Newsletter N. 22 del 02 giugno 2003



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*** Associazione Culturale Telematica ***
  ********** "Metro Olografix" **********
    Newsletter n. 22 del 2 giugno 2003
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IN PRIMO PIANO
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Musica e software sotto chiave
75 denunce, 3000 indagati per scambio e ricettazione di file su Internet.
La nuova direttiva dell'Unione europea sul diritto d'autore recepita dal
governo italiano fa le prime vittime. Per il Ds Pietro Folena «ci hanno
tolto un pezzo di libertà», mentre per l'Associazione software libero
l'unica strada da perseguire è la diffusione di programmi non sottoposti al
copyright
ARTURO DI CORINTO

All'indomani delle 75 denunce da parte della Guardia di finanza per
violazione del diritto d'autore e ricettazione di file musicali e
audiovisivi scambiati via Internet, la rete è in subbuglio. Altri tremila
aficionados della musica e dei video on line sarebbero nel mirino dei
baschi verdi. L'inchiesta, partita da Milano, sarebbe la conclusione di un
prolungato monitoraggio dei newsgroup (gruppi di discussione) in cui gli
utenti si scambiano informazioni sui programmi informatici che consentono
di scaricare musica e filmati. Un monitoraggio che, se fosse confermato,
trasformerebbe l'atto di scambiarsi informazioni in attività sospetta e i
partecipanti in potenziali criminali. La metodologia investigativa sulla
rete ha finora previsto controlli a campione. In questo caso, però, il
passaggio successivo può ipotizzare una violazione delle leggi sulla
privacy, visto che l'inchiesta può essere il risultato di intercettazioni
sulle comunicazioni e sugli scambi di utenti che accedevano a sistemi di
filesharing del
tipo peer to peer (da computer a computer). Il peer to peer non prevede
infatti il «passaggio» attraverso server centrali e che quindi la
comunicazione è da considerare privata. L'inchiesta è stata avviata sette
mesi fa, anche se sono molti i commenti che sottolineano che sopraggiunge
all'indomani del recepimento della «Direttiva Europea sul Copyright»
(Eucd), una normativa che le associazioni associazioni dei consumatori e
degli utenti di Internet hanno considerato illiberale. Per il deputato dei
Ds Pietro Folena «La nuova normativa sul diritto d'autore recentemente
entrata in vigore in Italia, sta producendo i primi inaccettabili
risultati. Lo avevamo detto e si è puntualmente verificato. Siamo di fronte
ad una criminalizzazione di massa, con migliaia di persone normalissime,
non certo dei pirati informatici, indagate per qualcosa che è difficile
definire un reato». Lo stesso timore è stato espresso anche dal senatore
verde Fiorello Cortiana, il quale ha già dato incarico a un pool di legali
di esaminare l
a possibilità di realizzare e distribuire via Internet un vademecum di
autodifesa per gli utenti di sistemi di filesharing.

L'attuale direttiva sul diritto d'autore ha incontrato il favore delle case
discografiche. E sono quelle stesse associazioni di consumatori che hanno
più volte denunciato le loro operazioni di lobby sul parlamento e
sull'Unione Europea. Più volte le case discografiche si sono «lamentate»
dei mancati introiti causati dalla duplicazione illegale di musica. E
tuttavia, stando a una ricerca della società di mercato Jupiter
Communication, i mancati profitti non dipendono dagli utenti dei sistemi di
filesharing, i quali avrebbero invece acquistato più dischi degli
acquirenti tradizionali.

La determinazione con cui questi utenti vengono perseguiti dalle forze di
polizia è in controtendenza con una serie di iniziative internazionali che
dimostrano di aver compreso che la ricerca e lo scambio di musica in rete è
ormai un comportamento diffuso la cui «criminalizzazione» è
controproducente. Secondo Patrizio Di Nicola, docente presso la facoltà di
Scienze della Comunicazione all'Università la Sapienza di Roma, «Occore una
riflessione pubblica sul diritto d'autore e su come esso possa essere
tutelato. L'intervento su una questione così importante non può essere
demandato né alla polizia giudiziaria né alle multinazionali. E' ora di
capire come usare la rete per garantire i profitti sia degli autori che
degli editori».

