La nonviolenza e' in cammino. 767



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 767 del 27 dicembre 2003

Sommario di questo numero:
1. Simone Weil: se
2. Dell'essere uccisi
3. Benito D'Ippolito: alcuni frammenti da due cantate in memoria di due
persone amiche scomparse in questi giorni
4. Carlo Schenone: uno schema per la prepazione di una campagna nonviolenta
5. Luce Irigaray: la rosa tuttavia
6. Marcellino Ammiani: la nonviolenza e' un rischio
7. Hannah Arendt: poiche' una legge
8. Marcello Cini presenta "La psicoterapia attraverso Bateson" di Giovanni
Madonna
9. Letture. Carmine Di Sante, La profezia
10. Letture. Maurizio Ferraris, Introduzione a Derrida
11. Letture.  C. L. R. James, Marinai, rinnegati e reietti
12. Letture. Fabio Mini, La guerra dopo la guerra
13. Letture. Marco Revelli, La politica perduta
14. Riedizioni. Gustaw Herling, Un mondo a parte
15. Riedizioni.  Franco Cardini, Europa e Islam. Storia di un malinteso
16. La "Carta" del Movimento Nonviolento
17. Per saperne di piu'

1. MAESTRE. SIMONE WEIL: SE
[Da Simone Weil, Lezioni di filosofia, Adelphi, Milano 1999, p. 246. Simone
Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa, militante
sindacale e politica della sinistra classista e libertaria, operaia di
fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti, lavoratrice
agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a lavorare per la
Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione, sofferenze,
muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna come quella
che precede non rende pero' conto della vita interiore della Weil (ed in
particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora:
radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del
1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe
imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli
o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come
vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento". Opere di Simone Weil:
tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti
pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici
(e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stanti
le persecuzioni antiebraiche). Tra le raccolte piu' importanti in edizione
italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La
condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita',
SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni
precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e
dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi),
Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali
i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo
Gaeta. Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone
Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr.
AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985;
Gabriella Fiori, Simone Weil, Garzanti, Milano 1990; Giancarlo Gaeta, Simone
Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie
Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna
1997; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia, Milano 1994]

Se il pensiero non regna sulle affezioni, le affezioni, da parte loro,
regnano sui pensieri.

2. EDITORIALE. DELL'ESSERE UCCISI
Chi ammette la liceita' dell'uccidere ammette ipso facto la liceita' di
venire da altri ucciso.
Ma chi ammette questo con questo autorizza chiunque ad ucciderlo, ad
uccidere lui, proprio lui.
Chi invece ritiene che la propria vita abbia un valore, ed in quanto essa e'
unica ed irripetibile tale valore sia incommensurabile, ed essa dunque non
assoggettabile allo scambio con altro, non riducibile a merce - e sente
pertanto che sia suo diritto non essere ucciso, con cio' stesso pone un
criterio: che ciascuno alla propria vita ha diritto, ha diritto a non essere
ucciso; e suscita un impegno, un patto: il patto che fonda la civile
convivenza: tu non uccidere, e a questa sola condizione puoi chiedere una
ragionevole reciprocita' di condotta.

3. LUTTI. BENITO D'IPPOLITO: ALCUNI FRAMMENTI DA DUE CANTATE IN MEMORIA DI
DUE PERSONE AMICHE SCOMPARSE IN QUESTI GIORNI

Avro' per sempre orrore del telefono
che reca le male novelle
dei lividi trionfi della morte.
Che spoglia la vita che resta
che cicatrice sopra cicatrice
incide questo sacco che si svuota.

*

Qui rendo omaggio al compagno Paolo Bemporad
insieme al quale negli anni poi detti di piombo
lottammo per aprire varchi nuovi
di liberta' per l'umanita' intera.

Qui rendo omaggio al compagno Paolo Bemporad
ed attraverso lui all'anarchia.

Nulla di quello che insieme facemmo mi pare sbagliato,
nulla sprecato, nulla
indegno o insensato. Tutto
rifarei di nuovo e per sempre.

