria degli scritti al nostro
Movimento, degli abbonati ad "Azione nonviolenta" e di tutti gli amici della
nonviolenza calabresi che vogliono essere presenti, sia per presentare i
temi e del congresso e raccogliere su di essi stimoli e riflessioni, sia per
creare un primo momento di conoscenza e collegamento tra tutti coloro che
nella nostra regione sono impegnati nelle molte iniziative di cambiamento
orientate alla nonviolenza. Le due ragioni ci sembra che si possano
intersecare proficuamente ed anzi si rinforzino a vicenda.
Il congresso del Movimento Nonviolento ha come tema principale "La
nonviolenza e' politica per il disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti", e
si pone come momento conclusivo di un percorso di ricerca culturale e
politica sviluppato dal 2000 ad oggi e di apertura di una nuova fase di
iniziative declinate sotto diversi aspetti, come sviluppati dai diversi
gruppi di lavoro previsti: dalle "risposte di movimento alla crisi della
politica" ai "corpi civili di pace", dall'"educazione alla nonviolenza" alla
"resistenza nonviolenta contro il potere mafioso" ecc.
*
D'altro canto in Calabria sempre piu' amici della nonviolenza - in alcuni
casi iscritti al Movimento, in altri lettori della nostra rivista - portano
avanti importanti lotte culturali, politiche ed educative sui medesimi temi,
ma spesso in maniera isolata. In un contesto difficile come questo pensiamo
che l'esigenza della conoscenza, del collegamento e del sostegno reciproco
sia sentita da tutti come prioritaria e in questo senso vogliamo fornire
un'occasione d'incontro, che possa portare a futuri sviluppi della
nonviolenza nella nostra regione, e sia di incoraggiamento alle iniziative
del Movimento Nonviolento nella sua dimensione nazionale.
A questo scopo siete invitati a partecipare all'incontro che si svolgera' a
Palmi (Reggio Calabria) sabato 25 agosto alle ore 16,30 presso la sede
dell'Associazione Casa per la Pace "D. A. Cardone", in piazza San Rocco.
Un fraterno saluto.
Per il comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento
Pasquale Pugliese (per contatti: educazione at nonviolenti.org)
Per l'Associazione Casa per la Pace "D. A. Cardone" di Palmi
Raffaello Saffioti (per contatti: rsaffi at libero.it)
*
Al fine della migliore organizzazione dell'incontro, chiediamo di comunicare
l'adesione a Raffaello Saffioti, tel. 096622183; cell. 3496836404

3. MEMORIA. ADRIANO APRA' RICORDA MICHELANGELO ANTONIONI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del primo agosto 2007, col titolo "Dialoghi
cosi' falsi da sembrare veri".
Adriano Apra' (Roma 1940), acutissimo studioso di cinema, fondatore della
rivista "Cinema & film", promotore di numerose iniziative, autore di
numerosi saggi, e' una delle figure piu' vive della cultura cinematografica
in Italia.