Oltre Oceano, RealNetworks, la principale società americana che produce
software per l'ascolto di musica e su computer, ha deciso di utilizzare la
piattaforma tecnologica di «Listen.com», una società recentemente acquisita
per dare vita ad un servizio che permetta agli appassionati di musica di
scaricare da Internet le proprie canzoni preferite al costo di 79 centesimi
l'una, dopo aver pagato un canone mensile di 10 dollari. La stessa Riia
(Associazione dei discografici americani), invece, pur senza abbandonare la
tecnica del bastone e della carota, ha accantonato la vecchia strategia Fub
- fear, uncertainty, doubt, , cioè paura, incertezza e dubbio - e ha ceduto
alla Apple 200mila file musicali da diffondere atraverso il sistema
«iTunes».

Steve Jobs è riuscito infatti nell'impresa di convincere le cinque maggiori
case discografiche a cedergli i diritti della propria musica per rivenderla
su Internet a 99 centesimi a brano. Un cambiamento di rotta forse
sollecitato dai giudici che in California si sono pronunciati a favore
degli scambi musicali sulle reti peer to peer «ammesso che esse non abbiano
server centralizzati per gestire l'offerta gratuita di musica
digitalizzata». Secondo i giudici, l' utilizzo di Morpheus e Grokster per
lo scambio di file, al pari di una fotocopiatrice, può favorire sia
comportamenti regolari che irregolari e che quindi fino alla dimostrazione
degli illeciti, gli utenti di questi sistemi non può essere perseguito. In
tutta risposta alla sentenza della corte californiana, le case
discografiche si sono rivolte direttamente, via email, agli appassionati di
musica on-line, invitandoli a riflettere sulle loro azioni con messaggi di
questo tenore: «Quando infrangi la legge rischi conseguenze legali. C'e un
modo molto semp
lice per evitarle: non rubare musica». Una iniziativa che ha suscitato
molti malumori e i richiami delle associazioni che si battono contro lo
spamming, cioè contro il bombardamento di posta elettronica indesiderata.

A complicare questo scenario intanto intervengono altre iniziative. Mentre
l'associazione «Pro-music.org», un'alleanzà internazionale di musicisti,
esecutori, e artisti delle maggiori aziende discografiche e di alcune
etichette indipendenti, ha avviato una iniziativa per promuovere l'uso
legittimo della musica online e sfatare i miti sulla pirateria musicale in
Internet. In Italia, l'Associazione Italiana Editori (Aie), sta lavorando
all'identificazione dei file musicali attraverso un codice a barre (il nome
tecnico sarà Digital Object Identifier) che permetterà di rintracciarli con
maggiore facilità, «tutelando il diritto d'autore e avviando una vera
rivoluzione per il commercio elettronico di contenuti».

Se queste sono le novità sul fronte musicale, diverso è il discorso sul
software copiato illegalmente. Secondo indiscrezioni, l'inchiesta milanese
della Guardia di Finanza riguarda anche la duplicazione illegale e la
vendita di software protetto da copyright. Anche qui, però, ci troviamo di
fronte a comportamenti diffusi, favoriti in un primo momento dalle case
produttrici per affermare i propri standard, ma che oggi, in un mercato
fortemente competitivo per la diffusione di «software libero», cercano di
mantenere alti i margini di guadagno chiedendo e sollecitando misure
draconiane contro la duplicazione illegale di software. Per Francesco
Potortì, dell'associazione Software Libero, «questi margini di guadagno
superano il 70% del costo di produzione. Non è questo però il punto. Oggi
non è più necessario copiare illegalmente del software per far funzionare
il proprio computer. Sono moltissimi i programmi distribuiti come software
libero gratuitamente scaricabili dalla rete».

La diffusione di software libero permette oggi di risparmiare sui costi
delle licenze di software sotto copyright e di destinarle
all'alfabetizzazione di massa alle nuove tecnologie, favorendo altresì il
prluralismo informatico e un vero regime di concorrenza fra i produttori di
software. Se questo non succede è perchè, secondo gli attivisti del free
software e dell'open source, ci sono accordi di cartello che lavorano ad
estromettere dalle commesse pubbliche il software che non proviene dai
grandi monopoli. E' di ieri la notizia che la Free Software Foundation
Europe ha indirizzato una lettera al governo italiano a proprosito del
progetto «Vola con Internet» del Ministero per l'Innovazione e le
Tecnologie. Per l'associazione europea, il progetto italiano che stanzia 93
milioni di euro per favorire il processo di alfabetizzazione informatica
dei giovani non deve discriminare il software libero, vero antidoto alla
duplicazione illegale dei programmi informatici sotto copyright.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Maggio-2003/art84.html