Ma quell'ironia, quella pazienza, quel dolore
maturato in saggezza, quel lieve
guardare di fronte e attraverso, il parlare
per cenni ed ellissi - e li' e' l'amicizia,
la morte ha rapito per sempre.

E solo questo posso ora: salutarti
troppo tardi, antico compagno.

*

Di Titti ricordo ora soltanto
lo stanco sorriso di dolce fanciulla,
scintillante e dolente lo sguardo
l'incedere incerto e l'incerta parola,
di lungi il ricordo che turba
d'immagine lenta, ormai quasi ombra.

No, non e' questo che bisogna dire:
ma quali potrebbero parole
l'immensa dire sciagura della morte
di una giovinetta?

E come un lupo mi morde nel cuore
non aver saputo essere li', fermare la freccia.
Anch'io ti devo chiedere perdono
per averti soltanto due volte rivolto
lo sguardo, la parola, e adesso e' tardi,
troppo tardi ancora una volta.

*

La morte con volto di pietra
la morte con voce di pulce
la morte con guanti di sonno
la morte con grinta di cane.

Fame di vento
acque di sogno
pioggia di sabbia
pianto di vetro.

E tu, che fosti fiamma,
ormai statua di sale.

4. FORMAZIONE. CARLO SCHENONE: UNO SCHEMA PER LA PREPARAZIONE DI UNA
CAMPAGNA NONVIOLENTA
[Ringraziamo Carlo Schenone (per contatti: e-mail: schenone at email.it, sito:
www.schenone.8k.com.) per averci messo a disposizione questo suo schema
utilizzato in incontri di formazione, largamente basato su "Momenti e metodi
dell'azione nonviolenta" di Jean Marie Muller (il cui testo completo abbiamo
recentemente ripubblicato nei nn. 758 e 759 di questo foglio) e integrato
dall'autore sulla base delle sue riflessioni ed esperienze. Carlo Schenone
e' da molti anni a Genova una delle figure piu' impegnate nella riflessione
sulla nonviolenza e nella pratica di essa nei movimenti e nei conflitti
sociali, particolarmente attivo nella formazione; con una lunga, ampia e
qualificata esperienza sia di impegno politico e sociale di base, sia di
rappresentanza nelle istituzioni, sia di intervento meditato e propositivo
nelle sedi organizzative e di coordinamento, di dibattito e decisionali, dei
movimenti per i diritti]

