«Rifiuti, Napoli da Terzo Mondo»



Giornale di Napoli del 25/10
«Rifiuti, Napoli da Terzo Mondo»
di Salvatore Garzillo

«Non posso credere che tutto ci stia accadondo a Napoli. Questa situazione
è da Terzo mondo». Si apre con questa dichiarazione del procuratore
argentino Antonio Gomez l'incontro del coordinamento regionale sui rifiuti
(Coreri), presso la Società di studi politici di piazza Santa Maria degli
Angeli. Le parole di Gomez arrivano come un pugno allo stomaco dei
presenti, curiosi di ascoltare le impressioni del procuratore dopo una
mattinata passata nelle terre dell'hinterland campano. «Oggi ho scoperto
due cose ailarmanti. La prima è che la preoccupazione della popolazione
non è adeguata al rischio che corre. La seconda è che in Italia non esiste
una legge dai contorni definiti contro i crimini ambientali. Sono qui per
creare un ponte tra Argentina ed Italia che possa essere il primo passo
verso una lotta concreta contro i reati ambientali. Una lotta che può
essere vinta - prosegue il procuratore - solo con la creazione di una
Corte penale internazionale». «In Argentina abbiamo condannato a tre anni
di reclusione persone che facevano quello ho visto fare oggi: mischiare i
rifiuti senza alcun criterio. La corte internazionale priverebbe
dell'impunità, di cui godono ora, tanti imprenditori che operano in
assoluta libertà. Ma affinché la proposta al Parlamento europeo venga
accolta, occorre che in Italia si definisca precisamente il reato
ambientale e soprattutto che i napoletani appoggino il progetto». Una
scelta obbligata visti i dati allarmanti diffusi durante l'incontro. Il
professor Giuseppe Comella, ex direttore del dipartimento di Medicina
interna presso l'Istituto nazionale di ricerca sul cancro Pascale di
Napoli, mostra l'aumento vertiginoso delle discariche nella provincia di
Napoli e Caserta. Secondo uno studio della Protezione Civile del 2001, le
discariche a Caserta erano 140, mentre a Napoli solo 86. Dai rilievi
dell'Arpac del 2008 le cose sono molto diverse: Caserta passa ad 815, e
Napoli a 1.186. «Un aumento senza precedenti - dice Comella - che
determina un conseguente incremento di malattie nei nascituri e tumori
negli adulti». Sempre secondo i dati forniti da Comella (tutti raccolti da
studi scientifici accertati), sarebbe dimostrato che nei Comuni con un
maggior numero di discariche - quelli definiti gruppo 5 c'è il 19% in più
di possibilità di contrarre il tumore al fegato rispetto a quelli "del
gruppo 1". Un'incidenza che passa addirittura all'83% quando parliamo di
malformazioni del sistema nervoso centrale e al 9% quando si calcola la
mortalità generale. Un'emergenza straordinaria, della quale ci
dimentichiamo appena sparisce la spazzatura in strada. Antonio Marfella,
tossicologo del Pascale , aggiunge altri drammatici dati a quelli forniti
da Comella. «Nel 2008 a Napoli ci sono stati 135 sforamenti delle polveri
sottili. Nel 2009, fino al 15 Ottobre, gli sforamenti registrati sono 178.
Se consideriamo che Napoli non ha fabbriche, appare evidente che c'è
qualcosa che non va. E non può essere solo colpa del traffico». La
responsabilità sarebbe infatti degli incendi notturni appiccati per
bruciare illegalmente i rifiuti, con le evidenti ripercussioni sulla
salute. «Ad oggi si è giunti alla conclusione - aggiunge Antonio Marfella
- che chiunque nasca a Napoli ha due anni di vita in meno rispetto a
qualsiasi altro cittadino italiano».