una critica all'editoriale di PeaceLink sulle elezioni Usa + la mia risposta



Dopo l'editoriale sulle elezioni Usa
http://italy.peacelink.org/editoriale/articles/art_7943.html
è giunta questa lettera di critica che pubblichiamo con la relativa risposta.
A.M.

------------

From: ****
To: <a.marescotti at peacelink.it>
Subject: certezze pacifiste
Date: Wed, 10 Nov 2004 00:44:41 +0100

Caro Direttore, ho letto con interesse il suo intervento sulle elezioni
americane. Ognuno ha le proprie certezze (anche se personalmente io ne
sono poco dotato da molto tempo) e quindi è giusto che nelle occasioni
importanti si possano esprimerle chiaramente. Tuttavia è opportuno
accompagnarle con qualche domanda, più che altro per tenere esercitato
il materiale neuronale che madre natura ci ha dotato.
Pensare sempre che il popolo è rozzo, bue e vota solo con lo stomaco o
con l'istinto quando non lo fa come si vorrebbe o si auspica non è una
velata forma di reazionario all'ancien regime che si veste di giacobismo
psicopolitico?
Si potrebbe immaginare che coloro che hanno votato Bush si possano
sentire in guerra ed in guerra non si cambia il comandante in capo?
Si può ritenere che il sistema economico americano nella sua aberrante
concezione di essere finanziato dall'estero comunque garantisce al suo
interno possibilità di passare dalla povertà alla ricchezza, che noi
europei neanche immaginiamo, perchè si pratica la meritocrazia più pura
possibile? E magari il nero "ghettizzato" vedendo Powell e Rice a fianco
di Bush può supporre che un giorno potrebbe farcela anche lui? Questa
non è fabbrica del consenso chomskiana (difatti Chomski da addosso allo
strapotere dei monopoli non al "capitalismo" in sé da buon libertario
individualista radicalmente libero) ma un dato di fatto? A me non
risulta che molti poveri italiani siano diventati deputati o ministri
della repubblica, ovvero amministratori delegati o professori
universitari come mai?
La decisione di Zapatero in quale maniera ha migliorato la situazione in
Irak?
Non pensa che se Kerry avesse detto ritiriamoci dall'Irak non avrebbe
fatto il pienone dei voti ma forse avrebbe rubato i 394.793 voti di
Nader (ovviamento non quello di Nader)?
Gli Stati Uniti d'America hanno chiaro che il potere terrorista li
minaccia nella loro way of life: secondo lei Moore ha dato addosso a
Bush perchè ha fatto la guerra o perchè ha finanziato fino al giorno
prima i mandanti dei terroristi del 11 settembre?
Vogliamo pensare che i terroristi che uccidono quotidianamente irakeni
innocenti si fermano lasciando da oggi a domani l'Irak?
Dalla fine della prima guerra nel golfo all'inizio della seconda guerra
nel golfo cosa è scaturita come proposta concreta dal campo pacifista
per eliminare dal potere Saddam Hussein? Le racconto un breve episodio
personale. Tramite una celeberrima organizzazione umanitaria adottai una
bambina irakena per garantirgli i medicinali che l'infame embargo (che
avrebbe dovuto mettere in crisi Saddam ed invece lo ha foraggiato per un
decennio) gli impediva di avere. Alla fine dell'anno mi fu mandata la
certificazione dei medicinali che erano stati spediti. Incuriosito (non
sono medico e grazie a madre natura non ho mai sofferto di malattie)
andai in farmacia e chiesi quanto costavano le medicine mi fu risposta
una cifra. Tale cifra era il 3,75% di quanto avevo versato in anno.
Telefonai all'organizzazione per avere chiarimenti e mi fu risposto che
il restante della cifra serviva per far arrivare le suddette medicine
alla bambina. Io chiesi di inviarmi una nota delle spese effettive e mi
fu risposto che non era possibile perchè erano transazioni speciali
internazionali e che poi comunque bisognava mantenere la struttura che
aveva dei costi. La discussione divenne accessa ed io ebbi un gesto
violento mandando a quel paese la persona. Se mi fosse stato detto che
quei soldi andavano alla resistenza anti Saddam sarei stato veramente
felice, ma non mi risulta che nessuna organizzazione umanitaria si sia
mai preoccupata di costruire un'opposizione (quella è la resistenza!) al
tiranno di Baghdad.
Di fronte alla pulizia etnica incipiente in Kossovo e quella sistematica
nelle due guerre Balcaniche cosa è riuscito a fare il pacifismo per
fermarlo, oltre a manifestare contro D'Alema e punirlo alle Regionali?
Ed anche in questo caso ho un altro ricordo personale. Andai volontario
in un campo di profughi musulmani bosniaci in Slovenia dove operavano
professionisti della pace, persone che probabilmente hanno manifestato
sempre contro qualsiasi conflitto armato nel mondo occidentale (certo
per la guerra in Congo o in Cecenia non ci si mobilita molto ma sono
meno ameriKane) e vidi il loro interesse spiccato verso le possibilità
di avventure "amorose" forti del proprio fascino occidentale. Forse la
strategia era fate l'amore e non la guerra. Ognuno socializza a proprio
modo. Fatto sta che per un "disguido" organizzativo mi ritrovai ad
essere l'unico volontario italiano del campo (generalmente erano almeno
5). L'amministrazione del campo non si scompose più di tanto commentando
"tanto per il vs contributo [ossia di noi volontari] possiamo anche
sopravvivere". Da solo mi resi conto di cosa era veramente il musulmano
bosniaco stando con loro (senza molte ambizioni umanitarie e pacifiste,
ma con la voglia di capire) e comprendere quale crimine disumano si sta
compiendo non intervendo contro chi li stava massacrando. In quei
lontani giorni tanti musulmani si sono fatti le ossa per diventare prima
miliziani e poi potenziali terroristi. Non ho mai sentito nessuno
gridare contro quell'ignavia di noi tutti europei che assistevamo alle
stragi quotidiane a soli 300 km da casa. Certamente c'era un gran via
vai di aiuti ed organizzazioni che si sono fatte le ossa ed "i soldi" in
quelle occasioni e tante persone che si sono costruite carriere e lavori
di un certo rilievo finanziario. ma nessuno dei pacifisti ha mai avuto
il coraggio di dire: abbiamo sbagliato a non intervenire. I bin laden
sono stati addestrati dalla Cia e si sono fatti le ossa in Afghanistan e
in Bosnia. In entrambi i casi la sinistra sia nella sua connotazione
marxista leninista sia nella sua connotazione catto-pacificista ha
responsabilità almeno pari di quelle statunitensi. Forse si dovrebbe
riflettere seriamente prima di fare la morale ad un paese che è sempre
venuto nel secolo scorso in nostro aiuto per risolvere le nostre cazzate
e tragedie. Se poi hanno maturato l'idea di essere i padroni del mondo
non possiamo certo lamentarci.