Sommario
1. Analisi della situazione
2. Preparazione
3. Scelta dell'obiettivo
4. Negoziato
5. Coinvolgimento dell'opinione pubblica, le terze parti
6. Scadenze ed ultimatum
7. Azione diretta
8. Mantenimento dei risultati
*
1. Analisi della situazione
Conoscenza oggettiva dei fatti
Rispetto della verita'
Dossier di documentazione
Presentazione esatta dei fatti
Identificare le forze favorevoli e contrarie
Aspetti legali
Aspetti finanziari ed economici
Identificazione dei poteri e delle responsabilita'
*
2. Preparazione
Partecipazione consapevole
Saper scegliere i rischi
Riduce la paura
Aumenta l'efficacia
Permette l'organizzazione consensuale
Individuale e collettiva
Autogestita o con intervento esterno
Organizzare eventi formativi
Conferenze
Convegni
Corsi
Trainings
Campi
Simulazioni
*
3. Scelta dell'obiettivo
Deriva dall'analisi
Preciso, limitato e possibile
Rispetta i diritti dell'avversario
Permette una co-esistenza futura
Determinato, non richiede piu' di quel che si vuol ottenere
Ha obiettivi intermedi
Proporzionato alle forze
Deve essere consensuale
Prevedere le necessita' economiche
*
4. Negoziato
Tenta di evitare la prova di forza
Ricerca un rapporto diretto
Presentare il proprio punto di vista
Presentare l'obiettivo della campagna
Fermezza e determinazione
Convenienza del cambiamento comune
Evitare la minaccia
Creare un clima favorevole
Cortesia
Osservare l'avversario
Guadagnare la fiducia dell'avversario
Non accontentarsi delle promesse
Non rompere mai i contatti
*
5. Coinvolgimento dell'opinione pubblica, le terze parti
Presentare gli obiettivi
Controllare la veridicita' dell'informazione che circola
Non colpevolizzare l'opinione pubblica
"Creare" fatti di cronaca
Appello all'opinione pubblica
Organizzare manifestazioni
Osservare gli spettatori
Parole d'ordine, slogan e canti appropriati
Atteggiamento corretto dei manifestanti
Coinvolgere direttamente l'opinione pubblica
Lettere ai giornali
Comunicati
Petizioni, raccolte di firme
Raccolta finanziamenti
Esposizione, distribuzioni e vendita di simboli
Vendita di libri e materiale informativo
Mostre in strada
Ore di silenzio
Digiuni
Gesti simbolici
Canzoni e musiche
Esposizione di comunicati su veicoli e finestre
Volantinaggi
Spedizioni postali
Catene umane
Sfilate
Marce
*
6. Scadenze ed ultimatum
Concretizzano gli obiettivi
Dimostrano determinazione
Per far avanzare un negoziato bloccato
Scegliere momenti adatti alla campagna
Non devono interrompere il contatto
E' una prova di forza
Sono verifiche per la campagna
Evitare ritardi e slittamenti
Annullati solo ad obiettivo raggiunto
*
7. Azione diretta
Preparazione specifica
I sopralluoghi
Gli scenari
La simulazione e la previsione
Approfondimento legale
Puo' portare alla trasgressione della legge o di ordini
Puo' portare alla costrizione o al danno materiale
Continuare la persuasione dell'avversario
Continuare il coinvolgimento dell'opinione pubblica
Puo' richiedere sacrificio personale
Puo' portare repressione
Fondamentale l'organizzazione
Il raduno
Inizio
Gestione delle decisioni
Diffusione dell'informazione
Eventuale prolungamento
Conclusione
Emergenze
Esigenze personali
Leadership diffusa
Gruppi di affinita' con portavoce
Consiglio dei portavoce con facilitazione
Considerare eventi estranei, metereologici, sociali
Non cooperazione
Isolamento sociale o fisico dell'avversario
Sciopero a casa
Rinvio dei titoli e onorificenze
Sciopero di categorie
Boicottaggio
Creazione di disservizi all'avversario
Uso per la campagna di servizi altrimenti non disponibili
Rifiuto di pagamento: affitto, servizi
Obiezione fiscale
Obiezioni di coscienza
Sciopero della fame
Sciopero generale
Disobbedienza e diserzione
Obbedienza a poteri paralleli
Azione di intervento
Sit-in
Die-in
Scritte e striscioni "sovversivi"
Ostruzione del transito
Occupazioni
Esposizione di simboli proibiti
Trasgressione palese e collettiva di divieti e obblighi
Sabotaggio e danneggiamento
Non deve esaurire il movimento o la campagna
*
8. Mantenimento dei risultati
Richiede forza e perseveranza
Aspetto sempre trascurato
Bisogna prevedere dei metodi e delle regole
Avvicendamento delle responsabilita'
Funzioni di controllo determinate
Metodi di mobilitazione
Diffusione dell'informazione
Preparazione specifica
Richiede attenzione e disincanto.

5. MAESTRE. LUCE IRIGARAY: LA ROSA TUTTAVIA
[Da Luce Irigary, L'oblio dell'aria, Bollati Boringhieri, Torino 1996, p.
133. Luce Irigaray, nata in Belgio, direttrice di ricerca al Cnrs a Parigi,
e' tra le piu' influenti pensatrici degli ultimi decenni. Opere di Luce
Irigaray: Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975; Questo sesso
che non e' un sesso, Feltrinelli, Milano 1978;  Amante marina. Friedrich
Nietzsche, Feltrinelli, Milano 1981; Passioni elementari, Feltrinelli,
Milano 1983; Etica della differenza sessuale, Feltrinelli, Milano 1985;
Sessi e genealogie, La Tartaruga, Milano 1987; Il tempo della differenza,
Editori Riuniti, Roma 1989; Parlare non e' mai neutro, Editori Riuniti, Roma
1991; Io, tu, noi, Bollati Boringhieri, Torino 1992; Amo a te, Bollati
Boringhieri, Torino 1993; Essere due, Bollati Boringhieri, Torino 1994; La
democrazia comincia a due, Bollati Boringhieri, Torino 1994; L'oblio
dell'aria, Bollati Boringhieri, Torino 1996]

