La nonviolenza e' in cammino. 849



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 849 del 23 febbraio 2005

Sommario di questo numero:
1. Voci per Giuliana
2. Da Verona a Venezia, oggi e domani
3. Blues del treno della morte
4. Giulio Vittorangeli: Il senso della fragilita' umana
5. Per una bibliografia sulla Shoah (parte ventottesima)
6. Ileana Montini: La voglia matta
7. Rocco Altieri: La nonviolenza dei popoli puo' sconfiggere la guerra
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. TESTIMONIANZE. VOCI PER GIULIANA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 21 febbraio 2005 riprendiamo alcuni
interventi di solidarieta' con Giuliana Sgrena.
Giuliana Sgrena, intellettuale e militante femminista e pacifista tra le
piu' prestigiose, e' tra le maggiori conoscitrici italiane dei paesi e delle
culture arabe e islamiche; autrice di vari testi di grande importanza (tra
cui: a cura di, La schiavitu' del velo, Manifestolibri, Roma 1995, 1999;
Kahina contro i califfi, Datanews, Roma 1997; Alla scuola dei taleban,
Manifestolibri, Roma 2002; Il fronte Iraq, Manifestolibri, Roma 2004); e'
stata inviata del "Manifesto" a Baghdad, sotto le bombe, durante la fase
piu' ferocemente stragista della guerra tuttora in corso. A Baghdad e' stata
rapita il 4 febbraio 2005. Dal sito del quotidiano "Il manifesto"
riprendiamo, con minime modifiche, la seguente scheda: "Nata a Masera, in
provincia di Verbania, il 20 dicembre del 1948, Giuliana ha studiato a
Milano. Nei primi anni '80 lavora a 'Pace e guerra', la rivista diretta da
Michelangelo Notarianni. Al 'Manifesto' dal 1988, ha sempre lavorato nella
redazione esteri: appassionata del mondo arabo, conosce bene il Corno
d'Africa, il Medioriente e il Maghreb. Ha raccontato la guerra in
Afghanistan, e poi le tappe del conflitto in Iraq: era a Baghdad durante i
bombardamenti (per questo e' tra le giornaliste nominate 'cavaliere del
lavoro'), e ci e' tornata piu' volte dopo, cercando prima di tutto di
raccontare la vita quotidiana degli iracheni e documentando con
professionalita' le violenze causate dall'occupazione di quel paese.
Continua ad affiancare al giornalismo un impegno anche politico: e' tra le
fondatrici del movimento per la pace negli anni '80: c'era anche lei a
parlare dal palco della prima manifestazione del movimento pacifista"]

La forza delle parole: questo ci e' sembrato il mezzo piu' importante per
sentirci vicine a Giuliana, per farle sentire la nostra solidarieta'. Non
sappiamo come, ma sentiamo che il nostro messaggio comunque le arrivera'. Ci
siamo incontrate per ricordarla, per parlare di lei e abbiamo capito che
dobbiamo continuare a dirle le sue parole, quelle "parole altre" che da
sempre ci hanno raccontato quanto la realta' sia lontana dalla "verita'
ufficiale". Il suo aver dato la parola alle donne e' uno dei grandi meriti
che vogliamo continuare a ricordare, mentre aspettiamo con determinazione la
sua liberazione. Continuiamo a portare avanti, tutte insieme, la nostra
resistenza attiva attraverso le parole, per tenere viva l'attenzione e
diffondere una cultura alternativa, quella che Giuliana ci ha raccontato.
Centro donna, Livorno
*
Siamo accanto a tutti quelli che si adoperano affinche' Giuliana Sgrena, e
chi come lei e' stato rapito, sia liberato dall'ingiusta prigionia. La
sofferenza di queste donne e uomini prigionieri, di tante altre donne,
uomini e bambini in Iraq deve aiutarci a trovare nuove vie per la
risoluzione di conflitti che portano dolore e morte in tanti luoghi. Il
rapimento di Giuliana Sgrena ci fa sentire piu' acuta questa sofferenza che
entra nelle nostre case, ma non dobbiamo essere insensibili quando la
sofferenza ci sembra piu' lontana perche' entra in case altrui. "L'odio non
puo' essere mai vinto dall'odio" dice la nostra tradizione: impariamo a
saper amare come Giuliana ha fatto nei suoi anni di duro lavoro e di
denuncia del dolore dei deboli e con questa forza operare per la
liberazione.
Unione buddhista italiana

2. TESTIMONIANZE. DA VERONA A VENEZIA, OGGI E DOMANI
[Dagli amici del Movimento Nonviolento (per contatti: tel. 0458009803, fax:
0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org)
riceviamo e diffondiamo]

Mercoledi' 23 febbraio alle ore 16 presso la sede del Movimento Nonviolento,
in via Spagna 8, a Verona, si terra' una conferenza stampa per illustrare le
iniziative di solidarieta' con i 17 imputati che saranno processati in corte
d'appello a Venezia, imputati di blocco ferroviario per aver fermato nel
1991 il passaggio di un treno che trasportava carri armati destinati alla
prima guerra in Iraq.
Giovedi' 24 febbraio 2005, alle ore 11, alla Corte d'Appello di Venezia si
terra' il processo in secondo grado contro 17 pacifisti e nonviolenti
veronesi accusati di "blocco ferroviario e interruzione di pubblico
servizio" per aver partecipato ad una manifestazione nonviolenta, il 12
febbraio del 1991, alla stazione di Pescantina (Vr), contro il passaggio di
un treno militare che trasportava carri armati destinati alla prima guerra
in Iraq. In primo grado (gennaio 1997) gli imputati furono assolti "perche'
il fatto non sussiste", ma il Pubblico Ministero fece ricorso. Dopo 14 anni
dal fatti si arriva ora al processo di appello. Tra gli imputati vi sono Mao
Valpiana (direttore di "Azione nonviolenta"), Mauro Tosi (consigliere
regionale), Vincenzo Rocca (del Movimento Nonviolento), Vincenzo Benciolini
(rete Lilliput di Verona), Massimo Corradi di Vicenza ed altri.
Il collegio di difesa e' costituito dagli avvocati Sandro e Nicola
Canestrini (Rovereto), Maurizio Corticelli (Verona), Giuseppe Ramadori
(Roma), Nicola Chirco (Bologna).
Un appello di solidarieta' con gli imputati e' stato firmato da migliaia di
persone in tutta Italia.
Per informazioni dettagliate contattare Mao Valpiana, cell. 3482863190, tel.
0458009803.