Michelangelo Antonioni (1912-2007), regista cinematografico italiano. E'
difficile dire in poche parole perche', ma taluni suoi film si imprimono
nell'animo della persona che li vede come emblemi di un enigma che ci
riguarda. Tra le opere di Michelangelo Antonioni: i film (prescindendo dai
cortometraggi): Cronaca di un amore (1950); I vinti (1952); La signora senza
camelie (1953); Tentato suicidio (episodio di Amore in citta', 1953); Le
amiche (1955); Il grido (1957); L'avventura (1959); La notte (1961);
L'eclisse (1962); Deserto rosso (1964); Il provino (episodio de I tre volti,
1965); Blow-up (1966); Zabriskie Point (1970); Chung Kuo, Cina (1972);
Professione: reporter (1974); Il mistero di Oberwald (1980); Identificazione
di una donna (1982); Al di la' delle nuvole (1995); Eros (2004). Antonioni
ha anche scritto libri e realizzato opere in altre modalita' delle arti
figurative. Opere su Michelangelo Antonioni: per un avvio cfr. Giorgio
Tinazzi, Michelangelo Antonioni, Il Castoro cinema, Milano]

Il silenzio a colori si intitola l'ultima opera di Michelangelo Antonioni:
una mostra di dipinti, realizzati a partire dal 2002, vista al Tempio di
Adriano a Roma dal 28 settembre al 22 ottobre 2006. Centinaia di immagini,
per lo piu' astratte, che colpiscono per la profusione dei colori e delle
forme: tutto l'opposto, si direbbe, del rigore monotematico delle precedenti
Montagne incantate, assai piu' facilmente comparabili ai suoi film. Stavolta
ci troviamo di fronte a un nuovo Antonioni, come se l'anziano artista avesse
scoperto nelle limitazioni fisiche della malattia una incredibile giovinezza
della fantasia. Faceva parte della mostra anche un video realizzato dalla
moglie Enrica Fico, con Michelangelo, dove lo si vede comporre con
entusiasmo e infinita pazienza i suoi collage: come un bambino che gioca,
viene voglia di dire.
Antonioni era tutt'altro che un artista in ritiro. Va detto con chiarezza
che i film realizzati negli ultimi anni sono integralmente suoi, nonostante
gli impedimenti fisici. Al di la' delle nuvole (1995) e il cortometraggio Lo
sguardo di Michelangelo (2004) possono essere annoverati, anzi, tra i suoi
capolavori; e sul primo vale la pena di leggere la testimonianza di Wim
Wenders (in Il tempo con Antonioni. Cronaca di un film, Socrates, 1995) per
capire quanto la sua mediazione fosse integralmente al servizio
dell'artista. Ho invece l'impressione che da un po' di tempo circolasse
nella critica una sorta di condiscendenza dietro la quale si nascondeva
l'inconfessabile sospetto che si trattasse di opere per interposta persona.
Ma basta guardare e ascoltare per rendersi conto della padronanza con cui
ogni inquadratura e' pensata e costruita, e di come l'opera nel suo insieme
sia un'architettura dove tutto si tiene (non inganni per esempio, in Al di
la' delle nuvole, la suddivisione in episodi e intermezzi). Questo vale
anche per Il filo pericoloso delle cose (2004), episodio di Eros che, lo
ammetto, richiede piu' di una visione per essere compreso al di la'
dell'imbarazzo che puo' sollevare a un primo impatto.
Antonioni e' per molti versi un artista segreto: uno sperimentatore che
pero', al di la' di momentanei insuccessi, ha avuto l'ardire di confrontarsi
con grandi temi e col grande pubblico. In questo senso lo si puo' definire
un artista overground. Per la sua ricerca formale avrebbe potuto essere
confinato ai margini dell'industria e della distribuzione, come i filmaker
underground; invece ha sostanzialmente goduto, almeno da L'avventura in poi,
del favore di entrambe: parente in questo di Ejzenstejn, di Gance, di
Hitchcock, di Kubrick, cineasti che, pensando in grande, non hanno mai
rinunciato al rigore della forma. In quanto "formalista", richiede anch'egli
dal critico una lettura "in chiave", che vada al di la' dei contenuti per
inoltrarsi nei segreti della composizione. Non so quanto questo lavoro di
analisi del testo sia stato fatto avendo presenti tutti i dettagli dei suoi
film. Ho l'impressione che troppo spesso la critica abbia considerato
Antonioni come un intellettuale, privilegiandone le tematiche e sentendosi
in dovere di adeguare il proprio punto di vista a un livello "alto", senza
tenerne in debito conto la materia: suoni e immagini.