La rosa tuttavia e' qui, dispiegata sotto gli occhi.

6. RIFLESSIONE. MARCELLINO AMMIANI: LA NONVIOLENZA E' UN RISCHIO
[Ringraziamo l'amico Marcellino Ammiani per questo intervento]

La nonviolenza comincia col dubitare.
Col dubitare non solo dei diritti cui le nostre ragioni danno luogo.
Ma anche delle nostre ragioni stesse.
Ed e' dunque mettersi alla ricerca di alcuni principi su cui regolare la
propria condotta, che siano tali da riuscire ammissibili e compatibili con
l'esserci altrui e col proprio sentire.
Ed in via provvisoria il mio antico maestro di retorica Giovanni
Vainunbrotti suggeriva di attenersi ai seguenti:
a) il ripudio della lesione fisica ad altri;
b) il ripudio dell'indegnita' morale per se';
c) il ripudio dell'azione le cui conseguenze possano essere non
adeguatamente prevedibili;
d) la scelta di opporsi sempre all'uso della violenza.
*
La scelta della nonviolenza e' un rischio, un duplice rischio: il rischio
della paralizzante incertezza della meditazione e il rischio
dell'ininterrompibile frenesia dell'agire. Per fronteggiare i quali un
equilibrio, un contemperamento, una compresenza, e un sentimento della
contraddizione e del limite occorre. Per questo, diceva il buon maestro
Vainunbrotti, la nonviolenza e' tanto azione quanto contemplazione. Senza
contemplazione non solo l'azione e' cieca, ma il tuo incessante affanno ti
corrompe e infine spezza; e senza azione non solo la contemplazione e'
vacua, ma il tuo fermo risiedere ti corrompe e infine sgretola.
La nonviolenza e' anche un terzo rischio: che nella ricerca dell'equilibrio
l'equilibrio soffochi la ricerca, o la ricerca l'equilibrio annienti.
E la nonviolenza e' anche un quarto rischio, diceva il buon maestro, di non
sapere quando fermarsi, di non riconoscere piu' che vi e' il volto, e lo
specchio, e l'enigma. E qualcosa che preme, che urge e compulsa. E che tutto
vuole il suo limite, tutto vuole il suo tempo, tutto chiede ascolto, e
conforto. E che vi sono le ragioni della ragione, ma anche, come diceva quel
francese, le ragioni del cuore, che la ragione non conosce.

7. MAESTRE. HANNAH ARENDT: POICHE' UNA LEGGE
[Da Hannah Arendt, Sulla rivoluzione, Comunita', Milano 1983, 1996, p. 217.
Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva
di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe
all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le
massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne
ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista
rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel
1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti
tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l
'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione
originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951),
Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Tra passato e
futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a
Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963),
Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente
(1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento
politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i
carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica,
Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza
di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una
recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948,
Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano
2003. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth
Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi
critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto
Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli,
Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona
Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996;
Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati,
Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma
1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001. Per chi
legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con
ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt,
Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv,
Muenchen 2000]

E poiche' una legge, per Montesquieu come per i romani, e' semplicemente
cio' che pone in relazione due cose, e percio' e' relativa per definizione,
egli non aveva bisogno di alcuna fonte assoluta di autorita' e poteva
descrivere lo "spirito delle leggi" senza neppure porre lo spinoso problema
della loro validita' assoluta.