In rete punto per punto
Il successo del «peer to peer» nonostante le leggi del copyright
LISA MASIER
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/31-Maggio-2003/art85.html


TECNOLOGIA&INTERNET
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La costosa vetrina hi-tech in Langa
Un esperimento d'avanguardia, ma dai costi proibitivi per i piccoli centri
abitati. La tecnologia hardware per il wi-fi, paradossalmente, costa ormai
pochissimo; ma la connessione satellitare ha costi altissimi, se non
possono essere ripartiti su un vasto numero di utenti potenziali
FRANCO CARLINI

CELLULARI
Dallo sviluppo alla saturazione
Il tentativo difficile di inventare nuovi servizi per aumentare i profitti
Vodafone Esce di scena il «creatore» dell'azienda britannica
F. C.
http://www.ilmanifesto.it/oggi/sezione5.htm

Apple: stop allo sharing
La Mela invita ad aggiornare il player iTunes con una versione che
tarpa le ali alle funzioni di condivisione dei brani musicali on line.
Si scatenano le reazioni degli utenti
di Nicola D'Agostino
http://www.mytech.it/mytech/internet/art006010047358.jsp

Ddl Stanca sull'accessibilità: intervista con il Ministro
Il ministro Stanca ripercorre le tappe che hanno portato al
Ddl sull'accessibilità, approvato dal CdM il 4 aprile 2003
e ora all'esame della Camera dei Deputati, illustrandone i
punti più delicati e significativi.
Intervista(http://www.innovazione.gov.it/ita/news/2003/intervista_mini
stro_030521.shtml)

Larga banda in Europa
Enfasi del commissario Erkii Liikanen e del cancelliere
tedesco Schroeder sul ruolo della larga banda in Europa
durante un incontro svoltosi giovedì 8 maggio a Berlino nel
quadro della "Iniziativa D21", l'iniziativa tedesca per la
diffusione e la crescita della Società dell'Informazione.
Documentazione
(http://www.innovazione.gov.it/ita/news/2003/03_05_09.shtml)

Il ruolo della donna nella Società dell'Informazione
La Commissione Europea e la Presidenza greca dell'Unione
europea hanno sottolineato l'importanza e il contributo
delle donne nello sviluppo della Società dell'Informazione,
durante un congresso europeo tenutosi ad Atene il 5 maggio.
Documentazione
(http://www.innovazione.gov.it/ita/news/2003/03_05_07.shtml)

Diritto d'autore in rete: il parlamento tedesco implementa la
Direttiva 2001/29/CE
L'11 aprile il parlamento tedesco ha votato a favore di una
legge sulla tutela dei diritti d'autore nella Società
dell'Informazione. La legge recepisce la  Direttiva europea
2001/29/CE relativa ad una armonizzazione di aspetti del
diritto d'autore e dei diritti connessi nella Società
dell'Informazione. Quando sarà promulgata, stabilirà nuove
limitazioni riguardo alla pubblicazione in formato elettronico
di testi scientifici e didattici ed entrerà in un fase di
sperimentazione fino al 2006.
La direttiva 2001/29/CE
http://europa.eu.int/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEX
numdoc&lg=it&numdoc=32001L0029&model=guichett

La censura di Internet in Iran
Sarebbero almeno 15 mila, secondo dichiarazioni ufficiali,
 i siti censurati nel Paese. Tra questi molti sono
caratterizzati da un'impronta comunicativa riformista in
contrasto con il governo attuale. Secondo fonti della BBC
a Teheran, le autorità avrebbero stabilito pene molto severe
a quei fornitori che decidessero di non interrompere le
attività dei siti ospitati sui loro server.

Le azioni della RIIA per tutelare il copyrigth on line
Oltre 200 mila i messaggi inviati agli utenti di programmi
di scambio file in rete, come Kazaa e Grokster, per rendere
note le sanzioni previste dalla legge per chi viola il
copyrigth. Questa, l'iniziativa della RIIA, Associazione
delle Case discografiche degli Stati Uniti, per informare
e cercare di arginare il fenomeno della diffusione illegale
di file musicali in rete.
Documentazione (http://news.com.com/2100-1025_3-998825.html)