3. MATERIALI. BLUES DEL TRENO DELLA MORTE
[Da un vecchio fascicolo de "La nonviolenza è in cammino" riprendiamo questo
blues, e la presentazione che segue: "Raccontava nella presentazione parlata
l'anonimo autore di questo blues che aveva cominciato il suo impegno
politico quando aveva quattordici anni, bloccando treni occupando binari in
nome della dignita' di ogni essere umano; e aggiungeva che da allora non
aveva piu' smesso di lottare, e sempre piu' si era accostato alla
nonviolenza all'ascolto di Mohandas Gandhi, di Martin Luther King, del
movimento delle donne; e affermava di pensare che se in Europa nella prima
meta' del Novecento tanta piu' gente si fosse messa sui binari, tante stragi
e tanti orrori sarebbero stati evitati; poi tossiva, si schiariva la voce,
cominciava a maltrattare la chitarra, e diceva, accennando una subito
soffocata intonazione, all'incirca le parole seguenti (la traduzione,
frettolosa, e' del nostro collaboratore Benito D'Ippolito - che e' anche
l'estensore di questa breve nota di presentazione)"]

E tu fermalo il treno della morte
col tuo corpo disarmato sui binari
con la voce che si oppone all'urlo roco
delle bombe, delle fruste al vile schiocco.

E tu fermalo il treno della morte
sono pochi gli oppressori, innumerevoli
le vittime, non possono arrestarci
se tutti insieme ce li riprendiamo i diritti, la terra, la vita.

E tu fermalo il treno della morte
con la tua persona fragile sconfiggi
gli apparati e gli strumenti della guerra
e salva il mondo con la tua persona fragile.

E tu fermalo il treno della morte
perche' tu, cosi' indifeso, puoi fermarlo
col tuo corpo, la tua voce, la speranza
che sa unire tante braccia, e sa fermarlo

maledetto il treno nero della morte.

E tu fermalo e cosi' ferma la guerra.

4. EDITORIALE. GIULIO VITTORANGELI: IL SENSO DELLA FRAGILITA' UMANA
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per
questo intervento. Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori
di questo notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da
sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di
solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di
condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione
Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di
studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta'
concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione
di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra
soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha
svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e
riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti
interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui
promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra
altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre
1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara,
la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo,
Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996;
Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La
solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I
movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto
politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria,
una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra
neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della
solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno,
luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio
2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per
anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della
solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha
cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che
solidarieta'"]

Quello che vediamo ogni giorno per qualche minuto in tv, magari durante i
pasti, non trasmette niente che assomigli veramente al dolore e all'orrore,
e viene immediatamente dimenticato. La tv si trova cosi' a coltivare una
memoria che si autodistrugge dopo la visione, una memoria senza pensiero, la
sublimazione dello spettacolo: un nastro che ci scorre davanti agli occhi
senza fermarsi mai. Le stragi quotidiane in Iraq come in Palestina, il
massacro nella scuola di Beslan, lo tsunami asiatico, l'angosciante video di
Giuliana Sgrena...
Noi invece crediamo che una memoria vera ha tanto a che fare con il dolore
condiviso, con un pensiero di solidarieta' per le vittime delle guerre e del
terrorismo, con il senso della fragilita' degli esseri umani; con la
coscienza di essere uomini e donne, con tutto il peso di pregiudizi e
storture che questo presuppone, comprese le nostre miserie in cui
inciampiamo tutti i giorni.
Ma non e' cosa facile, perche' l'intreccio guerra-terrorismo oggi copre una
quantita' di conflitti, di orrori, anche di dolore; e diventa difficile
comprendere, qualificare, nominare, forse anche trovare una nuova dimensione
delle attuali tragedie umane. Disumanita' su disumanita', perche'
l'inventiva degli uomini nel distruggere e' infinita.
*
In Iraq (almeno per i nostri mezzi d'informazione) chi muore e' un eroe, a
patto che non sia iracheno, e chi uccide e' un terrorista, a patto che sia
iracheno. I soldati della coalizione combattono per "esportare la
democrazia" (anche se secondo il diritto internazionale sono invasori, e
radono al suolo citta' e villaggi, torturano e uccidono), mentre i
terroristi combattono per il terrorismo (anche se e' tutta una popolazione
civile ad essere bombardata e massacrata). Tutto si aggroviglia: se sei un
esercito "regolare" puoi anche "autoinvitarti" ad una festa di nozze,
scambiare gli invitati per terroristi, ammazzarne un buon numero e non
rispondere di nulla perche' vale non quello che fai, ma quello che sei: un
democratico, occidentale, possibilmente cristiano.
Non e' cosa facile quell'orrore che abbiamo davanti, perche' se nel pianto
trattenuto di Giuliana Sgrena c'e' l'angoscia di chi non spera che il suo
paese l'ascoltera' "e assume l'amarezza del capire che qualunque cosa abbia
fatto per il popolo iracheno ai suoi sequestratori non importava nulla.
Perche' hanno sicuramente veduto Al Jazeera e sentito la condanna degli
Ulema e di Al Sistani, ma lei resta per loro un'occidentale e basta. Questo
Giuliana ci hanno detto: piu' forte di tutto e' l'odio per gli occupanti"
(Rossana Rossanda), e' anche vero che in quel pianto c'e' tutto il senso
della fragilita' dell'essere umano. E questa fragilita' ci serve, come
bisaccia da viaggio, per guardare con occhi aperti il nostro quotidiano.
*
Non ricordo piu' chi ha scritto queste parole (e non so se la trascrizione
e' fedele), ma certamente dobbiamo riacquistare il senso della fragilita' e
della vulnerabilita' di ciascuno di noi perche' siamo vecchi, di ciascuno di
noi perche' siamo bambini, di ciascuno di noi, perche' siamo fatti cosi',
siamo fragili, siamo rompibili, siamo distruttibili, e ci espongono a un
mondo che diventa sempre piu' distruttivo.
Pochi momenti sono stati cosi' esemplari, come quella sequenza di bambini
scampati alla distruzione della scuola di Beslan, quei bambini nudi, portati
via, portati fuori, aggrappati a qualunque adulto che potesse in quel
momento proteggerli.
Ecco, io credo che sia indispensabile recuperare il senso della fragilita'
che e' tipico delle nostre vite, recuperarlo nei confronti delle persone
anziane, recuperarlo nei confronti dei bambini, recuperarlo in quelle
situazioni pazzesche in cui in nome di una guerra si distruggono le citta'
con il pretesto che sono piene di terroristi e si sa esattamente dov'e'
l'edificio dei terroristi, e intanto continuano a morire donne e bambini.
L'aver perso il senso della fragilita' degli esseri umani diventa evidente,
vistoso, terribile ma anche facile alla nostra indignazione, alla nostra
commozione quando accade nella guerra e in situazioni spaventose come quella
di Giuliana Sgrena.
Ma e' la nostra vita quotidiana. E' nella nostra vita quotidiana che si e'
perso il senso della nostra fragilita', il senso del fatto che ognuno di noi
dovrebbe essere protettore degli altri. Per tutto questo restiamo fortemente
convinti che per poter non solo sognare, ma realizzare concretamente un
mondo diverso, bisogna porsi accanto al dolore umano, alla fragilita' umana.

