La Maddalena, approvata la mozione del governo Nuovo sì alla base Usa



 dalla nuova sardegna  del 27\2\2004

Sì all'ampliamento della base la Camera approva la mozione
 Dure le reazioni dell'opposizione. Ermete Realacci parla di «decisione
arrogante e subalterna» Giacomo Sanna: «Un insulto all'autonomia dell'isola»


 ROMA. Il centrodestra che sostiene il governo Berlusconi ieri alla Camera
ha detto sì all'ampliamento da 52mila metri cubi della base per sommergibili
nucleari di Santo Stefano. Né l'incidente dell'Hartford né la denuncia sulla
presenza in mare di torio 234 in misura 400 volte superiore ai valori
normali hanno fatto cambiare parere alla maggioranza.
 I deputati hanno dunque approvato (a maggioranza) la mozione sulla
destinazione della base militare della Maddalena. Approvate anche alcune
parti delle altre tre mozioni presentate dalle opposizioni, votate per parti
separate. Dure le reazioni dell'opposizione. Ermete Realacci parla di
«decisione arrogante e subalterna». «Un atto di una gravità senza
precedenti», ha aggiunto Mauro Bulgarelli, deputato dei Verdi.
 Giudizi pesanti anche in Sardegna: «È un insulto all'autonomia della
Sardegna - ha commentato Giacomo Sanna, capogruppo sardista in consiglio
regionale - la subalternità politica del centrodestra isolano non ha
limiti».
 Il governo, che tramite il ministro per la Difesa Antonio Martino ha
avallato il progetto di ristrutturazione e ampliamento della base proposto
dal comando Usa, non dovrà cambiare atteggiamento.
 Il documento del centrodestra lo vincola «a mantenere gli impegni
sottoscritti dall'Italia con gli Stati Uniti, nell'ambito della storica
alleanza fra i due paesi, anche nel quadro della Nato».
 Il governo dovrà quindi «portare avanti la realizzazione della
riqualificazione del punto di appoggio logistico dell'isola di Santo Stefano
secondo il progetto già approvato». Con il parere favorevole del
sottosegretario alla Difesa Francesco Bosi, sono sono state approvate anche
alcune parti delle tre mozioni delle opposizioni a firma Violante, Deiana,
Mastella. Sono le seguenti. La Camera impegna il governo a «mantenere i
livelli occupazionali già garantiti al personale civile dell'arsenale
militare e ad assicurare la piena fruibilità e conservazione
paesaggistico-naturale del parco nazionale dell'arcipelago della Maddalena».
 Il governo dovrà inoltre impegnarsi ad «adottare iniziative dirette a
tutelare gli interessi e il diritto alla salute della popolazione locale» e
a «predisporre e rendere pubblico un completo piano di emergenza e un
conseguente piano di evacuazione specificamente adatti alle condizioni di un
'isola».
 Le reazioni negative al voto del centrodestra non si sono fatte attendere e
puntuali hanno criticato pesantemente il voto della Camera.
 «La situazione è già critica - attacca Ermete Realacci, presidente di
Legambiente e deputato della Margherita - La presenza di una base nucleare
come quella di Santo Stefano è assolutamente incompatibile con il luogo in
cui si trova: il Parco nazionale rappresenta una risorsa e un patrimonio
preziosissimo in uno dei tratti di mare più belli e frequentati del Tirreno,
per non dire della popolazione che abita l'arcipelago. Ogni volta che un
sottomarino si muove espone l'area ad altissimi rischi. E l'incidente di
qualche mese fa lo dimostra in modo lampante. Da queste premesse il governo,
sostenuto dalla maggioranza, trae come illogica conseguenza l'ampliamento
della base. E lo fa rincorrendo l'approvazione degli Stati Uniti e svilendo
al ruolo di sudditi i sardi». «Giusto sabato scorso - ricorda a proposito
Vincenzo Tiana, presidente di Legambiente Sardegna - c'è stata un'imponente
manifestazione della società civile a Cagliari per chiedere la chiusura
della base. Per non dire della vigorosa protesta del Consiglio regionale che
è arrivato a chiedere addirittura le dimissioni del ministro Martino».
(r.o.)