Spero di non aver turbato troppo le sue personali certezze, ma ci sono
dei momenti in cui la mistificazione della realtà viene vestita con
abiti (di sinistra) che ancora sento i miei anche se io chiamo
riformisti e mi capita di arrabbiarmi perchè amo la Pace. Tuttavia come
Gesu Cristo mi incavolo quando vedo i mercanti davanti al tempio o i
farisei condannare gli usurai. E sento anche che Gesu Cristo (da dio o
da uomo che fosse) la spada contro Saddam Huseein, Milosevic, Hitler,
Stalin, Kruscev, Breznev, Castro, Pol Pot, Mussolini, Sukarno, De
Klerck, Menghistu, Pinochet, Somoza... l'avrebbe sguainata; molte più
perplessità ho che l'avrebbe fatto con Roosvelt, Truman, Eisenhower,
Kennedy, Johnson, Nixon, Carter, Reagan, Clinton e Bush. Magari si
sarebbe incazzato ed molti di questi meritavano molte incazzature. Ma
comunque ognuno di loro dopo 4 anni si è disciplinatamente sottoposto ad
un giudizio popolare e democratico. Agiamo perchè questo continui sempre
ad accadere.
Cordialmente
****


--- La mia risposta --------------------------------------------------------------------------


Gentile ****,
il suo intervento è molto acuto e stimolante.
Pertanto, togliendo il cognome e l'email e quindi nel rispetto della privacy, mi sono permesso di inserirlo nella lista news at peacelink.it Sono convinto infatti che la sua voce, con le sue critiche, è di grande beneficio per chi, come noi pacifisti, non è certo esente da errori, vizi e difetti.
Provo a date una veloce risposta ai punti da lei toccati.