8. LIBRI. MARCELLO CINI PRESENTA "LA PSICOTERAPIA ATTRAVERSO BATESON" DI
GIOVANNI MADONNA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 16 dicembre 2003.
Marcello Cini, nato a Firenze nel 1923, e' docente universitario di fisica,
e autorevole ricercatore; ha partecipato attivamente alle discussioni degli
ultimi decenni sulla storia della scienza, i temi epistemologici, la critica
della scienza e della sua pretesa neutralita'; collabora al quotidiano "Il
manifesto". Opere di Marcello Cini: L'ape e l'architetto. Paradigmi
scientifici e materialismo storico, Feltrinelli, Milano 1976 (con G.
Ciccotti, M. de Maria, G. Jona-Lasinio); Il gioco delle regole, Feltrinelli,
Milano 1982 (con D. Mazzonis); Un paradiso perduto. Dall'universo delle
leggi naturali al mondo dei processi evolutivi, Feltrinelli, Milano 1994.
Giovanni Madonna e' nato nel 1956 a Napoli, dove vive e lavora come
psicologo e psicoterapeuta nell'ambito del servizio sanitario nazionale. E'
didatta della Societa' italiana di psicoterapia relazionale e sistemica. Nel
1992 e' stato tra i fondatori dell'associazione culturale "Progetto
Bateson", che attualmente presiede. E' autore di numerose pubblicazioni di
psicologia, psicoterapia ed epistemologia sistemica.
Gregory Bateson e' nato nel 1904 in Inghilterra, figlio di un eminente
scienziato; compie studi naturalistici ed antropologici, di logica,
cibernetica e psichiatria; un matrimonio con la grande antropologa Margaret
Mead; Bateson ha dato contributi fondamentali in vari campi del sapere ed e'
uno dei pensatori piu' influenti del Novecento; e' scomparso nel 1980. Opere
di Gregory Bateson: Naven, Einaudi, Torino; Verso un'ecologia della mente;
Mente e natura; Una sacra unita'; Dove gli angeli esitano (in collaborazione
con la figlia Mary Catherine Bateson), tutti editi da Adelphi, Milano. Si
vedano anche i materiali del seminario animato da Bateson, "Questo e' un
gioco", Raffaello Cortina Editore, Milano. Opere su Gregory Bateson: per un
avvio cfr. AA. VV. (a cura di Marco Deriu), Gregory Bateson, Bruno
Mondadori, Milano; Sergio Manghi (a cura di), Attraverso Bateson, Raffaello
Cortina Editore, Milano. Cfr. anche Rosalba Conserva, La stupidita' non e'
necessaria, La Nuova Italia, Scandicci (Fi), particolarmente sulle
implicazioni educative e la valorizzazione in ambito pedagogico della
riflessione e dell'opera di Bateson. Una bibliografia fondamentale e' alle
pp. 465-521 di Una sacra unita', citato sopra. Indicazioni utili (tra cui
alcuni siti web, ed una essenziale bibliografia critica in italiano) sono
anche nel servizio con vari materiali alle pp. 5-15 della rivista pedagogica
"Ecole", n. 57, febbraio 1998. Tra i frutti e gli sviluppi del lavoro di
Bateson c'e' anche la "scuola di Palo Alto" di psicoterapia relazionale: di
cui cfr. il classico libro di Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D.
Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio-Ubaldini, Roma; e
su cui cfr. Edmond Marc, Dominique Picard, La scuola di Palo Alto, Red
Edizioni, Como]

