Nuova campagna: La via del Cotone - Passaggio in Africa



Comunicato Stampa Roba dell'Altro Mondo/Tradewatch
Info: Monica Di Sisto +39 335 8426752

La via del Cotone: Passaggio in Africa
Con l'Assemblea nazionale di Mani Tese il 20 novembre al via la fase II
della Campagna italiana per il cotone, obiettivo l'Africa.
Dall'Eritrea in arrivo due tessitrici, vittime della guerra e del
commercio internazionale, e le loro mille sciarpe colorate: un nuovo
progetto di commercio equo e solidale

Mekete, campo profughi a ridosso della cittadina di Afabet in Eritrea.
Dal 2000 in questa zona semi-arida hanno trovato rifugio oltre 25mila
persone, di cui 5.976 bambini con meno di 5 anni, durante la terza offensiva
sferrata dalle truppe etiopi contro il popolo eritreo. Da Mekete arrivano in
Italia per Natale mille sciarpine di cotone colorato, tessute nel rispetto
dei diritti e della dignità delle artigiane africane. Nate da un progetto di
Mani Tese, sviluppato per il commercio equo da ROBA dell'Altro Mondo, le
sciarpine, disponibili a breve nelle piazze di tutta Italia e nelle botteghe
del commercio equo e solidale, sono il simbolo della seconda fase della
Campagna "La via del cotone", centrata sulla
lotta e le richieste dei produttori di cotone africani.

Quell'Africa che è riuscita a fermare la deriva neoliberista
della Wto a Cancun, mettendo al centro della propria piattaforma proprio i
diritti dei contadini.
La campagna è promossa da Tradewatch (http://tradewatch.splinder.com),
l'osservatorio sull'economia globale e il commercio internazionale nato dopo
la conferenza ministeriale WTO di Cancun per iniziativa di Rete Lilliput,
Roba dell'Altro Mondo, Mani Tese, Campagna per la Riforma della Banca
Mondiale, Crocevia e Gruppo d'appoggio italiano al movimento contadino in
Africa occidentale, ed ha il sostegno di Altreconomia e dell'Associazione
botteghe del mondo.

Passaggio in Africa
E' passato più di un anno dal fallimento di Cancun e poco più di sei mesi
dal lancio della prima fase de "La via del cotone", una campagna di
sensibilizzazione lanciata da Tradewatch che ha diffuso contenuti (più di
dodicimila libretti distribuiti), organizzato iniziative, sostenuto
sperimentazioni, come l'avvio del Tavolo Nazionale sul Cotone Equo e
Solidale che riunisce imprese,sindacati, associazioni ambientaliste, realtà
del biologico e organizzazioni del commercio equo e solidale per promuovere
progetti e nuove politiche per un cotone ecosostenibile ed equosolidale.
Oggi "La via del cotone: Passaggio in Africa" studia il caso emblematico del
"continente dimenticato", per far conoscere i problemi e gli interessi che
si nascondono dietro la produzione del cotone, per ribadire l'importanza
dell'aiuto pubblico e delle reti di economia alternativa dal basso a
sostegno dell'agricoltura familiare, biologica e di qualità, dicendo no ai
sussidi che stracciano i prezzi sotto i costi di produzione e strozzano i
piccoli produttori nel Sud del mondo.

