Minime. 85



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 85 del 10 maggio 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Oggi a Palermo
2. Oggi a Ferrara
3. Maria G. Di Rienzo: Una porta nell'oceano. All'ascolto di Joan
Slonczewski
4. Pina Nuzzo e Milena Carone: A tutte le donne interessate
5. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento
6. Letture: Danilo Dolci, Una rivoluzione nonviolenta
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. OGGI A PALERMO
[Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo.
Giovanna Providenti (per contatti: g.providenti at uniroma3.it) e' ricercatrice
nel campo dei peace studies e women's and gender studies presso
l'Universita' Roma Tre, saggista, si occupa di nonviolenza, studi sulla pace
e di genere, con particolare attenzione alla prospettiva pedagogica. Ha due
figli. Partecipa  al Circolo Bateson di Roma. Scrive per la rivista "Noi
donne". Ha curato il volume Spostando mattoni a mani nude. Per pensare le
differenze, Franco Angeli, Milano 2003, e il volume La nonviolenza delle
donne, "Quaderni satyagraha", Firenze-Pisa 2006; ha pubblicato numerosi
saggi su rivista e in volume, tra cui: Cristianesimo sociale, democrazia e
nonviolenza in Jane Addams, in "Rassegna di Teologia", n. 45, dicembre 2004;
Imparare ad amare la madre leggendo romanzi. Riflessioni sul femminile nella
formazione, in M. Durst (a cura di), Identita' femminili in formazione.
Generazioni e genealogie delle memorie, Franco Angeli, Milano 2005;
L'educazione come progetto di pace. Maria Montessori e Jane Addams, in
Attualita' di Maria Montessori, Franco Angeli, Milano 2004. Scrive anche
racconti e ha in cantiere un libro dal titolo Donne per, sulle figure di
Jane Addams, Mirra Alfassa e Maria Montessori.
Valeria Ando' (per contatti: andov at tele2.it), docente di Cultura greca
all'Universita' di Palermo, e' tra le promotrici ed animatrici presso
quell'ateneo di un gruppo di riflessione e di pratica di nonviolenza di
genere; direttrice del Cisap (Centro interdipartimentale di ricerche sulle
forme di produzione e di trasmissione del sapere nelle societa' antiche e
moderne), tutor del laboratorio su "Pensiero femminile e nonviolenza di
genere", autrice di molti saggi, ha tra l'altro curato l'edizione di
Ippocrate, Natura della donna, Rizzoli, Milano 2000. Opere di Valeria Ando':
(a cura di), Saperi bocciati. Riforma dell'istruzione, discipline e senso
degli studi, Carocci, Roma 2002; con Andrea Cozzo (a cura di), Pensare
all'antica. A chi servono i filosofi?, Carocci, Roma 2002; L'ape che tesse.
Saperi femminili nella Grecia antica, Carocci, Roma 2005.
Maria Concetta Sala e' docente e saggista, profonda studiosa di Simone Weil,
ha curato per Adelphi l'edizione italiana dell'opera di Simone Petrement, La
vita di Simone Weil; sempre per Adelphi ha curato l'edizione di vari scritti
di Simone Weil. Tra le opere di Maria Concetta Sala: (con Laura Boella,
Roberta De Monticelli, Rossella Prezzo, e a cura di Francesca De Vecchi),
Filosofia, ritratti, corrispondenze. Hannah Arendt, Simone Weil, Edith
Stein, Maria Zambrano, Tre Lune, Mantova 2001]

Oggi, giovedi' 10 maggio 2007, alle ore 16,30 presso la biblioteca
dell'Istituto Gramsci siciliano, cantieri culturali alla Zisa, via Paolo
Gili 4, a Palermo, si svolgera' la presentazione del volume a cura di
Giovanna Providenti, La nonviolenza delle donne, "Quaderni satyagraha" -
Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006.
Il volume sara' presentato da Valeria Ando' e da Maria Concetta Sala. Sara'
presente la curatrice Giovanna Providenti.
*
I dati essenziali del libro: Giovanna Providenti (a cura di), La nonviolenza
delle donne, "Quaderni Satyagraha" - Libreria editrice fiorentina,
Pisa-Firenze 2006, pp. 288, euro 16. Contributi, oltre che della curatrice,
di Lidia Menapace, Luisa Muraro, Valeria Ando', Patrizia Caporossi, Fabrizia
Abbate, Debora Tonelli, Elisabetta Donini, Luisa Del Turco, Ada Donno,
Federica Ruggiero, Sandra Endrizzi, Luana Pistone, Itala Ricaldone, Diego
Marani, Cecilia Brighi, Adriana Chemello, Monica Lanfranco, Giancarla
Codrignani, Maria G. Di Rienzo, Elena Zdravomyslova, Livia Alga.
