Allarme liberta' di stampa in calabria



Non lasciamo imbavagliare l'informazione in Calabria


E' preoccupante la crisi che vive la libera informazione calabrese, da
sempre accerchiata su più fronti.
Il problema più noto riguarda il Quotidiano della Calabria, giovane
giornale tendenzialmente di sinistra, ma aperto agli interventi delle più
significative personalità politiche, imprenditoriali e intellettuali della
regione.
In un panorama informativo caratterizzato per lo più dall'insignificanza e
dalla subordinazione ai politicanti di turno, un elemento di rottura e di
cambiamento è stato rappresentato, nel 1995, dalla nascita de il
Quotidiano, diretto prima da Pantaleone Sergi e oggi da Ennio Simeone. Un
giornale con una struttura flessibile, di sinistra ma capace di stimolare
criticamente la sinistra stessa, disponibile ad ospitare  anche i
contributi del centrodestra. il Quotidiano si è dimostrato in grado di
rappresentare la complessità della società civile,  grazie al
coinvolgimento di professionisti di rilievo e ad una linea editoriale che
ben mescola politica, cultura, cronaca e sport. Il giornale esce, da un
paio d'anni, anche con un'edizione per la Basilicata, e con pagine diverse
per ogni provincia: una scelta editoriale ripagata da un continuo
incremento annuale del 20% sulle vendite.
Da qualche settimana  a Castrolibero si vive una situazione particolarmente
difficile. Il direttore Ennio Simeone, in un emblematico editoriale dal
titolo "Facciamo tacere quel giornale!", ha denunciato che il proprietario
della tipografia presso cui il giornale veniva stampato, il forzista
Umberto De Rose, ha chiesto per il rinnovo del contratto un aumento del
100% che avrebbe costretto il giornale a tagli e ridimensionamenti. Appare
evidente l'esistenza di un conflitto di interessi, sostengono i giornalisti
de il Quotidiano,  e di un problema di etica professionale, poiché il De
Rose, oltre ad essere imprenditore-tipografo, è presidente provinciale
degli industriali cosentini, e lo scorso anno è stato il candidato a
sindaco (perdente) per il centrodestra contro Eva Catizone, scelta da
Giacomo Mancini come sua erede politica. I giornalisti de il Quotidiano
sostengono che le persecuzioni nei loro confronti sarebbero inziate con
alcuni servizi giornalistici in cui il capogruppo del Pdci del consiglio
comunale di Cosenza, Antonio Ciacco, denunciava l'assunzione alla Camera di
Commercio di un fratello e tre nipoti dei maggiori rappresentanti di Forza
Italia in Calabria: i fratelli Pino e Antonio Gentile. Il primo assessore
regionale al Turismo e alle Attività Produttive, il secondo senatore e
componente della commissione parlamentare antimafia, noto, tra l'altro, per
aver proposto di insignire Silvio Berlusconi del Nobel per la Pace.
Tuttavia De Rose smentisce l'esistenza di un complotto politico, nega il
coinvolgimento dei due politici calabresi e afferma che esistono solo
problemi commerciali.
Questi i fatti più recenti: il giornale acquista una rotativa
all'avanguardia capace di stampare fino a 80 pagine, di cui sedici a
colori, alla velocità di 45.000 copie all'ora, per un investimento di circa
7 miliardi di lire. Installata già da undici mesi in un fabbricato di
proprietà dell'editore, Dodaro, tra Castrolibero e Cosenza, la macchina si
trova ancora oggi nell'impossibilità di essere utilizzata, nonostante
l'amministrazione allora in carica, sindaco Orlandino Greco, avesse dato
avvio con entusiasmo all'iter burocratico necessario. Una crisi comunale,
un'ordinaria storia di burocrazia all'italiana, scontri tra politicanti
locali e l'ostracismo di alcuni non meglio precisati personaggi, riescono a
bloccare le pratiche in regione, proprio quando ormai tutti gli enti  hanno
già dato il nulla osta. Sta di fatto che da quasi un anno una modernissima
rotativa Manugraf "regolarmente installata in un luogo legittimamente
destinato ad accoglierla", è ferma, con il rischio di arrugginire. Dal due
giugno il Quotidiano stampa presso la tipografia di un giornale
concorrente, il bisettimanale Il Crotonese, grazie al suo direttore, nonché
principale azionista, Domenico Napolitano. Le conseguenze sono tuttavia
evidenti: una riduzione del numero delle pagine e tempi anticipati di
chiusura. Per un quotidiano regionale che stampa un'edizione differenziata
per ognuna delle cinque province calabresi, è un problema di non poco conto.
Gravissimi sono inoltre i problemi che il Quotidiano si trova a dover
affrontare sul piano giudiziario, in conseguenza dell'uso indiscriminato
delle querele per diffamazione e di sproporzionate pretese di risarcimento
in denaro.
Sembra tuttavia che almeno i problemi con De Rose siano in via di
risoluzione: il vecchio imprenditore - tipografo - politico ha deciso di
restituire a il Quotidiano la vecchia rotativa rimasta bloccata nella sua
tipografia e, pertanto, presto sarà possibile tornare a stampare con
regolarità.
Diversa la situazione de Il Domani, che aveva dato in affitto al gruppo
Ten, Teleuropa Network, la testata de Il Domani di Cosenza. L'editore di
Ten, Mario Occhiuto, ha chiesto la risoluzione anticipata del contratto.
Guido Talarico, editore de Il Domani, ha colto al volo l'occasione per
stringere con La Provincia cosentina un accordo che prevede l'uscita in
tandem de Il Domani di Cosenza - trasformato in quotidiano regionale- e La
Provincia cosentina - con sole notizie locali - insieme al Mattino di
Napoli e ad un libro giallo, al prezzo di _ 0,90.
Da più parti si accusa inoltre il sindacato regionale di latitanza.
Ai sette giovani de Il Domani, che hanno lavorato duramente per un anno e
mezzo, senza nemmeno percepire lo stipendio negli ultimi sei mesi, non
resta nessuna certezza sul proprio futuro.
Le sorprese "calabresi" tuttavia non finiscono qui. Il due luglio, sul
forum dei giornalisti calabresi, Pippo Gatto lancia un comunicato con cui
esprime la sua solidarietà alla televisione privata Metrosat, con queste
parole: "Ancora una volta una intimidazione mafiosa cerca di tappare la
bocca ai canali dell'informazione. Ancora una volta qualcuno in maniera
troppo "chirurgica" (quasi degli addetti ai lavori) ha sabotato i
ripetitori ed i trasmettitori di Metrosat. Ancora una volta la Calabria si
distingue per la sua "democrazia". Solidarietà a tutta Metrosat per il vile
atto di intimidazione".
Al giornalista cosentino abbiamo chiesto cosa è successo, esattamente. E
così ha risposto Gatto: a Metrosat  "Hanno spaccato un ripetitore e rubato
il trasmettitore. Ad un altro ripetitore hanno staccato tutti i cavi (solo
a loro e non alle tre tv) e gli hanno tappato le ventole di raffreddamento
dei trasmettitori in modo da farli bruciare. Questo è successo due volte
nel giro di 20 giorni. Sicuramente è opera di mani esperte".


							Francesca Viscone