Voci e volti della nonviolenza. 45



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 45 del 24 ottobre 2006

In questo numero:
1. Ida Dominijanni: L'etica che viene dall'opacita' dell'io. La proposta di
Judith Butler
2. Et coetera

1. IDA DOMINIJANNI: L'ETICA CHE VIENE DALL'OPACITA' DELL'IO. LA PROPOSTA DI
JUDITH BUTLER
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it)
riprendiamo il seguente testo originariamente apparso su "Alias",
supplemento settimanale del quotidiano "il manifesto", il 7 ottobre 2006]

Nel crollo delle categorie del politico che non cessa di verificarsi nel
nostro presente, crolla anche la distinzione fra politica e morale che e'
stata parte costitutiva del paradigma della modernita'.
Che si tratti di legittimare la guerra o di combattere il terrorismo o di
destituire i dittatori, l'etica si presenta paradossalmente come il braccio
armato della politica: l'intervento della Nato in Kosovo e' stato l'annuncio
di questo paradosso, la risposta americana all'attacco dell'11 settembre il
suo trionfo. Non la razionalita' geopolitica ma il linguaggio del Bene e del
Male regolano le mosse sulla scena internazionale: nei Balcani ci siamo
andati per ragioni umanitarie, in Afghanistan e in Iraq perche' l'occidente
era stato aggredito e questo lo legittimava ad aggredire sua volta.
Ogni volta non ne va solo del ridisegno del mondo, ma dello statuto
dell'umano: il nemico, che sia un despota o una rete terrorista, viene
mostrificato e disumanizzato si' che il primato occidentale dell'umano possa
essere riconfermato.
E di volta in volta, perche' l'operazione sia efficace nel profondo, viene
riesumato quello statuto del soggetto sovrano, presente e trasparente a se
stesso, certo della propria identita', che la tarda modernita' novecentesca
aveva decentrato e destituito: a ben guardare, c'e' precisamente questa
posta in gioco ontologica dietro gli appelli neo e teocons, negli Stati
Uniti e in Europa, a reagire all'invasione degli altri e dell'altro con un
rafforzamento del noi e dell'io.
*
Questo quadro storico e politico e ben presente nell'ultimo lavoro di Judith
Butler proposto da Feltrinelli, Critica delle violenza etica ("Campi del
sapere", nella ineccepibile traduzione di Federico Rahola, pp.184, euro 18),
che pure e' il piu' accademico fra i libri della filosofia femminista
americana disponibili in italiano, come e' accademica l'occasione che lo
origina, un ciclo di "Spinoza lectures" all'universita' di Amsterdam nella
primavera del 2002. Ma non a caso le domande e le risposte che lo
attraversano sono, diversamente articolate, le stesse che attraversano il
piu' immediatamente politico Vite precarie (Meltemi 2004), cinque saggi
scritti sull'onda dell'11 settembre e della reazione americana al crollo
delle Torri gemelle. Nell'uno e nell'altro, Butler delinea un'ontologia del
presente, contrassegnata dalla fragilita', dall'esposizione del se'
all'altro, dalla relazionalita', in opposizione all'etica della violenza e
alle rinnovate pretese della sovranita' (del soggetto sovrano e dello Stato
sovrano, l'uno all'altro connessi) che stanno diventando il paradigma
normativo dell'Occidente ferito d'inizio millennio.
Ma rispetto a Vite precarie, questa Critica della violenza etica - che pure
cronologicamente lo precede di poco - va piu' a fondo filosoficamente, in un
corpo a corpo serrato, tipico dello stile del pensiero di Butler, con alcuni
autori della sua genealogia di riferimento: Hegel, Nietzsche, Adorno,
Foucault, Levinas, con un'altra filosofa femminista, Adriana Cavarero, come
compagna di percorso, e uno psicanalista, Jean Laplanche, come chiave di
volta del discorso. Figura di spicco nel pensiero poststrutturalista, Butler
sente l'attacco che al soggetto poststrutturalista viene sferrato oggi da
piu' parti, papa compreso, sotto forma di accuse alle sue derive relativiste
e nichiliste; si' che nel suo ragionamento la proposta di un'etica pubblica
nonviolenta e' tutt'uno con la dimostrazione dell'eticita' del soggetto non
sovrano.
