Appello per la liberazione dei tecnici rapiti in Nigeria - fate circolare!!!



Appello per la liberazione dei tecnici rapiti in Nigeria
e per riconoscere i diritti dei nigeriani alla vita, alla salute e alla
libertà


LIBERARE GLI OSTAGGI, DISINQUINARE I NIGERIANI


Il 7 dicembre 2006 sono stati rapiti in Nigeria Francesco Arena, Roberto
Draghi, Cosma Russo e il libanese Imad Saliba, tecnici ENI che si
occupavano dell’estrazione del gas naturale nell’area del delta del fiume
Niger.

Il rapimento è stato rivendicato dal MEND (Movement for the Emancipation
of the Nigerian Delta).

A un mese dal rapimento facciamo appello al governo italiano perché si
attivi concretamente ed in modo efficace per la liberazione degli ostaggi.

Ormai è chiaro che il Mend non chiede denaro per il rilascio dei rapiti.
Il Mend è un movimento politico e chiede il riconoscimento politico delle
sue ragioni.
Il Mend è sorto per opporsi allo sfruttamento brutale e violento delle
risorse nazionali della Nigeria da parte delle multinazionali. Da tempo le
popolazioni del delta del Niger – la zona della Nigeria in cui viene
estratto il petrolio e il gas naturale – sono sottoposte ad una dura
repressione. A causa di trivellazioni realizzate senza alcun rispetto
dell’ambiente, la terra viene inquinata, così pure l’aria e l’acqua.
Immensi roghi di gas devastano e inquinano l’ambiente. L’agricoltura è
compromessa, le falde acquifere sono state avvelenate, la gente si ammala
e muore di cancro per i fumi inalati.

Nel delta del Niger è in atto una catastrofe ecologica.

Il Mend è un movimento composto prevalentemente da cristiani che, dopo
aver invano tentato di far valere le proprie ragioni con mezzi pacifici,
hanno deciso di cacciare le multinazionali responsabili di questa
catastrofe. In petrolio e il gas non hanno portato benefici alla gente
della Nigeria. Solo una ristretta elite al governo si è arricchita a
scapito della maggioranza della popolazione che è stata invece
perseguitata, impoverita e inquinata.

Dobbiamo ricordare che in Nigeria il 10 novembre 1995 fu impiccato Ken
Saro Wiva assieme ad altri attivisti per la difesa dell’ambiente.

Ken Saro Wiwa era un poeta, un drammaturgo, un attivista dei diritti
umani, e per questo fu candidato al Nobel per la pace.

Egli guidava la ribellione pacifica e nonviolenta contro le multinazionali
delle popolazioni del delta del Niger (gli Ogoni). Gli Ogoni chiedevano la
ripulitura delle fuoriuscite di petrolio e dei residui tossici e un
compenso per i danni subiti. Per tutta risposta il governo nigeriano
distrusse, dal 1993, 20 città degli Ogoni, uccidendo 1800 persone e
creando 50.000 senza tetto. Da allora la repressione del governo nigeriano
– al servizio delle multinazionali del gas e del petrolio - è stata
terribile.

Mentre era in atto un boicottaggio internazionale contro la Shell, accadde
una cosa che ci tocca molto da vicino. Infatti l’Eni, grazie ai suoi buoni
rapporti con il governo della Nigeria, concluse un consistente contratto
per ottenere una fornitura di gas naturale liquefatto, destinato ad
alimentare i rigassificatori italiani.

Tutto questo è immorale.

Lo dobbiamo denunciare e vorremmo che questo tipo di informazione potesse
girare. Ciò permetterebbe al pubblico di capire meglio il problema dei
tecnici italiani che lavorano nel delta del Niger. Solo così possiamo
spiegarci il risentimento delle popolazioni locali nei nostri confronti e
il rischio che corrono i tecnici italiani, i quali vengono mandati allo
sbaraglio in Nigeria e rischiano la propria vita in un contesto
assolutamente inospitale.

Solo comprendendo questa rabbia delle popolazioni locali possiamo fare un
passo per la liberazione dei tecnici rapiti in Nigeria.

Noi non accettiamo i metodi violenti del Mend ma riconosciamo che il Mend
ha molte ragioni dalla sua parte.

Noi dobbiamo rimuovere la nostra violenza economica – spalleggiata dalla
violenza repressiva del governo nigeriano da noi sostenuto - a cui i
guerriglieri rispondono con la violenza delle armi.

Crediamo che solo attraverso un dialogo serio, che cominci a riconoscere,
comprendere e a rimuovere le cause della ribellione, si potrà ottenere la
liberazione dei lavoratori rapiti.

Pertanto chiediamo una equa soluzione della controversia che porti ad una
bonifica ambientale pagata dalle imprese multinazionali, ad un
risarcimento delle popolazioni locali per i danni subiti, ad una politica
che consenta ai più poveri di beneficiare dello sfruttamento delle risorse
e ad un rilascio di chi è stato ingiustamente arrestato.

Noi siamo impegnati affinché le famiglie dei rapiti possano riavere presto
i propri cari a casa. E, al contempo, siamo impegnati perché le
popolazioni della Nigeria non debbano più essere inquinate, represse e
uccise in nome del gas e del petrolio.

Chiediamo - a chiunque condivida questo appello - di firmarlo e farlo
giungere al governo italiano.
Sulla politica del Ministero degli “Affari” esteri deve prevalere una
politica per i diritti umani.
Tali diritti universali devono sempre precedere la logica degli affari e
del profitto.

In nome di questi principi sosteniamo la liberazione dei tecnici rapiti.


Padre Alex Zanotelli – missionario
Giuseppe De Marzo – Associazione A Sud
Alessandro Marescotti – PeaceLink, rete telematica per la pace


Per firmare questo appello scrivere a: volontari at peacelink.it


7 gennaio 2007


Si segnalano questi testi, strettamente collegati alle problematiche
contenute nell’appello

Sangue sui rigassificatori
(PeaceLink)
http://italy.peacelink.org/ecologia/articles/art_18392.html


Nigeria: un paese rapito dalle multinazionali
(A Sud - Ecologia e cooperazione ONLUS)
http://www.asud.net/doceboCms/index.php?mn=news&pi=2_29&id=30


--- PER FAVORE INVIATECI UNA TRADUZIONE IN INGLESE DI QUESTO TESTO DA FAR
CIRCOLARE SULLE RETI INTERNAZIONALI, IN QUESTO MOMENTO NON ABBIAMO IL
TEMPO DI TRADURRE ---