Siria, armi ai ribelli con l'aiuto della Cia



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Date: Mon, 25 Mar 2013 16:54:59 +0100 (CET)
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Siria, armi ai ribelli con l'aiuto della Cia


Siria, armi ai ribelli con l'aiuto della Cia

Ruolo sempre più attivo di Turchia e monarchie arabe nella lotta contro il presidente Bashar al-Assad, con il sostegno dell'intelligence statunitense. Rischi di un allargamento del conflitto

Patrizio Cairoli
25 marzo 2013

La Turchia e le monarchie arabe hanno accresciuto il loro aiuto militare ai ribelli siriani grazie alla Cia. Dopo l'articolo del Wall Street Journal sul ruolo più attivo della Central Intelligence Agency nella selezione e nell'addestramento degli oppositori al presidente Bashar al-Assad, è il New York Times ad aggiungere nuovi particolari sul sostegno statunitense ai gruppi che combattono contro il regime, anche se il presidente Barack Obama ha voluto escludere ancora una volta, nel viaggio tra Israele, Giordania e Cisgiordania, la possibilità di un intervento diretto nel conflitto. Un intervento invece richiesto anche recentemente da alcuni parlamentari, con a capo Carl Levin, democratico del Michigan che presiede la commissione dei Servizi armati del Senato.

 

Secondo le varie fonti del quotidiano, il ponte aereo per consegnare armi ai ribelli si è intensificato a partire dalla fine dello scorso anno. In tutto, più di 160 cargo militari sarebbero partiti da Giordania, Arabia Saudita e Qatar per atterrare all'aeroporto Esenboga, vicino ad Ankara, e in altri aeroporti turchi e giordani, trasportando armi destinate ai ribelli. L'intelligence statunitense, secondo il quotidiano, avrebbe aiutato i governi arabi ad acquistare le armi, compreso un ampio stock dalla Croazia, decidendo anche a quali gruppi di ribelli consegnarle.

Gli sforzi per sostenere i ribelli mettono in risalto la lotta per il futuro della Siria tra gli Stati guidati dai musulmani sunniti e l'Iran, la teocrazia sciita che resta il maggior alleato di Assad. Il segretario di Stato americano, John Kerry, in visita a Baghdad, ha chiesto fermamente all'Iraq di fermare il passaggio di armi iraniane alla Siria, che avviene attraverso il suo spazio aereo. Anche la Russia è accusata di fornire aiuti militari al regime di Damasco.

I voli in aiuto dei ribelli sono aumentati dopo le elezioni presidenziali statunitensi di novembre, anche per l'aggravarsi della crisi umanitaria con l'arrivo dell'inverno. Secondo le fonti del Times, un ruolo fondamentale lo avrebbe avuto in questi mesi il governo turco, che Obama è riuscito a riavvicinare a Israele dopo le scuse presentate dal primo ministro Benjamin Netanyahu all'omologo Recep Tayyip Erdogan, a quasi tre anni dall'assalto alla Freedom Flotilla, diretta a Gaza, in cui sono morti nove turchi. "Una stima prudente del carico trasportato è di 3.500 tonnellate di equipaggiamento militare" ha dichiarato Hugh Griffiths, dello Stockholm International Peace Research Institute, che monitora il passaggio illegale di armi. "L'intensità e la frequenza di questi voli - ha aggiunto - fa pensare a un'operazione di logistica militare clandestina ben pianificata e coordinata".

Il programma di sostegno militare ai ribelli non è privo di rischi, perché la Turchia e la Giordania potrebbero essere trascinate nel conflitto, così come l'Iran a sostegno di Assad. Secondo i ribelli siriani, però, gli aiuti sono ancora insufficienti.