5. MATERIALI. PER UNA BIBLIOGRAFIA SULLA SHOAH (PARTE VENTOTTESIMA)

CARLO ROSSELLI
Carlo Rosselli nacque nel 1899, insieme al fratello Nello - come lui grande
intellettuale e limpido antifascista - fu assassinato dai sicari
dell'organizzazione fascista dei cagoulards a Bagnoles-de-l'Orne, in
Francia, nel 1936. Dal sito www.ossimoro.it riportiamo per estratti la
seguente scheda: "16 novembre 1899: Carlo Rosselli nasce a Roma. Il padre
Giuseppe Emanuele era compositore e musicologo. La madre, Amelia Pincherle,
una scrittrice e autrice affermata di teatro. Sia la famiglia Rosselli che
la famiglia Pincherle avevano preso parte al movimento per l'indipendenza e
l'unita' nazionale. 1911: Muore il padre. 27 marzo 1916: Il fratello Aldo
muore in combattimento nella prima guerra mondiale sui monti della Carnia.
Ricevera' la medaglia d'argento alla memoria. 1918: Carlo e' nominato
sottotenente e inviato in zona di guerra. 1920: Conosce Claudio Treves,
Filippo Turati e Gaetano Salvemini. 1921: Si laurea in scienze politiche con
la tesi "Il sindacalismo". 1922: A Roma il XIX congresso del partito
socialista decreta l'espulsione dei riformisti di Treves, Turati e
Matteotti. Rosselli si schiera con la corrente riformista che da' luogo al
partito socialista unitario. Conosce Piero Gobetti e il gruppo di giovani
intellettuali che pubblicano il settimanale "La Rivoluzione Liberale".
Conosce inoltre Luigi Einaudi, Pasquale Jannacone e Achille Loria. Prende
parte alla ristretta attivita' del Circolo di Cultura fiorentino, promosso
da Gaetano Salvemini, Piero Calamandrei, Ernesto Rossi, Ludovico Limentani,
Piero Jahier e l'avvocato Alfredo Nicoli, nel cui studio si tenevano le
riunioni. 1923: Conosce Gaetano Mosca. Si laurea in legge discutendo la tesi
"Prime linee di una teoria economica dei sindacati". Si trasferisce a Londra
qualche mese per approfondire il problema trattato nella tesi di laurea.
1924: All'indomani del delitto Matteotti si iscrive al partito socialista
unitario. E' chiamato all'Istituto superiore del Commercio di Genova ad
insegnare Istituzioni di Economia Politica. I fascisti devastano la sede del
Circolo di Cultura fiorentino. 1925: Fonda con il fratello Nello, Salvemini
ed Ernesto Rossi il bollettino clandestino "Non Mollare". Casa Rosselli e'
devastata dai fascisti. 1926: Carlo e' aggredito dagli squadristi genovesi.
A luglio e' costretto a lasciare l'insegnamento. Sposa l'inglese Marion Cave
a cui era legato da molti anni. "Il Quarto Stato" e' soppresso. I dirigenti
socialisti si convincono della necessita' di costituire un'organizzazione
per l'espatrio. Carlo Rosselli, Ferruccio Parri e Riccardo Bauer preparano
la fuga di decine di socialisti, tra i quali Treves, Saragat e Turati. 1927:
Carlo Rosselli e Parri vengono arrestati per l'espatrio di Turati. Rosselli
viene condannato a cinque anni di confino a Lipari per l'intervento diretto
di Mussolini. 1930: Viene fondato a Parigi il movimento rivoluzionario
antifascista "Giustizia e Liberta'". Volo Bassanesi. L'episodio che ebbe il
Cantone Ticino come centro della vicenda e' all'origine di una splendida
Lettera aperta all'onorevole Motta, che Alberto Tarchiani e Carlo Rosselli
pubblicarono su "Libera Stampa". Esce a Parigi l'edizione francese di
Socialismo liberale. 1930-'32: Numerose attivita' antifasciste tra cui la
pubblicazione dei "Quaderni di Giustizia e Liberta'". 29 marzo 1932: Muore
Filippo Turati. 11 giugno 1933: Muore Claudio Treves. 1934: A Parigi la
Concentrazione antifascista si scioglie a causa del profondo dissidio
operativo e ideologico tra Giustizia e Liberta' e il Partito socialista,
ormai orientato ad un'alleanza con i comunisti. 1935: La questione abissina
e' uno dei temi centrali degli scritti di Rosselli ("Perche' siamo contro la
guerra d'Africa?"). 1936: Carlo arriva in Spagna per combattere a fianco
delle truppe repubblicane. 9 giugno 1937: Carlo e Nello Rosselli sono
assassinati a Bagnoles-de-l'Orne, ad opera di affiliati dell'organizzazione
terroristica di destra La Cagoule, su preciso mandato dei vertici supremi
del regime fascista italiano. Opere di Carlo Rosselli: Socialismo liberale,
Einaudi, Torino 1997; Scritti dall'esilio I. "Giustizia e Liberta'" e la
Concentrazione antifascista (1929-1934), a cura di Costanzo Casucci,
Einaudi, Torino 1988; Scritti dall'esilio II. Dallo scioglimento della
Concentrazione antifascista alla guerra di Spagna (1934-1937), a cura di C.
Casucci, Einaudi, Torino 1992; Liberal Socialism, edito da Nadia Urbinati,
Princeton University Press 1994; Oggi in Spagna, domani in Italia, Einaudi,
Torino 1967; Scritti politici e autobiografici, a cura di Z. Ciuffoletti e
V. Caciulli, Lacaita, Manduria 1992; Il "Quarto Stato" di Nenni e Rosselli,
SugarCo, Milano 1977; Scritti politici, a cura di Z. Ciuffoletti e P.
Bagnoli, Guida, Napoli 1988. Epistolari: I Rosselli. Epistolario familiare,
a cura di Zeffiro Ciuffoletti, Mondadori, Milano 1997; Politica e affetti
familiari. Lettere dei Rosselli ai Ferrero (1917-1943), a cura di Marina
Calloni e Lorella Cedroni, Feltrinelli, Milano 1997; Dall'esilio. Lettere
alla moglie 1929-1937, a cura di Costanzo Casucci, Passigli, Firenze 1997;
Lettere a Carlo Rosselli e altri scritti di "Giustizia e Liberta'", di
Emilio Lussu, a cura di Manlio Brigaglia, Ed. Libreria Dessi', Sassari 1979.
Opere su Carlo Rosselli: Aldo Garosci, Vita di Carlo Rosselli, 2 voll.,
Vallecchi, Firenze 1973; Nicola Tranfaglia, Carlo Rosselli,
dall'interventismo a "Giustizia e Liberta'", Laterza, Bari 1968; Giuseppe
Fiori, Casa Rosselli, Einaudi, Torino 1999; Alessandro Levi, Ricordi dei
fratelli Rosselli, La Nuova Italia, Firenze 1947; Stanislao G. Pugliese,
Carlo Rosselli: Socialist Heretic and Antifascist Exile, Harvard University
Press, 1999; Aldo Rosselli, La famiglia Rosselli. Una tragedia italiana,
Bompiani, Milano 1983; Franco Invernici, L'alternativa di "Giustizia e
Liberta'". Economia e politica nei progetti del gruppo di Carlo Rosselli,
Franco Angeli, Milano 1987; Giovanna Angelini, L'altro socialismo, Franco
Angeli, Milano 1999; Santi Fedele, E verra' un'altra Italia. Politica e
cultura nei "Quaderni di Giustizia e Liberta'", Franco Angeli, Milano 1992;
Zeffiro Ciuffoletti, Paolo Bagnoli (a cura di), Il pensiero politico di
Carlo Rosselli, Guida, Napoli 1988; Paolo Bagnoli, Rosselli, Gobetti e la
rivoluzione democratica. Uomini e idee tra liberalismo e socialismo, La
Nuova Italia, Firenze 1996; Giovanni Spadolini, Carlo e Nello Rosselli. Le
radici mazziniane del loro pensiero, Passigli, Firenze 1990; Salvo
Mastellone, Carlo Rosselli e "la rivoluzione liberale del socialismo",
Olschki, Firenze 1999".

