Un ricordo di Tom Benetollo



E' il 15 febbraio 2003, e assieme a milioni di persone sono a Roma per un colorato appuntamento con la storia, un "no" ad una guerra assurda e disumana lanciato all'unisono da tutte le piu' grandi citta' del mondo.

Arrivo in piazza san Giovanni, e davanti a me si staglia un muro di manifestanti, che mi impedisce di avvicinarmi al palco. La mia macchina fotografica diventa improvvisamente inutile: posso solo fotografare un mare sconfinato di teste, spezzoni di bandiere, angoli di striscioni.

Davanti alla transenna il servizio d'ordine mi impedisce di passare per avvicinarmi, il tesserino di giornalista non serve a molto, e il mio bisogno di raccontare attraverso le immagini un pezzo di storia del mio tempo rimane insoddisfatto.

Stavo iniziando a rassegnarmi, quando Tom Benetollo si avvicina alle transenne. Dopo aver capito la mia situazione riesce a farsi carico di una singola persona anche in una situazione molto difficile e frenetica. Davanti a lui, in quel momento, non c'erano delle regole ed un problema logistico, c'era una persona con un bisogno di comunicazione inespresso e una mediazione da trovare con le esigenze di sicurezza del palco. Il suo "pass" per la zona palco diventa anche il mio lasciapassare, e in quel piccolo gesto di attenzione oggi rileggo un simbolo di una vita passata a cercare la dimensione umana dell'esistenza, indispensabile alla creazione di una dimensione associativa, culturale, politica.

Tom e Flavio Lotti mi aiutano a raggiungere attraverso due barriere quel palco magnifico e pieno di energia vitale, dove mi commuovo stringendo tra le mani una tremante macchina fotografica che inquadra Oscar Luigi Scalfaro e Pietro Ingrao mentre sollevano assieme la bandiera della pace. Ascolto le testimonianze di persone che hanno vissuto la guerra sulla loro pelle in Cecenia, Iraq, Afghanistan e tanti altri paesi dimenticati, ascolto il boato che accompagna un annuncio: "siamo 110 milioni in tutto il mondo", sento scorrere per tutta la piazza una energia potente che mi rende cosciente di non essere guidato da sogni irreali, ma da progetti vitali e concreti che possono svegliare la politica dai suoi incubi di morte.

Per ore ed ore inseguo con la macchina fotografica colori, volti, immagini, orizzonti e messaggi di pace, grazie ad un piccolo gesto di affetto che mi ha portato su quel palco. Mi e' capitato spesso di vedere attivisti di pace cedere alla frenesia, alla tensione o al nervosismo di un momento, e per questo motivo ancora oggi ricordo con affetto la serenita' e il calore di quell'abbraccio con cui Tom mi ha accompagnato assieme a lui verso il palco di piazza San Giovanni, senza mai scomporsi anche se la situazione era convulsa e frenetica.

Oggi quelle foto le trovate su www.peacelink.it, e sono a disposizione di tutti gratuitamente, per ricordare che la forza degli eserciti sara' sempre superata dalla forza dei popoli.

Se quelle foto vi sembrano mosse o brutte, la colpa e' mia. Se vi piacciono, ringraziate Tom Benetollo.

Grazie di tutto Tom, probabilmente il tuo nome non sara' mai scritto nei libri della storia "ufficiale", ma rimarra' scolpito a chiare lettere nella storia del pacifismo italiano, assieme a quelli di Dino Frisullo, Alex Langer, Danilo Dolci e Aldo Capitini. Oggi vi accoglie quel mondo di pace e di giustizia che noi abbiamo sognato e intuito assieme a voi. Il vostro ricordo ci dara' la forza di continuare nel tentativo testardo e appassionato di costruire quel mondo anche qui, nella nostra vita quotidiana e nelle nostre scelte di pace. 

Buona Strada, Tom.

Carlo Gubitosa
Associazione PeaceLink