Per esempio i suoni. Quanto spesso si e' sentito dire che le immagini di
Antonioni sono straordinarie, ma i dialoghi... In questo caso, il problema
e' che siamo inconsciamente predisposti ad accettare la formalizzazione
delle immagini - il loro antinaturalismo - ma non quella dei dialoghi,
altrettanto costruiti e "falsi". Si potrebbe arrivare a dire che la sfida di
Antonioni nei confronti delle abitudini del pubblico e' assai piu' spinta
sul piano dei dialoghi che su quello delle immagini...
Cio' mi porta ad aggiungere che poco si e' considerato quanto Antonioni
debba al cinema commerciale, addirittura ai generi del cinema popolare, in
particolare al melodramma. Non dimentichiamoci che ha realizzato un
cortometraggio sui fotoromanzi: L'amorosa menzogna; e che i suoi dialoghi,
appunto, sono spesso una rielaborazione critica di quelli da melo, donde il
ridicolo che molti vi hanno rilevato. Una volta, forse proprio per defilarsi
da un tipo di critica che lo prendeva, per cosi' dire, troppo sul serio, ha
detto che lui faceva i film "con la pancia". Bisogna credergli, e rendersi
conto di quanto attingesse, per entrare in sintonia col proprio pubblico, a
forme di comunicazione di tipo emotivo, compreso un immaginario inconscio di
tipo hitchcockiano. La forza del "modernismo" di Antonioni sta anche nelle
radici antiche del suo stile.
Spero che Antonioni non venga monumentalizzato, come e' accaduto con Fellini
e Pasolini. La sua grandezza non sta tanto nel fatto che puo' incarnare agli
occhi di molti, nel cinema, il mito dell'artista puro, solitario e rigoroso.
Sta semmai nella capacita' che ha dimostrato con tutti i propri film di
saper costruire un universo autonomo, scarsamente legato a un referente
esterno; o forse sarebbe meglio dire "parallelo" rispetto a quello in cui
viviamo, potentemente concluso in se stesso e dotato di una qualita'
visionaria che lo espande configurando un "altrove": al di la' delle nuvole,
appunto.
Quest'ultimo film, uno dei suoi piu' complessi, e' un film-saggio, un film
filosofico che rivela il segreto del suo cinema: ma per spostarlo ancora
piu' in la'. Questa lontananza potrebbe tuttavia essere molto vicina, tanto
vicina che rischiamo di non vederla: e' nella mano anziana che sfiora
sensualmente le forme sinuose del Mose' di Michelangelo e nei silenzi che
avvolgono sonoramente la cappella di San Pietro in Vincoli; nei suoni e
nelle immagini enigmatiche oltre la grata della stanza dove un uomo dalla
duplice identita' si lascia morire; nel bianco accecante che conclude
un'eclisse postatomica; nel tempo e nello spazio sospesi della pianura
padana che accarezzano, come un'invocazione di pieta', il grido disperato di
un operaio.
Antonioni fantascientifico? "Il futuro ha un cuore antico", ed egli ci
sospinge a ricercare incessantemente "cio' che non siamo noi stessi".

4. RIFLESSIONE. AUGUSTO CAVADI: L'ECCLESIA, L'ECUMENE
[Ringraziamo Augusto Cavadi (per contatti: acavadi at alice.it) per averci
messo a disposizione il seguente articolo apparso nell'edizione palermitana
del quotidiano "La Repubblica" del 2 agosto 2007, col titolo "Quel grido
delle altre chiese di Palermo".
Augusto Cavadi, prestigioso intellettuale ed educatore, collaboratore del
Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo, e'
impegnato nel movimento antimafia e nelle esperienze di risanamento a
Palermo, collabora a varie qualificate riviste che si occupano di
problematiche educative e che partecipano dell'impegno contro la mafia.