Tutti gli appuntamenti della Campagna
"La via del cotone: Passaggio in Africa" è la prima azione concreta sul
commercio internazionale in attesa della Global Week of Action (10-16 aprile
2005), la più grande mobilitazione globale sul commercio mondiale mai
organizzata. Promossa in parallelo rispetto alla nuova campagna sugli EPAs
(Economic Partnership Agreements, trattati bilaterali-capestro in corso tra
Unione Europea e Paesi dell'Africa, dei Caraibi del Pacifico), "La via del
cotone" vuole accendere i riflettori dell'opinione pubblica sui negoziati
commerciali internazionali che preparano il terreno per la nuova
ministeriale della Wto, convocata ad Hong-Kong per il dicembre 2005 con
il compito di definire un pacchetto di nuove
non-regole per la liberalizzazione selvaggia dei mercati.
Il primo appuntamento organizzativo della fase II della campagna "La via del
cotone" è il 20-21 novembre a Scandicci, dove, in collaborazione con la
Regione Toscana, Mani Tese terrà nel suo nuovo centro polivalente
l'Assemblea dei soci che dovrà approvare il programma associativo per il
2005.
La campagna verrà lanciata in tutta Italia da Tradewatch con a voce delle
stesse tessitrici di Mekete che saranno il 10 dicembre a Roma, il
12 a Malnate (Mi), il 14 a Milano, il 15 a Rimini, il 17 a Genova, dove si
terrà l'evento ufficiale di lancio della Campagna e il 20-21 dicembre a
Bologna.
Per sostenere il progetto-simbolo della campagna mille scarpine colorate
saranno in vendita nelle piazze italiane e in molte botteghe del
mondo.
Incontro formativo sulla Global Week of Action 2005 presso il Centro
S.I.eC.I. di Firenze per sabato 11 e domenica 12 dicembre 2004

Passaggio in Africa - PRESS KIT PER APPROFONDIRE
I Paesi Africani, avevano chiesto fin da Cancun che la<BR>questione cotone
venisse negoziata in un tavolo specifico, per affrontare nel dettaglio tutti
i gravi rischi che una non-regolazione di questo mercato potrebbe provocare
per la sopravvivenza delle loro povere economie locali.

Lo sapevate che la mina negoziale "cotone" - che minacciava il nuovo accordo
raggiunto in sede Wto a Ginevra nel luglio scorso, è stata disinnescata con
la pressione statunitense ed europea, in particolare su Benin e Mali, con il
ricatto di ridurre gli aiuti allo sviluppo, avallata addirittura dal
Presidente della commissione negoziale sull'agricoltura Tim
Grosser?
Come produzione lorda vendibile l'agricoltura familiare assicura il 75% di
tutta la produzione agricola, e soddisfa oltre i due terzi della domanda dei
mercati interni.
Lo sapevate che ad oggi solamente il 10% della produzione agricola
globale finisce sul mercato internazionale, e che il vero obiettivo per cui
la Wto vuole compiere il processo di globalizzazione, è immettere nel
"supermercato globale" quel 90% che attualmente non ci va, provocando un
abbassamento progressivo dei prezzi pagati agli agricoltori?
Il cotone è la fonte maggiore di divisa estera per circa 12<BR>milioni di
persone dei paesi produttori dell'Africa occidentale.
Lo sapevate che nel Burkina Faso il crollo dei prezzi ha messo sul lastrico
più di un terzo della popolazione totale di 11 milioni? Che nel Benin si è
visto un abbassamento del reddito dei coltivatori di cotone del 23,74%? Che
nel Mali 3 milioni di persone (circa il 28%<BR>della popolazione) dipendono
direttamente dal cotone e la perdita dovuta al crollo dei prezzi del cotone
nel 2001 è stata dell'ordine di 87 milioni di euro?
La Cina, l'Australia, ad esempio, ma anche, in potenza, il Brasile,
imprevisto alleato di UE e USA nel nuovo accordo, hanno una capacità di
produzione del cotone altamente industrializzata e specializzata, hanno
condizioni climatiche sicuramente migliori del Sahel, hanno una capacità
immediata di penetrare i mercati internazionale più potente dei Paesi
subsahariani.
Lo sapevate che l'Accordo di Ginevra del 1 agosto 2004 alla WTO, e
tutto il negoziato agricolo in ambito Wto, rischiano di estendere in Africa
la frontiera agricola del cotone, di mangiare ancora altre terre dedicate
alle coltivazioni alimentari ed all'approvvigionamento del mercato
interno, a fronte di guadagni ipotetici, molto modesti?
Nel 2002 risultavano essere 4,6 milioni gli ettari coltivati nel mondo a
cotone ogm, circa il 13% dell'intera area coltivata a cotone. Il cotone ogm
è stato selezionato per uccidere selettivamente alcuni insetti e parassiti
senza l'uso di pesticidi.
Lo sapevate che gli agricoltori statunitensi, i primi sperimentatori
del cotone ogm, nel 2002 hanno perso circa il 7,5% del loro raccolto ogm a
causa dei vermi, nonostante l'uso di insetticidi supplementari? E
che, nonostante la sua larga inefficacia, i coltivatori africani, a
fronte a una richiesta internazionale di fibra da ogm, potrebbero
essere costretti a pagare alle multinazionali biotech oltre 60
dollari l'ettaro per la semente geneticamente modificata, cioè fino a 10
volte i costi della semente tradizionale?
Che cosa propongono i produttori di cotone per uscire dalla crisi? Furono
proprio i contadini dell'Africa occidentale a denunciare per primi la crisi
del mercato del cotone. Già nel maggio 2000 i produttori di cotone del Mali
proclamarono uno sciopero, dimezzando la produzione di quell'anno, per
protestare fra l'altro contro il crollo dei prezzi.

