Rai Tre:C'era una volta, giovedi 7:Shanghai



Shanghai

Cari amici,
il prossimo giovedi 7 novembre, sempre alle 23,30
C'era una volta vi propone  un documentario realizzato
a Shanghai.

Quella che una volta era la Parigi d'Oriente oggi e'
la città simbolo della modernizzazione cinese. La
Shanghai corrotta, fatale e maledetta adesso e' un
immenso cantiere dove ogni due ore nasce una azienda
nuova, ogni 20 minuti si  costruisce il piano di un
grattacielo. Qui non si smette mai di costruire, i
turni coprono senza soste le 24 ore. E' per questo che
cisono già 1.500  grattacieli che, nel giro di una
quindicina d'anni,diventeranno tre volte  tanto. Un
miracolo edilizio che non ha pari nel mondo.
I 20 milioni di abitanti  di Shanghai, cuore dell'
economia cinese ma anche metropoli internazionale,
hanno  assorbito mode e costumi stranieri:
quelli dei francesi e degli inglesi che  l'hanno
abitata negli anni Venti e delle multinazionali
americane che l'hanno  invasa negli ultimi dieci
anni. Il 61% del denaro che dall'Occidente arriva in
Asia si ferma a Shanghai diventata una sorta di
calamita anche per i finanzieri  di Hong Kong.
Shanghai città del futuro: secondo le ultime stime il
38% dei  laureati cinesi vuole vivere qui. Città dei
giovani che si godono una libertà  che e' impossibile
trovare nel resto del paese.

Città dalle mille contraddizioni: dove vecchio e nuovo
cercano faticosamente  di integrarsi. Dove i giovani
impiegati si vestono all'occidentale con le firme
della moda internazionale e dove le ragazze,appena
arrivate dalle campagne  circostanti, sono costrette a

prostituirsi per trovare un tetto sulla testa  oppure
decidono di vendere il loro corpo semplicemente per il
gusto di regalarsi  un weekend su una Bmw.
 Dove i chirurghi estetici fanno affari d'oro perché
la  gente, donne ma anche uomini, chiedono gli occhi
più rotondi o il naso più alto,all'occidentale. Dove
giovani e meno giovani, finito l'oscurantismo degli
anni  di Mao, riscoprono il loro corpo e i piaceri del
sesso. Città dello sfruttamento, con migliaia di
manovali stipati nelle migliaia di cantieri o
in  immensi quartieri dormitorio. In gran parte
immigrati, gente sfuggita alla fame  delle campagne,
che per 120 dollari al mese lavorano a ritmi
pazzeschi,  praticamente senza sosta, notte e giorno.
O come i
pulivetri,ragazzini di  appena vent'anni appesi tutto
il giorno ad una corda a 200 metri di altezza per
spolverare le vetrate dei grattacieli. Sono loro, la
fascia più debole, a  sopportare i costi gravosi ma
inevitabili della modernizzazione cinese.

Buona visione
Redazione C'era una volta
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