Per richieste: presso la casa editrice Libreria Editrice Fiorentina, via
Giambologna 5, 50132 Firenze, tel. 055579921, fax: 0553905997, e-mail:
editrice at lef.firenze.it; o anche presso la redazione dei "Quaderni
satyagraha", Centro Gandhi, via Santa Cecilia 30, 56127 Pisa, tel.
050542573, e-mail: roccoaltieri at interfree.it, sito: www.centrogandhi.it

2. INCONTRI. OGGI A FERRARA
[Da Elena Buccoliero (per contatti: e.buccoliero at comune.fe.it) riceviamo e
diffondiamo.
Elena Buccoliero, nata a Ferrara nel 1970, collabora ad "Azione nonviolenta"
e fa parte del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento; lavora
per Promeco, un ufficio del Comune e dell'Azienda sanitaria locale di
Ferrara dove si occupa di adolescenti con particolare attenzione al bullismo
e al consumo di sostanze psicotrope, e con iniziative rivolte sia ai
ragazzi, sia agli adulti; a Ferrara, insieme ad altri amici, anima la Scuola
della nonviolenza. E' autrice di diverse pubblicazioni, tra cui il recente
(con Marco Maggi), Bullismo, bullismi, Franco Angeli, Milano 2005. Un piu'
ampio profilo biobibliografico di Elena Buccoliero e' nel n. 836 di questo
foglio]

Oggi, giovedi' 10 maggio 2007, alle ore 17,30, al Cafe' de la Paix, in
piazzetta Corelli a Ferrara si svolgera' un incontro sul tema
"Bosnia-Erzegovina: tra memorie divise e condivise".
Partecipano Ivan Butina, dell'Associazione italo-bosniaca "Ya Bih", e
Gabriel Auer, della Fondazione "Alexander Langer" Stiftung - Progetto "Adopt
Srebrenica".
*
Approdano al Cafe' de la Paix gli incontri della rassegna annuale "La
Memoria e il Dialogo", che quest'anno e' dedicata al tema della memoria dei
conflitti e a come le guerre passate possano influenzare le successive
possibilita' di convivenza.
Giovedi' 10 maggio, alle 17,30 nel locale di piazzetta Corelli si parlera'
di uno tra i teatri di guerra piu' vicini al nostro Paese: la
Bosnia-Erzegovina. Due giovani ospiti parleranno della loro esperienza, Ivan
Butina e Gabriel Auer.
Ivan Butina e' un giovane di Sarajevo arrivato diversi anni or sono in
Italia, a Bologna, dove tutt'ora vive e studia. Appartiene a "Ya Bih", una
associazione di giovani bosniaci in Italia. Ivan ha sperimentato come, per
molti giovani bosniaci, le sofferenze subite continuano a segnare il
presente e a compromettere i percorsi futuri. In questo senso Ivan si
considera fortunato: il fatto di provenire da Sarajevo, da sempre citta'
della convivenza interetnica, e l'essere nato lui stesso in una famiglia
mista hanno tenuto vivo il desiderio di sperimentare percorsi di
riconciliazione dopo il conflitto, il bisogno di promuoverli e di abbattere
i pregiudizi dall'interno, perche' l'odio dei padri non si trasmetta ai
figli.
Gabriel Auer e' il referente italiano del progetto "Adopt Srebrenica"
promosso dalla Fondazione "Alexander Langer" Stiftung di Bolzano. Anche
"Adopt Srebrenica" nasce da un gruppo di giovani, questa volta membri della
Fondazione, che da diversi anni approfondisce la situazione bosniaca e
affianca il lavoro di associazioni locali per il superamento del conflitto.
Questo progetto in particolare mira, nel lungo termine, alla costituzione di
un centro culturale interetnico per i giovani di Srebrenica. L'ambizione e'
quella di aprire percorsi di costruzione di un nuovo tessuto sociale basato
non sulla negazione o la rimozione del conflitto, ma sulla possibilita' di
rielaborarlo e di cercare nuove modalita' di convivenza insieme alla parte
"avversaria". E si capisce perche' questi ragazzi hanno deciso di partire
proprio da Srebrenica, emblema delle atrocita' che hanno contrassegnato il
conflitto nella ex Jugoslavia.

3. LE MERAVIGLIE DEL (MONDO) POSSIBILE. MARIA G. DI RIENZO: UNA PORTA
NELL'OCEANO. ALL'ASCOLTO DI JOAN SLONCZEWSKI
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
questo articolo.
Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio;
prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice,
regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche
storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica
dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle
donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei
diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di
Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra
Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne
nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un
piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in
"Notizie minime della nonviolenza" n. 81.
Joan Slonczewski (1956), scienziata, docente, scrittrice, amica della
nonviolenza, e' autrice di rilevanti racconti e romanzi di  fantascienza.
