[tradenews] WTO: Per fortuna che c'e' lo sviluppo



Per fortuna che c'e' lo sviluppo
La strategia europea: aria fritta venduta a caro prezzo

Sviluppo. Questa e' la parola magica che sembra caratterizzare tutti i
negoziati, le discussioni e le proposte in questa prima fase della
Conferenza Ministeriale di Hong Kong.
Praticamente tutti i comunicati stampa della Commissione europea contengono
almeno un riferimento allo sviluppo dei paesi poveri come priorita' assoluta
di questa Ministeriale. Persino la prima delle riunioni segrete ed a porte
chiuse che da sempre caratterizzano questi vertici (le cosiddette green
rooms), sembra sia stata dedicata al tema del "pacchetto per lo sviluppo" -
Development Package - che le potenze occidentali dovrebbero offrire ai paesi
piu' poveri del pianeta.
E' quindi opportuno cercare di analizzare un po piu' a fondo cosa contiene
il Development Package, ed in particolare le offerte della Commissione
europea. Il pacchetto si compone di diverse misure, le piu' importanti delle
quali sono:

 -	estendere l'inziativa Everything But Arms ad altri paesi e ad altri
prodotti. Questa iniziativa prevedeva di concedere canali commerciali
preferenziali ai paesi piu' poveri del mondo (Least Developped Countries -
LDCs). La novita' dell'offerta consisterebbe, in primo luogo, nel fatto che
anche nuove potenze industriali quali in particolare India e Brasile
adottino un'iniziativa analoga. Per l'UE non si tratterebbe invece di
prendere nuovi impegni particolarmente gravosi, ma essenzialmente di
rinnovare accordi gia' in essere. Anche per questi, tuttavia, rimane un
problema di fondo, ovvero che queste condizioni preferenziali da concedere
ai paesi piu' poveri potrebbero concretamente scontrarsi con le stesse
regole del Wto, che prevedono che se un paese concede un trattamento di
favore ad un altro lo stesso vantaggio si estende automaticamente a tutti i
membri del Wto (principio della Nazione Piu' Favorita). La sentenza di pochi
giorni fa che ha dato ragione all'Ecuador condannando il trattamento di
favore riservato dall'UE all'importazione di banane da alcuni paesi africani
sembra confermare queste difficolta';

 -	fare avanzare il negoziato sul Trattamento Speciale e
Differenziato, che i
paesi del Sud del mondo reclamano inutilmente da almeno dieci anni, per fare
si che l'applicazione degli accordi del Wto tenga in considerazione la loro
difficile situazione economica e di sviluppo. Al momento sembra che la
proposta principale legata a questo trattamento speciale e differenziato si
riduca alla concessione di un maggiore spazio politico e ad alcune esenzioni
nell'accordo TRIMs, un negoziato talmente marginale da essere totalmente
socnosciuto anche a molti negoziatori qui ad Hong Kong. Per il resto,
qualunque proposta seria in merito a possibili esenzioni ai paesi piu'
poveri degli accordi del Wto sembra al momento scontrarsi con il sistema di
veti incrociati messo in piedi dalle potenze occidentali. Secondo alcuni
componenti della Commissione, l'UE avrebbe proposto una minore apertura dei
mercati dei paesi piu' poveri in alcuni negoziati, proposta al momento
respinta dagli Usa. Se anche queste proposte venissero accettate, visto il
peso asolutamente limitato degli LDCs nel mercato mondiale, si tratterebbe
comunque di concessioni minuscole, a fronte della cooptazione di 40 paesi
nel circo libersita dela Wto e dei corrispondenti vantaggi futuri in termini
commerciali.

 -	considerare il problema dell'erosione delle preferenze, al quale
andrebbero incontro i paesi piu' deboli costretti ad aprire i propri mercati
alla concorrenza diretta delle multinazionali, nel momento in cui venissero
accettate le richieste delle potenze occidentali negli accordi sui prodotti
industriali (NAMA) e sui servizi (GATS). Per questo, i paesi ricchi offrono
ora nel Development Package, di considerare per il futuro qualche misura
compensativa. Il problema e' che queste eventuali misure e proposte sono
ancora tutte da studiare e successivamente da implementare. L'erosione delle
preferenze riguarda invece effetti pesanti e negativi che si
verificherebbero non appena i paesi del Sud dovessero accettare le richieste
di Europa e Stati Uniti. In pratica, nel nome dello sviluppo, i paesi piu'
poveri verrebbero buttati nell'acqua con una pietra al collo, dovendo
sottoscrivere impegni enormi negli accordi NAMA e GATS, mentre in cambio gli
si promette che forse tra qualche anno gli verra' lanciata una ciambella di
salvataggio, sempre che questa ciambella non debbano trovarsela da soli;

