La nonviolenza e' in cammino. 403



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 403 del 2 novembre 2002

Sommario di questo numero:
1. Lidia Menapace, azione nonviolenta e movimento delle donne
2. Francesco Comina, la nonviolenza dall'annuncio alla progettazione
3. Norma Bertullacelli, "l'Italia ripudia la guerra"
4. Patrizia Pasini, Anton De Roeper, a Firenze per la giustizia, la pace,
l'integrita' del creato
5. Enzo Mazzi, programma del seminario su "la nonviolenza come rivoluzione?"
6. Olivia Guaraldo, la memoria del presente
7. I premi di laurea "Aldo Capitini"
8. Indice dei numeri 371-401 (ottobre 2002) de "La nonviolenza e' in
cammino"
9. Riletture: Laura Forti (a cura di), L'altra pazzia
10. Riletture: Paola Malanga, Tutto il cinema di Truffaut
11. Riletture: Massimo Mila, Breve storia della musica
12. Riletture: Anita Seppilli, Poesia e magia
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. LIDIA MENAPACE: AZIONE NONVIOLENTA E MOVIMENTO DELLE DONNE
[Siamo assai grati a Lidia Menapace (per contatti: menapace at tin.it) di
questo intervento; questo foglio ritiene, e lo enuncia dall'inizio della sua
pubblicazione, che le esperienze e le riflessioni del movimento delle donne
sono l'esempio storico piu' ampio e  piu' alto della nonviolenza come prassi
di riconoscimento e di liberazione, in azione, in dialogo e in cammino.
Lidia Menapace - che ti toglie il respiro per lucidita' di analisi,
generosita' nell'agire e magnanimita' sempre - e' una delle persone piu'
belle che conosciamo. Tra i suoi libri cfr. (a cura di), Per un movimento
politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia
Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza
sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara
Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il
papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna,
Milano 2000; Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001]
Nel dibattito in corso ritrovo tutti i punti di riferimento e di analisi che
io pure considero: l'intermittenza del movimento per la pace, il suo
carattere occasionale, il fatto che fosse fondato sulla paura del nucleare e
non si sia poi tenuto al passo con le risposte elaborate dal complesso
militare-industriale-scientifico, trovo tutti i nomi e i riferimenti:
Lilliput, il Movimento nonviolento, il Centro Sereno Regis, la finanza
etica, tutto, tranne il movimento delle donne.
E' culturalmente violento che questo soggetto non sia nominato abitualmente:
cio' obbliga a petulanti continue richieste di citarlo.
Eppure non citare un soggetto e' come ucciderlo, un genocidio simbolico, non
per nulla la Turchia non ammette che i Curdi si chiamino Curdi; non per
nulla lo stato italiano vuole che i sudtirolesi si chiamino altoatesini,
ecc. ecc.
Sono molto colpita da questo andazzo: se noi chiediamo di essere nominate ed
eventualmente coinvolte non farlo e' una forma di emarginazione.
Non capisco perche' nel parlare dei movimenti antagonistici agli attuali
assetti a nessuno vien mai in mente che prima di Seattle c'e' stata a
Pechino la quarta conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla condizione
delle donne sul pianeta e che per la prima volta il movimento ottenne di
essere ascoltato in propriro da stati e governi.
E che voto' - dopo ampio dibattito - sul "programma di aggiustamento
strutturale", in seguiito chiamato globalizzazione, e lo respinse con 51.000
voti contro 3.
E che produsse una analisi economica nella quale giudicava le spese militari
la maggiore causa della poverta' nel mondo "e in cambio non danno nemmeno
sicurezza".
Bisogna sempre ricordare che le donne erano nel 1995 il 70% dei poveri del
mondo e che dopo 5 anni di globalizzazione erano diventate l' 80%.
Non sarebbe piu' utile a tutti avere un piu' vasto arco di informazioni?
E come dobbiamo fare se - messeci nei movimenti misti - non abbiamo ne'
volto ne' nome, e se facciamo le femministe veniamo semplicemente ignorate?
Qualsiasi scienziato arrossirebbe se fosse trovato carente nella
bibliografia e io mi sono stufata di fornire bibliografie sul femminismo:
avevo cominciato con paginoni sul "Manifesto", poi su "Avvenimenti", poi
anche individulmente. Adesso dopo che tutto passa come pioggia su un vetro,
a chi mi domanda se gli do' informazioni rispondo che e' stato esaminato e
rinviato agli esami di riparazione e che tocca a lui informarsi.

2. RIFLESSIONE. FRANCESCO COMINA: LA NONVIOLENZA DALL'ANNUNCIO ALLA
PROGETTAZIONE
[Siamo assai grati a Francesco Comina (per contatti:
f.comina at ilmattinobz.it) per averci messo a disposizione questo suo articolo
apparso ieri su "Il mattino di Bolzano". Francesco Comina e' giornalista e
saggista, impegnato nel movimento di Pax Christi; nato a Bolzano nel 1967,
laureatosi con una tesi su Raimundo Panikkar, collabora a varie testate.
Opere di Francesco Comina: Non giuro a Hitler, Edizioni San Paolo, Cinisello
Balsamo (Mi) 2000. Ha partecipato alla redazione del libro di AA. VV., Le
periferie della memoria, e ad AA. VV., Giubileo purificato]
"La verita' va ripetuta fin quando ci sono uomini che la disconoscono"
(Mahatma Gandhi).
Nel 1955 il grande filosofo francese, Paul Ricoeur, si chiedeva - in un
libriccino dal titolo La questione del potere (Giunti) - qual era il senso
dell'essere umano nonviolento nella storia post-bellica.