NELLO ROSSELLI
Nello Rosselli nacque nel 1900, insieme al fratello Carlo - come lui grande
intellettuale e limpido antifascista - fu assassinato dai sicari
dell'organizzazione fascista dei cagoulards a Bagnoles-de-l'Orne, in
Francia, nel 1936. Su Nello Rosselli dal sito dell'Anpi di Roma ruprendiamo
la seguente scheda a cura di Alessandra Campagnan: "Sabatino Rosselli, detto
Nello, nacque a Roma il 29 novembre 1900. I genitori, Giuseppe Emanuele e
Amelia Pincherle, appartenevano a famiglie della borghesia agiata ebraica
con trascorsi risorgimentali: Mazzini era morto sotto il nome di Mr. Brown
in casa dei nonni paterni e un nonno materno aveva partecipato alla difesa
della repubblica di Venezia nel 1849. Nei primi anni del secolo Amelia coi
tre figli, Aldo (morto durante la prima guerra mondiale), Carlo e Nello, si
trasferi' a Firenze, entrando ben presto in contatto con gli ambienti
culturali piu' vivaci e aperti della citta'. Nel 1917 a Firenze venne
fondato, soprattutto per iniziativa di Nello, il giornale per studenti "Noi
giovani", sul quale Carlo Rosselli comincio' a scrivere i suoi articoli
politici. Nel 1920, insieme ad altri giovani tra i quali il fratello, Piero
Calamandrei, Alfredo e Nello Niccoli, Nello fondo' il Circolo di Cultura,
luogo di libero dibattito e ricerca sotto l'alto magistero di Gaetano
Salvemini. Il Circolo venne chiuso d'autorita' nel 1925. Nel 1923 Nello
discusse con Gaetano Salvemini la tesi di laurea "Mazzini e il movimento
operaio dal 1861 al 1872", primo passo di quella che avrebbe potuto essere
una brillante carriera di studioso del Risorgimento. Studioso di profondi
sentimenti liberali, nel 1924 aderi' alla fondazione dell'Unione nazionale
delle forze liberali e democratiche promossa da Giovanni Amendola, e nel
1925 partecipo' col fratello Carlo, Gaetano Salvemini, Nello Traquandi e
altri alla fondazione del primo giornale antifascista clandestino "Non
mollare". Sempre nel 1924 e' da ricordare la sua partecipazione al Convegno
Ebraico di Livorno: per Nello Rosselli, ebreo non ortodosso e non
osservante, l'ebraismo non si realizzava nel rispetto formale dei riti e
delle tradizioni, ma era fondamento del suo impegno di vita, per cui non
sentiva contrasto tra l'essere ebreo e l'essere italiano. Continuava intanto
la sua attivita' di studioso testimoniata dalla pubblicazione, tra il 1923 e
il 1927, di numerosi articoli su riviste storiche italiane e del saggio
Mazzini e Bakunin. Il 3 giugno 1927 venne arrestato e condannato a cinque
anni di confino a Ustica, ma nel 1928 venne rilasciato, forse perche' le sue
idee liberali non venivano considerate troppo pericolose dal regime.
Tuttavia nell'estate del 1929, dopo la fuga da Lipari del fratello, venne
nuovamente arrestato e condannato a cinque anni di confino a Ustica e Ponza.
Da qui trasse ispirazione per le pagine piu' belle del saggio Carlo Pisacane
nel Risorgimento italiano, che fu poi pubblicato nel 1932. Rilasciato,
riprese la sua vita di studioso, con la possibilita' di ottenere il
passaporto per recarsi all'estero a compiere le sue ricerche. Cosi' avvenne
anche nel mese di maggio 1937: il passaporto gli fu dato con una
sollecitudine che ad alcuni amici, fra cui Calamandrei, apparve sospetta.
Evidentemente attraverso Nello si sperava di arrivare a Carlo che, per
curare una flebite contratta durante la guerra di Spagna, si era recato alle
terme di Bagnoles-de-l'Orne in Normandia. Insieme col fratello, il 9 giugno
1937, venne assassinato a Bagnoles-de-l'Orne e i loro corpi furono ritrovati
l'11 giugno. Nel 1946 la casa editrice Einaudi pubblico' la raccolta di
Saggi sul Risorgimento italiano e altri scritti, in cui sono compresi anche
gli scritti minori. Accanto all'attivita' di studioso e di antifascista e'
da ricordare anche quella di pittore di grande sensibilita', come testimonia
la mostra di suoi quadri allestita nella Sala d'Armi di Palazzo Vecchio
nella primavera del 1990". Tra le opere di Nello Rosselli: Mazzini e Bakunin
(1927); Carlo Pisacane nel Risorgimento Italiano (1932); Saggi sul
Risorgimento e altri scritti (postumo, 1946). Epistolari: I Rosselli.
Epistolario familiare, a cura di Zeffiro Ciuffoletti, Mondadori, Milano
1997; Politica e affetti familiari. Lettere dei Rosselli ai Ferrero
(1917-1943), a cura di Marina Calloni e Lorella Cedroni, Feltrinelli, Milano
1997. Opere su Nello Rosselli: ovviamente cfr. anche Aldo Garosci, Vita di
Carlo Rosselli, 2 voll., Vallecchi, Firenze 1973; Giuseppe Fiori, Casa
Rosselli, Einaudi, Torino 1999; Alessandro Levi, Ricordi dei fratelli
Rosselli, La Nuova Italia, Firenze 1947; Aldo Rosselli, La famiglia
Rosselli. Una tragedia italiana, Bompiani, Milano 1983; Giovanni Spadolini,
Carlo e Nello Rosselli. Le radici mazziniane del loro pensiero, Passigli,
Firenze 1990.