At 00.44 10/11/04 +0100, you wrote:
Caro Direttore, ho letto con interesse il suo intervento sulle elezioni
americane. Ognuno ha le proprie certezze (anche se personalmente io ne
sono poco dotato da molto tempo) e quindi è giusto che nelle occasioni
importanti si possano esprimerle chiaramente. Tuttavia è opportuno
accompagnarle con qualche domanda, più che altro per tenere esercitato
il materiale neuronale che madre natura ci ha dotato.
Pensare sempre che il popolo è rozzo, bue e vota solo con lo stomaco o
con l'istinto quando non lo fa come si vorrebbe o si auspica non è una
velata forma di reazionario all'ancien regime che si veste di giacobismo
psicopolitico?

Nel mio editoriale ho cercato di comprendere le ragioni non dell'inganno ma della forza morale che Bush ha esercitato - a differenza di Kerry - ricorrendo ad una rete di organizzazioni nate sulla questione dei "valori". Una questione molto sottovalutata in ambito progressista.

In fondo concordo con quanto scritto dal sociologo De Rita sul Corriere della Sera (si veda http://lists.peacelink.it/pcknews/msg08534.html).

Si potrebbe immaginare che coloro che hanno votato Bush si possano
sentire in guerra ed in guerra non si cambia il comandante in capo?

Infatti la maggioranza degli americani (http://italy.peacelink.org/pace/articles/art_4909.html) a maggio riteneva la guerra un errore. Ma Kerry non ha convinto.

Si può ritenere che il sistema economico americano nella sua aberrante
concezione di essere finanziato dall'estero comunque garantisce al suo
interno possibilità di passare dalla povertà alla ricchezza, che noi
europei neanche immaginiamo, perchè si pratica la meritocrazia più pura
possibile? E magari il nero "ghettizzato" vedendo Powell e Rice a fianco
di Bush può supporre che un giorno potrebbe farcela anche lui? Questa
non è fabbrica del consenso chomskiana (difatti Chomski da addosso allo
strapotere dei monopoli non al "capitalismo" in sé da buon libertario
individualista radicalmente libero) ma un dato di fatto? A me non
risulta che molti poveri italiani siano diventati deputati o ministri
della repubblica, ovvero amministratori delegati o professori
universitari come mai?

Qui non ho dati statistici per intavolare una discussione.

La decisione di Zapatero in quale maniera ha migliorato la situazione in
Irak?

Ribalto la questione: quanto migliora la situazione l'attuale azione militare?
La maggioranza schiacciante degli italiani non ritiene che la guerra sconfigga in terrorismo, si veda http://italy.peacelink.org/pace/articles/art_6809.html

Non pensa che se Kerry avesse detto ritiriamoci dall'Irak non avrebbe
fatto il pienone dei voti ma forse avrebbe rubato i 394.793 voti di
Nader (ovviamento non quello di Nader)?

Ripeto: la maggioranza degli americani ritiene un errore la guerra. Ma Kerry non è stato convincente in quanto quell'errore l'ha fatto anche lui con moltissimi democratici.

Gli Stati Uniti d'America hanno chiaro che il potere terrorista li
minaccia nella loro way of life: secondo lei Moore ha dato addosso a
Bush perchè ha fatto la guerra o perchè ha finanziato fino al giorno
prima i mandanti dei terroristi del 11 settembre?

Per entrambe le cose.

Vogliamo pensare che i terroristi che uccidono quotidianamente irakeni
innocenti si fermano lasciando da oggi a domani l'Irak?

No, ovviamente. Ma occorre trovare una strada per isolarli dalle masse del mondo arabo che potrebbero vedere in essi degli eroi. E la via della guerra è quella più controproducente.

Dalla fine della prima guerra nel golfo all'inizio della seconda guerra
nel golfo cosa è scaturita come proposta concreta dal campo pacifista
per eliminare dal potere Saddam Hussein?