 -	trovare una soluzione al problema del cotone, ed in particolare una
data
per la fine dei sussidi statunitensi che falsano il mercato mondiale, e
causano una sovrapproduzione, strangolando i contadini di diversi paesi
africani. In questo caso la proposta per lo sviluppo non riguarda quindi che
molto marginalmente l'UE. Segnaliamo che ad Hong Kong gli Usa hanno avanzato
una loro prima proposta per risolvere la questione del cotone,
immediatamente definita inaccettabile dall'insieme dei paesi del Sud;

 -	al di la' di queste diverse misure, il fiore all'occhiello del
Development
Package riguarda l'Aid For Trade, ovvero l'aiuto fornito dai paesi
occidentali a quelli piu' poveri, per aiutarli ad aumentare il proprio
commercio. In primo luogo, i paesi occidentali hanno offerto la Trade
Related Assistance, ovvero un'assistenza tecnica offerta ai paesi del Sud,
per "aiutarli" a meglio aprire i loro mercati. E' particolarmente generoso
che Europa e Usa si offrano di spiegare ai paesi piu' poveri come questi
ultimi dovrebbero fare per ottenere il massimo dai negoziati con queste
stesse potenze occidentali. Una procedura che lascia piu' di un dubbio.

L'aspetto piu' discusso dell'Aid for Trade riguarda pero' le generose
offerte economiche fatte dalle potenze occidentali ai paesi piu' poveri. Le
ultime notizie segnalano che l'UE avrebbe messo sul piatto una cifra tra i 2
ed 2,5 miliardi di dollari, gli Usa 2,7, il Giappone addirittura 10 miliardi
di dollari. Questi soldi sarebbero destinati ai paesi piu' poveri, per
aiutarli a migliorare il proprio commercio a livello internazionale. Vale
pero' la pena esaminare con maggiore dettaglio queste offerte. La cifra
offerta dal Giappone dovrebbe essere spalmata su tre anni, ma soprattutto e'
la stessa cifra gia' offerta pochi mesi fa nel corso del vertice di
Gleneagles del G8, e che viene adesso "riofferta", a patto, pero', che i
paesi piu' poveri la utilizzino per scopi commerciali.
Ancora piu' espliciti gli statunitensi, che hanno evidenziato da subito come
i soldi promessi debbano essere considerati parte del Single Undertaking.
Questo significa che i soldi per i paesi piu' poveri arriveranno unicamente
se si trova un accordo globale su tutte le questioni commerciali in
discussione ad Hong Kong. Come dire, se volete vedere questi soldi,
accettate le nostre condizioni commerciali, altrimenti nulla. Anche nel caso
degli Usa, inoltre, sembra che circa la meta' di questi soldi fosse gia'
stata offerta a Gleneagles pochi mesi fa, e sia stata semplicemente
riciclata ad Hong Kong, aggiungendo pero' le richieste in merito ad una
positiva conclusione del round. Per quanto riguarda la parte aggiuntiva,
dopo diverse insistenze della stampa e delle Ong, il rappresentante al
commercio Usa Robert Portman ha dovuto ammettere che non aveva ne l'autorita
' né il mandato per impegnarsi per quella cifra, e che in realta' intendeva
dire che avrebbe chiesto al Congresso Usa di impegnarsi a stanziarla nei
prossimi anni.
Questa generosa offerta di Portman ricorda da vicino il negoziato sul Mode 4
del Gats, ovvero lo spostamento temporaneo dei lavoratori nel settore dei
servizi. Si tratta dell'unica modalita' del Gats nella quale alcuni paesi
del Sud, con l'India in testa, hanno un qualche interesse offensivo. Portman
aveva offerto delle forti concessioni Usa in questa materia, salvo essere
smentito pochi giorni dopo dal dipartimento all'immigrazione e dal
Congresso, che hanno detto che non sono questioni attinenti al commercio e
che non sarebbe stata fatta alcuna concessione.