ROBERTO ROSSELLINI
Nato a Roma nel 1906 e nella stessa citta' deceduto nel 1977, regista
cinematografico. E' il simbolo di quella esperienza politico-morale prima
ancora che estetica che fu detta neorealismo. Opere di Roberto Rossellini:
fondamentali ovviamente sono Roma citta' aperta (1945), Paisa' (1946),
Germania anno zero (1947); ma formidabili sono anche i film televisivi (di
argomento storico, condotti con esplicito intento didattico e con forte
sentire morale) degli anni '60 e '70. Opere su Roberto Rossellini: per un
avvio cfr. Gianni Rondolino, Roberto Rossellini, Il Castoro Cinema, Milano;
Sergio Trasatti, Rossellini e la televisione, La rassegna editrice, Roma
1978.

DAVID ROUSSET
Nato nel 1912, militante della sinistra francese, nel corso della Resistenza
viene arrestato e deportato in un campo di sterminio. Sopravvissuto, ha
scritto importanti libri di testimonianza e di denuncia del totalitarismo.
Opere di David Rousset: L'universo concentrazionario, Baldini & Castoldi,
Milano 1997. Opere su David Rousset: cfr. in Tzvetan Todorov, Memoria del
male, tentazione del bene, Garzanti, Milano 2001.

HENRY ROUSSO
Storico. Opere di Henry Rousso: La sindrome de Vichy de 1944 a' nos jours,
Seuil, Paris 1990.

ROBERTO ROVERSI
Nato a Bologna nel 1923, partecipe delle esperienze di riviste culturali
come "Officina" e "Rendiconti", poeta di forte impegno civile. Opere di
Roberto Roversi: Dopo Campoformio, Einaudi, Torino 1965; Le descrizioni in
atto, ciclostilato in proprio, Bologna 1969 (una quarta edizione -
finalmente a stampa ma sempre a diffusione gratuita - per I quaderni de "Lo
spartivento", Bologna 1990); cfr. anche i testi - alcuni bellissimi - delle
canzoni scritte per Lucio Dalla (una collaborazione poetico-musicale che ha
dato frutti notevoli: gli album Il giorno aveva cinque teste, Rca, Milano
1973; Anidride solforosa, Rca, Milano 1975; Il futuro dell'automobile, Rca,
Milano 1976). Opere su Roberto Roversi: Luciano Caruso e Stelio M. Martini,
Roberto Roversi, La Nuova Italia, Firenze 1978.

EDOARDO RUFFINI
Storico del diritto (1901-1982), figlio di Francesco Ruffini, fu come suo
padre uno dei dodici docenti universitari che rifiutarono il giuramento di
fedelta' al fascismo. Opere di Edoardo Ruffini: segnaliamo almeno Il
principio maggioritario. Profilo storico, del 1927, ristampato da Adelphi,
Milano 1976, 1987 (edizione economica); cfr. anche La ragione dei piu', Il
Mulino, Bologna 1977. Opere su Edoardo Ruffini: cfr. Giorgio Boatti,
Preferirei di no, Einaudi, Torino 2001.

FRANCESCO RUFFINI
Illustre giurista (1863-1934), docente universitario, ministro della
pubblica istruzione, fu uno dei dodici docenti universitari che nel 1931
rifiutarono il giuramento di fedelta' al fascismo. Opere di Francesco
Ruffini: segnaliamo almeno Per la storia del diritto matrimoniale (1894); La
rappresentanza giuridica della parrocchia (1896); La liberta' religiosa.
Storia dell'idea (1901); La giovinezza del conte di Cavour (1912); Liberta'
religiosa e separazione fra Stato e Chiesa (1913); La liberta' religiosa
come diritto pubblico subbiettivo (1924); Diritti di liberta' (1926); La
vita religiosa di Alessandro Manzoni (1931). Opere su Francesco Ruffini:
Alessandro Galante Garrone, Un affare di coscienza, Baldini & Castoldi,
Milano 1995; cfr. inoltre Giorgio Boatti, Preferirei di no, Einaudi, Torino
2001.

GIAN ENRICO RUSCONI
Docente di scienza della politica all'Universita' di Torino. Opere di Gian
Enrico Rusconi: tra i suoi libri recenti segnaliamo almeno Se cessiamo di
essere una nazione; Resistenza e postfascismo; Patria e repubblica; tutti
presso Il Mulino. Segnaliamo anche particolarmente (a cura di), Germania: un
passato che non passa, Einaudi, Torino 1987.

SERGIO RUSICH DE MOSCATI
Partecipa alla lotta contro i nazisti, deportato a Flossenburg, testimone
della Shoah. Opere di Sergio Rusich de Moscati: Il mio diario, Edizioni
cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (FI) 1992.

LORD RUSSELL OF LIVERPOOL
Dal 1946 al 1951 fu consulente per i delitti di guerra nazisti giudicati da
tribunali britannici. Opere di Lord Russell of Liverpool: Il flagello della
svastica, Feltrinelli, Milano 1955, 1976.

LUIGI RUSSO
Intellettuale italiano (1892-1961), storico e critico della letteratura
italiana, docente universitario, acuto saggista e polemista vivacissimo,
esempio di impegno civile, antifascista e democratico; animo' riviste di
straordinario spessore e penetrazione nel dibattito culturale (tuttora si
pubblica la sua "Belfagor").