Oggi, nel decennio dedicato dall'Onu all'etica e alla cultura della pace, il
discepolo di Gandhi si chiede se non sia il caso di fare harakiri e
decretare il fallimento dell'azione nonviolenta e dell'humus culturale che
vi fa da sfondo. Se lo chiede sconvolto davanti al terrore di Manhattan e
alle rovine della deflagrazione totale delle twin towers; se lo chiede nel
rimbombo delle parole di guerra che rimbalzano da Washington a Londra e da
Londra a Roma e da qui a Mosca, dove l'ultimo attentato terroristico
potenzia il mito della guerra preventiva e infinita con cui dovremo
convivere per decenni e, forse, per l'intero arco della nostra vita; se lo
chiede nel cratere delle bombe in Afghanistan, a Bali, nelle case abbattute
a Ramallah o nel fuoco degli attentati a Gerusalemme. Se lo chiede sui corpi
degli uccisi dalla follia omicida nel Maryland e sulle notizie quotidiane
delle violenze urbane, degli stupri, delle coltellate, dei massacri.
L'essere umano nonviolento si chiede, insomma, se tutto cio' abbia un senso
etico e politico e se l'architettura della morte che ci schiaccia non sia
che la prova definitiva e teoretica della tesi hobbesiane e della sua
filosofia della giungla e del suo "homo homini lupus".
Paul Ricoeur metteva a confronto due etiche possibili, quella dello
"sconforto" e quella della "responsabilita'".
La prima risponde al monito della guerra per cui l'obbedienza individuale
alla legge del mitragliatore altro non e' che una consacrazione della colpa
dello stato ad assalire l'altro stato, l'altro popolo, lo straniero.
La seconda, invece, e' l'affermazione della salvaguardia dell'umanita' che
pone gli esseri al di sopra di tutto per cui nulla giustifica la negazione
dell'altro: "La violenza - spiega Ricoeur - e' la morte dell'altro, la
nonviolenza e' la cattiva coscienza della violenza perche' ne esce fuori e
condanna la storia nel suo dispiegarsi di morte".
In questo cammino dalla violenza alla nonviolenza si situa - per il filosofo
francese - il passaggio dalla preistoria alla civilta', dal potere alla
non-potenza, fine ultimo e punto di arrivo della cultura umana.
Eppure, anche se tutto intorno sembra condannare l'azione nonviolenta, anche
se le nostre cronache sembrano una esplosione continua di spietatezza (non
solo bellicosa, ma anche relazionale, carnale, individuale, giocosa...),
l'essere umano nonviolento cessa di essere tale se preferisce uscire e
guardare dall'alto le conseguenze nefaste della storia. Solo mettendo le
braccia nel cratere ardente delle contraddizioni del potere, si ha la misura
dell'azione nonviolenta. "Solo facendo i conti con la storia disumana del
conflitto e delle sopraffazioni dell'ordine - e' ancora Ricoeur che parla -
trova senso la presenza dell'uomo nonviolento nel mondo".
Il Mahatma Gandhi era radicale al proposito. La sua convinzione era che
fosse addirittura possibile disarmare Hitler attraverso una strategia della
nonviolenza che avesse come presupposto generalizzato la noncollaborazione
al male. Se tutti fossero disposti a morire, piuttosto che aderire al
nazismo - scriveva nelle sue riflessioni del 1940 - Hitler non avrebbe
futuro.
E sulla stessa linea l'attore e regista di origine ebraica Moni Ovadia mi ha
espresso, nei giorni scorsi, le sue convinzioni circa la possibilita' di
fermare fin da subito Hitler se "la borghesia occidentale e la chiesa si
fossero rifiutate di servire e foraggiare il nazismo".
Nel momento in cui la prova di forza della guerra e della tecnologia al
servizio della carneficina mostrava il livello piu' spaventoso di
incarnazione del male (la bomba atomica sganciata su Hiroshima e Nagasaki),
Gandhi interpretava l'evento come atto dimostrativo dellíassoluta attualita'
del satyagraha ("forza della verita'"): "Oggi solo la nonviolenza ha senso
(...). Davanti alla bomba atomica, la forza della verita' ha una potenza
immensa perche' mentre la prima, in quanto energia materiale, e' finita, la
seconda, in quanto energia spirituale, e' infinita ed e' immensamente piu'
potente di qualsiasi bomba che verra' inventata nell'immediato o nel
futuro".
L'essere umano nonviolento, dunque, non solo ha senso oggi, ma il suo senso
diventa progressivamente determinante in rapporto all'escalation della
provocazione violenta e bellicosa della storia.
Il satyagraha gandhiano o il Discorso della montagna cristiano devono
commisurarsi sulle lunghezze, le larghezze e le profondita' della violenza
strutturale della nostra societa', altrimenti si rischia di dare allo
spirito attivo della resistenza una pura e semplice dimensione poetica (o
profetica).
Ecco perche' e' importante che la rete della nonviolenza riprenda a mettere
a soqquadro la visione imperialistica del potere come esercizio della forza
infinita e sregolata. Ma per essere credibile l'essere umano nonviolento
deve passare dalla mobilitazione sentimentale dell'obiezione di coscienza,
dall'annuncio di "un mondo migliore e' possibile" alla progettazione di una
politica in cui all'ordine armato si sostituisca un ordine disarmante.
Gandhi era stato in grado di fare quello che lui stesso definiva un processo
"antico come le colline", un processo che fino ad oggi rimane uno dei pochi
esperimenti davvero riusciti (e forse non del tutto) di un'azione
nonviolenta conforme al senso storico dell'uomo emerso dalla preistoria
culturale per andare verso la maturita' civile ed etica dell'esistere.

3. RIFLESSIONE. NORMA BERTULLACELLI: "L'ITALIA RIPUDIA LA GUERRA"
[Norma Bertullacelli (per contatti: norma.b at libero.it), insegnante,
collaboratrice di questo foglio, e' impegnata a Genova nella "rete controg8
per la globalizzazione dei diritti" che tutti i mercoledi' realizza
l'iniziativa dell'"ora di silenzio per la pace" sui gradini del palazzo
ducale]
Le guerre non servono ne' a prevenire, ne' a debellare il terrorismo
internazionale: se non fosse bastata la constatazione che un anno di guerra
non e' servito a catturare Bin Laden, i morti di Bali e di Mosca ce lo
confermerebbero tragicamente.