Non mi azzarderei mai a recensire un testo di psicoterapia se non fosse che
questo libro di Giovanni Madonna - La psicoterapia attraverso Bateson,
Bollati Boringhieri, pp. 225, euro 19 - e' anche una originale messa a punto
delle idee di Gregory Bateson. Un contributo, dunque, che rinverdisce il mio
quasi trentennale amore per questo straordinario personaggio: anticipatore,
non abbastanza riconosciuto, degli sviluppi culturali piu' profondi e
fertili sbocciati nell'ambito delle scienze della vita e della mente alla
fine del Novecento: penso, ad esempio, ai due nomi illustri di Stephen J.
Gould e di Antonio Damasio. E, accanto a quelli, nel campo degli studi
filosofici e sociologici, di Hans Jonas e di Ulrich Beck.
Scrive infatti Madonna: "Riconoscere e valorizzare sia il pensiero vago che
il pensiero rigoroso, significa essere consapevoli della natura stocastica
del pensiero, ovvero del suo rappresentare la combinazione fra una
componente aleatorio-produttiva e una componente selettivo-conservativa". Si
tratta di un richiamo alla continua ricerca da parte di Bateson di una
posizione che possa salvare al tempo stesso il rigore del pensiero
scientifico e la creativita' della sfera mentale dove risiedono
"l'informazione, l'umorismo, i tipi logici, le astrazioni, la bellezza, la
bruttezza, il dolore, la gioia e cosi' via".
Se c'e' infatti un modo di affrontare quella che Beck chiama la "societa'
del rischio" e le sue drammatiche sfide, e' quello di evitare i due errori,
purtroppo assai diffusi, consistenti da un lato nel prendere per buono lo
stupido scientismo di chi continua a ripetere che "la scienza risolvera'
tutti i problemi" e dall'altro nell'affidarsi, demonizzando gli strumenti
che la scienza ci offre, al buon cuore degli uomini o alla benevolenza della
Provvidenza. Ragione e sentimenti, ci insegna Damasio, devono andare a
braccetto.
*
La frase di Madonna appena citata - con le considerazioni che ne seguono in
campo psicoterapeutico, alle quali non posso tuttavia accennare perche' non
e' il mio mestiere - e' a sua volta conseguenza di un argomento centrale del
libro, sviluppato nel capitolo intitolato Azione formale e azione
processuale. Vediamone brevemente la sostanza.
L'analisi dei due tipi di azione, molto diversi tra loro - quella formale,
finalistica (volta ad agire su qualcuno o qualcosa) e quella processuale
(che accade cioe' da se' e senza esitazioni) - chiarisce bene le loro
differenti caratteristiche.
La prima, infatti, in quanto sottoposta al primato della coscienza, isola un
"arco di circuito" dell'universo dei processi mentali che va da un inizio a
una fine. Essa e' percio' lineare, discontinua, discreta. "L'azione di
questo tipo - leggiamo - e' volta ad ottenere un risultato che nel presente
non esiste ancora, ed e' quindi orientata al futuro". Essa e' inoltre
narrabile, non solo perche' puo' essere oggetto di descrizione da parte
dello stesso agente o di un altro osservatore, ma anche perche' puo' essere
valutata secondo "i canoni del codice etico sulla base delle categorie del
bene e del male, del giusto e dell'ingiusto, del corretto e dello scorretto,
dell'utile e dell'inutile".
La seconda, invece, in quanto non sottoposta al primato della coscienza, e'
orientata al presente, e' autonarrante, cioe' non descrivibile dall'esterno,
e' conoscibile in una prospettiva estetica, ed e' continua e dunque
processuale.
Devo fare un inciso. Questa analisi mi ha improvvisamente fatto capire
perche' tutte le persone che conosco - a partire da me stesso - per le quali
l'incontro con Bateson e' stato vissuto come una pietra miliare nella
formazione della propria personalita', sono continuamente impegnate - e con
quanta fatica - a tenere insieme azione formale e azione processuale.
Descriveva molto bene questa tensione un carissimo amico scomparso,
Michelangelo Notarianni, quando scriveva, recensendo l'ultima raccolta di
saggi di Bateson, Una sacra unita': "Voglio bene a Gregory Bateson da quasi
trent'anni". E spiegava: "Bateson non e' mai imprigionabile nei suoi
risultati. Come prendera' le distanze dai troppo frettolosi psichiatri che
hanno usato la teoria del doppio vincolo come ricettario empirico, cosi'
continuera' a interrogarsi sull'uomo e sulla finalita' cosciente, il lavoro
e il progetto, diciamo il rapporto fra le due parti del cervello. E a
