DANNI CREATI DAL MURO DI SEPARAZIONE AI RESIDENTI PALESTINESI.



DANNI CREATI DAL MURO DI SEPARAZIONE AI RESIDENTI PALESTINESI.
 
Il Muro
Per ordine del governo israeliano, il muro di separazione è stato costruito in zone del territorio palestinese occupate dal 1967. Una buona parte del muro taglia in profondità dentro il territorio palestinese.
Il governo israeliano adotterà presto un progetto finale per la costruzione del muro, dopo aver fatto nuovi estensivi adattamenti che gli permetteranno di controllare la Cisgiordania; il governo ha inoltre adottato un nuovo progetto parallelo per costruire un altro muro che si estende dalla parte settentrionale della Valle del Giordano verso sud. Per ciò che concerne il muro già esistente, i lavori stanno proseguendo nelle seguenti aree:
Qalqilyah, Tulkarem, Jenin, Gerusalemme, Betlemme e le terre e i villaggi nella zona circostante. Il muro si estende per 360 km, e tale lunghezza raggiungerà i 700 km dopo la costruzione del secondo muro nella Valle del Giordano. Il secondo muro supererà in alcuni punti il confine del 1948 di circa 6 km.
Bisogna ricordare che la lunghezza del muro, persino prima degli adattamenti fatti al suo progetto, sarà tre volte più lunga del muro di Berlino e due volte più alto. Le autorità israeliane useranno cemento (8 metri di altezza) e filo spinato per la costruzione. Vi saranno installate diverse torrette militari, e circa 30-100 metri del muro saranno equipaggiati da filo elettrico, videocamere di controllo e rivelatori di movimento.
Inoltre, pattuglie mobili militari controlleranno la lunghezza di quest'area. La costruzione del muro verrà a influenzare seriamente i residenti palestinesi, visto che molte parti del muro saranno costruite a ridosso di case, negozi e scuole.
Così, 95.000 palestinesi (4,5% della Cisgiordania) saranno costretti a vivere in enclave isolate fuori dal muro, una volta che esso sarà completato. 
Per di più, 200.000 palestinesi della parte occupata di Gerusalemme Est saranno tagliati fuori dal resto della Cisgiordania a causa del muro.
Dall'altra parte, la destra d'Israele e i coloni hanno proposto una nuova revisione del tracciato del muro, in modo da includervi più terreno palestinese. Se tale suggerimento fosse adottato, il numero dei palestinesi (dalla Cisgiordania a Gerusalemme) che finirebbe per essere estromesso dalla Cisgiordania incrementerebbe fino a raggiungere le 400.000 unità.
 
Espropriazione della terra
E' stato deciso che il governo d'Israele esproprierà come minimo il 10% della Cisgiordania con lo scopo di costruire il muro. Nella prima fase, un numero totale di circa 150.000 acri è stato espropriato. Ciò costituisce il 2% delle zone nella parte settentrionale della Cisgiordania. Israele ha giustificato questa espropriazione di terre con l'annuncio di una decisione presa per ragioni militari e di sicurezza.
Il Consiglio Regionale degli Insediamenti in Cisgiordania (The Yesha Council) ha chiesto modifiche da svolgere al tracciato del muro. Il tracciato è stato ripianificato in modo da estendersi da Qalqilyah fino a nord di Gerusalemme con lo scopo di incorporare circa 343.000 coloni residenti in Cisgiordania nella parte israeliana del muro. Durante il mese di dicembre 2002, 11.500 acri sono stati confiscati; ciò è avvenuto parallelamente allo sradicamento di 83.000 alberi. L'espansione del muro secondo il nuovo tracciato tende ad annettere 10 insediamenti israeliani, e avrà per risultato l'espropriazione di altro terreno da circa 30 villaggi palestinesi nella parte settentrionale della Cisgiordania.
 
Acqua
L'espropriazione della terra significa anche deprivare gli abitanti palestinesi e i villaggi dalle loro risorse idriche. Oltre 31 pozzi finiranno per essere inclusi nel territorio espropriato usato per la costruzione del muro durante la prima fase.
Questi pozzi contengono circa 4 milioni di metri cubici d'acqua che al momento non è utilizzabile da nessuno. I palestinesi e la loro terra saranno esclusi da molte delle loro risorse d'acqua. Per di più, mentre i lavori di costruzione continuano, i bulldozer della autorità israeliane hanno già distrutto circa 35.000 metri di condotte dell'acqua usate dai palestinesi sia per le loro case sia per irrigare i campi.
 