L'Italia ripudia la guerra, recita l'articolo 11 della Costituzione; e non
serve arrampicarsi sugli specchi per dimostrare che quelle parole
significano qualcos'altro.
Il nostro paese sta partecipando quindi ad una guerra inutile, perche' non
ha ottenuto nessuno degli scopi ufficiali per cui era stata intrapresa,
criminale perche' ha moltiplicato le vittime innocenti (cinicamente si
potrebbe dire che ha "pareggiato il conto" con le vittime delle due torri,
ma questa si chiama vendetta), ed illegale perche' vietata dalla legge
fondante del nostro paese.

4. INCONTRI. PATRIZIA PASINI, ANTON DE ROEPER: A FIRENZE PER LA GIUSTIZIA,
LA PACE, L'INTEGRITA' DEL CREATO
[Ringraziamo suor Patrizia Pasini (per contatti: delc.mc at pcn.net) per averci
trasmesso questo invito. Sia Patrizia, che e' una cara amica, che fr. Anton
De Roeper, hanno abbracciato la vita religiosa, e sono impegnati per la pace
e la nonviolenza, possano tutte e tutti essere come loro costruttrici e
costruttori di pace]
Pochi giorni ci separano  dall'inizio del Social Forum di Firenze, la Porto
Alegre  europea, grande laboratorio dove  riflettere, confrontarci, fare
proposte, su come cambiare, trasformare questa globalizzazione del profitto
e dello sfruttamento in una globalizzazione della giustizia e della
solidarieta'.
Per questo noi religiosi e religiose promotori di giustizia, pace e
integrita' del creato ci siamo sentiti interpellati a partecipare al Forum
per dare il nostro contributo.
Ci auguriamo che molti religiosi e religiose  e amici  laici accolgano
questo invito a venire e partecipare.
Appena entrati nella Fortezza da Basso, a sinistra troverete la sala che
abbiamo trasformato in uno spazio di silenzio, solidarieta' e  riflessione.
sr. Patrizia Pasini, br. Anton de Roeper

5. INCONTRI. ENZO MAZZI: PROGRAMMA DEL SEMINARIO SU "LA NONVIOLENZA COME
RIVOLUZIONE?"
[Da Enzo Mazzi (per contatti emazzi at videosoft.it) riceviamo e diffondiamo il
programma definitivo del seminario sulla nonviolenza che si svolgera' a
Firenze l'8 novembre. Enzo Mazzi, sacerdote, e' impegnato nell'esperienza
della comunita' dell'Isolotto a Firenze. Tra le opere di Enzo Mazzi e della
Comunita' dell'Isolotto segnaliamo almeno Isolotto 1954/1969, Laterza, Bari
1969; Ernesto Balducci e il dissenso creativo, Manifestolibri, Roma 2002]
In occasione del Forum sociale europeo (Firenze 6-10 novembre 2002),
venerdi' 8 novembre, alle ore 14,30, alla Fortezza da basso, si terra' il
seminario su "La nonviolenza come rivoluzione? Alle radici della violenza e
della guerra nelle sistemazioni religiose e culturali, in particolare in
quelle che connotano l'identita' europea".
Si sta diffondendo la convinzione che la nonviolenza non e' piu' solo utopia
da profeti e sognatori, nobile ma irrazionale idealita', come finora e'
stata considerata. La nonviolenza sta soppiantando il suo opposto, cioe' la
violenza, come nuovo fondamento della razionalita'. La lotta per la
sopravvivenza della specie ha inventato l'antagonismo e la guerra e le ha
dato i connotati della razionalita', informando di violenza tutti gli
aspetti della civilta': economia, culture, diritto, religioni, relazioni
interpersonali e di genere. Oggi, di fronte al baratro della mostruosita'
distruttiva degli arsenali bellici e di fronte alla percezione nuova che ha
l'umanita' di essere un'unica famiglia in una minuscola fragile casa, la
stessa lotta per la sopravvivenza sta scoprendo la nonviolenza come unica
riserva di vita. E' un vero processo rivoluzionario lento e sotterraneo che
a noi vedenti/ciechi e' appena percepibile per segni. Ed e' una rivoluzione
globale, che cioe' investe tutti i campi del convivere. Investe in
particolare le religioni e i grandi sistemi ideologici. Occorre aprire gli
occhi, andare oltre il pacifismo settoriale che condanna la guerra e le sue
cause politiche/economiche, ma e' timido di fronte alle cause profonde. E'
urgente analizzare le radici della violenza ovunque esse si annidino, in
modo da partecipare piu' consapevolmente ed efficacemente alla scommessa
della nonviolenza come processo rivoluzionario globale e non solo come
istanza moralistica. Riteniamo che sia questo il modo piu' autentico per
recuperare in positivo, nell'orizzonte nuovo della nonviolenza, i valori
della liberazione nelle esperienze perennemente generative delle religioni e
culture e in particolare del cristianesimo e del marxismo.
Introduce e presiede:
- François Houtard, del Forum mondiale delle Alternative.
Intervengono:
- Enzo Mazzi (della Comunita' dell'Isolotto): Esistono radici della violenza
nelle religioni monoteiste e piu' in particolare nel cristianesimo?
- Daniela Di Carlo (teologa, del Centro ecumenico valdese Agape): Le radici
della violenza e della guerra nella cultura patriarcale.
- Giulio Girardi (teologo della liberazione, Forum mondiale delle
alternative): La funzione della violenza nei grandi sistemi ideologici:
liberale/capitalista e marxista/comunista.