Opere di Augusto Cavadi: Per meditare. Itinerari alla ricerca della
consapevolezza, Gribaudi, Torino 1988; Con occhi nuovi. Risposte possibili a
questioni inevitabili, Augustinus, Palermo 1989; Fare teologia a Palermo,
Augustinus, Palermo 1990; Pregare senza confini, Paoline, Milano 1990; trad.
portoghese 1999; Ciascuno nella sua lingua. Tracce per un'altra preghiera,
Augustinus, Palermo 1991; Pregare con il cosmo, Paoline, Milano 1992, trad.
portoghese 1999; Le nuove frontiere dell'impegno sociale, politico,
ecclesiale, Paoline, Milano 1992; Liberarsi dal dominio mafioso. Che cosa
puo' fare ciascuno di noi qui e subito, Dehoniane, Bologna 1993, nuova
edizione aggiornata e ampliata Dehoniane, Bologna 2003; Il vangelo e la
lupara. Materiali su chiese e mafia, 2 voll., Dehoniane, Bologna 1994; A
scuola di antimafia. Materiali di studio, criteri educativi, esperienze
didattiche, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo
1994, D G editore, Trapani 2006; Essere profeti oggi. La dimensione
profetica dell'esperienza cristiana, Dehoniane, Bologna 1997; trad. spagnola
1999; Jacques Maritain fra moderno e post-moderno, Edisco, Torino 1998;
Volontari a Palermo. Indicazioni per chi fa o vuol fare l'operatore sociale,
Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1998,
seconda ed.; voce "Pedagogia" nel cd- rom di AA. VV., La Mafia. 150 anni di
storia e storie, Cliomedia Officina, Torino 1998, ed. inglese 1999;
Ripartire dalle radici. Naufragio della politica e indicazioni dall'etica,
Cittadella, Assisi, 2000; Le ideologie del Novecento, Rubbettino, Soveria
Mannelli 2001; Volontariato in crisi? Diagnosi e terapia, Il pozzo di
Giacobbe, Trapani 2003; Gente bella, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2004;
Strappare una generazione alla mafia, DG Editore, Trapani 2005; E, per
passione, la filosofia, DG Editore, Trapani 2006. Vari suoi contributi sono
apparsi sulle migliori riviste antimafia di Palermo e siciliane. Indirizzi
utili: segnaliamo il sito: www.augustocavadi.eu (con bibliografia completa)]

La stampa internazionale si e' occupata, sia pur marginalmente (in effetti,
ci sono problematiche ben piu' gravi), di un recente documento della chiesa
cattolica che ha suscitato non poco scalpore nel mondo del dialogo
interreligioso. Di che si tratta?
Bisogna sapere, preliminarmente, che la curia papale e' organizzata in
dicasteri che corrispondono, un po', ai ministeri di un governo civile e che
vengono denominati - con un termine che nel linguaggio ecclesiale ha anche
altri significati - "congregazioni".
La piu' rilevante di tali congregazioni ha una storia antica e una fama
inquietante: Santa Inquisizione, poi diventata Sant'Uffizio, ora
Congregazione per la Dottrina della Fede. Il cardinale che fa capo a
ciascuno di questi rami del governo universale della chiesa risponde del
proprio operato solamente al papa e solo in accordo con lui assume le
decisioni ufficiali. Sino al momento di essere eletto papa, per molti anni
il Prefetto di questa Congregazione e' stato Joseph Ratzinger che ha
nominato recentemente, come suo successore, lo statunitense Willialm Levada.
Ebbene, uno dei compiti del potente organismo vaticano e' di dirimere le
questioni teologiche che si vanno via via dibattendo nel corso dei secoli.
L'ultimo, in ordine di tempo, di tali pronunziamenti e' noto come "Risposte
a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina della Chiesa" ed in
esso, in sostanza, si ribadisce quanto affermato gia' nel precedente
documento Dominus Iesus del 2000: che la chiesa fondata da Gesu' Cristo e'
rappresentata in maniera esauriente ed esclusiva dall'attuale chiesa
cattolica. Ci sono poi delle chiese "vere" ma "incomplete" perche' non
riconoscono il primato universale del vescovo di Roma (e sono le chiese
ortodosse orientali); ci sono infine delle "comunita' ecclesiali" che non
meritano neppure d'essere chiamate "chiese" (e sono le chiese protestanti ed
evangeliche).
