Lettera aperta al governatore della Regione Friuli Venezia Giulia



LETTERA APERTA AL GOVERNATORE DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA

Caro Presidente Riccardo Illy, prima di tutto il nostro cordiale saluto.
Abbiamo seguito e seguiamo con interesse come cittadini e come preti coinvolti dalle vicende di tante persone la vita della nostra comunità regionale, quindi anche le scelte politiche della Giunta e del Consiglio Regionale, quelle delle Province e dei Comuni. Seguiamo con attenzione gli orientamenti e le scelte della Giunta da Lei presieduta per quanto riguarda i servizi sociali e l’immigrazione, anche se per ora nei passaggi iniziali. Guardiamo con ragionevole fiducia politica e con prudenza sempre necessaria, l’attuale dirigenza della nostra Regione.
Proprio con questo atteggiamento di disponibilità e collaborazione, Le esprimiamo la nostra contrarietà e la nostra tristezza spirituale, culturale ed etica per la sua scelta pubblica di volare su un  cacciabombardiere F16 della base Usaf di Aviano. Non critichiamo la Sua presenza in quel luogo che probabilmente il ruolo istituzionale comporta. Dissentiamo profondamente dalla modalità: salire su un aereo da guerra non è soltanto un’”esperienza di volo”, ma di fatto è un gesto che invia un messaggio simbolico di sorridente compiacenza se non di legittimazione di micidiali strumenti bellici: cosa dovrebbero pensare decine di migliaia di persone che anche nella nostra Regione sono impegnate quotidianamente nella faticosa realizzazione della cultura e politica della pace? 
Le sue dichiarazioni sulla base Usaf di Aviano possono del resto essere interpretate come una conferma: a nostro avviso il Presidente della Regione avrebbe dovuto entrare nel merito della realtà di ciò che quella base ha rappresentato per le guerre del passato recente e rappresenta oggi sullo scenario internazionale; eventualmente esprimere qualche dubbio o riserva – naturalmente in modo compatibile con il Suo ruolo istituzionale; sottolineare la necessità di una pace non fondata sull’uso delle armi; auspicare, nello spirito dell’ONU dei popoli da rinnovare, percorsi culturali, etici, politici alternativi all’uso della forza, delle armi, della guerra ridiventata drammaticamente normale nella storia attuale. Lei, Presidente, conosce nella sua vita istituzionale la problematicità della base Usaf di Aviano che noi in questi anni abbiamo più volte definito come “santuario” della forza armata anche perché oltre che altri sofisticati ordigni di morte, custodisce le armi atomiche. Lei fra l’altro sa che gli enormi investimenti per l’ampliamento della Base ben diversamente potevano essere utilizzati per la salute, l’istruzione, la cooperazione internazionale e l’ambiente.
La pace – come abbiamo scritto nella recente lettera di Natale – non è una fra le tante questioni, ma quella decisiva dirimente tutte le altre e dovrebbe a nostro avviso essere collocata sempre al primo posto dell’agenda politica proprio perché ispiratrice di tutte le scelte, oltre che di alcune specifiche. Stiamo preparando per domenica 28 marzo, per l’8° anno consecutivo, la Via Crucis da Pordenone alla Base Usaf di Aviano, cammino di pace, di riflessione e preghiera non contro qualcuno, bensì per segnalare che le vie della pace sono la spiritualità, l’incontro, il dialogo e la collaborazione fra le diverse fedi religiose, la cultura, la politica di pace dai Consigli Comunali a quelli Provinciali e Regionale, dal Parlamento italiano a quello Europeo fino all’ONU dei popoli; e non sono quindi le armi, i missili, gli F16 o le bombe atomiche.
La invitiamo pertanto ad Aviano, davanti alla Base per un momento di riflessione con noi e gli amici delle nostre comunità alla conclusione della Via Crucis: così potrà vivere un’altra esperienza importante, quella di mescolarsi con bambini, giovani, anziani, uomini e donne diversi fra loro coinvolti in un cammino che invoca giustizia, diritti per tutti e convivenza pacifica.
Nello spirito di collaborazione che ci ha spinto a scrivere anche questa lettera, Le auguriamo un buon lavoro e le inviamo un caro saluto

Giacomo Tolot, Alessandro Paradisi e Piergiorgio Rigolo da Pordenone; Pierluigi Di Piazza, Franco Saccavini e Federico Schiavon da Udine; Andrea Bellavite, Alberto De Nadai e Luigi Fontanot da Gorizia; Alex Cogliati, Mario Vatta e Mario Vit da Trieste.

23 gennaio 2004. rifer. telefonici: Pierluigi Di Piazza (0432-560699), Andrea Bellavite (339-6382180), Giacomo Tolot (0434-578140)