rigettare il facile misticismo che rifiuta i contorni e le differenze e
precipita nell'identico. Insistera' a scrutare l'apprendimento, le sue
contraddizioni e i suoi paradossi... E quello che chiama l'esercizio, il
dialogo tra l'uomo e la natura nell'attesa non inerte della grazia, gli
parra' il segno della nobilta' umana".
*
L'argomento del libro di Madonna che rappresenta, a mio giudizio, il suo
contributo piu' originale e importante e' quello sviluppato nel capitolo
Anche la somiglianza e' informazione. In questa affermazione c'e' un
arricchimento, non solo sul piano del rigore formale, delle tesi di Bateson
sul processo di conoscenza, che rimedia a una lacuna del suo pensiero fino
ad ora non rilevata dai numerosi commentatori.
Si tratta dell'affermazione di Bateson secondo la quale "l'interazione fra
le parti della mente e' attivata dalla differenza" e che "gli effetti della
differenza devono essere considerati trasformate (cioe' versioni codificate)
della differenza che li ha preceduti". Questo vuol dire che se la
differenza - e solo la differenza - e' informazione, la conoscenza e'
necessariamente legata alla differenza.
Tuttavia, osserva Madonna, e' proprio Bateson che, quando parla di approccio
estetico alla conoscenza, introduce argomenti metaforici, fondati cioe' su
asserzioni o ingiunzioni di somiglianza. Di qui discende la tesi del nostro
autore che "in qualsiasi mappa non ci sono solo differenze, ma anche
somiglianze, somiglianze che rappresentano risposte ad altre somiglianze,
somiglianze cui possiamo rispondere, cui regolarmente rispondiamo, e che
sono capaci di generare informazione nell'ambito di un processo estetico".
Da questa tesi discendono alcune importanti conseguenze.
La prima e' quella di modificare la ben nota affermazione di Bateson "La
mappa non e' il territorio", aggiungendo ad essa la precisazione: "ma
probabilmente gli somiglia". Questa modifica implica il riconoscimento della
duplice relazione che lega il territorio e la sua mappa. Da un lato infatti
"il territorio percepito e pensato e' una creazione o costruzione... della
mappa che lo ipotizza" ma dall'altro "la mappa e' un'emanazione... dal
territorio che si percepisce e si pensa". In virtu' di questo tipo di
rapporto, "il contatto fra mappa e territorio da un lato e' rappresentato
da, e dall'altro genera somiglianza".
La seconda conseguenza e' quella di riuscire a cogliere le caratteristiche
diverse della "informazione per differenza" e della "informazione per
somiglianza". In primo luogo, la prima e' fondata sulla discontinuita' (e'
in forma digitale), mentre la seconda e' fondata sulla continuita' (e' in
forma analogica). In secondo luogo, mentre la prima puo' essere considerata
come la "causa" di un evento (l'effetto), la seconda produce piuttosto una
modulazione (cioe' una versione "in evoluzione") della somiglianza stessa.
In terzo luogo troviamo che l'informazione per differenza, in quanto genera
differenza, riduce l'incertezza all'interno del sistema, mentre
l'informazione per somiglianza, in quanto modulazione, cioe' modificazione
graduale di forma, genera incertezza a livello di sistema.
La terza conseguenza, infine riguarda la diversita' delle connessioni per
differenza e delle connessioni per somiglianza. Entrambe sono connessioni,
cioe' mettono in relazione pensieri, eventi o cose. Tuttavia, nel primo caso
la relazione consiste nell'individuare cio' che rende diversi i suoi
termini. Essa dunque induce a pensare in termini dicotomici. La seconda
invece porta a individuare l'appartenenza, il legame, il nesso fra i termini
della relazione. Essa induce a un approccio estetico alla conoscenza del
mondo, "aiuta a vedere il tutto in cui si e' immersi, a percepirne la
bellezza e la sacralita'". In sostanza, sul piano conoscitivo la connessione
per differenza porta al pensiero scientifico, fondato sul ragionamento
ipotetico/deduttivo, mentre la connessione per somiglianza e' centrale nei
"territori" dell'arte, del gioco, della religione, caratterizzati dal
pensiero/azione processuale.
*
Insomma, il libro di Madonna non e' un libro facile. E' rivolto a chi ha
gia' consuetudine con il pensiero di Bateson. Ma non e' un libro tecnico. E
si conclude con parole di grande umanita' e saggezza: "Riconoscere gli
errori e perdonare".