Ovviamente queste enunciazioni hanno suscitato reazioni preoccupate sia
all'interno della stessa cattolicita' (come don Giovanni Cereti, docente di
teologia ecumenica a Roma e a Venezia) che nel variegato mondo che affonda
le proprie radici nella Riforma protestante del XVI secolo.
A Palermo questo mondo e' costituito da un arcipelago di comunita' che, al
di la' dei numeri (ristretti, ma in espansione), svolge servizi di alto
valore culturale e sociale: basti pensare alla scuola elementare della Noce
(frequentata anche da bambini di genitori che, non essendo personalmente
credenti, trovano in quel sistema educativo la massima garanzia di laicita'
pedagogica) e al centro di accoglienza per immigrati (nell'ambito del quale
un'associazione, "Il pellegrino della terra", si dedica in maniera speciale
alla cura delle prostitute che intendono uscire dal giro e riacquistare la
pienezza della loro liberta').
Ebbene, tre di queste chiese palermitane (le due chiese evangeliche di via
Spezio e di via Evangelista Di Blasi e la chiesa metodista accorpata a
quest'ultima)  hanno voluto esprimere, in proprio, "lo sconcerto" per il
documento della curia pontificia con un breve, sereno, ma fermo documento
destinato al pubblico. Esse si appellano alla testimonianza della Bibbia -
in particolare del Nuovo Testamento -  per respingere le due accuse
principali: di non accettare il "sacerdozio ministeriale" e,
conseguentemente, di non celebrare una "vera" eucaristia.
Le cronache raccontano di periodi della storia in cui anche il ciabattino e
il venditore di ortaggi discutevano animatamente, al mercato, di teologia.
Oggi, per fortuna o per sfortuna, ci si accalora per argomenti ben diversi.
Tuttavia qualche lettore potrebbe avvertire la curiosita' di informarsi, sia
pur moderatamente, su queste diatribe e di riprendere in mano qualche studio
esegetico autorevole per verificare se veramente e' cosi' alieno dal
messaggio di Cristo ritenere, come fanno i protestanti, che tra i pastori e
i fedeli non ci sia nessuna differenza "ontologica" (dovuta ad un
"carattere" sacramentale indelebile) ma solo una differenza (funzionale e
transitoria) di ruoli sociali. E se e' vero che il Maestro ha promesso la
sua presenza spirituale solo quando una comunita' si fosse raccolta sotto la
presidenza di un prete "ordinato" da un vescovo o non piuttosto ogni volta
che due o tre credenti si fossero riuniti, nel suo nome, per rivivere la
cena eucaristica.
In ogni caso e' importante rilevare come il documento delle tre chiese
palermitane non rivendichi nessun monopolio in concorrenza con la chiesa
cattolica romana. In esso si esprime la delusione per il "ridimensionamento
delle aperture ecumeniche del Concilio che intravediamo nell'affermazione,
non certo nuova, che la Chiesa di Cristo sussiste unicamente nella Chiesa
Cattolica" nella convinzione, realistica e tollerante, che "ogni chiesa e'
la chiesa cattolica (universale) e non semplicemente una parte di essa. Ogni
chiesa e' la chiesa cattolica, ma non nella sua interezza. Ogni chiesa
realizza la propria cattolicita' quando e' in comunione con le altre
chiese".
Il documento evangelico-protestante non accenna ad una questione piu'
radicale posta dai piu' recenti ed accreditati studi biblici: da secoli
discutiamo di "come" il Messia voleva la chiesa, ma non "se" ne volesse una.
Siamo proprio sicuri che - convinto dell'imminenza della fine del mondo - il
Profeta di Nazareth avesse progettato una struttura ecclesiale di lunga
durata (quale poi, in effetti, e' stata impostata da Paolo di Tarso)? Si
tratta di interrogativi che la comunita' scientifica non dovrebbe delegare
in toto ai circuiti intra-ecclesiali: evidenti, infatti, se ne  configurano
le ricadute sul piano del dibattito politico e della convivenza civile,
anche in relazione al rapporto fra cristiani (cattolici o protestanti che
siano) e cittadini di altra ispirazione religiosa o filosofica.