La stessa cosa si potrebbe dire per tutti i dittatori attualmente esistenti nel mondo. Siamo al fianco di Amnesty International perché quei dittatori vengano isolati e rimossi, ma non siamo al fianco di coloro che li rimuovono con la guerra solo quando di mezzo c'è il petrolio e li abbracciano quando di mezzo c'è da bloccare gli immigrati (leggere: Gheddafi). Saddam Hussein quando ha colpito i curdi con il gas è stato condannato dai pacifisti ma non dall'amministrazione americana. Noi non abbiamo gli eserciti per rimuovere nessuno. Possiamo esercitare solo un'azione di pressione politica che in democrazia può essere preziosa se vi sono governi che ascoltano e che non siano legati - nei rapporti internazionali - da interessi reconditi (armi, petrolio, ecc.).

Le racconto un breve episodio
personale. Tramite una celeberrima organizzazione umanitaria adottai una
bambina irakena per garantirgli i medicinali che l'infame embargo (che
avrebbe dovuto mettere in crisi Saddam ed invece lo ha foraggiato per un
decennio) gli impediva di avere. Alla fine dell'anno mi fu mandata la
certificazione dei medicinali che erano stati spediti. Incuriosito (non
sono medico e grazie a madre natura non ho mai sofferto di malattie)
andai in farmacia e chiesi quanto costavano le medicine mi fu risposta
una cifra. Tale cifra era il 3,75% di quanto avevo versato in anno.
Telefonai all'organizzazione per avere chiarimenti e mi fu risposto che
il restante della cifra serviva per far arrivare le suddette medicine
alla bambina. Io chiesi di inviarmi una nota delle spese effettive e mi
fu risposto che non era possibile perchè erano transazioni speciali
internazionali e che poi comunque bisognava mantenere la struttura che
aveva dei costi.

Se ne stupisce?

La discussione divenne accessa ed io ebbi un gesto
violento mandando a quel paese la persona. Se mi fosse stato detto che
quei soldi andavano alla resistenza anti Saddam sarei stato veramente
felice, ma non mi risulta che nessuna organizzazione umanitaria si sia
mai preoccupata di costruire un'opposizione (quella è la resistenza!) al
tiranno di Baghdad.

Non credo che una ong potesse portare armi in Irak.
Gli Stati Uniti hanno avuto un'ottima opportunità nel 1991 per sbarazzarsi di Saddam appoggiando la rivolta sciita nel sud. Come mai lasciarono mano libera alla repressione di Saddam? Il punto è questo: in Iraq la maggioranza è sciita e porterebbe al potere una concezione politica e religiosa filo-iraniana. Che fa più paura alla Casa Bianca della concezione laico-dittatoriale di Saddam. E' uno stallo politico da cui Bush non riuscirà ad uscire neppure con "libere elezioni".

Di fronte alla pulizia etnica incipiente in Kossovo e quella sistematica
nelle due guerre Balcaniche cosa è riuscito a fare il pacifismo per
fermarlo, oltre a manifestare contro D'Alema e punirlo alle Regionali?

Legga
http://italy.peacelink.org/kossovo/indices/index_443.html
dove è esposta con chiarezza tutta la lotta pacifista per il Kossovo.

Ed anche in questo caso ho un altro ricordo personale. Andai volontario
in un campo di profughi musulmani bosniaci in Slovenia dove operavano
professionisti della pace, persone che probabilmente hanno manifestato
sempre contro qualsiasi conflitto armato nel mondo occidentale (certo
per la guerra in Congo o in Cecenia non ci si mobilita molto ma sono
meno ameriKane) e vidi il loro interesse spiccato verso le possibilità
di avventure "amorose" forti del proprio fascino occidentale. Forse la
strategia era fate l'amore e non la guerra. Ognuno socializza a proprio
modo. Fatto sta che per un "disguido" organizzativo mi ritrovai ad
essere l'unico volontario italiano del campo (generalmente erano almeno
5). L'amministrazione del campo non si scompose più di tanto commentando
"tanto per il vs contributo [ossia di noi volontari] possiamo anche
sopravvivere". Da solo mi resi conto di cosa era veramente il musulmano
bosniaco stando con loro (senza molte ambizioni umanitarie e pacifiste,
ma con la voglia di capire) e comprendere quale crimine disumano si sta
compiendo non intervendo contro chi li stava massacrando. In quei
lontani giorni tanti musulmani si sono fatti le ossa per diventare prima
miliziani e poi potenziali terroristi. Non ho mai sentito nessuno
gridare contro quell'ignavia di noi tutti europei che assistevamo alle
stragi quotidiane a soli 300 km da casa.