ROPPA, la "Rete di organizzazione contadine e di produttori agricoli
dell'Africa occidentale" nata nel 2000 per federare le piattaforme contadine
di 10 paesi, ha un'idea chiarissima di come l'Africa potrebbe uscire dalla
crisi provocata dalle speculazioni internazionali sul cotone: Puntare sui
prezzi rimunerativi.
La via più sana per gestire il commercio internazionale del cotone, come
quello degli altri prodotti agricoli, è quella di puntare su prezzi che
coprano i costi di produzioni compreso il lavoro dell'agricoltore. Tale
soluzione richiede l'abbandono di sussidi che portano a pratiche di
"dumping" e meccanismi di regolamentazione, per evitare
un eccesso di offerta che spinga i prezzi verso il basso.

Migliorare le performance delle imprese agricole familiari attraverso
l'accesso a tecnologie e sistemi di finanziamento. Stati uniti e UE stanno
promuovendo l'introduzione delle biotecnologie per, a loro dire, migliorare
la produttività e ridurre l'utilizzo di pesticidi. ROPPA, assieme a molti
esperti ed istituzioni di prestigio, mette in dubbio l'aumento di
produttività e fa notare che con i metodi di lotta integrata ai predatori si
ottiene una maggiore riduzione di pesticidi che non con gli Ogm. Inoltre,
sottolinea che l'utilizzo di sementi Ogm non farebbe altro che accrescere la
dipendenza della filiera dall'estero.
Che cosa possiamo fare?

Comunicazione, Lobby, Filiere alternative
Il migliore modo di lottare contro gli abusi sofferti dai produttori di
cotone in Africa occidentale e per degli obiettivi condivisi è di farlo
insieme a loro, sostenendo le strategie delle organizzazioni contadine.
Per questo il "Gruppo italiano di appoggio al movimento contadino in
Africa", e la campagna "La via del cotone" hanno deciso di: Promuovere
un'informazione corretta  capace di rivedere l'immagine dell'Africa che
parla soltanto di disperazione e di passività.
E' importante far conoscere l'esistenza di organizzazioni
sociali africane che si battono con forza per difendere gli interessi
degli strati più deboli della popolazione a nome di una visione
della società che possiamo condividere e che la loro piattaforma ha
molte similitudini con quella di chi lotta per un'agricoltura biologica e
di qualità in Europa.

Elaborare delle strategie di lobby.
Il prossimo appuntamento della WTO a Hong Kong è dietro
l'angolo. L'Unione europea sta negoziando un accordo di partenariato
economico con la CEDEAO, l'organizzazione intergovernativa regionale che
raggruppa gli stati dell'Africa occidentale, che rischia di interdire la
protezione dei mercati locali africani. Inoltre, sta elaborando un
importante programma di cooperazione diretto alla ristrutturazione della
filiera del cotone in Africa, finanziato con i soldi dei contribuenti
europei.
Costruire delle alternative di sviluppo e di scambio sostenibile, equo e
solidale.
A ROPPA preme scambiare esperienze con le organizzazioni agricole italiane
che difendono una agricoltura familiare legata al territorio e attenta ai
bisogni della società. ROPPA è interessato a costruire dei rapporti di
cooperazione economica con gli attori delle reti italiane per fare nascere
dei scambi di commercio equo e solidale che vadano nei due sensi.
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ROBA dell'Altro Mondo - Commercio equo e solidale
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