Tra le opere di Joan Slonczewski tradotte in italiano: La difesa di Shora,
Nord, 1988; Le mura dell'Eden, Nord, 1991]

"Credo nella speranza. La speranza e' tutto cio' di cui parlano i miei
libri". Joan Lyn Slonczewski, nata nel 1956, e' biologa, ricercatrice e
docente, al Kenyon College negli Usa, dove tiene anche corsi sulla
fantascienza. Della sua produzione fantascientifica, in italiano sono stati
tradotti A Door Into Ocean (1986, letteralmente Una porta nell'oceano) con
il titolo La difesa di Shora, Ed. Nord, 1988 e The Wall Around Eden (1989)
con il titolo Le mura dell'Eden, Ed. Nord, 1991. Due racconti brevi, "Il
pianeta dei microbi" (1995) e "I batteri della tubercolosi entrano a far
parte dell'Onu" (2000), sono apparsi in raccolte Urania.
Per quanto ne so io, resterebbero da tradurre Still Forms on Foxfield
(1980), Daughter of Elysium (1993), The Children Star (1998) e Brain Plague
(2000), ai quali ho potuto dare poco piu' di un'occhiata superficiale (e mi
sono mordicchiata le dita in preda al desiderio frustrato di leggere tutto).
*
La difesa di Shora e' il romanzo con cui ho conosciuto Joan Slonczewski,
quello che ho immediatamente consigliato a confratelli e consorelle nella
passione per la fantascienza, e quello che ogni tanto devo rileggere per un
mucchio di motivi, il piu' banale dei quali e' che mi fa sentire meglio.
"Per capire il contesto in cui fu scritto", racconta l'autrice, "quelli
erano gli anni dell'era Reagan: le minacce dell'inverno nucleare erano assai
concrete e la pace era considerata non ottenibile; chiunque suggerisse che
governi oppressivi potevano essere rovesciati pacificamente era guardato con
sospetto, chi si opponesse alla leva militare rischiava al minimo 5.000
dollari di multa; i diritti delle donne e le preoccupazioni per l'ambiente
venivano considerati residuati degli anni '60; il Segretario agli Interni,
nel mio paese, stava cominciando a vendere a privati le foreste nazionali.
Una prima versione del libro fu respinta da due editori, uno dei quali
derise il mio lavoro come 'una favoletta'. Quando La difesa di Shora fu
finalmente accettato, ero talmente scoraggiata da non apporvi neppure una
dedica o dei ringraziamenti".
*
E allora, immaginate: l'umanita' sparsa nell'universo, pianeti colonizzati
legati fra loro da un Protettorato tecnologico oppressivo e militarista,
guerre e politiche economiche infami... e una piccola luna-oceano priva di
terraferma, dove le abitanti (tutte femmine partogenetiche) condividono
l'ambiente con le altre creature in equilibrio biologico ed armonia. E'
Shora, e le sue indigene si sono date il nome di "Sharers", "Spartienti". La
storia si snoda attorno alla resistenza nonviolenta opposta dalle abitanti
della luna-oceano all'invasione e all'occupazione militare da parte del
pianeta Valedon. I Valani non credono che le Spartienti siano umane, e
alcune delle Spartienti sono dubbiose che essi lo siano. Allo scopo di
provare il contrario, e cioe' che invasori e Spartienti condividono l'essere
umani, una delle protagoniste, Merwen, "adotta" un ragazzo valano e lo
conduce su Shora: il corso degli eventi ha inizio, viene condotto ed e'
largamente risolto grazie all'interazione delle Spartienti con il ragazzo
Spinel.
In termini letterari, La difesa di Shora disegna una serie di polarita'
derivate da opposizioni binarie che si rifanno alle nozioni tradizionali di
femmina/maschio. Ognuna delle opposizioni viene decostruita o risolta
durante la storia. La storia non si conclude asserendo che le femmine sono
superiori ai maschi o viceversa: quando i personaggi esprimono visioni
simili, vengono regolarmente smentiti.
Una delle polarita' e' debolezza/forza. Le abitanti di Shora appaiono deboli
perche' sono femmine e nude, e la loro forza e' interiore, basata sulla
nonviolenza; gli abitanti di Valedon appaiono forti perche' sono maschi e
armati, ma non hanno alcuna autorita' spirituale.
