BREVETTI SOFTWARE IN EUROPA? NO, GRAZIE



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COMUNICATO STAMPA

		BREVETTI SOFTWARE IN EUROPA?  NO, GRAZIE


Il  Parlamento Europeo,  sollecitato  dalla BSA  (http://swpat.ffii.org/
papers/eubsa-swpat0202/),  a   settembre  valuterà  la   proposta  sulla
brevettabilità  delle  innovazioni  software.   L'Associazione  Software
Libero sprime un parere negativo sulla proposta di direttiva che, con la
scusa  di  armonizzare il  sistema  brevettuale  europeo  in materia  di
software,  di fatto  sovverte i  dettami della  Convenzione  Europea sui
Brevetti,  introducendo  la brevettabilità  del  software  e dei  metodi
commerciali.

Come già  dimostrato negli  Stati Uniti, il  sistema brevettuale,  che è
stato esteso al software da  20 anni, ha rallentato l'innovazione invece
che incoraggiarla, spostando i fondi destinati originariamente a ricerca
e sviluppo  verso i dipartimenti legali delle  grosse multinazionali che
si   occupano    a   tempo   pieno   di    costose   cause   brevettuali
(http://swpat.ffii.org/archive/mirror/impact/).     Un    tale   sistema
imporrebbe degli oneri eccessivi per le piccole e medie imprese europee,
vero  motore  dello  sviluppo  software continentale,  e  le  renderebbe
succubi di quelle poche grosse aziende, in maggioranza extraeuropee, che
posseggono grandi portafogli di brevetti software.

Come sostenitori del software libero riteniamo pericolosa tale proposta,
perchè introduce ostacoli insormontabili alla creazione di software, sia
libero  che  proprietario,  sia   se  ceduto  gratuitamente  che  dietro
pagamento.   Inoltre, per le  licenze libere, non esiste  la possibilità
tecnica di gestire il pagamento  di eventuali royalty per copia, essendo
le  copie libere,  e spesso  neanche  di eventuali  costose licenze  una
tantum.

Ogni autore  di software, libero o  meno, è esposto al  rischio di dover
elaborare  soluzioni tecniche che  non siano  coperte da  alcun brevetto
software,  rendendo estremamente  complesso  ed oneroso  il processo  di
ideazione del software  se non del tutto impossibile;  spesso infatti il
processo di  brevettazione del software  va a coprire il  problema nella
sua interezza  piuttosto che la soluzione,  rendendo impossibile operare
nel settore coperto dal brevetto senza violarlo.

La genericità  con cui le idee  vengono descritte e  brevettate (vedi ad
esempio   il   metodo   di   ordine   con  un   click   di   Amazon   ad
http://swpat.ffii.org/news/03/amaz0818/)  richiede pochi  sforzi,  se si
hanno  a disposizione  abbastanza  fondi, per  brevettare  i metodi  più
banali.  In tal modo  l'istituto della brevettazione, nato per stimolare
l'innovazione in  settori in cui  essa costa molto, diventa  nel settore
del software una  lotteria che va a beneficio  di poche aziende. Inoltre
la banalità  dei brevetti concessi impone notevoli  sforzi per elaborare
qualcosa di alternativo e,  soprattutto, richiede la completa conoscenza
di quanto già brevettato, ovvero  decine di migliaia di brevetti europei
già esistenti e depositati, pur se attualmente non legali.


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