Che l'io novecentesco e postnovecentesco inaugurato dal pensiero negativo e
dalla psicoanalisi sia un soggetto "infondato, incoerente e opaco a se
stesso", insomma non significa che sia un soggetto a-morale, significa
viceversa che la morale va ripensate su questa base ontologica, senza
nostalgie per il soggetto razionale, trasparente, sovrano della morale
cartesiana e kantiana. La fine di questo soggetto e' irreversibile, "un
lutto necessario" delle nostre fantasie di controllo e padronanza; ma lungi
dall'esentarci da obblighi morali ci obbliga altrimenti, a costruire un
patto sociale fondato non piu' sul contratto, come nel paradigma politico
moderno, ma su termini che il paradigma politico moderno non contempla:
dipendenza, passivita', vulnerabilita', esposizione all'altro,
relazionalita'.
*
Quest'ultimo termine e' quello decisivo, giacche' se fondamento c'e' del
soggetto, esso sta proprio nella relazionalita' che lo costituisce
destituendolo dal suo fondamento tradizionale. Nasciamo e viviamo tutte e
tutti in relazione con altri e con la madre in primo luogo, ed e' questo che
fa della singolarita' non un'identita' chiusa e autosufficiente ma
un'apertura; del legame con gli altri non un accessorio ma un vincolo
necessitato; dell'interlocuzione con l'altro non un dialogo fra un "io" e un
"tu" separati e compiuti ma una sospensione dell'"io" e del "tu".
Butler si muove nel solco di una ricerca sulla relazione come base della
soggettivita' che accomuna la migliore filosofia femminista internazionale -
il dialogo con Cavarero di Tu che mi guardi, tu che mi racconti parte da
qui -, ma radicalizza il discorso e fa bene, perche' anche la categoria
della relazionalita' rischia di perdere, da quando e' stata accolta nel
lessico politico mainstream, la sua forza dirompente. E non a caso il suo
ragionamento procede dalla dinamica del riconoscimento hegheliana, alla
"convocazione" originaria della genealogia della morale nietzschiana, al
"primato dell'altro" di Levinas; ma approda infine al transfert
psicoanalitico come modello di un'etica sociale rivoluzionata. E' li'
infatti, nella scena del transfert, che possiamo rivivere da adulti le
relazioni primarie che ci hanno messe/i al mondo, nutrendoci e altresi'
traumatizzandoci; e' li' che l'altro si presenta nella sua figura -
l'analista - piu' investita di domande e tuttavia assolutamente
inappropriabile, e' li' che si impara ad elaborare violenze e traumi antichi
senza vendicarsene proiettandoli sull'altro; e' li' che si sperimenta la
dipendenza dell'altro come risorsa e non come zavorra; e' li' infine che si
praticano le immense possibilita' ma anche i limiti invalicabili del
discorso e della pretesa di fornire un resoconto coerente del se' e della
propria biografia. E' li', in sostanza, che emerge l'opacita' ineliminabile
del soggetto a se stesso, la sua non-trasparenza: ed e' da li' che puo'
delinearsi "un'etica fondata sulla nostra condivisa, generalizzata e
parziale cecita' a noi stessi".
Giacche' "sospendere la pretesa di un'identita' propria e di una assoluta
coerenza con se stessi e' un buon antidoto alla violenza etica che esige che
manifestiamo e conserviamo sempre una nostra identita' costante nel tempo",
che la pretendiano altresi' dall'altro e che la scagliamo come un'arma
contro l'altro.