*
Un'altra polarita' riguarda il linguaggio: quello degli invasori, come il
nostro, fa distinzioni precise tra soggetto e oggetto. I Valani tentano di
forzare le Spartienti a riconoscere che essi sono soggetti, e che le stanno
tramutando in oggetti. Il linguaggio spartiente non vede distinzione,
perche' oggetto e soggetto "condividono" (to share, da cui "sharers")
l'azione. La distinzione fra oggetto e soggetto e' fondamentale nella
maggior parte dei linguaggi umani, e si basa di solito sull'ordine in cui
sono messe le parole (Un uomo morde un cane / Un cane morde un uomo) anche
se persino quest'ordine puo' essere ambiguo. "In effetti", dice ancora Joan,
"la vasta accettazione della polarita' oggetto/soggetto e' sorprendente se
si pensa che il concetto non ha quasi base nelle scienze fisiche o naturali.
La legge di Newton attesta che ogni azione ha una reazione eguale e
contraria, il che vuole dire che se un martello colpisce un chiodo, il
chiodo (e l'oggetto che vi e' attaccato, e di fatto l'intera Terra) colpisce
il martello".
Da un punto di vista psicologico, cio' che e' interessante sono le profonde
intuizioni che sorgono quando la distinzione soggetto/oggetto si dissolve: a
causa del loro linguaggio, le Spartienti danno per scontato che ogni
violenza inflitta ad una persona e' condivisa da chi la opera; se le azioni
di qualcuno portano alla morte di qualcun altro, l'assassino/sopravvissuto
e' "morto" come la persona che ha ucciso. Percio', le Spartienti non
possono, alla lettera, immaginare che un essere umano ne forzi un altro ad
agire contro la propria volonta'. Il loro stesso sistema di governo
(consigli che prendono decisioni per consenso) non lo permette, e poiche'
esse non possono forzare gli altri, non possono essere forzate dagli altri.
"In sostanza", sostiene l'autrice, "esse praticano naturalmente il
satyagraha, la forza della verita', una 'forza amante' sviluppata da Gandhi
ed altri storici praticanti della resistenza nonviolenta".
La lingua di Shora ha un grosso peso nella non cooperazione delle
Spartienti; essa infatti non permette la formulazione di un comando diretto,
e di conseguenza tutti i comandi dei soldati Valani vengono interpretati
come un invito a "condividere" un'azione. Le Spartienti attivamente
"falliscono" nel comprendere gli ordini delle forze di occupazione. Non
smettono di tenere Concili, non producono merci per il commercio, non si
astengono dal "plasmare la vita", ovvero di condurre operazioni e ricerche
eco-biologiche, eccetera.
*
"In tutto il XIX secolo e per la maggior parte del XX", dice Joan
Slonczewski, "le scienze biologiche sono state considerate piu' 'morbide',
meno rigorose e piu' adatte alle donne delle cosiddette 'scienze dure', come
la fisica o la chimica inorganica. Oggi, la distinzione e' stata rimpiazzata
dal flusso di informazioni che transita dall'una all'altra di queste
discipline, e molte intuizioni femministe sono state incorporate nel
processo. All'inizio le Spartienti credono che i Valani siano alieni,
non-umani, e viceversa. Spinel convincera' le Spartienti che lui e' umano,
lo stesso fara' Merwen con il generale Realgar: queste graduali conversioni
avvengono con le tecniche classiche dell'azione nonviolenta. Come biologa ho
sempre guardato alle teorie politiche, al meglio, come ad un sottocampo del
comportamento animale. Le scoperte degli ultimi vent'anni rispetto al
comportamento animale hanno confermato che gli animali sono capaci di
altruismo quanto gli esseri umani, e che i codici etici di comportamento che
aspirano all'altruismo sono completamente compatibili con la biologia
umana".
*
La societa' delle Spartienti ha molto in comune con la comunita' quacchera,
da cui l'autrice proviene. I quaccheri credono che dio esista in modo
infinito all'interno di ogni singolo essere umano; percio', nessun gruppo
puo' sopprimere lo spirito di un individuo. Cio' significa che le decisioni,
nella comunita' quacchera, vanno prese per consenso, in accordo con lo
spirito di tutti gli individui, senza eccezioni. Puo' accadere che un
individuo blocchi il consenso, per prevenire il gruppo dal compiere azioni
violente o sbagliate, e cio' accade anche nel romanzo, quando Merwen blocca
il consenso durante un Concilio per evitare che si usi "violenza passiva"
contro le truppe d'occupazione.
Sotto alcuni aspetti, i quaccheri sono stati la punta piu' avanzata dei
movimenti per il cambiamento sociale negli Usa, per quanto si siano mostrati
conservatori sotto altri punti di vista. Prima della guerra civile fra nord
e sud del paese, i quaccheri di ogni stato dell'unione avevano raggiunto il
consenso sulla malvagita' della schiavitu' e creato la "ferrovia
sotterranea" per indebolirla. Nel ventesimo secolo si sono impegnati
notevolmente contro la guerra, ed hanno promosso il movimento per la
moratoria nucleare.