5. MEMORIA. GIOVANNA PROVIDENTI: IL DIARIO DI GLORIA CHILANTI
[Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo il seguente articolo
li' pubblicato col titolo "Il diario di Gloria Chilanti" e il sommario
"Lezioni di democrazia e di dissenso attraverso il diario di una tredicenne
di sessanta anni fa che descrive Roma e le donne della Resistenza tra
gennaio e settembre del 1944".
Giovanna Providenti e' ricercatrice nel campo dei peace studies e women's
and gender studies presso l'Universita' Roma Tre, saggista, si occupa di
nonviolenza, studi sulla pace e di genere, con particolare attenzione alla
prospettiva pedagogica. Ha due figli. Partecipa  al Circolo Bateson di Roma.
Scrive per la rivista "Noi donne". Ha curato il volume Spostando mattoni a
mani nude. Per pensare le differenze, Franco Angeli, Milano 2003, e il
volume La nonviolenza delle donne, "Quaderni satyagraha" - Libreria Editrice
Fiorentina, Pisa-Firenze 2006; ha pubblicato numerosi saggi su rivista e in
volume, tra cui: Cristianesimo sociale, democrazia e nonviolenza in Jane
Addams, in "Rassegna di Teologia", n. 45, dicembre 2004; Imparare ad amare
la madre leggendo romanzi. Riflessioni sul femminile nella formazione, in M.
Durst (a cura di), Identita' femminili in formazione. Generazioni e
genealogie delle memorie, Franco Angeli, Milano 2005; L'educazione come
progetto di pace. Maria Montessori e Jane Addams, in Attualita' di Maria
Montessori, Franco Angeli, Milano 2004. Scrive anche racconti; sta
preparando un libro dal titolo Donne per, sulle figure di Jane Addams, Mirra
Alfassa e Maria Montessori, e un libro su Goliarda Sapienza.
Gloria Chilanti, di famiglia di forte impegno antifascista, giovanissima
prese parte alla Resistenza. Opere di Gloria Chilanti: Bandiera rossa e
borsa nera. La Resistenza di una adolescente, Mursia, Milano 1998]

Mentre cercavo di conoscere qualcosa di piu' sulla realta' delle donne
italiane durante la Resistenza, in particolare nei 272 giorni
dell'occupazione nazi-fascista di Roma, ho fatto due scoperte che vorrei
condividere con lettrici e lettori di "Noidonne".
La seconda scoperta, scaturita dalla prima, mi conferma qualcosa che vado
capendo ogni giorno di piu' nel mio percorso di studiosa esterna alle
logiche dell'accademia: moltissime cose belle, interessanti e di spessore si
trovano al di fuori delle istituzioni di potere (siano esse politiche,
culturali, religiose o artistiche), e trovano una sempre maggiore
rispondenza tra sempre piu' persone che stanno imparando a perdere
l'abitudine di essere solo ricettori passivi.
Si crea una sorta di propagazione non ideologica ne' di mercato, un dono
poco impegnativo, e anche poco regolamentabile che passando di cuore in
cuore (oltre che da bocca a bocca, o di mano in mano), al di fuori dei
canoni propagandistici consueti (e "di regime") puo' trasformare il mondo in
maniera lenta, profonda e... altrove da logiche lineari e manichee.