6. RIFLESSIONE. ILEANA MONTINI: LA VOGLIA MATTA
[Ringraziamo Ileana Montini (per contatti: ileana.montini at tin.it) per questo
intervento. Ileana Montini, prestigiosa intellettuale femminista, gia'
insegnante, e' psicologa e psicoterapeuta. Nata nel 1940 a Pola da genitori
romagnoli, studi a Ravenna e all'Universita' di Urbino, presso la prima
scuola di giornalismo in Italia e poi sociologia; giornalista per
"L'Avvenire d'Italia" diretto da Raniero La Valle; di forte impegno
politico, morale, intellettuale; ha collaborato a, e fatto parte di, varie
redazioni di periodici: della rivista di ricerca e studio del Movimento
Femminile DC, insieme a Tina Anselmi, a Lidia Menapace, a Rosa Russo
Jervolino, a Paola Gaiotti; di "Per la lotta" del Circolo "Jacques Maritain"
di Rimini; della "Nuova Ecologia"; della redazione della rivista "Jesus
Charitas" della "famiglia dei piccoli fratelli e delle piccole sorelle"
insieme a fratel Carlo Carretto; del quotidiano "Il manifesto"; ha
collaborato anche, tra l'altro, con la rivista "Testimonianze" diretta da
padre Ernesto Balducci, a riviste femministe come "Reti", "Lapis", e alla
rivista di pedagogia "Ecole"; attualmente collabora al "Paese delle donne".
Ha partecipato al dissenso cattolico nelle Comunita' di Base; e preso parte
ad alcune delle piu' nitide esperienze di impegno non solo genericamente
politico ma gramscianamente intellettuale e morale della sinistra critica in
Italia. Il suo primo libro e' stato La bambola rotta. Famiglia, chiesa,
scuola nella formazione delle identita' maschile e femminile (Bertani,
Verona 1975), cui ha fatto seguito Parlare con Dacia Maraini (Bertani,
Verona). Nel 1978 e' uscito, presso Ottaviano, Comunione e liberazione nella
cultura della disperazione. Nel 1992, edito dal Cite lombardo, e' uscito un
libro che racconta un'esperienza per la prevenzione dei drop-out di cui ha
redatto il progetto e  curato la supervisione delle operatrici: titolo: "...
ho qualche cosa anch'io di bello: affezionatrice di ogni cosa". Recentemente
ha scritto la prefazione del libro di Nicoletta Crocella, Attraverso il
silenzio (Stelle cadenti, Bassano (Vt) 2002) che racconta l'esperienza del
Laboratorio psicopedagogico delle differenze di Brescia, luogo di formazione
psicopedagogica delle insegnanti e delle donne che operano nelle relazioni
d'aiuto, laboratorio nato a Brescia da un progetto di Ileana Montini e con
alcune donne alla fine degli anni ottanta, preceduto dalla fondazione,
insieme ad altre donne, della "Universita' delle donne Simone de Beauvoir".
Ha recentemente pubblicato, con altri coautori, Il desiderio e l'identita'
maschile e femminile. Un percorso di ricerca, Franco Angeli, Milano 2004. Su
Ileana Montini, la sua opera, la sua pratica, la sua riflessione, hanno
scritto pagine intense e illuminanti, anche di calda amicizia, Lidia
Menapace e Rossana Rossanda]

Il papa sembra aver inaugurato una nuova tendenza della societa' postmoderna
aumentando a dismisura i santi da venerare. I santi sono individui defunti
che hanno esercitato le virtu' in maniera eroica raggiungendo uno stato
ideale di perfezione, quanto a dire di alta moralita'. Diversi beati (primo
gradino per il riconoscimento di santita') essendo vissuti nel Novecento
hanno sollevato qualche perplessita' in chi li aveva conosciuti e praticati,
come e' accaduto per il fondatore dell'Opus Dei.
Ecco, questa moda sta contagiando anche i politici intenzionati a
riabilitare e onorare i guerrieri, per esempio, della repubblica di Salo',
per metterli alla pari con i partigiani. Lo scopo da raggiungere sembra
essere quello di eliminare dalla memoria le radici antifasciste della
Repubblica, quanto a dire annacquare il significato della dittatura stessa
nel ventennio.
Ma avanza anche a sinistra la voglia matta di diluire le responsabilita'
politiche delle persone, riabilitandone la memoria. Il processo e' iniziato
con  un primo tentativo di recupero di Bettino Craxi da parte del segretario
dei Ds. Ne scrive "Avvenimenti" (18-24 febbraio 2005) a firma di Marcantonio
Lucidi. Vale la pena di leggerlo.
Una domanda: "se questo signore merita di essere rivalutato, restituito a
novella dignita' politica, allora che significato bisogna attribuire alle
due condanne definitive che ha preso quando era latitante ( e non esule) in
Tunisia?". Fassino ha dichiarato in tv che valutare positivamente l'azione
politica di un leader non significa condividerne tutto l'operato.
L'articolista osserva che l'operazione dovrebbe funzionare anche per
Mussolini: non ha in fondo, per esempio, bonificato le paludi pontine? E,
aggiungiamo, cosi' a titolo di esemplificazione: creata l'Opera Maternita' e
Infanzia? Quando dominava il Caf (Craxi-Andreotti-Forlani) ci fu la
cosiddetta occupazione della politica: il controllo della societa'
esercitato tramite gestione delle clientele veniva operato dai socialisti
insieme ai democristiani a tutti i livelli e anche tramite le tangenti.
Scrive l'articolista: "I capibastone del Psi facevano e disfacevano carriere
nelle banche, nella pubblica amministrazione. Nel mondo della cultura, nelle
case editrici, nei grandi giornali ormai gonfi di yesmen del pentapartito,
si entrava prevalentemente per chiamata clientelare, nel teatro le compagnie
di prosa ottenevano le 'piazze', come si dice in gergo, in grazia dei
socialisti, i quali avevano la feroce capacita' di occupare tutto il
territorio possibile e mungere soldi da ogni opportunita' e situazione,
finanche le piu' marginali. Al vertice vigeva l''autocraxia', con il capo
indiscusso. C'era persino una certa differenza con il passato, non certo
limpido, perche' si era inaugurata 'l'era della sistematicita'' della
corruzione, nell'organizzazione professionale del furto, nell'inesorabilita'
soffocante della pratica tangentara e in una vera, stupefacente, addirittura
infantile incapacita' dei craxisti di percepire l'immoralita' del
delinquere".
Su quest'ultima affermazione: la "incapacita' di percepire l'immoralita' del
delinquere" come caratteristica politica del fare dei socialisti craxiani,
ci si potrebbe soffermare per un saggio inedito tra il filosofico e lo
psicologico. Come e' potuto accadere che degli individui di scelta
socialista - a cominciare dallo stesso Craxi -  abbiano dirottato se stessi
verso questo stile nel fare politica?
Lucidi cita Diego Novelli: "Craxi ha concepito il suo progetto politico
autoritario, volto alla realizzazione del famoso Piano di rinascita
democratica della P2. Il quale prevedeva fra le varie cose: la
delegittimazione del Parlamento, definito 'parco buoi', e il progetto
presidenzialista; la controriforma della magistratura..., il controllo del
sistema radiotelevisivo, partito con la legge Mammi' che legalizzava le tre
tv dell'amico Berlusconi. Sdoganare Craxi vuol dire consentire in un futuro
piu' o meno prossimo di sdoganare l'attuale presidente piduista del
consiglio".
Oppure, piu' semplicemente, l'uscita di Fassino e' volta al recupero degli
ex dirigenti socialisti? Come se, alla fine, contasse poco la coscienza e la
morale per gli uni e per gli altri, a destra come a sinistra. Come se ci
fosse un unico pensiero, un unico filo conduttore: che il fine giustifica,
sempre, i mezzi.