Promotori: Comunita' cristiane di base, Pax Christi, Associazione culturale
Punto Rosso - Forum mondiale delle alternative, ARCI, Centro ecumenico Agape
(valdesi), Noi siamo Chiesa, Cgil Lavoro Societa' Cambiare Rotta, Beati i
costruttori di pace, Rete di Lilliput.

6. INCONTRI. OLIVIA GUARALDO: LA MEMORIA DEL PRESENTE
[Il seguente articolo abbiamo ripreso dal quotidiano "Il manifesto" del 31
ottobre 2002. Olivia Guaraldo fa parte del Collettivo Priscilla]
"Il femminismo e' morto, viva il femminismo?" Con questa frase
provocatoria - circa un anno fa - le donne dell'associazione Il Filo di
Arianna di Verona aprivano i lavori di un seminario dal titolo "Femminismo
punto e a capo". Fu quella la prima occasione importante di un bilancio su
trent'anni di femminismo in Italia. La Libera Universita' delle Donne di
Milano aveva gia' fatto partire la riflessione su "L'eredita' del femminismo
per una lettura del presente" nella stagione 2000-2001.
Questi interrogativi hanno trovato ulteriore sviluppo e approfondimento
sabato scorso, a Roma, presso la Casa Internazionale delle Donne. Il
seminario dal titolo "Le teorie e le pratiche del femminismo di fronte agli
interrogativi del presente" ha visto una foltissima partecipazione, segno
che piu' che di un'eredita' morta si tratta in realta', e ancora, di
lettera, o carne - per citare un termine caro a Manuela Fraire - viva e
parlante.
L'idea di una rilettura delle pratiche e delle teorie del femminismo,
nonche' di una possibile ripresa di esse da parte di donne delle nuove
generazioni, non e' cosa recentissima, ma da tempo ormai circola nella
vivacissima - seppure frammentata - realta' delle associazioni e dei gruppi
femministi sparsi sul territorio nazionale. La contaminazione generazionale
e un rinnovato desiderio di politica che non dimentica il passato ma si apre
al futuro erano palpabili, nella sovraffollata sala in via della Lungara 19.
Molte le relatrici della giornata, aperta da una toccante e provocatoria
introduzione di Edda Billi: Maria Luisa Boccia, Marina Zancan, Manuela
Fraire, Gabriella Frabotta, Paola Masi, Francesca Pozzi, il Collettivo
Priscilla, Marina Pivetta, Lea Melandri, Paola Melchiori, Maria Schiavo,
Pina Nuzzo, Barbara Romagnoli, Sara Fichera.
I densissimi interventi iniziali di Maria Luisa Boccia e Manuela Fraire
hanno messo a fuoco - anche a partire dalla ripubblicazione del Lessico
Politico delle donne. Teorie del femminismo, Fondazione Badaracco -
FrancoAngeli - alcuni snodi teorici vitali per il femminismo a partire dagli
anni `70 e ancora oggi sorprendentemente vibranti. Differenza sessuale,
formazione/sapere femminista, produzione di soggettivita' politica,
autocoscienza: ciascuna di queste tematiche si ridefinisce a partire da un
mai interrotto impegno politico delle donne nei confronti del presente. Un
presente che se si delinea in un orizzonte cupo di guerra diffusa, muove
altresi' nuove partecipazioni politiche, altrettanto diffuse. Ma se il
presente e' ricco di contestazione, se le nuove generazioni di uomini e
donne sentono e praticano l'urgenza della politica, pare anche che in questo
"nuovo" della politica la differenza - e la presenza - femminile fatichi ad
apparire, sia poco riconosciuta, come ha giustamente notato Paola Melchiori.
Non si tratta della rivendicazione di una maternita' o di una matrice
femminista, ma semplicemente del riconoscimento di essa, affinche' possa
mostrare quanto - ed e' molto - ha ancora da dire.
Il problema di una rilettura del femminismo presuppone da una parte che esso
si sia trasformato in "testo", che sia stato "messo in forma" - come ha
notato Maria Luisa Boccia -, dall'altra che il testo e' solo una delle vie
con cui il femminismo arriva a noi. Si tratta di un sapere che non si
apprende dai libri - o non solo - ma che piu' che conoscenza e' formazione,
e come tale dipende strettamente dalle pratiche.
Questa, a detta anche delle donne piu' giovani, e' la grande occasione che
viene offerta dal femminismo: una trasmissione non solo di contenuti ma
soprattutto di pratiche, di modalita' non omologanti dello stare insieme. Da
qui l'importanza - sottolineata dalle ragazze del collettivo Priscilla (di
cui fa parte chi scrive) - del partire da se' e delle relazioni fra donne.
"Personale e' politico" dicevano le femministe negli anni settanta, e lo
dicono ancora oggi le ragazze che di quella esperienza hanno solo letto o
sentito i racconti: segno che forse la frase e' molto piu' di uno slogan.
Segno che forse l'esigenza di guardare al mondo a partire da un radicamento
nelle relazioni con altre donne, a partire da un pensiero che, come ha
notato Manuela Fraire, si forma nella relazione, come formazione costante
che mette in gioco mente e corpo, e' sentita anche dalle piu' giovani.
Il lavoro di archivio che la Fondazione Badaracco - sotto la guida sapiente
di Lea Melandri - sta svolgendo sui testi del femminismo degli anni `70, ha
dato occasione a donne piu' giovani di incrociare non solo gli scritti di
donne di una generazione precedente ma le donne stesse. Alla loro parola
viva, al racconto critico e avvincente di quegli anni, le ragazze rispondono
ascoltando ma anche proponendo a loro volta un nuovo desiderio di mettersi
in gioco, in prima persona. Ne e' un esempio il gruppo Sconvegno di Milano -
gia' promotore di un primo incontro fra giovani femministe svoltosi appunto
a Milano nel maggio di quest'anno.