"Il fatto che io provenga da una famiglia di quaccheri permea ogni cosa che
scrivo. Sono stata incoraggiata ad ascoltare e ad entrare in relazione con
un dio che esiste in ogni persona ed in ogni creatura vivente. Quando nei
miei libri i personaggi riescono ad entrare in relazione con le reciproche
differenze e ad intersecare quelle che sembravano a prima vista opinioni
inconciliabili, ecco, questo viene direttamente da cio' che ho visto fra i
quaccheri".
*
Tutti gli "incidenti" del libro, ha detto Joan Slonczewski, i vari momenti
di confronto fra Spartienti e soldati, sono stati modellati su fatti storici
in cui vennero usate tecniche nonviolente.
"Una delle quali, per esempio, e' la disciplina fisica e mentale. Un'azione
politica per funzionare richiede disciplina individuale, che le Spartienti
mantengono tramite la 'biancatrance', un fenomeno che permette loro di
controllare il dolore, e che ha qualcosa in comune con gli insegnamenti di
Gandhi: egli disse che il controllo del proprio spirito era un prerequisito
necessario al convincimento degli altri. Le abitanti di Shora mostrano
simpatia ai soldati Valani di livello inferiore e ottengono di convincere
alcuni di loro; una cosa che accadde nei paesi occupati dai nazisti, dove
occasionalmente uno o piu' militari accettarono di girarsi dall'altra parte
e di non vedere le azioni di resistenza che proteggevano gli ebrei. Un
secondo aspetto rilevante e' che la resistenza su Shora e fatta da donne e
bambine: la partecipazione di donne e piccoli alla lotta nonviolenta evoca
anche nel piu' violento degli oppositori sentimenti di vicinanza, di
empatia, di somiglianza con la propria famiglia. Gli episodi di successo di
resistenza nonviolenta di donne e bambini sono ad esempio numerosi durante
la seconda guerra mondiale ma non vengono raccontati, poiche' la mitologia
prevalente dice che vi sono gruppi talmente violenti che solo la violenza
puo' fermarli. Naturalmente vi sono anche i casi in cui donne e bambini
vengono semplicemente spazzati via, come accadde in Salvador dove interi
villaggi furono cancellati dai massacri perpetrati da truppe che erano state
addestrate nell'infame 'School of the Americas' negli Usa. Tuttavia, la
resistenza delle donne e dei bambini tende ad avere effetti divergenti sugli
oppositori. Alcuni sono impressionati, altri si spingono a violenze
maggiori, causando con cio' una polarizzazione all'interno della forza di
occupazione e la sua demoralizzazione. Questo nel romanzo si vede quando una
giovane Spartiente con una bimba al seno testimonia davanti ad un presidio
occupato, sapendo che entrambe potrebbero essere uccise. Una lite esplode
tra i soldati, tra coloro che vorrebbero ucciderle brutalmente e coloro che
vi si oppongono".
*
Altre due tecniche usate dalle Spartienti sono immediatamente riconoscibili:
l'appellarsi a tradizioni spirituali condivise e l'agire in base al
convincimento che "tutti sono leader". Le Spartienti si appellano infatti ai
soldati Valani basandosi sull'affinita' tra la propria spiritualita' e gli
"Evocatori di Spiriti" della gente comune valana.
Questo tipo di appello ha spesso sostenuto movimenti per il cambiamento,
com'e' accaduto nelle Filippine, dove le suore reggendo croci si sedevano a
bloccare il passaggio dei carri armati e i carri armati facevano marcia
indietro; e similmente il movimento per l'indipendenza di Gandhi si appello'
alle tradizioni hindu e cristiane, eccetera.
Il convincimento che tutti "guidano" si basa sull'assunto che il successo di
un'azione nonviolenta e' tanto piu' probabile quanto la leadership e'
decentralizzata, e quando la comunita' che la intraprende e' preparata
all'inevitabile cattura e rimozione dei leader carismatici. La "linea di
successione" nella campagna di Gandhi arrivava a trenta persone: lo si vede
bene nel film sulla sua vita, in cui la moglie assicura agli ufficiali
britannici che ella continuera' la lotta dopo che il marito sara' arrestato.
Viene arrestata anche lei, e subito un'altra donna si fa avanti ad
assicurare la continuazione dell'azione.
Ne La difesa di Shora, il generale Realgar diventa ossessionato dall'idea di
"spezzare" la Spartiente Merwen in prigione, convinto che la sua distruzione
mettera' fine alla resistenza, ma la societa' delle Spartienti, altamente
decentralizzata, continua la lotta. Per contrasto, Spinel tentera' di
organizzare una campagna di disobbedienza civile nella propria citta' natale
su Valedon, la quale ha pero' successo sino a che l'Evocatore di Spiriti che
vi ha partecipato viene arrestato: poiche' i Valani non hanno organizzato
una "linea di successione", la loro resistenza fallisce.