Questa etica dell'essere in relazione, originariamente vulnerabile e
dipendente, da sempre - ovvero fin dai legami primari - offeso, invaso e
sedotto dall'altro, mai del tutto padrone di se', diventa cosi'
un'alternativa agli appelli identitari, all'onnipotenza narcisistica che
riesce a nutrirsi anche del senso di colpa, all'aggressivita' dei potenti
legittimata dall'essere stati vittime della violenza altrui. E apre
all'amore come categoria politica, se e' vero che "essere trascinati
dall'amore significa non sapere perche' sia ama nel modo che si ama, farsi
trascinare e costringere dalla nostra stessa opacita', dalle zone d'ombra e
di non-conoscenza". Dove? Oltre il territorio del contratto, dove non serve
la rivendicazione, perche' e' proprio li', nel superamento del diritto a
cui, come scrive Adorno, "l'amore allude col suo muto gesto", che si puo'
davvero diventare umani.

2. ET COETERA

Ida Dominijanni, giornalista e saggista, docente a contratto di filosofia
sociale all'Universita' di Roma Tre, e' una prestigiosa intellettuale
femminista. Tra le opere di Ida Dominijanni: (a cura di), Motivi di
liberta', Angeli, Milano 2001; (a cura di, con Simona Bonsignori, Stefania
Giorgi), Si puo', Manifestolibri, Roma 2005.
*
Judith Butler, pensatrice femminista americana, nata nel 1956, insegna
attualmente retorica e letteratura comparata all'Universita' di Berkeley,
California; e' figura di primo piano del dibattito contemporaneo su
sessualita', potere e identita'; le sue ricerche rappresentano uno dei
contributi piu' originali all'interno dei cultural studies e della queer
theory. Dal quotidiano "Il manifesto" del 24 marzo 2003 riprendiamo questa
presentazione di Judith Butler scritta da Ida Dominijanni: "Judith Butler e'
una delle massime figure di spicco nel panorama internazionale della teoria
femminista. Docente di filosofia politica all'universita' di Berkeley in
California, ha pubblicato nell'87 il suo primo libro (Subjects of Desire) e
nel '90 il secondo, Gender Trouble, testo tuttora di culto nei campus
americani, cruciale per la messa a fuoco delle categorie del sesso, del
genere e dell'identita'. Del '93 e' Bodies that matter (Corpi che contano,
Feltrinelli, Milano 1995), del '97 The Psychic Life of Power. Filosofa di
talento e di solida formazione classica, Butler appartiene a quello stile di
pensiero post-strutturalista che intreccia la filosofia politica con la
psicoanalisi, la linguistica, la critica testuale; e a quella generazione
del femminismo americano costitutivamente attraversata e tormentata dalle
differenze sociali, etniche e sessuali fra donne e dalla frammentazione
dell'identita' che ne consegue. Decostruzione dell'identita', analisi del
corpo fra materialita' e linguaggio, critica della norma eterosessuale e dei
dispositivi di inclusione/esclusione che essa comporta, critica del potere e
del biopotere sono gli assi principali del suo lavoro, che sul piano
politico sfocia in una strategia di radicalita' democratica basata sulla
destabilizzazione e lo shifting delle identita'. Fin da subito attenta ai
nefasti effetti dell'11 settembre e della reazione antiterrorista sulla
democrazia americana, Butler e' fra gli intellettuali americani maggiormente
imegnati nel movimento no-war. 'La rivista del manifesto' ha pubblicato sul
n. 35 dello scorso gennaio il suo Modello Guantanamo, un atto d'accusa del
passaggio di sovranita' che negli Stati Uniti si va producendo all'ombra
dell'emergenza antiterrorista: fine della divisione dei poteri, progressivo
svincolamento del potere politico dalla soggezione alla legge, crollo dello
stato di diritto con le relative conseguenze sul piano del diritto penale
(demolizione delle garanzie processuali) e del diritto internazionale
(violazione di trattati e convenzioni). A dimostrazione di come la guerra in
nome della liberta' e la soppressione delle liberta' si saldino in un'unica
offensiva di abiezione dei 'corpi che non contano', per le strade di Baghdad
