Raoul Vaneigem, riflessioni sulla libertà d'espressione



INFORMATION GUERRILLA NEWS - 30 luglio 2004, 4302 iscritti

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VANEIGEM: "NIENTE E' SACRO. TUTTO SI PUO' DIRE"

Pubblicato in italiano un nuovo fondamentale saggio di Raoul Vaneigem sulla
liberta' d'espressione.
Un testo che consigliamo appassionatamente a tutte le lettrici e i lettori
di Information Guerrilla.

"NIENTE E' SACRO, TUTTO SI PUO' DIRE. Riflessioni sulla libertà d'espresssione"
di Raoul Vaneigem, pag. 98, 7 euro, Ponte alle Grazie

Tra i piu' autorevoli esponenti dell'anarchismo situazionista, Vaneigem
prende spunto da fatti e discussioni all'ordine del giorno per fare a pezzi
le certezze dei benpensanti e le pretese di chi si erge a giudice e
censore. Un provocatorio pamphlet sulla scia della tradizione illuministica
e libertaria. "Non c'e' un uso buono o cattivo della liberta' di
espressione. C'e' solo un uso insufficiente": un vero e proprio manifesto,
dedicato alla liberta' piu' fondamentale dell'essere umano. Un testo senza
compromessi, per difendere una liberta' che non deve incontrare alcuna
limitazione, politica, morale o giuridica che sia. Un attacco all'ipocrisia
di una societa' che, non riuscendo a rimuoverne le cause, preferisce
nascondere il male a se stessa.

"Un appello alla responsabilizzazione della collettivita' che svolge in
modo inedito, radicale, antipuritano e dinamico la critica dei media, cosi'
di moda al giorno d'oggi." - Les inrockuptibles

"Una difesa della liberta' di espressione appassionata e razionale allo
stesso tempo." - Magazine littéraire

"Se esistesse un unico libro sulla liberta' di espressione, sarebbe
questo." - Télérama

Raoul Vaneigem, anarchico, figura di spicco del Maggio francese, e' stato
membro dell'Internazionale situazionista tra il 1961 e il 1970. E' autore
di diversi libri, tra i quali Il libro dei piaceri, La scuola e' vostra:
dedicato agli studenti, Noi che desideriamo senza fine e Trattato del saper
vivere ad uso delle giovani generazioni.

ALCUNI BRANI DAL LIBRO

Il principio scritto nella Costituzione americana, secondo cui "la liberta'
di stampa e' uno dei baluardi piu' possenti della liberta' e puo' essere
limitata soltanto da governi dispotici" merita oggi di essere considerato
sotto una duplice prospettiva:
a) E' stato e continua a essere un'arma contro tutte le tirannie.
b) L'esercizio di tale liberta' e' oggi snaturato in modo particolare dai
progressi tecnici della manipolazione di massa, della pubblicita', della
propaganda, della comunicazione, dell'informazione, della
spettacolarizzazione del vissuto, che mirano ad assoggettare al potere del
denaro e al denaro del potere una coscienza svilita dalla paura e un
pensiero votato all'indigenza e all'autocensura. Puo' essere restaurato
soltanto dalla lotta per una societa' piu' umana.

Niente e' sacro. Tutti hanno il diritto di esprimere e di professare a
titolo personale qualsiasi opinione, qualsiasi ideologia, qualsiasi
religione. Nessuna idea e' inaccettabile, nemmeno la piu' aberrante,
nemmeno la piu' odiosa. Nessuna idea, nessun discorso, nessun credo possono
sottrarsi alla critica, all'irrisione, al ridicolo, all'umorismo, alla
parodia, alla caricatura, alla contraffazione. "Lo ripetero' in tutte le
maniere" scriveva gia' Georges Bataille, "il mondo e' vivibile soltanto a
condizione che nulla in esso sia rispettato". E il poeta Scutenaire: "Ci
sono cose con cui non si scherza. Non abbastanza!".
Cio' che sacralizza uccide. L'esecrazione nasce dall'adorazione.
Sacralizzati, il bambino e' un tiranno, la donna un oggetto, la vita
un'astrazione disincarnata.

La liberta' di stampa e' una liberta' schernita dalle stesse persone che la
detengono. Tuttavia, e' tanto vano rimproverare agli specialisti
dell'informazione la loro demagogia, la loro autocensura, la loro mollezza,
la loro degradazione e la loro insolente compiacenza ai latrati del
padrone, quanto predicare l'onesta' a un uomo d'affari. A noi non interessa
il regolamento dei conti, ma l'abolizione della vita contabilizzata.

La liberta' d'espressione appartiene a tutti, non ad alcuni, che
l'oltraggiano. Ecco un'ovvieta' di cui non si sono ancora accorti coloro
che ambiscono a un destino migliore e non sono sprovvisti di idee circa i
mezzi per arrivarvi. La verita' e' che costoro non hanno quasi mai osato,
fino ad oggi, far sentire la loro voce. Non temono la collera di un
padrone, hanno paura di loro stessi. Sono vili soltanto di fronte al
ridicolo in cui potrebbero esser messi dai servi pusillanimi di un potere
la cui assurdita' rasenta il grottesco. I brancolamenti e gli errori
possibili della loro facolta' immaginativa, della loro fantasia creatrice,
della loro originalita' personale paiono loro meno degni di affermarsi ad
alta voce degli strepiti propagati nel mondo intero dai corpi di guardia
dell'informazione sotto controllo. Continueranno a lagnarsi, ad aspettare
che un Danton insuffli in loro un po' di audacia o s'impadroniranno di un
diritto che appartiene loro senza riserve? Il futuro della libera parola e'
nelle loro mani.

Autorizzate tutte le opinioni, noi sapremo riconoscere le nostre,
impareremo ad annullare la forza d'attrazione di quelle nocive, a impedire
che la corruzione del profitto e del potere continui a far incancrenire le
menti, le combatteremo con la sola critica che possa sradicarle: pensando
da soli, smettendo di porci in condizione di dipendenza, scoprendo secondo
i nostri desideri quale esistenza vogliamo condurre, creando situazioni che
rendano impossibile l'imperio della disumanita'.
Raoul Vaneigem

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