7. MATERIALI. ROCCO ALTIERI: LA NONVIOLENZA DEI POPOLI PUO' SCONFIGGERE LA
GUERRA
[Ringraziamo Rocco Altieri (per contatti: roccoaltieri at interfree.it) per
averci messo a disposizione la presentazione (pp. 7-11) del volume n. 3 del
giugno 2003 dei "Quaderni Satyagraha" da lui diretti, volume monografico sul
tema "La nonviolenza dei popoli puo' sconfiggere la guerra". Rocco Altieri
e' nato a Monteleone di Puglia, studi di sociologia, lettere moderne e
scienze religiose presso l'Universita' di Napoli, promotore degli studi
sulla pace e la trasformazione nonviolenta dei conflitti  presso
l'Universita' di Pisa, docente di Teoria e prassi della nonviolenza
all'Universita' di Pisa, dirige la rivista "Quaderni satyagraha". Tra le
opere di Rocco Altieri segnaliamo particolarmente La rivoluzione
nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca
Franco Serantini, Pisa 1998. Per abbonarsi ai "Quaderni Satyagraha" (per
contatti: tel. 050542573, e-mail: roccoaltieri at interfree.it, sito:
pdpace.interfree.it): abbonamento annuale 30 euro da versare sul ccp
19254531, intestato a Centro Gandhi, via S. Cecilia 30, 56127 Pisa,
specificando nella causale "Abbonamento Satyagraha"]