Il femminismo che le "madri" sembrano trasmettere alle loro figlie si
concretizza soprattutto nel fornire la possibilita' alle giovani donne di
mettere in parole un loro desiderio di politica, che forse non aveva avuto
modo di trovare voce in altri luoghi della contestazione. Sulla scelta delle
parole da usare c'e' forse un po' di attrito, tra vecchie e nuove
generazioni, ma questo del resto e' il prezzo che ogni nuova generazione
deve pagare, se vuole fare la propria rivoluzione.
D'altra parte la ricchezza delle pratiche del femminismo - che il collettivo
Priscilla ha definito democratiche per la loro valenza partecipatoria piu'
che per quella egualitaria - sta proprio nella loro apertura, nel loro
consegnarsi a chi viene dopo senza pretesa di essere tramandate secondo
ortodossia; e qui torna il concetto di formazione opposto a quello di sapere
evocato piu' volte nel corso della giornata. Si tratta di pratiche -
l'autocoscienza fra tutte - abituate a relazionarsi con la diversita',
familiari con quel silenzio che solo riesce a far parlare la diversita'
(Paola Melchiori) senza pretendere di normalizzarla.
Lo scacco maggiore che, seppure con diverse tonalita', le diverse
generazioni di donne sentono, e' quello di non essere in grado di
testimoniare meglio il desiderio e la volonta' di azione politica. "Come
incidere?" si chiede Maria Luisa Boccia. Come sciogliere, ad esempio, il
nodo della partecipazione femminile ai social forum - che non deve limitarsi
ad una semplice questione di "quote" o di turno di presidenza di genere,
nota Paola Melchiori - riuscendo a fare entrare non solo la presenza fisica
delle donne, ma anche la loro ricchezza simbolica? Come superare l'impasse -
gia' avvertito da molte fino dalla guerra in Kosovo - dell'impotenza?
Gli interrogativi in parte hanno trovato risposta nel fatto che
irrinunciabile rimane l'esperienza dei piccoli gruppi, come luoghi di
provenienza indispensabili per la formazione e la autorizzazione reciproca
delle donne. Luoghi di un radicamento che non implica ne' un settarismo ne'
una appartenenza rigida. Sarebbe auspicabile forse collegare queste
esperienze con i nessi globali che inevitabilmente ci riguardano (e' stato
anche acutamente proposto da una donna del gruppo Balena di collegare il
partire da se' con la geopolitica). In parte pero' questi interrogativi
rimangono aperti, forse sono ferite che difficilmente si rimargineranno, ma
che pare siano stati consegnati, sotto forma di un invisibile testimone,
alle figlie.

7. INIZIATIVE. I PREMI DI LAUREA "ALDO CAPITINI"
[Dall'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini (per contatti:
capitini at tiscalinet.it) riceviamo e diffondiamo]
Venerdi' 15 novembre alle ore 10 nella Sala del Consiglio Provinciale di
Perugia in piazza Italia 1, saranno premiati i vincitori del Concorso
biennale indetto dalla Associazione Nazionale Amici di Aldo Capitini e dalla
Provincia di Perugia per le migliori tesi di laurea sulla figura e sul
pensiero di Aldo Capitini discusse negli anni accademici 1999-2000 e
2000-2001.
Riprende una iniziativa gia' realizzata negli anni 1988-1991, che aveva
avuto grande successo tra i giovani studiosi e aveva riportato nelle nostre
Universita' la riflessione sul contributo di una delle piu' significative
personalita' italiane di sempre nei campi della ricerca religiosa, sociale,
politica e pedagogica.
Interverranno i rappresentanti della Provincia di Perugia, che ha finanziato
la ripresa dei Premi, il presidente dell'Associazione, Luciano Capitini,
Lanfranco Mencaroni che leggera' il verbale della commissione giudicatrice,
la professoressa Ornella Faracovi Pompeo che chiudera' la cerimonia con una
riflessione su quanto ci puo' dare oggi Capitini.
La commissione giudicatrice del premio, composta da Antonino Drago, Ornella
Faracovi, Mario Martini, Pietro Polito e Nanni Salio, riunitasi a Firenze il
6 ottobre scorso, ha deciso di assegnare tre premi ex aequo ai giovani
laureati:
- Federica Curzi, di Jesi, per la tesi "La compresenza originaria. Amore e
verita' nella filosofia di Aldo Capitini";
- Sandro Mazzi, di Arezzo, per "Il rapporto tra Danilo Dolci e Aldo
Capitini: analogie e differenze nel pensiero e nell'impegno etico";
- Andrea Tortoreto, di Terni, per "L'itinerario alla nonviolenza nel
pensiero di Aldo Capitini e la fondazione di una societa' aperta".

8. INDICE DEI NUMERI 371-401 (OTTOBRE 2002) DE "LA NONVIOLENZA E' IN
CAMMINO"
* Numero 371 del I ottobre 2002: 1. Una lettera aperta al Presidente della
Repubblica; 2. Rete Lilliput: una proposta di Alex Zanotelli; 3. Giobbe
Santabarbara: otto cose da fare contro la guerra, che puo' essere impedita;
4. Renato Solmi, la violenza del monopolio televisivo; 5. Giulio
Vittorangeli: Palestina, il diritto a vivere; 6. Maria Antonietta Saracino
intervista Amelia Boynton Robinson; 7. Riletture: Rosanna Benzi, il mestiere
di vivere; 8. Riletture: Laura Boella, Hannah Arendt; 9. Riletture: Adrienne
Rich, Esplorando il relitto; 10. Indice dei numeri 353-370 (settembre 2002)
de "La nonviolenza e' in cammino"; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento;
12. Per saperne di piu'.
* Numero 372 del 2 ottobre 2002: 1. Una piccola proposta; 2. Giobbe
Santabarbara, un errore in cui non perseverare; 3. Enrico Peyretti, la
ragione delle ragioni contro la guerra; 4. Vandana Shiva, se invece; 5.