9. LETTURE. CARMINE DI SANTE: LA PROFEZIA
Carmine Di Sante, La profezia. Figure bibliche della speranza, Citta' Aperta
Edizioni - Macondo Libri, Troina (En) 2003, pp. 110, euro 6,50. Una raccolta
di meditazioni dell'illustre teologo su Isaia, Geremia, Ezechiele, Osea,
Gioele, Amos, Giona, Abacuc, e Giobbe.

10. LETTURE. MAURIZIO FERRARIS: INTRODUZIONE A DERRIDA
Maurizio Ferraris, Introduzione a Derrida, Laterza, Roma-Bari 2003, pp. 176,
euro 10. Una pregevole monografia introduttiva su uno dei piu' influenti
pensatori contemporanei. Finalmente.

11. LETTURE. C. L. R. JAMES: MARINAI, RINNEGATI E REIETTI
C. L. R. James, Marinai, rinnegati e reietti. La storia di Herman Melville e
il mondo in cui viviamo, Ombre corte, Verona 2003, pp. 224, euro 14,50. Una
grande libro di uno dei piu' grandi intellettuali e militanti del XX secolo.
Cyril Lionel Robert James (1901-1989) in questo straordinario testo
pubblicato nel 1953 legge attraverso il capolavoro di Melville la societa'
capitalistica e il totalitarismo. Lo raccomandiamo vivamente.

12. LETTURE. FABIO MINI: LA GUERRA DOPO LA GUERRA
Fabio Mini, La guerra dopo la guerra. Soldati, burocrati e mercenari
nell'epoca della pace virtuale, Einaudi, Torino 2003, pp. 302, euro 14. Un
libro di grande interesse; Fabio Mini, come e' noto, e' un generale
dell'esercito italiano dotato di vastissima esperienza internazionale, di
acuto giudizio e nitida scrittura. Gli amici della nonviolenza hanno molto
da imparare da un libro come questo (e molto da rammaricarsi per lo stato
solitamente penoso e cialtrone della pubblicistica pacifista).

13. LETTURE. MARCO REVELLI: LA POLITICA PERDUTA
Marco Revelli, La politica perduta, Einaudi, Torino 2003, pp. VIII + 140,
euro 7. Un utile libro di Marco Revelli che sempre piu' sembra orientare la
propria riflessione verso la scelta della nonviolenza (da Le due destre, a
La sinistra sociale, a Fuori luogo, e - centrale come luogo di ricerca -
Oltre il Novecento, ci pare di cogliere un percorso sempre piu' esplicito in
questa direzione, e lo confermano nitidamente alcuni suoi recenti articoli
ed interviste), e dal quale ormai ci attendiamo un libro alla nonviolenza
dedicato.

14. RIEDIZIONI. GUSTAW HERLING: UN MONDO A PARTE
Gustaw Herling, Un mondo a parte, Feltrinelli, Milano 1994, 2003, pp. 288,
euro 7,50. La testimonianza dal gulag del grande intellettuale polacco
(1919-2000).

15. RIEDIZIONI. FRANCO CARDINI: EUROPA E ISLAM. STORIA DI UN MALINTESO
Franco Cardini, Europa e Islam. Storia di un malinteso, Laterza, Roma-Bari
1999, 2003, pp. VIII + 352, euro 9. Pubblicato originariamente nella collana
"Fare l'Europa" diretta da Jacques Le Goff per cinque case editrici in
altrettante lingue europee, un utile libro del docente di storia medievale
all'Universita' di Firenze.

16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

17. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: luciano.benini at tin.it,
angelaebeppe at libero.it, mir at peacelink.it, sudest at iol.it, paolocand at inwind.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it

Numero 767 del 27 dicembre 2003