Contro gli infortuni sul lavoro bisogna applicare l'articolo 14 della legge 626/94



Da: cobasravenna at libero.it
Data: Ven,7 set 2007 12/22


Un altro grave infortunio al Porto di Ravenna.

Marco Zanfanti di soli 19 anni, dipendente della Cofari (cooperativa di
facchinaggio), è rimasto schiacciato all'Euro Docks da un muletto carico di
coils e adesso rischia di perdere le gambe. Non aveva fatto neanche in
tempo a farsi un'esperienza e una formazione sulla sicurezza che è stato
spinto nell'inferno delle banchine portuali dov'è alto il
rischio-sicurezza.

Quello che ci fa indignare ancora una volta è che l'infortunio che gli ha
maciullato le gambe è avvenuto al secondo giorno di lavoro ed il giovane
operaio è stato assunto con un contratto precario! Non doveva essere lì!

Nessuna "fatalità", quindi, ma le cause sono da ricercare nel sistema di
sfruttamento al Porto (e l'inchiesta per l'omicidio bianco di Luca Vertullo
lo conferma), nei mezzi inadeguati e privi di manutenzione per la
movimentazione delle merci, nella mancanza di formazione da un lato, e
dall'altro, in una legge che precarizza il lavoro, come la Biagi, che ha
ridotto in particolare i giovani a carne da macello per i profitti dei
padroni.

E la rabbia aumenta perchè i lavoratori vengono lasciati soli: per
l'anniversario della morte di Luca i confederali hanno proclamato uno
sciopericchio di mezz'ora che è passato sotto silenzio e per quest'ultimo
grave incidente neanche un minuto!

L'infortunio che ha colpito Marco ieri pomeriggio al Porto non è un fatto
isolato: il 18 luglio un operaio di 43 anni, Graziano Cannì, dipendente
della Donelli Eos è rimasto schiacciato da un manufatto che ha spezzato la
catena della gru. Ma non solo gli infortuni, anche la nocività minaccia la
salute dei lavoratori portuali, data dalle micidiali polveri sollevate dal
vento e dal proliferare di montagne di materiale stoccato a cielo aperto.
Come non sono incidenti episodici quelli avvenuti in provincia in questi
giorni: dall'operaio della Fruttagel di Alfonsine, Gabriele Tomei,
folgorato il 4 settembre con una scarica elettrica, agli infortuni non
mortali di Giovanni De Maria, caduto dal muletto il 30 di agosto alla
Dieffe di Fosso Ghiaia, e dell'operaio edile scivolato dall'impalcatura a
S. Alberto il 29 agosto.

E' ora di cambiare sulla questione sicurezza, al Porto come altrove, è
necessaria una presa di coscienza e una mobilitazione con scioperi e
fermate da parte dei lavoratori che si traduca in potere effettivo nei
luoghi di lavoro con l'elezione dei rappresentanti per la sicurezza in
ogni reparto e ditta eletti su scheda bianca tra tutti i lavoratori,
indipendentemente dall'appartenenza sindacale, e tutelati al massimo nelle
loro prerogative di fermare i lavori; ci vuole una postazione
dell'ispettorato del lavoro in fabbrica; l'applicazione rigida dell'art.14
della 626/94 che permette ai lavoratori di  fermarsi in ogni momento o
situazione di pericolo senza autorizzazione dei capi; sono necessari
interventi restrittivi verso proprietari e i dirigenti di azienda in casi
di infortuni mortali ripetuti e l'inasprimento delle pene.
Tutto questo si può fare se si rinnova profondamente il movimento sindacale
con la presenza il rafforzamento dell'autorganizzazione dei lavoratori, per
un sindacalismo vero e non di compromesso.

Slai cobas per il sindacato di classe

Ravenna, 7/09/2007
tel. 339-8911853


La legge 626/94
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/norme94/626testo.htm

---
Alessandro Marescotti
http://www.peacelink.it
Sostieni la telematica per la pace, versa un contributo sul c.c.p.
13403746 intestato ad Associazione PeaceLink, C.P. 2009, 74100 Taranto
(TA)
Title: R: [redditolavoro:] Basta con la precarietà che colpisce la sicurezza dei giovani operai!