Augusto Cavadi, quando le religioni non sono causa di conflitto; 6. Un ponte
per...: campagna contro l'embargo e la guerra all'Iraq; 7. Campagna
Sbilanciamoci: una finanziaria che colpisce i diritti; 8. Pino Ferraris
recensisce "Le ambiguita' degli aiuti umanitari" di Giulio Marcon; 9. Maria
Luigia Casieri, un libro dalla parte dei bambini; 10. Riletture: Lidia
Menapace, Economia politica della differenza sessuale; 11. Riletture:
Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt; 12. Riletture: Adriana Zarri, Il
figlio perduto; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di
piu'.
* Numero 373 del 3 ottobre 2002: 1. La guerra puo' essere impedita; 2. Una
lettera a Bush di familiari delle vittime dell'11 settembre; 3. Enrico
Peyretti: il pacifismo non basta, occorre la nonviolenza; 4. Giuliana
Sgrena, gli alpini nel covo dei taleban; 5. Marinella Correggia, che fine ha
fatto Mordechai Vanunu? 6. Pax Christi, seminario sul tema "Difendere lo
stato di diritto"; 7. "Azione nonviolenta" di ottobre; 8. Un estratto da
"Chiama l'Africa news"; 9. Tommaso Di Francesco, il disarmante dossier di
Scott Ritter; 10. Riletture: Britta Benke, Georgia O'Keeffe; 11. Riletture:
Renate Siebert, Le donne, la mafia; 12. Riletture: Dorothee Soelle, Fantasia
e obbedienza; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di
piu'.
* Numero 374 del 4 ottobre 2002: 1. Peppe Sini, perche' non scorra il sangue
per le vie di Firenze; 2. Mao Valpiana: Francesco, il lupo di Bagdad e la
guerra; 3. Jean Marie Muller, momenti e metodi dell'azione nonviolenta
(parte prima); 4. Ordine del giorno del Consiglio Comunale di Fano contro la
guerra; 5. Vincenzo Orsomarso: i movimenti, la sinistra e il programma; 6.
Simone de Beauvoir, il governo ha risposto; 7. Riletture: Joan Baez, Ballate
e folksong; 8. Riletture: Silvia Ballestra, Joyce L.; 9. Riletture: Edgarda
Ferri, Il perdono e la memoria; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento;
11. Per saperne di piu'.
* Numero 375 del 5 ottobre 2002: 1. Clara Levi Coen, nella verita' e nella
giustizia; 2. Pax Christi, non una vittoria che divide ma una pace che
affratella; 3. Enrico Peyretti, un delitto internazionale; 4. Salvatore
Baiocchi: a Firenze prevalga l'unica forza che l'uomo deve coltivare e
usare, quella della ragione; 5. Peppe Sini: verantwortung e satyagraha, o
della gratitudine; 6. Jean Marie Muller, momenti e metodi dell'azione
nonviolenta (parte seconda); 7. A Pinerolo un corso sulla trasformazione
nonviolenta dei conflitti; 8. Riletture: Rosalba Cannavo', Pippo Fava.
Cronaca di un uomo libero; 9. Riletture: Marianne Mahn-Lot, Bartolomeo de
Las Casas e i diritti degli indiani; 10. Riletture: Nadia Neri, Un'estrema
compassione; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di
piu'.
* Numero 376 del 6 ottobre 2002: 1. Benito D'Ippolito, agli amici suoi di
Bolzano; 2. Enrico Peyretti: la vittoria divide, la pace unisce; 3. Vandana
Shiva, le societa' realmente sottosviluppate; 4. Una missione musicale di
pace a Baghdad; 5. Un appello del Centro di educazione alla mondialita'; 6.
Marco Fazzini intervista Wole Soyinka; 7. Riletture: Eva Cantarella,
L'ambiguo malanno; 8. Riletture: Angela Davis, Autobiografia di una
rivoluzionaria; 9. Riletture: Itala Vivan, Interpreti rituali; 10. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'.
* Numero 377 del 7 ottobre 2002: 1. Una lettera di Gino Strada; 2. Enrico
Peyretti, Bush e Saddam uniti da Hitler; 3. Elettra Deiana, intervento del 3
ottobre alla Camera dei Deputati; 4. La newsletter del "Centro studi difesa
civile"; 5. Jean Marie Muller, momenti e metodi dell'azione nonviolenta
(parte terza e conclusiva); 6. Davide Melodia, Resistenza e memoria storica;
7. Breve notizia sull'opera saggistica di George Steiner; 8. Riletture:
Laura Conti, Che cos'e' l'ecologia; 9. Riletture: Giuliana Martirani,
Facciamo politica; 10. Riletture: Molyda Szymusiak, Il racconto di Peuw
bambina cambogiana; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per
saperne di piu'.
* Numero 378 dell'8 ottobre 2002: 1. Pierangelo Bertoli, eppure soffia; 2.
Un rapporto di Amnesty International sull'uccisione dei bambini nel
conflitto israelo-palestinese; 3. Pietro Ingrao, queste guerre; 4. Pax
Christi, il terrorismo non si vince con la guerra; 5. Benito D'Ippolito, del
nuovo mondo l'imperatore (un falso sonetto); 6. Mozione dei gruppi
parlamentari del centrosinistra contro la guerra in Iraq; 7. Un appello
urgente contro i mercanti di morte; 8. Aggiornamento del sito nonviolento
"COS in rete"; 9. Un incontro con Gerardo in Guatemala in agosto; 10.
Benedetta Frare, i produttori del commercio equo in Italia; 11. Joan
Robinson, le tigri al volante; 12. Breve notizia biografica su Giuliano
Pontara; 13. Riletture: Theodor Ebert, La difesa popolare nonviolenta; 14.
Riletture: Lanza del Vasto, Vinoba o il nuovo pellegrinaggio; 15. Riletture:
Ida Magli, Teresa di Lisieux; 16. Riletture: Elsa Morante, Il mondo salvato
dai ragazzini; 17. Riletture: Claudio Napoleoni, Cercate ancora; 18.