Cybercrime: 25 anni di legislazione in USA
Nel mondo di Internet è annosa la questione sul significato
dei termini "accesso autorizzato/non autorizzato" e manca uno
strumento che faccia chiarezza nell'identificazione di
comportamenti più o meno legali nella navigazione in rete. La
George Washington University-Law School ha per questo condotto
un'inchiesta sulle diverse interpretazioni relative ai
provvedimenti legislativi emanati negli ultimi 25 anni dal
governo federale. Documentazione
(http://papers.ssrn.com/sol3/delivery.cfm/SSRN_ID399740_code030507630.
pdf?abstractid=399740)

LIFELOG SAPRA' TUTTO DI TE
Registrare l'esistenza: questo il progettone sul quale sta lavorando
la DARPA, andando quindi ben oltre gli scopi e le procedure del gia'
contestatissimo Total Information Awareness Program. In nome,
naturalmente, della sicurezza
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=44184

DISNEY NOLEGGERA' DVD CON AUTODISTRUZIONE
Il gigante del cinema e dell'entertainment adottera' una tecnologia
gia' impiegata in campo musicale per distribuire, in una piu' vasta
gamma di punti vendita, DVD video capaci di autodistruggersi nell'arco
di 48 ore
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=44124

CINQUE ANNI AL CYBERDISSIDENTE CINESE
Questa la condanna inflitta a Huang Qi, che aveva postato sul proprio
sito notizie ritenute pericolose per l'integrita' dello stato, come
elenchi di persone scomparse o lo statuto del Partito democratico
URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=44138


TEMI&APPROFONDIMENTI
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INTERVISTA A DAVID LYON, L'ISPIRATORE TEORICO DI RODOTA', SUL RAPPORTO
TRA NUOVE TECNOLOGIE E PRIVACY, PARTENDO PROPRO DALLA RELAZIONE
ANNUALE DEL GARANTE. LYON SI DIMOSTRA CRITICO SULLA PROPOSTA LANCIATA
DA RODOTA' DI CREARE UNA REGOLAMENTAZIONE INTERNAZIONALE IN MATERIA DI
PRIVACY
Internet, sorveglianza e libertà: un rapporto ambiguo David
Lyon: «Ci stiamo avvicinando alla fascicolazione sociale. La proposta
di una convenzione internazionale per la privacy lanciata da Rodotà mi
sembra di difficile attuazione»
di Stefano Porro

Sanno chi siamo, dove siamo e cosa abbiamo appena comprato. Se
volessero, potrebbero persino entrare in possesso dei nostri dati
genetici. Non è l'inizio di un romanzo di Philip Dick, ma la realtà in
cui si trova immerso l'uomo contemporaneo occidentale, denunciata
pochi giorni fa dal Garante della Privacy Stefano Rodotà durante la
sua relazione annuale al Senato. Da sempre attento al rapporto tra
dimensione sociale e nuove tecnologie di comunicazione, Rodotà ha
disegnato un futuro fosco per le libertà democratiche, sottolineando
il rischio di una trasformazione della nostra vita privata in «vita
continuamente pubblica». Ogni volta che telefoniamo col cellulare,
facciamo acquisti con la carta di credito o navighiamo su Internet,
lasciamo delle tracce indelebili che parlano di noi, dei nostri gusti
o interessi: una marea di dati che viene spesso archiviata senza il
nostro consenso. Ma chi è che ci spia in continuazione? E con quali
scopi? A domandarselo è il sociologo David Lyon, uno dei massimi
esperti mondiali di privacy, autore del volume La società sorvegliata
(Feltrinelli), secondo il quale «aziende e governi sono i principali
responsabili della raccolta e catalogazione dei nostri dati personali,
che vengono analizzati per capire che tipo di consumatori e cittadini
siamo, così da organizzare le proprie strategie commerciali e
politiche». Non ha dubbi il professore della Queens University: «Qui
si va oltre il rispetto della privacy; ci stiamo avvicinando a una
sorta di «fascicolazione sociale».

Per evitare che ciò avvenga, Rodotà ha proposto di realizzare una
convenzione internazionale che legiferi in materia di protezione di
dati, tutelando la privacy dei cittadini. La ritiene una soluzione
applicabile?

Le regolamentazioni internazionali sono utili per creare un clima
condiviso che evidenzi quanto è importante la trattazione dei dati
personali nella nostra società. Tutti devono sapere che la
sorveglianza non è soltanto un modo per raccogliere dati destinati a
sondaggi, ma uno strumento di controllo politico. Per questo ritengo
che una convenzione internazionale, lenta e farraginosa fin dallatto
della sua costituzione, sia inadeguata per combattere tecnologie di
sorveglianza in continuo sviluppo. La soluzione sta nella formazione
dei cittadini, che fin dalletà scolare devono essere consci del valore
della privacy. Alcune organizzazioni non governative (Electronic
Privacy Information Center negli USA, e Statewatch in Europa) stanno
lavorando con successo proprio sul fronte delleducazione.

