Atesia: un esempio di precariato



Atesia: un esempio di precariato

La societa' Atesia nasce nel 1989 ed e' oggi uno dei piu' grandi call center del paese, con oltre 4.000 operatori. Lo scorso anno la societa' e' stata ceduta da Telecom per l'80% alla subentrante Cos ma, a parte le promesse, le condizioni dei lavoratori sono peggiorate.

I 4.000 lavoratori dell'Atesia sono vincolati all'azienda da diverse tipologie di contratto: dai co.co.co. si e' passati agli apprendisti, i somministrati, a inserimento e a progetto. Una condizione che di fatto ''spezzetta'' i lavoratori del piu' grande call center d'Italia (nel 2004 Atesia ha prodotto un giro d'affari per 4.300 milioni di euro), rendendo ancora piu' disperata la loro condizione di precarieta' e di ricattabilita'. Lo scorso anno la societa' ha cambiato faccia, passando per l'80% da Telecom al gruppo Cos. Ma le promesse della nuova dirigenza riguardo i nuovi contratti e le nuove assunzioni sono rimaste tali. In Italia (dati 2004) sono oltre 192.000 le persone impiegate nei Call Center d'Italia. L'eta' media degli operatori e' di 28 anni, sono distribuiti in prevalenza nel Lazio e in Lombardia, sono formati per il 60% da donne e un 30% di loro e' laureato. Sono lavoratori a ''cottimo'' o per dirla secondo contratto ''a contatto utile''. Ma le retribuzioni per i singoli contatti utile continuano a scendere: da una retribuzione massima di 90 centesimi di euro si e' scesi agli attuali 80 centesimi. Un sindacalista delle Rsu delle Confederazioni Unitarie di Base della Tim di Roma, Riccardo De Angelis, e una lavoratrice della societa' Atesia raccontano, nel servizio di Marco Pomella, le condizioni che vivono i lavoratori nella maggior parte dei call center.

link all'intervista in formato mp3:
http://audio.amisnet.org/20050428precariato_atesia.mp3

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