COCA-COLA: IL NO DELLA CGIL FA DISCUTERE



COMUNICATO STAMPA DELLA REBOC ­ RETE BOICOTTAGGIO
COCA-COLA

COCA-COLA: IL NO DELLA CGIL FA DISCUTERE

ROMA, 26 FEB 2004 - Il giorno 24 febbraio 2004 e'
uscito sul quotidiano Libero un articolo dal titolo
"La Coca-Cola va di traverso alla Cgil" a firma di
Errico Novi, relativo ad un'inserzione pubblicitaria
della Coca-Cola Italia pubblicata sul settimanale
della Cgil Rassegna Sindacale, che ha giustamente
provocato la protesta di alcuni dirigenti locali dello
stesso sindacato italiano, per il coinvolgimento della
multinazionale di Atlanta con gli squadroni della
morte che in Colombia stanno decimando i loro colleghi
del sindacato Sinaltrainal.

Rispetto a questo articolo desideriamo fare delle
puntualizzazioni, relativamente alle dichiarazioni
della Coca-Cola Italia e del direttore della rivista
Rassegna Sindacale Enrico Galantini.

Nell'intervista la Coca-Cola Italia afferma di poter
documentare che la storia degli squadroni della morte
in Colombia non e' vera.
Sarebbe interessante vedere questa documentazione, di
cui non c'e' traccia, visto che al contrario esistono
numerose testimonianze che comprovano la
responsabilita' dei paramilitari in ben nove omicidi
di sindacalisti, oltreche' in un numero impressionante
di rapimenti, sfollamenti forzati, intimidazioni nei
confronti dei sindacalisti colombiani e delle loro
famiglie.
Ulteriori testimonianze sono state raccolte lo scorso
mese da una Commissione Indipendente statunitense,
capeggiata dal consigliere della città di New York
Hiram Monserrate che, di ritorno dalla Colombia, ha
confermato le accuse nei confronti della Coca-Cola
Lo stesso giudice di Miami che si sta occupando della
vicenda ha affermato che esistono prove sufficienti
dei rapporti tra gruppi paramilitari e dirigenti
locali degli impianti di imbottigliamento della
Coca-Cola, tra cui la presenza dei paramilitari negli
impianti e sul libro paga dell'azienda e la "strana"
coincidenza temporale tra le azioni repressive e le
vertenze contrattuali tra Coca-Cola e Sinaltrainal.
Per questo motivo il giudice ha deciso di mandare
avanti il procedimento nei confronti degli
imbottigliatori.
Infine e' appena di due settimane fa la notizia che il
Sinaltrainal, che ha messo sotto accusa la
multinazionale presso un tribunale USA e per questo è
stato a sua volta accusato di calunnia dalla stessa
Coca-Cola presso un tribunale colombiano, e' stato
scagionato per non aver commesso il fatto.

La Coca-Cola e' beneficiaria dell’attivita' dei
paramilitari, che gli ha consentito di annichilire il
sindacato, al fine di eliminare ogni opposizione alla
sua politica di sfruttamento, con contratti di lavoro
privi di qualsiasi garanzia per il 90 per cento dei
lavoratori, retribuiti con paghe da fame inferiori
agli 80 dollari mensili, e la chiusura di un gran
numero di impianti.

La Coca-Cola e' responsabile, secondo il suo stesso
Codice di Condotta, della situazione ambientale,
sociale e lavorativa in tutta la sua filiera
produttiva e possiede direttamente il 40 per cento di
Coca-Cola Femsa, la succursale messicana proprietaria
a sua volta di quasi tutti gli impianti colombiani,
compresi quelli sotto accusa.

Per quanto riguarda le affermazioni di Galantini,
secondo cui "il dissenso non proviene da una
componente del sindacato, ma da alcuni lettori, che
sono poi anche dirigenti locali della Cgil", riteniamo
che siano frutto di cattiva informazione.
La Nexus Cgil Emilia Romagna ha aderito alla campagna
e ci sono stati già tre incontri in Italia, di cui uno
pubblico a Dicembre a Roma, tra la Flai Cgil e il
Sinaltrainal, nel corso dei quali la Flai ha espresso
la solidarietà e l’appoggio nei confronti dei colleghi
colombiani, fino a preannunciare il tesseramento di
alcuni dirigenti del Sinaltrainal in modo da essere
direttamente coinvolta nella vicenda.

Il direttore di Rassegna Sindacale inoltre smentisce
la sua stessa rivista, affermando che "la situazione
colombiana risulta solo al delegato emiliano che ha
sollevato il caso".
Infatti proprio Rassegna Sindacale, nel numero 29 del
Luglio 2003, ha pubblicato un articolo a firma di
Vittorio Longhi dal titolo "Pallottole e bollicine ­
Coca-Cola nel mondo: diffuse ovunque le pratiche
antisindacali", in cui da' ampiamente conto della
vicenda colombiana e della campagna di boicottaggio in
corso, riportando anche che "i dossier sui diritti
umani delle maggiori organizzazioni, compresa la Cisl
internazionale, testimoniano le continue violenze
praticate dai gruppi armati pagati dalle imprese per
fare pressione sui dirigenti sindacali, per obbligare
i lavoratori a lasciare il sindacato e a rinunciare ai
contratti e per imporre salari piu' bassi".

Insomma, i lettori di Rassegna Sindacale sanno di cosa
si sta parlando, mentre pare non lo sappia proprio il
direttore della rivista.

Riguardo all'accusa di Cazzola, ex Cgil e oggi
rappresentante italiano nel comitato Ue sulla
previdenza sociale, secondo cui la campagna e' basata
sul semplice antiamericanismo, basta informarsi meglio
per capire che la denuncia di violazione di diritti
umani non ha nulla di ideologico ma e' basata sui
fatti.
E si tratta di fatti molto gravi.

Reboc - Rete Boicottaggio Coca-Cola
www.nococacola.info


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Ufficio stampa nodo di Roma Rete di Lilliput
http://nodi.retelilliput.org/roma/stampa.htm

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