comunicato stampa: Assolto l'ambientalista denunciato dalla Federcaccia




COMUNICATO STAMPA.

ASSOLTO IL COORDINATORE DEGLI AMICI DEL PARCO DEL DELTA DEL PO, FABIO ROCCATO, DALL’ACCUSA DI DIFFAMAZIONE A MEZZO INTERNET. ERA STATO QUERELATO DALLA FEDERCACCIA E DA TRE PRESIDENTI DI COOPERATIVE DEL DELTA PER IL CONTENUTO DEL SITO INTERNET DELL’ASSOCIAZIONE AMBIENTALISTA.

E’ stato assolto con formula piena (richiesta fatta dallo stesso P.M., dott.sa Tosca Sambinello), compreso il risarcimento delle spese legali, dall’accusa di avere “diffamato a mezzo internet” i cacciatori della Federcaccia ed i pescatori delle cooperative di Pila (che, rappresentate dall’avvocato adriese Luca Azzano Cantarutti, si erano poi costituiti parte civile nel processo ed avevano chiesto 200.000€ di risarcimento danni), l’assistente capo della Polizia di Stato Fabio Roccato (difeso dagli avvocati rodigini Lavinia Cantà e Valerio Malaspina), residente ad Adria ed in servizio al Commissariato P.S. di Porto Tolle.

Le querele presero il via con la delibera di giunta nr. 198 del 30.12.2000 del Comune di Porto Tolle con la quale, su “segnalazione” del presidente della Federcaccia polesana, Arnaldo Pisetti, l’allora Giunta Broggio diede mandato all’avvocato Cantarutti di proporre querela contro il sito internet degli Amici del Parco del Delta del Po, ritenuto “offensivo nei confronti delle genti del Delta e dei cittadini di Porto Tolle in particolare”. La querela, però, non fu sporta dal Comune, ma dalla Federcaccia e da tre Cooperative di pescatori: due di Pila (una, tra l’altro, è quella presieduta dallo stesso ex assessore alla pesca, Fabrizio Boscolo, che fu uno dei firmatari della delibera) ed una di Porto Viro. Roccato, che è anche il coordinatore degli Amici del Parco del Delta del Po (il movimento ambientalista che raggruppa le maggiori associazioni della provincia che si battono per la tutela del Delta del Po e del suo Parco) e pure redattore del relativo sito internet, venne, dunque, rinviato a giudizio.

Dopo sei udienze presso il Tribunale di Adria (Giudice il dott. Lorenzo Miazzi), il processo si è concluso il 17.6.2003. Delle centinaia di pagine di cui si compone il sito, e che trattano di numerosi argomenti “ambientalisti”, la querela, guarda caso, “si scagliò” solo contro il “dossier sulla caccia e bracconaggio”, redatto nell’aprile del 1999 dal Roccato (ma “pubblicato nel web” nel luglio del 2000) e consegnato, tra l’altro, all’allora Ministro dell’ambiente Edo Ronchi perché rinforzasse, per fronteggiare il dilagante bracconaggio nel Parco, il contingente del Corpo Forestale dello Stato di stanza a Porto Tolle.

A proposito della sua assoluzione, Roccato ha dichiarato: <<Nel corso di più di una decina di anni di servizio nel Delta, rilevai numerose infrazioni alle leggi venatorie ed ambientali. Non so se sia stato a causa di ciò o della mia attività di ambientalista, fatto sta che “ignoti” mi tagliarono i pneumatici dell’auto, mi minacciarono e scrissero sui muri di Porto Tolle frasi diffamanti su di me, sul WWF, sulla Polizia e persino sulla Magistratura. Della mia vicenda personale se ne parlò persino in Parlamento ed in Senato, perché i “verdi” fecero delle interrogazioni con lo scopo di evitare un mio possibile trasferimento, “richiesto a gran voce dai bracconieri locali e dai loro sostenitori” (così è scritto nelle interrogazioni). Credo che le querele, ideate nel periodo in cui governava la “Giunta antiparco”, rappresentassero l’estremo tentativo per “saldare qualche conto”. In esse fui accusato di avere scritto cose ritenute false, mentre, in fase processuale, si è dimostrato che erano semplicemente fatti di cronaca riportati sui quotidiani locali, sui libri che trattano della storia del Delta o che, ironia della sorte, furono dette dagli stessi querelanti (come l’esistenza dei barcaioli abusivi o dei cacciatori che usano richiami e fucili vietati dalla legge). Fui accusato, addirittura, di avere scritto vocaboli che non scrissi nemmeno! I querelanti, poi, diedero una loro interpretazione “esegetica” di alcune parti del testo che, vocabolario alla mano, nulla hanno a che vedere con la lingua italiana! Sapevo che il procedimento penale si sarebbe rivelato un clamoroso flop per i querelanti, per questo diedi mandato ai miei avvocati di non cercare la prescrizione, ma di giungere quanto prima alla sentenza. Dopo la recente sconfitta elettorale degli antiparco, la mia assoluzione è la classica “ciliegina sulla torta” per il mondo ambientalista. E’ ora, però, di smetterla con “il muro contro muro” tra anti-parco e pro-parco e di cercare il dialogo tra i nostri “due mondi” perché, alla fine, a parte il “problema caccia”, vogliamo entrambi le stesse cose: la tutela dell’ambiente e lo sviluppo economico ecocompatibile.>>

Adria, 18.6.2003. Fabio Roccato, via Turati 8, 45011 Adria (RO), tel. 0426/900229, 347/8856193

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