e nelle gabbie di Guantanamo". Opere di Judith Butler disponibili in
italiano: Corpi che contano, Feltrinelli, Milano 1995; La rivendicazione di
Antigone, Bollati Boringhieri, Torino 2003; Vite precarie. Contro l'uso
della violenza in risposta al lutto collettivo, Meltemi, Roma 2004; Scambi
di genere. Identita', sesso e desiderio, Sansoni, Firenze 2004; Critica
della violenza etica, Feltrinelli, Milano 2006. Sempre dalla fonte
dell'articolo sopra riportato ("Alias", 7 ottobre 2006) riprendiamo anche la
seguente scheda: "Di Judith Butler, filosofa californiana fra le piu' amate
e discusse del panorama femminista internazionale, sono disponibili in
italiano Scambi di genere (Sansoni 2004, opinabile traduzione di Gender
Trouble, il libro del 1990 che l'ha resa famosa, consacrandola come teorica
queer), Corpi che contano (Feltrinelli 1996), La rivendicazione di Antigone
(Bollati Borighieri 2003), Vite precarie (Meltemi 2003), La vita psichica
del potere (Meltemi 2005). Critica della violenza etica testimonia la piu'
recente curvatura del percorso di Butler, che la porta ben oltre il
dirompente inizio di Gender Truble, come lei stessa argomenta in Undoing
Gender (Routledge 2004) di prossima uscita (Meltemi): la sua ricezione
italiana, troppo legata alla sua immagine di partenza, dovrebbe giovarsene.
Per un confronto fra posizioni diverse all'interno di una comune matrice
femminista poststrutturalista, cfr. Il resoconto di un recente incontro in
Polonia fra Butler e Rosi Braidotti in www.metamute.org".
*
Adriana Cavarero e' docente di filosofia politica all'Università di Verona;
dal sito "Feminist Theory Website: Zagreb Woman's Studies Center" ospitato
dal Center for Digital Discourse and Culture at Virginia Tech University
(www.cddc.vt.edu/feminism), copyright 1999 Kristin Switala, riportiamo
questa scheda bibliografica delle sue opere pubblicate in volume: a) libri:
Dialettica e politica in Platone, Cedam, Padova 1974; Platone: il filosofo e
il problema politico. La Lettera VII e l'epistolario, Sei, Torino 1976; La
teoria politica di John Locke, Edizioni universitarie, Padova 1984;
L'interpretazione hegeliana di Parmenide, Quaderni di Verifiche, Trento
1984; Nonostante Platone, Editori Riuniti, Roma1990. (traduzione tedesca:
Platon zum Trotz, Rotbuch, Berlin 1992; traduzione inglese: In Spite of
Plato, Polity, Cambridge 1995, e Routledge, New York 1995); Corpo in figure,
Feltrinelli, Milano 1995; Platone. Lettera VII, Repubblica: libro VI, Sei,
Torino 1995; Tu che mi guardi, tu che mi racconti, Feltrinelli, Milano 1997;
Adriana Cavarero e Franco Restaino (a cura di), Le filosofie femministe,
Paravia, Torino 1999; A piu' voci. Filosofia dell'espressione vocale,
Feltrinelli, Milano 2003. b) saggi in volumi collettanei: "Politica e
ideologia dei partiti in Inghilterra secondo Hume", in Per una storia del
moderno concetto di politica, Cleup, Padova 1977, pp. 93-119; "Giacomo I e
il Parlamento: una lotta per la sovranita'", in Sovranita' e teoria dello
Stato all'epoca dell'Assolutismo, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma
1980, pp. 47-89; "Hume: la politica come scienza", in Il politico. Da Hobbes
a Smith, a cura di Mario Tronti,Feltrinelli, Milano 1982, vol. II, pp.
705-715; "Il principio antropologico in Eraclito", in Itinerari e
prospettive del personalismo, Ipl, Milano 1987, pp. 311-323; "La teoria
contrattualistica nei Trattati sul Governo di John Locke", in Il contratto
sociale nella filosofia politica moderna, a cura di Giuseppe Duso, Il
Mulino, Bologna 1987, pp. 149-190; "Per una teoria della differenza
sessuale", in Diotima. Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga,
Milano 1987, pp. 43-79. (traduzioen tedesca: "Ansatze zu einer Theorie der
Geschlechterdifferenz", in Diotima. Der Mensch ist Zwei, Wiener
Frauenverlag, Wien 1989); "L'elaborazione filosofica della differenza
sessuale", in La ricerca delle donne, Rosenberg & Sellier, Torino 1987, pp.