----------
Da: "Sindacato di Classe" <cobasravenna at libero.it>
A: "redditolavoro" <redditolavoro at ecn.org>, "movimento" <movimento at ecn.org>
Oggetto: [redditolavoro:] Basta con la precarietà che colpisce la sicurezza dei giovani operai!
Data: Ven,7 set 2007 12/22


Un altro grave infortunio al Porto.
Marco Zanfanti di soli 19 anni, dipendente della Cofari (cooperativa di facchinaggio), è rimasto schiacciato all'Euro Docks da un muletto carico di coils e adesso rischia di perdere le gambe. Non aveva fatto neanche in tempo a farsi un'esperienza e una formazione sulla sicurezza che è stato spinto nell'inferno delle banchine portuali dov'è alto il rischio-sicurezza.
Quello che ci fa indignare ancora una volta è che l'infortunio che gli ha maciullato le gambe è avvenuto al secondo giorno di lavoro ed il giovane operaio è stato assunto con un contratto precario! Non doveva essere lì! Nessuna "fatalità", quindi, ma le cause sono da ricercare nel sistema di sfruttamento al Porto (e l'inchiesta per l'omicidio bianco di Luca Vertullo lo conferma), nei mezzi inadeguati e privi di manutenzione per la movimentazione delle merci, nella mancanza di formazione da un lato, e dall'altro, in una legge che precarizza il lavoro, come la Biagi, che ha ridotto in particolare i giovani a carne da macello per i profitti dei padroni.
E la rabbia aumenta perchè i lavoratori vengono lasciati soli: per l'anniversario della morte di Luca i confederali hanno proclamato uno sciopericchio di mezz'ora che è passato sotto silenzio e per quest'ultimo grave incidente neanche un minuto!
L'infortunio che ha colpito Marco ieri pomeriggio al Porto non è un fatto isolato: il 18 luglio un operaio di 43 anni, Graziano Cannì, dipendente della Donelli Eos è rimasto schiacciato da un manufatto che ha spezzato la catena della gru. Ma non solo gli infortuni, anche la nocività minaccia la salute dei lavoratori portuali, data dalle micidiali polveri sollevate dal vento e dal proliferare di montagne di materiale stoccato a cielo aperto.
Come non sono incidenti episodici quelli avvenuti in provincia in questi giorni: dall'operaio della Fruttagel di Alfonsine, Gabriele Tomei, folgorato il 4 settembre con una scarica elettrica, agli infortuni non mortali di Giovanni De Maria, caduto dal muletto il 30 di agosto alla Dieffe di Fosso Ghiaia, e dell'operaio edile scivolato dall'impalcatura a S. Alberto il 29 agosto.  
E' ora di cambiare sulla questione sicurezza, al Porto come altrove, è necessaria una presa di coscienza e una mobilitazione con scioperi e fermate da parte dei lavoratori che si traduca in potere effettivo nei luoghi di lavoro con l'elezione dei rappresentanti per la sicurezza in ogni reparto e ditta eletti su scheda bianca tra tutti i lavoratori, indipendentemente dall'appartenenza sindacale, e tutelati al massimo nelle loro prerogative di fermare i lavori; ci vuole una postazione dell'ispettorato del lavoro in fabbrica; l'applicazione rigida dell'art.14 della 626 che permette ai lavoratori di  fermarsi in ogni momento o situazione di pericolo senza autorizzazione dei capi; sono necessari interventi restrittivi verso proprietari e i dirigenti di azienda in casi di infortuni mortali ripetuti e l'inasprimento delle pene.  
Tutto questo si può fare se si rinnova profondamente il movimento sindacale con la presenza il rafforzamento dell'autorganizzazione dei lavoratori, per un sindacalismo vero e non di compromesso.
 
slai cobas per il sindacato di classe
 
Ravenna, 7/09/2007
tel. 339-8911853