*
"Nel disegnare la trama, sono passata attraverso varie versioni. Nel primo
manoscritto completo, Merwen moriva nel tentativo di salvare i soldati
Valani dagli 'ingoiatori del mare' (grandi branchi di 'balene' che
ripuliscono stagionalmente l'oceano di Shora). Il mio intento in questo
episodio era di evocare altri leader nonviolenti che morirono tragicamente,
come Gandhi e Martin Luther King. Tuttavia, il mio amico David Hartwell mi
fece notare che la morte di un personaggio di sesso femminile ha risonanze
molto differenti: la morte letteraria delle donne evoca piu' spesso
sacrificio passivo o punizione per i loro peccati. In altre parole, in
letteratura ci sono piu' Ifigenie che Giovanne d'Arco. Percio' ho cambiato
questa scena: Lystra esce in mare al posto di sua madre Merwen, e ritorna
sana e salva. Inoltre, vorrei far notare che si sono moltissimi leader
nonviolenti che hanno vissuto pienamente le loro vite: penso ad esempio alle
donne della Rosenstrasse, al prete del villaggio di Le Chambon. Penso che su
questo a noi sia stato fatto il lavaggio del cervello, con l'idea che i
pacifisti vengono comunque uccisi (e che in fondo se lo meritano)".
L'idea del mondo marino e delle Spartienti che vi abitano dimorando su
alberi-zattera venne a Joan Slonczewski quando era bambina. "Erano gli anni
'60 e crescevo in una area boscosa dello stato di New York. Allora i bambini
non venivano 'programmati' con un sacco d'attivita' (nuoto, danza, ecc.)
come adesso, ed io passavo un bel po' di tempo in una radura, sdraiata sulla
schiena, ad osservare come gli alberi toccassero il cielo. Immaginai che i
rami che toccavano l'azzurro fossero radici che affondavano in un oceano
senza fine, sopra il quale la nostra terra galleggiava. Un'altra fonte di
ispirazione furono le foreste di mangrovie. Gli alberi di mangrovia
sostengono gli ecosistemi umidi piu' fertili del Sudamerica, dell'Asia e
dell'Australia. In queste foreste d'acqua le persone spesso vivono in
'villaggi fluttuanti' come le Spartienti".
*
La difesa di Shora e' uno di quei libri che e' difficile chiudere una volta
che si sia iniziato a leggerlo: le descrizioni sono cosi' evocative da
trascinare il lettore senza sforzo in un universo che per quanto
diversissimo appare subito familiare, e l'azione e' incalzante, i personaggi
profondi e bellissimi, tutti, nella loro condivisa umanita'. Conosco
lettrici e lettori che si identificano immediatamente con l'uno o l'altro,
dalla valana Berenice che pur essendo stata accettata fra le Spartienti
assumendo un autonome (cosa che le Spartienti fanno quando si sentono pronte
ad essere adulte e quindi a partecipare ai Concili) tenta disperata di far
saltare in aria il presidio militare valano, fallisce e comprende il proprio
errore, alla tenace e determinata e instancabile Merwen, una "tessilemma"
che cuce e ricuce relazioni tramite il discorso e l' azione. Mi resta da
dirvi da cosa sono "stregata" io, oltre ad essere invariabilmente commossa
dalla narrazione della lotta nonviolenta, e si tratta dell'amore che nasce
tra Spinel e la Spartiente Lystra (il cui nome e' l'omaggio di Slonczewski a
Lisistrata). Come detto, le Spartienti di Shora sono tutte femmine. La loro
sessualita' viene tratteggiata "obliquamente", come basata sulle loro mani
sensibili e le lunghe dita. Si riproducono tramite "fusione degli ovuli", un
processo che richiede un intervento esterno. Le donne di Shora sono umane, e
possono ancora incrociarsi con i maschi di Valedon, ma la loro anatomia si
e' modificata al punto che un coito "standard" sarebbe doloroso; e' la
stessa incompatibilita' anatomica che si riscontra, ad esempio, in
differenti razze di cani.
Per poter sviluppare la sua relazione con Lystra, il giovane Spinel deve
infine riconciliarsi con il modo spartiente di fare l'amore, rinunciando
alla penetrazione. "La scelta e' simbolica della sfida che uomini e donne
affrontano quando rinunciano alla violenza in favore della disciplina
nonviolenta", ha spiegato l'autrice, "Naturalmente non si tratta di un
giudizio negativo sulla tradizionale intimita' eterosessuale, come risulta
chiaro dal libro successivo Daughter of Elysium, che e' ambientato nel
medesimo universo".