Un altro impedimento è che Europa e USA stanno approcciando in modo
opposto le questioni della privacy. Mentre da noi cè un orientamento
di tutela legale, il presidente Bush spinge per lapprovazione del
Total Information Awareness (TIA, un gigantesco progetto di
sorveglianza computerizzata)...

Non vedo questo contrasto, dal momento che molti paesi europei
processano e analizzano i dati personali come mai fatto finora. E verò
pero che dall11 settembre gli USA hanno enormemente ampliato le
proprie tecniche di controllo. Sebbene il TIA venga spacciato come
mezzo di lotta al terrorismo, il suo unico vero intento è integrare
informazioni relative a nazionalità, salute, stato sociale, fedina
penale e preferenze commerciali in ununica base di dati. Nel mio nuovo
libro Surveillance after September 11, che uscirà in Italia a fine
anno, mostro come questo meccanismo di sorveglianza globale possa
realmente accadere, e quanto siano dannosi i suoi effetti per i
cittadini e anche per gli stati che con lAmerica si devono rapportare
(fornendo per esempio i dati dei passeggeri di un volo).

Tutto questo è reso possibile dallo sviluppo delle nuove tecnologie,
in primis di Internet, che permette di interfacciare i dati a grande
distanza e in tempo reale. Linnovazione quindi non produce sempre
benessere. Che ne pensa?

La nostra società ha sviluppato un rapporto ormai imprescindibile con
Internet. Ecco perché esso viene usato per acquisire informazioni a
vasto raggio sulle persone. Ma la rete è un mezzo ambiguo e anarchico
che può essere utilissimo per aprire spazi di discussione politica e
di condivisione di idee, paradossalmente contro la sorveglianza
stessa!

Luomo occidentale può ancora considerarsi libero nel suo rapportarsi
con la tecnologia?

E il concetto di libertà che è cambiato, e si è chiuso in una
dimensione fortemente individuale. Ecco perché le persone affermano di
essere preoccupate per le intrusioni nella loro vita privata, ma non
hanno il minimo sentore delle conseguenze che questo potrà avere nella
sfera sociale comune. La realtà è che la sorveglianza non ci rende
liberi, perché discrimina le persone in base al loro reddito o al
colore della pelle.

La privacy quindi non è che la punta delliceberg di un problema più
complesso

Esatto, un problema che riguarda la giustizia, la libertà,
linnovazione tecnologica, la fiducia e persino la fede. Come possiamo
promuovere lintegrazione sociale, quando le persone vengono catalogate
dalle compagnie assicurative e trattate diversamente a seconda del
quartiere in cui abitano, del colore della pelle, o del loro reddito?
A che cosa servono parole come globalizzazione e tecnologie come
Internet, quando siamo incoraggiati a dubitare che il nostro vicino di
casa sia un terrorista solo perché è islamico?

BIO DI DAVID LYON
David Lyon insegna Sociologia alla Queens University, Kingston
(Ontario), dove dirige il Dipartimento di ricerca sulla Sorveglianza.
Il suo testo più noto è «La società sorvegliata. Tecnologie di
controllo della vita quotidiana», edito in Italia da Feltrinelli.