Abitanti e il muro
La prima fase di costruzione del muro è stata completata a nord della Cisgiordania, intorno alle città di Qalqilyah, Tulkarem e Jenin dove circa 35.000 palestinesi vivono in villaggi e piccole zone residenziali nelle vicinanze. Circa 14.000 persone, provenienti da 17 aree differenti, finiranno tra il muro, la Green Line e il confine del 1948, e tra l'altro circa 20.000 persone (3175 famiglie) si sono trovate nel lato orientale del muro, separate dai loro terreni agricoli che rimangono nel lato occidentale.
L'espropriazione della terra, la distruzione fisica e le restrizioni imposte sul movimento dei locali significano la perdita di circa 6.500 posti di lavoro. Per di più le coltivazioni di ulivi nel nord della Cisgiordania, che si trovano adesso nella parte occidentale del muro, determineranno la perdita di 2.220 tonnellate di olio d'oliva, senza contare la perdita di 5 tonnellate di frutta e più di 100.000 tonnellate di vegetali.
Tra l'altro la creazione del muro ha causato la demolizione di oltre 100 edifici, molti dei quali erano edifici commerciali e quindi l'unica risorsa d'entrata primaria per molte famiglie. Tanti altri residenti palestinesi hanno ricevuto avvisi dall'IDF che le loro case o uffici commerciali saranno demoliti; tali demolizioni avverranno in futuro. 
Nel villaggio di Jayyus, distretto di Qalqilyah, ad esempio, 8.600 acri (72% della terra) di terra coltivabile sono stati espropriati insieme a 7 pozzi. Ciò significa la perdita dell'unica risorsa di guadagno per circa 300 famiglie.
Nell'aprile 2002, il governo israeliano ha deciso di costruire un muro che va dal nord della Cisgiordania fino ai confini del distretto di Gerusalemme. Un comitato speciale è stato nominato per supervisionare la costruzione del muro, sebbene nel giugno 2002 si era già iniziato a confiscare terre e tagliare alberi nel villaggio di Salem, distretto di Jenin. A settembre, hanno pubblicato la mappa iniziale della parte settentrionale del muro, e in quel mese il comitato israeliano ha approvato la mappa, ma in seguito hanno cambiato piano in modo da estendere il muro per un bel pezzo incorporando la Tomba di Rachele a Betlemme.
Nel gennaio 2003, sono stati inaugurati i primi 4 km. A metà marzo 2003 il governo israeliano ha deciso di modificare la mappa iniziale del muro per includervi gli insediamenti Ari'el e Emmanuel.
In risposta alle richieste del Consiglio degli Insediamenti della Cisgiordania (The Yesha Council), richieste supportate da decreti di occupazione del Primo Ministro Sharon per modificare il muro nella Valle del Giordano, in modo da comprendervi altri insediamenti.
E' importante evidenziare che sia il Likud che il Partito Laburista appoggiano fortemente la costruzione del muro, e la considerano come la costituzione dei confini politici del futuro stato palestinese.
Il quotidiano Ma'arev ha pubblicato il 24 giugno 2002, gli esiti di un referendum, dove l'opinione pubblica israeliana è favorevole al 69% per la costruzione del muro.
Nel frattempo, i gruppi di destra israeliani e il Consiglio degli Insediamenti (The Yesha Council) in Cisgiordania, stanno facendo una campagna per raccogliere firme in favore del Piano Mappa, il quale è stato ideato dal Yesha Council e che specifica gli emendamenti proposti per il muro nel marzo 2003. La campagna è organizzata in cooperazione con il Ministero della Difesa israeliano. 
Alla fine vi sono circa 25 compagnie israeliane che lavorano alla costruzione del muro; con circa 250 bulldozer israeliani che distruggono i terreni affinché il muro proceda.
Il governo d'Israele ha annunciato che per la fine del 2003 il muro verrà completato.
 
Al-Haq
Unità di monitoraggio e documentazione
Omar Jubran
www.alhaq.org