CS - TRADEWATCH ALLA BONINO: IL COMMERCIO INTERNAZIONALE COSI' NON VA!



Comunicato stampa Tradewatch
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TRADEWATCH ALLA BONINO: IL COMMERCIO INTERNAZIONALE COSI’ NON VA!
Alla vigilia della mini-ministeriale di Ginevra, la società civile italiana
chiede al governo interventi concreti per modificare il sistema del WTO
Roma, 28 giugno 2006 – Tradewatch*, insieme a Arci, Legambiente e Aiab, ha
inviato oggi una lettera aperta al ministro per il Commercio internazionale
e per le Politiche europee Emma Bonino per chiederle di lavorare per un
nuovo e diverso sistema commerciale multilaterale. In vista di
un’importante riunione mini-ministeriale, che si terrà a Ginevra domani e
venerdì e che potrebbe decidere le incerte sorti del Doha Round, le
organizzazioni della società civile italiana che seguono da vicino le
dinamiche del commercio internazionale, si dicono preoccupate rispetto alla
direzione assunta dagli attuali negoziati commerciali in ambito Wto.
Lanciati a Doha nel 2001, come un “Round per lo sviluppo”, questi negoziati
impediranno alla maggior parte della popolazione mondiale di beneficiarne,
soprattutto quella che vive nei Paesi più poveri.
I tentativi di far passare questi negoziati commerciali come l'impegno
degli Usa, dell'Ue e del direttore generale della Wto, Pascal Lamy, per
costruire un sistema multilaterale che promuova lo sviluppo sono ritenuti
palesemente ipocriti.
Le conseguenze economiche, sociali e ambientali per i Paesi più poveri a
undici anni dalla firma degli accordi dell'Uruguay Round, nonché le stime
economiche contenuti in recenti rapporti redatti da autorevoli centri di
ricerca indipendenti – quali il Carnagie Institute - sui possibili guadagni
per i vari Paesi associati a questo ciclo negoziale così come impostato,
testimoniano la fondatezza delle preoccupazioni della società civile
internazionale. Anche la Banca mondiale, da sempre fautrice dell’agenda
delle liberalizzazioni commerciali, ha ridotto le proiezioni iniziali di
crescita di 500 miliardi di dollari nel 2003 a solamente 96 miliardi nel
2005, di cui ben 80 a vantaggio dei Paesi industrializzati e soltanto la
parte rimanente per i Paesi emergenti tra quelli in via di sviluppo.
In vista dell’appuntamento ginevrino, il Tradewatch chiede in concreto al
ministro Bonino di:
·         obiettare sulla legittimità dell’incontro e togliere il suo
sostegno alla prossima mini-ministeriale. La partecipazione effettiva di
tutti i Paesi agli incontri ministeriali, oltre ad essere una regola
fondamentale di democrazia, è anche prevista dalle procedure e dal mandato
affidato alla Wto dai Paesi membri;
·         di opporsi a ogni tentativo del direttore generale della Wto,
Pascal Lamy, di avanzare in tale incontro una propria proposta di
compromesso negoziale;
·         di farsi promotrice in sede comunitaria e nella Wto di un nuovo
approccio al sistema commerciale multilaterale. Il Doha Round, ormai
compromesso nella dichiarazione di Hong Kong dello scorso dicembre,
dovrebbe essere sostituito da nuove regole che favoriscano politiche di
promozione dei diritti umani e uno sviluppo centrato sulle persone e sulla
sostenibilità ecologica.
* Tradewatch, Osservatorio sul Commercio Internazionale promosso da Centro
Internazionale Crocevia – Campagna per la Riforma della Banca mondiale –
Fair – Fondazione Culturale Responsabilità Etica – Manitese – Rete Lilliput
– Terra Nuova.