Spinel e' ammaliante nella sua ingenua testardaggine, nella sua capacita' di
attraversare fatiche e sofferenze per accettare un ambiente diametralmente
opposto a quello da cui proviene e per integrarvi cio' che lui e' e sa:
sara' grazie a Spinel che le Spartienti comprenderanno che la pietra non e'
una cosa "morta" da temere, e la sua relazione con Lystra mostrera' in modo
inconfutabile che gli esseri umani, per quanto diversi, possono vivere
insieme senza dividersi fra oppressori ed oppressi. Le parole che chiudono
il romanzo sono rivolte a lui, che le legge nei movimenti di una creatura
marina volante come se essi fossero l'agitarsi delle sensibili e
comunicative dita delle abitanti di Shora: "Vieni, amor-spartiente, vieni a
casa". Non lo nego, ogni volta che scorro questa frase ho le lacrime agli
occhi.
*
"Scrivo come risposta a cio' che accade nel mondo, e 'il mondo' puo' essere
cio' che succede nella mia famiglia o lo stato del nostro pianeta. In Le
mura dell'Eden disegno uno scenario post-nucleare. In Daughter of Elysium le
mie preoccupazioni si muovono verso i danni a lungo termine inflitti al
nostro pianeta, in particolare alla perdita di cosi' tanti ecosistemi. Ma
non ho risposte semplici. Quasi tutti i personaggi di questo libro pensano
di essere buoni ambientalisti, eppure ognuna delle loro visioni manca di
qualcosa e deve essere integrata dalle altre. Dopo non ho piu' scritto per
un paio d'anni, per seguire la malattia e la guarigione di mio figlio. In
The Children Star continuo ad occuparmi delle istanze ecologiche, ma
introducendovi il tema delle pandemie. Tutti i miei libri nascono
dall'urgenza di comunicare alcune delle meravigliose possibilita' di
sconfiggere queste minacce, attraverso le abilita' umane di costruire 'pace
attiva'".

4. INIZIATIVE. PINA NUZZO E MILENA CARONE: A TUTTE LE DONNE INTERESSATE
[Dal sito www.50e50.it riprendfiamo il seguente intervento.
Pina Nuzzo, apprezzata pittrice, e' una delle figure piu' prestigiose
dell'Unione delle donne in Italia (Udi).
Milena Carone, giurista, fa parte del coordinamento nazionale dell'Udi.
Opere di Milena Carone: Alludi, Milella, 2003]

Carissime,
come abbiamo scritto nel nostro documento iniziale in vista della
costituzione del "Consiglio delle donne 50 e 50 ovunque si decide" che
avverra' a Roma nella giornata del 19 maggio 2007 presso la Sala Olivetti in
via Zanardelli, la realizzazione della democrazia paritaria sara' un
processo lungo per il quale dovremo spendere energia e inventiva.
Contiamo molto sull'apporto che puo' venire da organizzazioni femminili e da
singole donne non iscritte all'Udi che hanno sinceramente a cuore la
democrazia paritaria.
Abbiamo ricevuto la formale adesione di "Usciamo dal silenzio" e dal
Coordinamento  nazionale donne dello Spi-Cgil. Ci piace sottolineare questo
dato perche' si tratta, certo, di una adesione correttamente e formalmente
inviata alla sede nazionale dell'Udi, come e' giusto che sia. Anzi, cogliamo
l'occasione per ribadire che ogni adesione e' tale se giunge alla sede
nazionale Udi. Ma - ci si consenta il gioco di parole - se di formale
adesione si e' trattato, non e' stata un'adesione puramente formale: le
donne di "Usciamo dal silenzio" sono in assemblea  permanente con il loro
"Manifesto dei perche'"; le donne dello Spi-Cgil a meta' aprile hanno avuto
un incontro nazionale in cui l'adesione alla campagna e' stata discussa e
motivata.
Vi diciamo questo perche' a noi non interessa tanto un lungo elenco di sigle
o di nomi di forte attrattiva mediatica, in calce all'Iniziativa. Se
arriveranno adesioni non potra' che farci piacere. Ma cio' a cui puntiamo e'
la chiamata ad una vera e propria compromissione.
La campagna e' complessiva e non si pone come obiettivo ne' a medio ne' a
lungo termine una contrattazione con le forze politiche per "strappare"
qualche concessione in piu', sul piano del riequilibrio della
rappresentanza.
I nostri documenti parlano chiaro: noi non diciamo ne' riequilibrio, ne'
rappresentanza, ma parliamo e scriviamo sempre di presenza paritaria ovunque
si decide e di democrazia.
Non ci sottrarremo al confronto con altre donne e con chiunque sia
sinceramente interessato.
Questa precisazione e' doverosa nell'attuale fase politica, in pieno
dibattito sulla riforma della legge elettorale, dove si riparla di quote
rosa e rispuntano tentativi di far approvare una legge "di  riserva",
anche - perche' no - in virtu' del fatto che si pensa di essere piu'
credibili e accettabili, avendo alle spalle una campagna come la nostra.