173-187. (traduzione inglese: "The Need for a Sexed Thought", in Italian
Feminist Thought, ed. by S. Kemp and P. Bono, Blackwell, Oxford 1991);
"Platone e Hegel interpreti di Parmenide", in La scuola Eleatica,
Macchiaroli, Napoli 1988, pp. 81-99; "Dire la nascita", in Diotima. Mettere
al mondo il mondo, La Tartaruga, Milano 1990, pp. 96-131. (traduzione
spagnola: "Decir el nacimiento", in Diotima. Traer al mundo el mundo, Icaria
y Antrazyt, Barcelona 1996); "Die Perspective der Geschleterdifferenz", in
Differenz und Gleicheit, Ulrike Helmer Verlag, Frankfurt 1990, pp. 95-111;
"Equality and Sexual Difference: the Amnesias of Political Thought", in
Equality and Difference: Gender Dimensions of Political Thought, Justice and
Morality, edited by G. Bock and S. James, Routledge, London 1991, pp.
187-201; "Il moderno e le sue finzioni", in Logiche e crisi della modernita,
a cura di Carlo Galli, Il Mulino, Bologna 1991, pp. 313-319; "La tirannia
dell'essere", in Metamorfosi del tragico fra classico e moderno, a cura di
Umberto Curi, Laterza, Rma-Bari 1991, pp. 107-122; "Introduzione" a: B.
Head, Una questione di potere, El, Roma 1994, pp. VII-XVIII; "Forme della
corporeita'", in Filosofia, Donne, Filosofie, Milella, Lecce 1994, pp.
15-28; "Figures de la corporeitat", Saviesa i perversitat: les dones a la
Grecia Antiga, coordinacio de M. Jufresa, Edicions Destino, Barcelona 1994,
pp. 85-111; "Un soggetto femminile oltre la metafisica della morte", in
Femminile e maschile tra pensiero e discorso, Labirinti 12, Trento, pp.
15-28; "La passione della differenza", in Storia delle passioni, a cura di
Silvia Vegetti Finzi, Laterza, Roma-Bari 1995, pp. 279-313; "Il corpo e il
segno. Un racconto di Karen Blixen", in Scrivere, vivere, pensare, a cura di
Francesca Pasini, La Tartaruga, Milano 1997, pp. 39-50; "Schauplatze der
Einzigartigkeit", in Phaenomenologie and Geschlechterdifferenz, edd. Silvia
Stoller und Helmuth Vetter, Wuv-Universitatsverlag, Wien 1997, pp. 207-226;
"Il pensiero femminista. Un approccio teoretico", in Le filosofie
femministe, a cura di Franco Restaino e Adriana Cavarero, Paravia, Torino
1999, pp. 111-164; "Note arendtiane sulla caverna di Platone", in Hannah
Arendt, a cura di Simona Forti, Bruno Mondadori, Milano 1999, pp. 205-225.
*
Emmanuel Levinas e' nato a Kaunas in Lituania il 30 dicembre 1905 ovvero il
12 gennaio 1906 (per la nota discrasia tra i calendari giuliano e
gregoriano). "La Bibbia ebraica fin dalla piu' giovane eta' in Lituania,
Puskin e Tolstoj, la rivoluzione russa del '17 vissuta a undici anni in
Ucraina. Dal 1923, l'Universita' di Strasburgo, in cui insegnavano allora
Charles Blondel, Halbwachs, Pradines, Carteron e, più tardi, Gueroult.
L'amicizia di Maurice Blanchot e, attraverso i maestri che erano stati
adolescenti al tempo dell'affaire Dreyfus, la visione, abbagliante per un
nuovo venuto, di un popolo che eguaglia l'umanita' e d'una nazione cui ci si
può legare nello spirito e nel cuore tanto fortemente che per le radici.