Ideato nel semestre che ha accompagnato prima la minaccia e poi lo
scatenamento della guerra contro l'Iraq da parte degli Usa e dei suoi
alleati, il terzo quaderno, che ora diamo alle stampe, non poteva sottrarsi
a una necessaria riflessione sulla drammatica attualita'.
Di fronte ad avvenimenti che sembrano ineluttabili, che ne' le massime
autorita' morali, il papa innanzitutto, ne' milioni di uomini e donne che
hanno manifestano per la pace sono riusciti a fermare, puo' determinarsi un
facile scoramento, una disillusione, un senso di impotenza.
Il contributo che noi vogliamo offrire e' una lettura nonviolenta degli
avvenimenti, che dia nuova speranza e slancio di impegno, dando un aiuto
alla ricostruzione di una coscienza storica delle cause della guerra, dei
fattori scatenanti, e dei profondi cambiamenti che bisogna attivare per
poter trascendere i conflitti, costruendo nuove realta' di pace.
Il volume e' costruito in tre parti, che equivalgono ai tre passaggi
necessari per realizzare una trasformazione nonviolenta dei conflitti. E'
uno sviluppo che richiama da vicino la dinamica di un percorso educativo.
Al primo posto abbiamo collocato i contributi che ci aiutano in una critica
ai modelli ideologici dominanti (gli scritti di La Valle, Salio, Oberg,
Galtung, Sertorio).
Seguono i saggi utili a un processo etico-religioso di "coscientizzazione",
di costruzione mentale e interiore di un'azione nonviolenta (gli scritti di
Mattai, Altieri, Peyretti, Belforte-Pelissero, Terry Harris).
Infine, gli studi utili ad attivare alternative funzionali agli istituti
della violenza e della guerra (i saggi di Segre, Baskaran, Grimaldi,
Sanfilippo).
*
Passiamo ad esaminare nel dettaglio i vari contributi.
Raniero La Valle, nel saggio su La nascita del nuovo impero, analizza gli
elementi di novita' presenti nel documento Strategia della sicurezza
nazionale degli Stati Uniti, varato in America nel settembre 2002, e che a
tutti gli effetti va considerato come il manifesto della nuova destra in
quanto, legando insieme aspetti politici, economici e militari in una
filosofia che si puo' definire di "liberismo armato", rappresenta bene
l'ideologia ispiratrice della fondazione dell'impero.
Nanni Salio nel suo Perche' la guerra in Iraq? si interroga su quali sono le
ragioni che stanno alla base di una guerra illegale e dichiarata anzitempo.
Dopo aver scartato le piu' evidenti bugie e le mezze verita', passa in
rassegna le principali ipotesi interpretative e alcuni scenari possibili.
Jan Oberg in Bush prevarra', avra' la meglio o sara' disposto ad ascoltare e
riflettere? affronta la questione del fondamentalismo politico del regime di
Bush, elencando gli effetti distruttivi che esso sta procurando.
Johan Galtung in Usa-Iraq: ci sono alternative e la resistenza e' possibile!
traccia alcuni percorsi possibili per il movimento mondiale di opposizione
alla guerra.
Luigi Sertorio, in Guerra e questione energetica: le vie del petrolio e del
nucleare, affronta il tema cruciale della questione energetica, spiegando
come, sia la scelta del petrolio, sia l'opzione nucleare abbiano enormi
implicazioni sociali per il futuro della pace nel mondo. Mentre la
transizione al nucleare e' ad uno stadio avanzato in Francia e in Belgio,
gli Stati Uniti sono rimasti ancora largamente dipendenti dalla sorgente
petrolifera. La difesa americana del proprio accesso privilegiato a questa
sorgente si sta mostrando, oramai in tutto il mondo, cruenta, come era stato
anticipato dagli osservatori piu' attenti. Un futuro accesso su larga scala
alla sorgente nucleare da parte degli Stati Uniti portera' con se' nuovi
problemi di ristrutturazione sociale e industriale, legati al fatto che la
rete di distribuzione elettro-nucleare e' diversa dalla rete del petrolio.
Inoltre, i problemi di sicurezza e non proliferazione sono destinati a
crescere nel tempo, coinvolgendo anche gli altri paesi.
Giuseppe Mattai, nel suo No alla guerra comunque aggettivata, disegna il
quadro teologico e storico di quell'esodo della Chiesa verso la pace, che ha
portato Giovanni Paolo II e milioni di cattolici in tutto il mondo a opporsi
alla guerra.
Rocco Altieri in Il risveglio religioso dei popoli puo' sconfiggere la
guerra, facendo un ampio ricorso alla teoria sociologica e al pensiero
nonviolento, sviluppa un'analisi sul ruolo delle religioni nell'accendere il
fuoco di una rivoluzione mondiale nonviolenta.
Enrico Peyretti in Dieci tesi su religioni, violenza, nonviolenza scruta un
cono d'ombra, spiegandoci quando e perche' le religioni sono una base
culturale fondamentale per giustificare la violenza e come, al contrario,
esse possano divenire protagoniste nel promuovere la cultura della
nonviolenza.
Marta Belforte e Alberto Pelissero, nel saggio La nonviolenza nelle fonti
della tradizione indiana, indagano il significato profondo della parola
sanscrita ahimsa (che solitamente rendiamo in italiano con nonviolenza) in
tre delle principali tradizioni religiose dell'India: lo yoga, il jainismo,
il buddismo, enfatizzando come l'idea di ahimsa connoti profondamente
l'identita' personale e comunitaria.
Il saggio La nonviolenza nell'Islam, di Rabia Terri Harris, propone una
lettura degli avvenimenti che sono alle origini della fede islamica,
offrendoci una chiave di lettura nonviolenta. Fondamentale e' l'esatta
comprensione del concetto di jihad che non significa guerra santa, ma lotta
o sforzo, dovendo anche distinguere tra al-jihad al-akbar, la "Lotta
Maggiore", lo sforzo interiore per fronteggiare i nostri istinti piu' bassi,
e al-jihad al-asghar, la "Lotta Minore", lo sforzo esterno volto a
combattere l'ingiustizia sociale. Nella tradizione sufi e' possibile
scoprire la sorgente piu' autentica di una interpretazione nonviolenta
dell'Islam, conforme alla concezione musulmana del potere come servizio
comunitario e impegno per la giustizia.
Enrico Peyretti in un altro suo breve articolo, Il digiuno per la pace,
presenta il senso spirituale del digiuno secondo la Bibbia, il Corano e
Gandhi.
Bruno Segre in La pace la fai con il tuo nemico, di fronte all'inasprirsi
cruento del conflitto israeliano-palestinese, racconta l'esperienza di una
grande utopia realizzata in un villaggio di Israele (Neve' Shalom, in
ebraico, Wahat al-Salam in arabo), dove ebrei, cristiani, musulmani vivono
insieme.
Il professor Antonino Drago ha curato la traduzione di Shanti Sena:
l'esercito della pace del Mahatma Gandhi, realizzando un lavoro di
integrazione di due articoli di M. William Baskaran, usciti su "Gandhi
Marg": Shanti Sena in 20th Century: Challenges and Answers, n. 21,
gennaio-marzo 2000, pp. 419-430, e Mahatma Gandhi's Peace Army: A Paradigm,
n. 23, gennaio-marzo 2002, pp. 429-440. M. William Baskaran, coinvolto
direttamente nel realizzare lo Shanti Sena di Gandhi, vi espone la storia
delle esperienze di questa istituzione nonviolenta, in India e nel mondo.
Indica quale deve essere la preparazione personale adeguata a un simile tipo
di attivita'; confronta gli obiettivi dello Shanti Sena con quanto e' stato
proposto recentemente da parte dell'Onu e da altri organismi internazionali;
ne valuta le prospettive rispetto alla situazione attuale.
Il saggio di Giorgio Grimaldi, Il progetto del Corpo civile europeo di pace,
partendo da una riflessione introduttiva sul tema della sicurezza, concepita
in una accezione multidimensionale, e sulla prevenzione dei conflitti
violenti a livello internazionale, illustra il progetto di Corpo civile
europeo di pace, elaborato e approvato dal Parlamento europeo sin dal 1995.
Previsto come organo specifico dell'Unione europea nell'ambito della
politica estera e di sicurezza comune, finalizzato alla prevenzione e alla
gestione dei conflitti e composto da civili (in parte professionisti ed in
parte volontari o obiettori di coscienza), e' rimasto fino ad oggi una
proposta teorica dalle promettenti potenzialita', evidenziate dall'azione
concreta in aree di conflitto di analoghe esperienze promosse dalle Ong e da
alcuni stati.
Vincenzo Sanfilippo, in Il contributo della nonviolenza al superamento del
sistema mafioso, dopo avere individuato alcuni capisaldi del pensiero e del
metodo nonviolento, ivi comprese alcune basi epistemologiche, analizza il
fenomeno mafioso, non tanto come fenomeno criminale, ma partendo
dall'analisi sistemica della societa' meridionale. Vengono cosi'
rappresentati alcuni modelli in cui l'organizzazione mafiosa interagisce con
i sottosistemi, conformando l'intero quadro societario. In un'ottica
"trasformativa" viene concentrata l'attenzione sul ruolo centrale del
sottosistema culturale, che, agendo sulla trasmissione delle modalita' di
pensiero, gioca un ruolo frenante o liberante per la consapevolezza degli
attori del sistema stesso. L'attenzione viene posta sulle potenzialita'
(anche sull'intero sistema) di alcuni processi in cui e' coinvolta la
soggettivita' delle persone maggiormente esposte in quanto facenti parte
delle organizzazioni mafiose o in quanto vittime delle stesse. In una
prospettiva di pedagogia nonviolenta e tenendo conto di alcune ricerche in
campo psicologico, viene problematizzato il ricorso al concetto di
legalita'.
Infine, siamo grati a Giorgio Montagnoli, figura singolare di scienziato e
di poeta, per averci fatto il dono di poter pubblicare una breve raccolta di
sue poesie sulla pace: La guerra sara' vinta. Sono testi preparati per il
tradizionale incontro di "poesia per la pace" che alla fine di agosto si
tiene annualmente a Monterchi, dove Vito Taverna ha fondato l'Archivio
nazionale della poesia inedita: Poesie nel cassetto. Come ha scritto Giorgio
nella introduzione alle sue poesie: "Il linguaggio poetico ci permette di
apprezzare aspetti non tecnici del vivere, quali ad esempio la bellezza, la
spontaneita', la gratuita'. Ritrova significati che esulano dall'interesse
pratico, dalla spinta al guadagno e al progresso economico. Riesce a deviare
l'interesse umano: rappresenta quanto e' unico, inaspettato, irripetibile,
meraviglioso, e che sovrasta qualsiasi meta io abbia sognato di raggiungere,
o risultato che mi sia proposto di ottenere. E' un'ottica che riallaccia i
contatti con l'intimo svolgersi dei nostri giorni, restituendo loro pieno
significato".

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, sudest at iol.it,
paolocand at inwind.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 849 del 23 febbraio 2005

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