La prima scoperta voleva essere l'argomento di questo articolo, ovvero il
mio dono a chi mi legge: il diario di una adolescente, che, a distanza di
mezzo secolo, diventa un libro stampato, e poi viene trasposto in teatro, e
poi diventa anche un film, vincendo persino dei premi e facendo parlare di
se', facendosi conoscere da un pubblico piccolo e attento. E due
professoresse di una scuola media di Roma (la "J. J. Winkelmann") hanno
invitato i propri allievi a realizzare scritti, disegni e un cd ("1944 - Il
sogno degli italiani: la liberta'"), ispirandosi alle vicende della loro
coetanea di sessant'anni fa, ma a partire da se': dal modo in cui risponde
una ragazza o un ragazzo di oggi all'esperienza di una ragazza che aveva la
loro eta' mentre a Roma piovevano bombe e bisognava fare qualcosa per
cacciare via i tedeschi.
*
Si', sentiva questo come un bisogno Gloria Chilanti, la tredicenne autrice
del diario, intensamente scritto tra il gennaio e il settembre 1944,
pubblicato da Mursia nel 1998 con il titolo Bandiera rossa e borsa nera. La
resistenza di una adolescente. Per Gloria cosi' come bisognava procurare il
cibo che scarseggiava era urgente e importante darsi da fare all'interno
delle fila della resistenza al fascismo e al nazismo per liberare Roma (e se
stessa e la propria famiglia) da una condizione di indigenza e di mancanza
di liberta' di espressione provocate dalla storia.
Vedendola piu' da vicino, e mi commuovo nel leggerla, mi commuovo ancora di
piu' a pensare alle due professoresse della scuola di Roma che guardando i
disegni e gli elaborati dei loro ragazzi li scoprivano sensibili e motivati,
e desiderosi di potere anche loro "fare qualcosa". Certo forse per Gloria
era, da un certo punto di vista, quasi piu' facile. Almeno finche' rimangono
chiare le priorita', e la stanchezza e' compensata dal desiderio
dell'imminente liberazione: "sono molto stanca ma sono tanto felice perche'
so che presto sara' finita, in questi giorni si sente un'aria nuova",
scriveva il 26 maggio 1944.
*
Nel diario, scritto giornalmente, la si segue nei suoi lunghissimi tragitti
"a piazza Vittorio, Campo de' Fiori, Tor di Nona, Monte d'oro, tutto a piedi
per trovare delle uova e delle verdure", tra fatica, scarpe rotte e
clandestinita', per bisogno sia di cibo che di liberta'.
Figlia di partigiani ("ovvio che non potevo andare a scuola essendo mio
padre ricercato dalla polizia fascista in quanto ex confinato politico") la
giovanissima Gloria comincia la sua militanza politica nel novembre del '43:
"avevo ancora 12 anni perche' nata il 10 febbraio 1931, spinta da mia madre
cui servii a volte per coprire qualche collegamento mancato, qualcuno che
per paura non era venuto". E non si limita ad aiutare la madre ma fonda
anche una organizzazione di ragazzi "liberi e ribelli", chiamata Coba dal
diminutivo infantile di Stalin, "riconosciuto come organo giovanile del
Movimento, esattamente il 24 gennaio 1944" e che aveva "assoldato anche
degli adulti, chiamati baffuti, tra cui Ennio Flaiano, Guido Piovene, Fidia
Megaroni".
Ma accanto e attraverso tutta una serie di carichi famigliari e politici,
che possono apparire poco adatti ad una ragazza di quell'eta', traspare
l'anima di bambina che pensa a ornare la sua bambola, a non far dispiacere
la propria mamma, a divertirsi andando al cinema, a trasformare in vantaggio
la propria condizione ("anche se non sono andata a scuola conosco tante cose
che nessun bambino sa: so vivere e ho in mano tante ricchezze"), e che sta
partecipando ad un gioco molto intrigante anche se pericolosissimo: "oggi la
mamma sul tram si e' presa uno spaghetto bello forte perche' mentre andava
alla Citta' Universitaria a portare le copie di 'Bandiera Rossa', sul tram
10, una scema di una donna aveva smarrito i documenti e allora la polizia
sbarrava le porte e stava gia' cominciando a perquisire quando quella si
trovo' i documenti in un angolo della borsa. Figurarsi lo spavento della
mamma che aveva quel po' po' di pacco di giornaletti. Anche questa volta la
sua buona stella l'ha seguita".