I due miliardi dell'UE dovrebbero invece venire per la meta' dal budget
della Commissione e per l'altra meta' dai paesi membri. Il primo aspetto da
notare e' che questi soldi dovrebbero arrivare nel 2010. Il problema
maggiore riguarda pero' il miliardo di dollari dei paesi membri. La
Commissione, ed il Commissario Europeo al Commercio Peter Mandelson in
particolare, come il suo omologo statunitense, non ha assolutamente il
mandato o la possibilita' di offrire soldi dei paesi membri. Non si capisce
quindi bene da dove dovrebbe provenire questo miliardo agiguntivo. Le
diverse organizzazioni presenti qui ad Hong Kong stanno provando da due
giorni a saperne di piu', ma invano. Non si riesce nemmeno a capire se si
tratta di soldi "freschi" o se di un semplice rinnovo di precedenti impegni
gia' presi.
Forse il prossimo Consiglio d'Europa previsto a Bruxelles il 15 e 16
dicembre riuscira' a chiarire meglio la situazione, ma secondo diverse voci
accreditate, anche considerando i tagli al budget europeo proposti dall'
attuale presidenza inglese, al momento non ci sono le risorse per mantenere
questa promessa.
Una delle congetture piu' ricorrenti e' allora che questi soldi verrebbero
semplicemente scalati nei prossimi anni dall'aiuto allo sviluppo, ovvero da
quel 0,7% del PIL che i paesi europei si sono impegnati a versare a quelli
piu' poveri. Ricordiamo che molti paesi, in primo luogo l'Italia con un
misero 0,17%, sono ben lontani da quel traguardo. Sembra che alcuni paesi
del Nord Europa, che l'hanno invece raggiunto, abbiano gia' segnalato che
non intendono mettere un Euro in piu' per l'iniziativa Aid for Trade, e che
nel caso toccherebbe appunto ai paesi meno virtuosi assumersi questo
impegno.
Al di la' di queste considerazioni, la proposta piu' importante del
Development Package si ridurrebbe quindi all'impegno a riciclare tra qualche
anno dei soldi gia' promessi, ed a condizionare questo mero riciclaggio ad
una serie di condizioni molto stringenti. Sono trent'anni che i paesi del
Sud devono subire le condizionalita' imposte dalle potenze occidentali
tramite Banca mondiale e Fondo monetario internazionale. Ora gli stessi
paesi si troverebbero anche costretti ad accettare di aprire i propri
mercati alla diretta concorrenza delle multinazionali europee e
statunitensi, a rinunciare a qualunque legislazione presa a tutela dell'
ambiente o dei cittadini, ad aderire senza riserve ad una liberalizzaizone
selvaggia delle proprie economie per ricevere in cambio un'elemosina che gli
era gia' stata offerta diverse volte in passato.

Ciliegina sulla torta, sembra che molti di questi soldi legati all'Aid for
Trade arriverebbero sotto forma di prestiti a tassi agevolati e non di
donazioni, rischiando quindi concretamente di aumentare ulteriormente il
debito estero di questi paesi poveri.

Un altro aspetto non secondario di questo Development Package e' che il suo
effetto potrebbe essere quello di spaccare il fronte del Sud qui ad Hong
Kong. I paesi meno sviluppati che dovessero accettare le "generose offerte"
di Giappone, Usa ed UE dovrebbero automaticamente accettare anche le
richieste estremamente aggressive di questi stessi paesi in materia di NAMA
e di GATS. I paesi che non dovessero accettare questo "aiuto" o quelli non
considerati LDCs e quindi esclusi si troverebbero quindi isolati all'interno
dei negoziati del Wto, se non addirittura attaccati anche da quelli stessi
LDCs che accettano di ricevere le elemosine occidentali.

Nelle parole di un delegato di un paese del Sud presente qui ad Hong Kong,
il Development Package si puo' riassumere cosi: gli Usa danno cose che non
possono dare, l'Europa dà cose che ha gia' dato, in cambio noi dobbiamo fare
concessioni molto pesanti e concrete, che mineranno il nostro sviluppo e le
nostre economie.

La demagogia sul Development Package ricorda da vicino quanto avvenuto pochi
giorni fa con il negoziato TRIPs. E' stato suggellato un accordo ingiusto e
praticamente inapplicabile in materia di accesso ai farmaci essenziali per i
paesi piu' poveri. Questo accordo e' stato pero' venduto alla stampa
internazionale come un grande successo e la dimostrazione che il Wto e'
davvero un'istituzione che favorisce i piu' poveri.
Nel caso del Development Package, ancora una volta, Usa ed Ue si presentano
ai media internazionali come i paesi che stanno compiendo i maggiori
sacrifici per la chiusura di un round negoziale che favorira' principalmente
i piu' poveri.
E' necessario smontare questa pericolosa demagogia e smascherare la retorica
e l'ipocrisia che Usa ed UE hanno messo in piedi per portare a casa un
risultato positivo da questo vertice. Le potenze occidentali stanno vendendo
promesse vecchie, vuote ed irrealizzabili per comprarsi i paesi piu' deboli
e costringerli ad accettare un'agenda estremamente aggressiva, che avrebbe
conseguenze devastanti per le economie di questi paesi ed i diritti dei suoi
cittadini. Un'agenda chiamata, con un notevole sforzo di fantasia, agenda
per lo sviluppo.

Andrea Baranes - Tradewatch
www.tradewatch.it