DALLA RETE A(LLA) CARTA E RITORNO
di Marco Trotta matro at bbs.olografix.org
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Arriva la EUCD, nuovo giro di vite sul copyright
Il 29 Aprile è entrata in vigore definitivamente la EUCD (29/2001/CE),
la famigerata direttiva comunitaria sul copyright recepita dal decreto
legislativo n. 68 del 9 aprile. Rispetto alle cose che abbiamo già
scritto (Carta 6/03 e 9/03), ci sono alcune novità. Formalmente, è
stato inserito un articolo che afferma la liceità a fare copie per uso
"strettamente personale" su "qualsiasi supporto", purché fatte dalla
stessa persona fisica e senza scopo di lucro (art. 71 sexies, che
integra la legge 633 del 1941), ma non senza assicurare un "equo
compenso" ai legittimi proprietari dei diritti. Come? Istituendo una
tassa sui supporti e sui sistemi di registrazione (art. 39) aumentando
il prezzo di cd vergini, musicassette, registratori e masterizzatori.
A nulla sono valse le obiezioni di chi ha fatto notare che così
facendo chi ha già pagato una volta i diritti lo farebbe ogni volta
che andrebbe ad acquistare un supporto per produrre la sua "copia
legittima". Allo stesso modo sarebbe tassato anche chi farebbe copie
di materiale prive di copyright o di sua stessa produzione. La logica
è che "l'equo compenso" è tale perché in fondo costa di meno di una
seconda copia acquistata e perché statisticamente terrebbe conto delle
copie di materiale coperto da copyright rispetto a quelle senza o di
produzione propria (con quali criteri poi la SIAE, già criticata e
perfino colpita da sentenze sfavorevoli, distribuirà questi soldi ai
legittimi autori non è dato saperlo). Il problema è che si parla di
0,29 Euro in più per ogni CD vergine (con un aumento del 50%) e
addirittura 0,87 Euro per ogni Gigabyte sui DVD vergini, una bella
cifra se si calcola il mercato. Infatti non sono mancate le lamentele
perfino di un produttore come la LG Electronics preoccupate della
penalizzazione, nei fatti, delle copie per "scopi privati" ma anche
delle "disparità di trattamento fra i diversi paesi dell'Unione
Europea" che il governo italiano, anche grazie all'appoggio del
centro-sinistra, ha nei fatti introdotto con questa interpretazione
della direttiva. Infatti l'altro punto delicato erano le "misure
tecnologiche di protezione" (quelle che impediscono, ad esempio, di
copiare un CD, di masterizzare un file MP3, di poter leggere i DVD in
ogni paese, ecc.). Se con l'art. 102-quater vengono addirittura
"tutelate", nell'art. 71-sexies, della 633/41 si riconosce il diritto
dell'utente in possesso legittimo dei diritti a poterne fare delle
copie per uso personale. Come questo diritto sarà effettivamente
concretizzabile, nella formulazione ambigua della legge che poi
nell'art. 171 punisce perfino chi "fabbrica, importa, distribuisce,
pubblicizza per la vendeta o il noleggio, detiene" strumenti che
permettono di aggirare queste misure tecnologiche, si verificherà con
le prime interpretazioni della nuova legge. C'è da sottolineare, però,
che nei fatti si rischia che perfino ogni tipo di ricerca tecnologica,
al di fuori di contesti istituzionali o accademici, in tema di
sicurezza rischia di venire criminalizzata con queste nuove norme. In
sostanza tutte quelle persone che per testare l'affidabilità dei
sistemi "anticopia" proveranno a forzarli o si doteranno di sistemi
per farlo (esattamente come chi produce, ripara o installa lucchetti e
maniglie deve provare a vedere se "reggono" ai tentativi di scasso),
rischiano di finire sanzionati da questa legge. E le pene sono
pesanti: carcere per chi prova a rimuovere le protezioni o vende
materiale copiato illegalmente, e pene dai 154 ai 1032 Euro chi lo
acquista. Allo stesso modo diventa reato scambiare files coperti da
copyright sui sistemi peer-to-peer tipo Napster. Servirà davvero a
sconfiggere la pirateria telematica o rischierà soprattutto di
trattare come criminali qualche milione di utenti in rete?

Links
- Le nebbie dell'EUCD
http://punto-informatico.it/p.asp?i=43913
- Contrappunti/ La parabola del frigorifero
http://punto-informatico.it/p.asp?i=43897
- CD scrivibili più cari dal 29 Aprile
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=2055
- LG Electronics contro l'EUCD all'italiana
http://punto-informatico.it/p.asp?i=43912
- Pirateria: Nuove Norme; Carcere Per Chi Rimuove Protezioni
http://www.studiocelentano.it/newsflash_dett.asp?id=2015
- Copyright: il decreto che piace ai DS
http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/giap5_IVa.html#decreto


NEWS DALL'ASSOCIAZIONE
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Associazione Culturale Telematica
Metro Olografix
http://www.olografix.org
info at olografix.org


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a cura di Loris "snail" D'Emilio
http://www.olografix.org/loris/

Hanno collaborato a questo numero:
Alessio "isazi" Sclocco
http://www.olografix.org/isazi
Nicola "nezmar" D'Agostino
http://www.olografix.org/nezmar
Marco Trotta
matro at bbs.olografix.org





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