[Lecce-sf] Condanna per Lodeserto




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IL PROCESSO AL REGINA PACIS
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dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 23 luglio 2005

IMMIGRAZIONE Per gli scontri durante un tentativo di
fuga dal centro di
San
Foca

Lecce, condannato don Cesare

Per Lodeserto un anno e quattro mesi di reclusione
(pena sospesa)



LECCE Condanna in Tribunale, ieri sera, per don Cesare
Lodeserto, l'ex
direttore del centro per immigrati «Regina Pacis» di
San Foca di
Melendugno.
Dopo sei ore di camera consiglio, il giudice
monocratico Annalisa De
Benedictis, gli ha comminato un anno e quattro mesi di
reclusione, ma
col
beneficio della pena sospesa. Al termine della
requisitoria, il
pubblico
ministero Carolina Elia, aveva invocato una condanna
esattamente
doppia: due
anni ed otto mesi. A vario titolo, assieme ad altri
18, il religioso
era
imputato di lesioni personali, abuso dei mezzi di
correzione, omissione
d'intervento per impedire i maltrattamenti e falso.
Tutti reati che
sarebbero stati commessi in occasione e
successivamente al tentativo di
fuga
dalla struttura avvenuto nella notte fra il 20 ed il
21 novembre di tre
anni
fa, di otto maghrebini (uno venne arrestato e gli
altri comunque
acciuffati). Degli altri imputati, medici, volontari e
carabinieri
dell'XI
battaglione «Puglia», solo quattro sono andati
assolti: si tratta di
quattro
militari, per uno dei quali, per altro, l'assoluzione
era stata
invocata
dalla stessa accusa. Tra i condannati, anche i due
medici del «Regina»,
Anna
Catia Cazzato, di Calimera e Giovanni Ruberti, di
Lecce. Al pari del
volontario Giuseppe Lodeserto detto Luca, nipote di
don Cesare, i due
professionisti avrebbero partecipato alla
falsificazione dei
certificati
medici datati tutti 23 novembre 2003, dai quali
risultò che le lesioni
riportate dai feriti fossero la conseguenza della
caduta dalle finestre
delle camere durante il tentativo di fuga, e non già,
come sostenuto
dall'accusa sulla scorta delle denunce degli otto
maghrebini, delle
percosse
subite. Dei sette carabinieri, cinque sono stati
condannati ad un anno
e gli
altri due ad un anno e quattro mesi. Sono Francesco
D'Ambrosio di
Modugno e
Vito Ottomano di Policoro: i due avrebbero costretto
quattro maghrebini
a
mangiare carne di maiale cruda (vietata dalla loro
religione)
impiegando le
dita ed il manganello. Alle parti civili costituite
con gli avvocati
Marcello Petrelli ed Antonio Pistelli (tutte meno
l'associazione studi
giuridici sull'immigrazione) il giudice ha
riconosciuto una
provvisionale di
2000 euro per ogni parte. Quanto al risarcimento dei
danni, verranno
liquidati in separata sede. Don Cesare e gli altri
erano assistiti
dagli
avvocati Pasquale e Giuseppe Corleto, Francesca Conte,
Maria Rosaria
Faggiano e Francesco Paolo Sisto.

23/07/2005











		
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