[Comunicato Stampa] processo Bolzaneto: un incubo ricorrente.



Sono sei i testi ascoltati, tra ieri e oggi, nel processo per le violenze
nella caserma di Bolzaneto durante il G8 2001: continuano ad intrecciarsi
le ricostruzioni dei fatti, con una precisione che non lascia spazio al
controesame delle difese dei 45 imputati (personale medico, agenti e
dirigenti di polizia, carabinieri e polizia penitenziaria).

Ieri, nel corso di un interrogatorio serratissimo da parte del PM, uno dei
testi nel ricordare scoppia a piangere: una scena già vista nelle udienze
di queste settimane, in cui ascoltiamo persone così segnate
dall'esperienza che dopo cinque anni non sono riuscite a cancellarne il
dolore.

Un teste di oggi, un professore iscritto ai COBAS, rincara la dose
raccontando nitidamente l’inventario di torture contemplate nella follia
di Bolzaneto: i ritornelli, l'apologia fascista, la violenza, la tortura
fisica e psicologica a cui erano sottoposti, “i comitati d’accoglienza”.

Ancora una volta emerge il drammatico pestaggio di T. M., mutilato ad una
gamba: “T. dopo ore e dopo aver chiesto davvero rispettosamente di poter
cambiare posizione per l' handicap si è messo a sedere, non ce la faceva
più.. e sono entrati dentro dai due ai 4 agenti e l’hanno manganellato
almeno per 7/8 minuti; io non ho mai vissuto una situazione di angoscia e
impotenza come in quel momento… e hai vicino una persona con un handicap
grave, io posso anche capire che succede per strada in un momento di
scontri….. presidente …. lei deve capire: io.. tu ti trovi lì e sei
impotente, non puoi intervenire.. Finito questo episodio T. si è rimesso
in piedi e poi si è riseduto. È entrato un solo agente che ha ricominciato
a picchiarlo, io gli ho gridato di smetterla, e la sua risposta è stata
‘Fatti i fatti tuoi sennò farai la sua fine se non peggio…’”

Lo stesso teste racconta dei soprusi ad un altro portatore di handicap,
A.M., ascoltato in queste udienze dalla Corte: “lui è molto basso, e ha
pure dei problemi e hanno cominciato a dire, venite a vedere che
scimmiotta, adesso giochiamo con Cita e altre finezze di questo tipo..”

I suoi racconti proseguono inesorabili come lo scorrere di un incubo:
c’era un ragazzo greco arrestato con lui, percosso così forte in cella che
da voci di corridoio si sentì che lo portarono in ospedale, e da lì non
tornò neanche in carcere ad Alessandria.

Chi ricorda quei giorni riesce ad essere lucido, rischiando anche di
ripiombare in una sofferenza che ancora ha strascichi dopo cinque anni,
chi ha provato a dimenticare non riesce a sostenere un interrogatorio da
parte del PM.. come non capirli?

Prossima udienza lunedì 10 Aprile.

Trascrizione dell'udienza odierna:
http://www.supportolegale.org/?q=node/732

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