*
Il gioco cambia dopo la liberazione.
Dopo i primi momenti di entusiasmo, la fame e le difficolta' quotidiane
compaiono al ritmo di prima, e anche se adesso volantini e bandiere rosse
possono essere esposti pubblicamente insorgono nuovi problemi, nuove
arroganze e conflitti all'interno delle fila degli antifascisti.
E a questo punto del diario emerge in tutta la sua limpidezza la
protagonista di questo testo fin dalle prime pagine: Viviana Carraresi, la
madre di Gloria. Prima della liberazione compare attiva nel compiere tutto
quanto competeva alle donne partigiane dell'epoca: nascondere, sfamare e
vestire i perseguitati, accompagnare i prigionieri fuggitivi o i disertori
in nuovi nascondigli, fare la postina della stampa clandestina, trasportare
armi ed esplosivi etc. Dopo la guerra la vediamo assumersi carichi ancora
piu' difficili: di quelli che vanno in tutt'altra direzione dalla logica dei
vincitori e vinti. La vediamo lucida e attenta a impedire che donne che
avevano avuto contatti coi fascisti (spesso per ragioni di sopravvivenza), e
che ora erano considerate spie, venissero trucidate dalla follia vendicativa
di alcuni esaltati; a non permettere che alcuna donna (Gloria stessa batteva
a macchina le liste delle donne di "Bandiera rossa") venisse esclusa dal
passaggio del gruppo al Pci, e a contrastare le arroganze maschili vestite
di liberazione.
Racconta Gloria: "Stamattina sono stata al Congresso a via dei Giubbonari
dove hanno parlato Poce e Filiberto e tutti i capi (zona, sezione, gruppi
cellula) e c'erano piu' di cento donne (tutte della nostra sezione e tutte
le nostre capo-zona). Ad un certo punto, mentre parlava Sbardella ad un
cenno di mamma tutte le compagne sono uscite dall'aula... Sbardella parlava
come Mussolini con gli stessi gesti". Lezioni di democrazia e di dissenso:
apprendistato di una ragazzina di piu' di sessant'anni fa.
*
Il libro e' stato trasposto in film diretto da Andrea Molaioli nella serie
"Diari della Sacher", documentari per Raitre e Tele+, prodotti da Angelo
Barbagallo e Nanni Moretti. La riduzione teatrale e' invece opera di
Alessandra Pasi (attrice-autrice-regista,), "gia' attivista teatrale col suo
spettacolo d'esordio dedicato al G8 di Genova, pure in questo lavoro muove
da una spinta a comprendere e a far meglio comprendere, a partire dalla
propria generazione, la storia recente del nostro paese".

6. RILETTURE. LEA MELANDRI: LE PASSIONI DEL CORPO
Lea Melandri, La passioni del corpo. La vicenda dei sessi tra origine e
storia, Bollati Boringhieri, Torino 2001, pp. 192, lire 26.000 (euro 13,43).
Di un libro di Lea Melandri, cosi' vivo e cosi' indefinibile, che sfugge a
ogni formula e ovunque nuovamente germoglia, solo questo puoi dire a volerlo
dire in una parola: e' un libro di Lea Melandri. Che significa ancora: e' un
dono interpellante e gentile; e una di quelle "cose leggere e vaganti" di
cui era sapiente Saba, e dense e preziose pertanto, e ineludibili.

7. RILETTURE. MARIA MONTESSORI: EDUCAZIONE ALLA LIBERTA'
Maria Montessori, Educazione alla liberta', Laterza, Roma-Bari 1950, 1975,
pp. 200. A cura di Maria Luisa Leccese, un'antologia autorizzata dalla
stessa Montessori (1870-1952), cosi' lontana, cosi' vicina.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 176 del 9 agosto 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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