Sul punto, l'Udi vuole essere molto chiara: le donne che vorranno esserci
accanto devono sapere che la com-promessa che viene ad essere sottoscritta
non sara' una cosa formale.
Si tratta invece di promettere con l'Udi su alcuni punti della campagna
strettamente legati alla qualita' della nostra pratica politica:
l'autonomia, l'autofinanziamento, l'autodeterminazione (cosa che non
riguarda solo l'interruzione di una gravidanza), l'irrinunciabilita' di
alcuni principi e quindi l'assoluta non svendibilita' degli stessi.
Infine, noi non amiamo la parola trasversalita': preferiamo affermare che
tutte le donne, di qualunque schieramento o fede politica, vogliano
condividere il nostro progetto, si sentiranno accomunate su di un piano
progettuale e di contenuto che sinteticamente abbiamo definito con la parola
"altrove".
Noi per scelta precisa non abbiamo da tempo interlocutori privilegiati, ne'
nella politica istituzionale, ne' nei partiti, ne' nei movimenti. Le nostre
interlocutrici privilegiate restano le donne, tutte le donne, senza
distinzione. E il fatto che noi ci rivolgiamo a tutte non vuol dire
assolutamente sminuire o diluire i significati della nostra iniziativa, in
nome di una presunta trasversalita', tutt'altro: sta a significare che il
nostro sguardo e' altrove rispetto ai parametri tradizionali della politica
istituzionale.
Nessuna e nessuno in Italia oggi - nel bene e nel male - detiene il primato
di essere "piu' femminista" di altre/i. Si tratta, piuttosto, di verificare
in concreto l'apporto di ciascuna, perche' di parole ne sono state dette
gia' molte.
Si tratta di passare all'azione e nell'azione, come sempre, tasteremo il
polso alla voglia di mettere le mani in pasta. Con questa immagine casalinga
che ci e' da sempre molto cara, vi salutiamo e attendiamo la voglia di
compromettervi con noi: se volete, letteralmente, come si usa dire per i
contratti, la voglia di sottoscrivere un preliminare vero, un vero
compromesso, appunto. Il nostro non sara' un contratto, ma un patto si'.
Perche' "la politica e' un patto tra noi, dove ciascuna ha imparato a dire
io" (dall'introduzione allo Statuto dell'Udi, 2003).

5. PROPOSTA. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Si puo' destinare la quota del 5 per mille dell'imposta sul reddito delle
persone fisiche, relativa al periodo di imposta 2006, apponendo la firma
nell'apposito spazio della dichiarazione dei redditi destinato a "sostegno
delle organizzazioni non lucrative di utilita' sociale" e indicando il
codice fiscale del Movimento Nonviolento: 93100500235; coloro che si fanno
compilare la dichiarazione dei redditi dal commercialista, o dal Caf, o da
qualsiasi altro ente preposto - sindacato, patronato, Cud, ecc. - devono
dire esplicitamente che intendono destinare il 5 per mille al Movimento
Nonviolento, e fornirne il codice fiscale, poi il modulo va consegnato in
banca o alla posta.
Per ulteriori informazioni e per contattare direttamente il Movimento
Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212,
e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

6. LETTURE. DANILO DOLCI: UNA RIVOLUZIONE NONVIOLENTA
Danilo Dolci, Una rivoluzione nonviolenta, Terre di mezzo - Altreconomia,
Milano 2007, pp. 160, euro 10. A cura di Giuseppe Barone un'agile bella
antologia degli scritti di Danilo Dolci, con un saggio biografico
introduttivo del curatore (benemerito degli studi dolciani, gia'
collaboratore di Danilo ed oggi vicepresidente del Centro per lo sviluppo
creativo a lui intitolato), un'intervista a Danilo di Mao Valpiana del 1995,
una scheda sul Centro per lo sviluppo creativo "Danilo Dolci". Un libro
sicuramente utile per un accostamento alla figura e all'opera di una delle
figure piu' rilevanti della nonviolenza (e sarebbe ora di intraprendere
un'edizione filologicamente adeguata - un'edizione critica e puntualmente
commentata - di tutte le opere; proprio Giuseppe Barone con il suo
precedente utilissimo volume La forza della nonviolenza ha posto le basi per
questo improcrastinabile lavoro, e sarebbe ragionevole che lo stato italiano
si assumesse l'onere finanziario dell'impresa rendendo finalmente omaggio a
una delle piu' illustri personalita' della cultura e della vita civile
dell'Italia contemporanea). Per richieste alla casa editrice: tel.
0283242426, e-mail: segreteria at altreconomia.it, sito: www.altreconomia.it

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 85 del 10 maggio 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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