Ripeto: consulti
http://italy.peacelink.org/kossovo

e anche il mio editoriale dell'11 marzo 1998
http://italy.peacelink.org/editoriale/articles/art_996.html
("Mentre i pacifisti sostenevano la mobilitazione non-violenta in Kossovo, i 'potenti della terra' facevano finta di niente")

Certamente c'era un gran via
vai di aiuti ed organizzazioni che si sono fatte le ossa ed "i soldi" in
quelle occasioni e tante persone che si sono costruite carriere e lavori
di un certo rilievo finanziario. ma nessuno dei pacifisti ha mai avuto
il coraggio di dire: abbiamo sbagliato a non intervenire. I bin laden
sono stati addestrati dalla Cia e si sono fatti le ossa in Afghanistan e
in Bosnia. In entrambi i casi la sinistra sia nella sua connotazione
marxista leninista sia nella sua connotazione catto-pacificista ha
responsabilità almeno pari di quelle statunitensi. Forse si dovrebbe
riflettere seriamente prima di fare la morale ad un paese che è sempre
venuto nel secolo scorso in nostro aiuto per risolvere le nostre cazzate
e tragedie. Se poi hanno maturato l'idea di essere i padroni del mondo
non possiamo certo lamentarci.

Non credo che il Papa o Amnesty International possano essere inquadrati nella sinistra catto-pacifista. Ma sia l'uno che l'altra hanno agito con il pieno nostro sostegno per la pace e il rispetto dei diritti umani. Non abbiamo eserciti, abbiamo però una certa capacità di influire sull'opinione pubblica. E, con tutti i nostri limiti (e ne abbiamo), cerchiamo di operare per riportare nelle relazioni internazionali l'attenzione sulla logica dei diritti umani e non quella degli "affari esteri".


Spero di non aver turbato troppo le sue personali certezze, ma ci sono
dei momenti in cui la mistificazione della realtà viene vestita con
abiti (di sinistra) che ancora sento i miei anche se io chiamo
riformisti e mi capita di arrabbiarmi perchè amo la Pace.

Non ho certezze, ma amo coltivare ancora i sogni e le speranze di quando ero un ragazzo. Con l'unica arma che ho a disposizione: la capacità di discernimento basata sull'informazione.

Visto che lei si sente ancora di sinistra e ama il riformismo, non vedo perché debba essere pericoloso questo esercizio critico.

Forse stiamo confondendo la ricerca della verità (a cui non dobbiamo rinunciare) con la difesa delle certezze (sicuramente negativa e di origine dogmatica).

Questo nostro dialogo mi spinge a ricercare e mi sembra benefico.


Tuttavia come
Gesu Cristo mi incavolo quando vedo i mercanti davanti al tempio o i
farisei condannare gli usurai. E sento anche che Gesu Cristo (da dio o
da uomo che fosse) la spada contro Saddam Huseein, Milosevic, Hitler,
Stalin, Kruscev, Breznev, Castro, Pol Pot, Mussolini, Sukarno, De
Klerck, Menghistu, Pinochet, Somoza... l'avrebbe sguainata

Non l'ha fatto contro gli Imperatori romani che crocifiggevano schiavi e dissidenti... Ciò non significa che si debba abdicare alla resistenza armata quando è in pericolo la propria vita, ovviamente ognuno è libero in coscienza di fare le proprie scelte.

 molte più
perplessità ho che l'avrebbe fatto con Roosvelt, Truman, Eisenhower,
Kennedy, Johnson, Nixon, Carter, Reagan, Clinton e Bush. Magari si
sarebbe incazzato ed molti di questi meritavano molte incazzature. Ma
comunque ognuno di loro dopo 4 anni si è disciplinatamente sottoposto ad
un giudizio popolare e democratico. Agiamo perchè questo continui sempre
ad accadere.

Certamente.

Cordialmente

Un cordiale saluto

Alessandro Marescotti
http://www.peacelink.it

PS - un consiglio metodologico: non incolpi i pacifisti di ciò che non fanno non potendolo fare ma di ciò che non fanno pur potendolo fare. E' più efficace e utile. La critica coglie così il cuore dei veri "difetti" molto meglio.