Soggiorno nel 1928-1929 a Friburgo e iniziazione alla fenomenologia gia'
cominciata un anno prima con Jean Hering. Alla Sorbona, Leon Brunschvicg.
L'avanguardia filosofica alle serate del sabato da Gabriel Marcel.
L'affinamento intellettuale - e anti-intellettualistico - di Jean Wahl e la
sua generosa amicizia ritrovata dopo una lunga prigionia in Germania; dal
1947 conferenze regolari al Collegio filosofico che Wahl aveva fondato e di
cui era animatore. Direzione della centenaria Scuola Normale Israelita
Orientale, luogo di formazione dei maestri di francese per le scuole dell'
Alleanza Israelita Universale del Bacino Mediterraneo. Comunita' di vita
quotidiana con il dottor Henri Nerson, frequentazione di M. Chouchani,
maestro prestigioso - e impietoso - di esegesi e di Talmud. Conferenze
annuali, dal 1957, sui testi talmudici, ai Colloqui degli intellettuali
ebrei di Francia. Tesi di dottorato in lettere nel 1961. Docenza
all'Universita' di Poitiers, poi dal 1967 all'Universita' di
Parigi-Nanterre, e dal 1973 alla Sorbona. Questa disparato inventario e' una
biografia. Essa e' dominata dal presentimento e dal ricordo dell'orrore
nazista (...)" (Levinas, Signature, in Difficile liberte'). E' scomparso a
Parigi il 25 dicembre 1995. Tra i massimi filosofi contemporanei, la sua
riflessione etica particolarmente sul tema dell'altro e' di decisiva
importanza. Opere di Emmanuel Levinas: segnaliamo in particolare En
decouvrant l'existence avec Husserl et Heidegger (tr. it. Cortina);
Totalite' et infini (tr. it. Jaca Book); Difficile liberte' (tr. it.
parziale, La Scuola); Quatre lectures talmudiques (tr. it. Il Melangolo);
Humanisme de l'autre homme; Autrement qu'etre ou au-dela' de l'essence (tr.
it. Jaca Book); Noms propres (tr. it. Marietti); De Dieu qui vient a' l'idee
(tr. it. Jaca Book); Ethique et infini (tr. it. Citta' Nuova); Transcendance
et intelligibilite' (tr. it. Marietti); Entre-nous (tr. it. Jaca Book). Per
una rapida introduzione e' adatta la conversazione con Philippe Nemo
stampata col titolo Ethique et infini. Opere su Emmanuel Levinas: Per la
bibliografia: Roger Burggraeve, Emmanuel Levinas. Une bibliographie premiere
et secondaire (1929-1985), Peeters, Leuven 1986. Monografie: S. Petrosino,
La verita' nomade, Jaca Book, Milano 1980; G. Mura, Emmanuel Levinas,
ermeneutica e separazione, Città Nuova, Roma 1982; E. Baccarini, Levinas.
Soggettivita' e infinito, Studium, Roma 1985; S. Malka, Leggere Levinas,
Queriniana, Brescia 1986; Battista Borsato, L'alterita' come etica, EDB,
Bologna 1995; Giovanni Ferretti, La filosofia di Levinas, Rosenberg &
Sellier, Torino 1996; Gianluca De Gennaro, Emmanuel Levinas profeta della
modernita', Edizioni Lavoro, Roma 2001. Tra i saggi, ovviamente non si puo'
non fare riferimento ai vari di Maurice Blanchot e di Jacques Derrida (di
quest'ultimo cfr. il grande saggio su Levinas, Violence et metaphysique, in
L'ecriture et la difference, Editions du Seuil, Parigi 1967). In francese
cfr. anche Marie-Anne Lescourret, Emmanuel Levinas, Flammarion; François
Poirie', Emmanuel Levinas, Babel. Per la biografia: Salomon Malka: Emmanuel
Levinas. La vita e la traccia, Jaca Book, Milano 2003.

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 45 del 24 ottobre 2006

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