Myanmar: Amnesty fortemente preoccupata per l'incolumità di Aung San Suu Kyi e dei militanti del suo partito



Gent.mi tutti,

vi trasmettiamo il comunicato stampa della Sezione Italiana di
Amnesty International (di lunedì 2/6/2003:


Myanmar: Amnesty fortemente preoccuopata per l'incolumità di Aung San Suu Kyi e
dei militanti del suo partito




Grazie per la cortese attenzione

Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:

Ufficio Stampa
Amnesty International
Tel. 06 44.90.224
cell. 348-6974361
e-mail: press at amnesty.it






COMUNICATO STAMPA
	CS79-2003


MYANMAR: AMNESTY FORTEMENTE PREOCCUPATA PER L'INCOLUMITÀ
DI AUNG SAN SUU KYI E DEI MILITANTI DEL SUO PARTITO

Amnesty International ha espresso oggi la sua forte preoccupazione per
l'escalation di violenza politica e repressione in corso nel Myanmar, a
seguito di scontri tra le autorità e sostenitori della Lega nazionale per
la democrazia (Lnd) verificatisi venerdì 30 maggio.

L'organizzazione per i diritti umani teme per l'incolumità di più di cento
tra militanti della Lnd e studenti - compresa Aung San Suu Kyi, leader del
partito e premio Nobel per la pace - che si troverebbero in detenzione
incommunicado (ovvero senza poter incontrare familiari o avvocati) dagli
incidenti di venerdì, nel corso dei quali sarebbero state uccise da quattro
a settanta persone. Rimane sconosciuta la sorte di altri 150 sostenitori
della Lnd che viaggiavano insieme agli altri militanti del partito.

"Le autorità devono aprire un'inchiesta esauriente e indipendente sui gravi
episodi del 30 maggio e portare i responsabili di fronte alla giustizia. La
sorte e il luogo di detenzione degli esponenti dell'opposizione politica
che risultano 'scomparsi' devono essere resi noti immediatamente" - ha
dichiarato Paolo Pobbiati, coordinatore Amnesty International. "Siamo
profondamente preoccupati per questi gravi sviluppi. Siamo di fronte a una
repressione dura e priva di qualunque giustificazione nei confronti dei
militanti di un partito politico e di altre persone che svolgono attività
legittime".

"Siamo ulteriormente sconcertati" - ha aggiunto Pobbiati - "per quanto
affermato dalle autorità, le quali hanno accusato gli esponenti della Lnd
di 'incitare alla rivolta' attraverso discorsi e comizi contenenti critiche
nei confronti delle autorità".

Amnesty International chiede al Consiglio di stato per la pace e lo
sviluppo (Spdc), l'organismo che controlla il potere nel Myanmar, di
rilasciare tutti coloro che sono detenuti per aver espresso il proprio
dissenso in modo pacifico. Le autorità devono rendere immediatamente
pubblica la lista degli arrestati, spiegare dove e su quali basi legali
sono detenuti e garantire loro di ricevere visite di familiari e avvocati e
cure mediche.

"Lo Spdc deve prendere misure immediate per affermare il diritto alla
libertà di espressione, di associazione e di riunione nel Myanmar" - ha
concluso Pobbiati. "Le intimidazioni, gli arresti e la detenzione di coloro
che agiscono pacificamente per esercitare i propri diritti rappresentano un
passo nella direzione sbagliata".

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 2 giugno 2003


Per interviste e approfondimenti:
Amnesty International - Ufficio Stampa - 348 6974361