Riletture: Marthe Robert, Da Edipo a Mose'; 19. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 20. Per saperne di piu'.
* Numero 379 del 9 ottobre 2002: 1. Alex Zanotelli, noi possiamo la pace; 2.
Operazione Colomba, testimonianza da Khan Younis; 3. In linea il nuovo
portale del risparmio solidale; 4. Per un 29 novembre di pace e dialogo; 5.
Giuliana Sgrena: Kabul, una citta' di sfollati; 6. Giulio Vittorangeli,
c'era una volta; 7. Norma Bertullacelli, la nonviolenza esige il massimo di
coerenza tra mezzi e fini; 8. Gianni Mina', le guerre nascoste
dall'informazione; 9. Maria Teresa Gavazza, memorie con-divise. Dalle storie
alla storia; 10. Tiziana Valpiana, una interrogazione al ministro della
Difesa; 11. Il premio "Alexander Langer" a Esperanza Martinez; 12.
Riletture: Emilio Butturini, La pace giusta; 13. Riletture: Josyane
Savigneau, Marguerite Yourcenar; 14. Riletture: Claudio Tugnoli (a cura di),
Maestri e scolari di nonviolenza; 15. Riletture: Lori Wallach, Michelle
Sforza, WTO; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di
piu'.
* Numero 380 del 10 ottobre 2002: 1. Enzo Mazzi, Firenze ripudia la guerra;
2. Il 10 ottobre davanti al Senato contro il commercio di armi; 3. Rossana
Rossanda, lo stato delle cose; 4. Augusto Cavadi, la teologia di Bernardo
Provenzano; 5. Peppe Sini e Tomas Stockmann, sulla sciagurata persistenza di
alcuni tratti di pregiudizio antiebraico che purtroppo si presentano anche
nella sinistra italiana; 6. Paul Oriol, petizione per la cittadinanza
europea di residenza; 7. Una bibliografia delle opere di Giuliano Pontara;
8. Letture: Mohsen Makhmalbaf, In Afghanistan; 9. Riletture: Benedetto
Croce, Teoria e storia della storiografia; 10. Riletture: Nadine Gordimer,
Vivere nell'interregno; 11. Riletture: Susan Sontag, Contro
l'interpretazione; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne
di piu'.
* Numero 381 dell'11 ottobre 2002: 1. Aldo Capitini, nell'insieme delle cose
umane attuali; 2. Giobbe Santabarbara, opporci alla guerra; 3. Vincenzo
Orsomarso, globalizzazione e globalizzazione dal basso; 4. Filomena Perna
intervista Pietro Pinna; 5. Programma del seminario sulla nonviolenza al
Forum sociale europeo di Firenze; 6. Claudia Fanti, resoconto del seminario
della Rete di Lilliput sulla nonviolenza; 7. Letture: "Micromega", Non
perdiamoci di vista! 8. Riletture: Gerard Houver, Jean e Hildegard Goss. La
nonviolenza e' la vita; 9. Riletture: Joan Robinson, Liberta' e necessita';
10. Riletture: Tzvetan Todorov, Noi e gli altri; 11. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'.
* Numero 382 del 12 ottobre 2002: 0. Una comunicazione di servizio:
aggiornate gli antivirus; 1. Giobbe Santabarbara, sei pensieri piu' uno; 2.
Enrico Peyretti, una storia per la pace; 3. Umberto Santino, il girotondo
dei mafiosi; 4. Riccardo Orioles, lo sceicco bianco; 5. Elise Freinet, mezzi
di superamento; 6. Francesca Mineo intervista Youssou N'Dour; 7. Letture: "I
quaderni speciali di Limes", Aspettando Saddam; 8. Riletture: Claudio
Napoleoni, Dalla scienza all'utopia; 9. Riletture: Andrej Sinjavskij, Ivan
lo Scemo; 10. Riletture: Luciana Stegagno Picchio, La letteratura
brasiliana; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di
piu'.
* Numero 383 del 13 ottobre 2002: 0. Una comunicazione di servizio: repetita
iuvant; 1. Quel che non basta; 2. Tavola della pace e Rete Lilliput: a
Firenze un messaggio di nonviolenza e di giustizia; 3. Coordinamento
fiorentino della campagna banche armate: la scelta del dialogo e della
nonviolenza; 4. "The Nation", lettera aperta ai membri del Congresso; 5.
Renato Solmi, riflessioni di un insegnante; 6. Umberto Santino, mafia e
antimafia nell'era Berlusconi; 7. Angela Ales Bello: la chiarificazione
della solidarieta'; 8. Riletture: Paola Cavalieri, La questione animale; 9.
Riletture: Bernhard Haering, Nuove armi per la pace; 10. Riletture: Agnes
Heller, Teoria dei sentimenti; 11. Riletture: Muhammad Yunus, Il banchiere
dei poveri; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di
piu'.
* Numero 384 del 14 ottobre 2002: 1. Contro la guerra e contro la
rassegnazione; 2. Elsa Morante, sulla soglia deserta; 3. Il piano di
formazione 2002-2003 degli obiettori di coscienza della Caritas di Viterbo;
4. Giulio Einaudi ricorda Ernesto De Martino; 5. Roberta Ascarelli ricorda
Zvi Kolitz; 6. Antonio Gnoli recensisce le memorie di Cesare Cases; 7.
Corrado Stajano recensisce le memorie di Cesare Cases; 8. Benedetto Vecchi
intervista Zygmunt Bauman; 9. Riletture: Federico Caffe', La solitudine del
riformista; 10. Riletture: Caterina Fischetti, Innocenza violata; 11.
Riletture: Simona Forti, Il totalitarismo; 12. Riletture: Gadi Luzzatto
Voghera, L'antisemitismo; 13. Severino Vardacampi, del piacere della
lettura; 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per saperne di piu'.
