SUDAN DARFUR: KHARTOUM CONFERMA VIOLAZIONI DIRITTI UMANI,"MA NESSUNA PULIZIA ETNICA"



Fonte: MISNA
"Si, in Darfur vi sono violazioni dei diritti umani, ma non si può in nessun
modo parlare di pulizia etnica o di sterminio collettivo": lo ha detto oggi
il ministro degli esteri sudanese, Moustafa Ismail, durante una conferenza
stampa nella quale ha fatto il punto sulle polemiche internazionali legate
al conflitto in corso da oltre un anno nella remota regione occidentale
sudanese. Dopo aver fermamente smentito le accuse di "nuovo genocidio" ai
danni della popolazione nera del Darfur, mosse nelle scorse settimane al
governo islamico centrale di Khartoum anche da funzionari dell'Onu, Ismail
ha ringraziato i Paesi africani e arabi per il testo approvato ieri dalla
Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite e nel quale si invita
Khartoum a disarmare i combattenti, evitando qualsiasi riferimento ai
presunti legami tra il governo e le milizie di predoni arabi (noti col nome
di Janjaweed) che seminano morte e terrore tra la popolazione nera del
Darfur. Proprio per porre un freno alle violenze dei Janjaweed, ma anche per
protestare contro lo stato di abbandono in cui versa la remota regione
sudanese al confine col Ciad, due movimenti di autodifesa locali nel
febbraio del 2003 si sono formalmente sollevati in armi dando il via a un
conflitto che in 14 mesi ha già causato un milione di sfollati interni,
130.000 profughi (tutti nel confinante Ciad) e 10.000 morti, anche se fonti
Usa elevano il bilancio delle vittime ad almeno 30.000. Ismail ha concluso
sottolineando che oggi è arrivata in Darfur la missione di inchiesta
incaricata dalle Nazioni Unite di raccogliere maggiori elementi e che nelle
scorse settimane si era recata in Ciad, dove aveva trascritto le
agghiaccianti testimonianze di migliaia di profughi sudanesi.
[MZ]







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