* Numero 385 del 15 ottobre 2002: 1. Aldo Capitini, piu' forti della bomba
atomica; 2. Dorothee Soelle, il senso della vita di Marilyn Monroe; 3.
Martin Luther King, pellegrinaggio alla nonviolenza; 4. Franco Fortini,
marxismo; 5. Peppe Sini, cinque note per Franco Fortini; 6. Riletture: Laura
Boella, Cuori pensanti; 7. Riletture: Laura Boella, Le imperdonabili; 8.
Riletture: Gustavo Gutierrez, Teologia della liberazione; 9.
Riletture:Laurana Lajolo, Gramsci un uomo sconfitto; 10. Riletture: Juergen
Moltmann, Teologia della speranza; 11. Riletture: Paul Ricoeur, La critica e
la convinzione; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di
piu'.
* Numero 386 del 16 ottobre 2002: 1. Campagna di obiezione/opzione di
coscienza; 2. Riccardo Orioles, ritagli; 3. Antonio Vigilante, forme della
violenza e della nonviolenza; 4. Pasquale Pugliese, una riflessione tra
lillipuziani; 5. Giulio Vittorangeli, un anniversario; 6. Sofia Vanni
Rovighi, andare a vedere; 7. Christa Wolf, e conclude; 8. Primo Levi, la
vergogna dei giusti; 9. Aleksandr Solzenicyn, fuori la gente correva; 10.
Riletture: Angela Borghesi, La lotta con l'angelo; 11. Riletture: Neera
Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo; 12.
Riletture: Ruth First, Alle radici dell'apartheid; 13. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 387 del 17 ottobre 2002: 1. In una riga e mezza. E una glossa e un
ottonario; 2. Un'ora di silenzio per la pace; 3. Convenzione permanente di
Donne contro le guerre: programma di partecipazione al Forum Sociale Europeo
di Firenze; 4. Alberto L'Abate, dalla prassi alla teoria e dalla teoria alla
prassi. Esperienze di vita, di ricerca e di formazione alla nonviolenza; 5.
Lidia Menapace, una piazza a Bolzano; 6. Lavinia Mazzucchetti: con
l'evidenza del vero, del bello e del buono; 7. Burbanzio Mascaroni, Dante e
Catullo al centro sociale; 8. Riletture: Enza Biagini, Simone de Beauvoir;
9. Riletture: Alessandra Calzi, L'interculturalita' nella scuola elementare;
10. Riletture: Mariantonietta Di Capita, L'interculturalita' nella scuola
materna; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'.
* Numero 388 del 18 ottobre 2002: 1. Un appello di 494 militari di Israele;
2. Giancarla Codrignani, obiezione di coscienza; 3. Lidia Menapace, sulla
pratica della disobbedienza civile; 4. Un nuovo sito per dire no alla
guerra; 5. Gerard Lutte: la strada, sfida continua con la morte; 6. Una
intervista a Marianella Sclavi sull'arte dell'ascolto; 7. Umberto Santino
ricorda Giovanni Orcel; 8. Riletture: L'autobiografia di Mamma Jones; 9.
Riletture: Ida Magli, Gesu' di Nazaret; 10. Riletture: Graziella Priulla (a
cura di), Mafia e informazione; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento;
12. Per saperne di piu'.
* Numero 389 del 19 ottobre 2002: 1. Una proposta del Centro di ricerca per
la pace di Viterbo: "ogni vittima ha il volto di Abele"; 2. Centotrentuno
parlamentari italiani: non voteremo per la guerra; 3. La famigerata "legge
Bossi-Fini" finisce dinanzi alla Corte Costituzionale per
incostituzionalita'; 4. Un appello per non criminalizzare l'islam
indonesiano; 5. Movimento Internazionale della Riconciliazione, circolare
agli iscritti dell'ottobre 2002; 6. Alessandro Marescotti, in uscita
l'Annuario della pace; 7. Ettore Masina ricorda David Maria Turoldo; 8. Hans
Jonas, l'etica della responsabilita'; 9. Tommaso Di Francesco, Neta e Nizar;
10. Marina Forti, i segreti delle centrali nucleari in India; 11. Augusto
Cavadi, la scuola di formazione etico-politica dedicata a Giovanni Falcone;
12. Riletture: Laura Conti, Ambiente Terra; 13. Riletture: Meri Franco-Lao,
Trovatori dell'America Latina; 14. Riletture: Elena Gianini Belotti, Dalla
parte delle bambine; 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 16. Per
saperne di piu'.
* Numero 390 del 20 ottobre 2002: 1. Benito D'Ippolito, in memoria di Aldo
Capitini, nel XXXIV anniversario della scomparsa; 2. Enrico Peyretti: difesa
senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente
(nuova edizione aggiiornata); 3. Vandana Shiva, per quanto riguarda noi; 4.
Riletture: Franco Restaino, Adriana Cavarero, Le filosofie femministe; 5.
Riletture: Wanda Tommasi, I filosofi e le donne; 6. Riletture: Chiara
Zamboni, La filosofia donna; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per
saperne di piu'.
* Numero 391 del 21 ottobre 2002: 1. Psichiatria democratica e Movimento
nonviolento, un incontro a Verona; 2. Aldo Capitini, che cos'e' l'obiezione
di coscienza; 3. Edoarda Masi, la burocrazia; 4. Ettore Masina ricorda
Ernesto Balducci; 5. Peppe Sini, il colpo di stato e la Resistenza
nonviolenta; 6. Pietro Ingrao, l'aggressione all'articolo 11 della
Costituzione; 7. Danilo Zolo, il ripudio della guerra sancito dalla
Costituzione; 8. Alcuni "cadaveri squisiti"; 9. Maria Grazia Meriggi
presenta la rivista "Giano"; 10. Riletture: Archivio Arendt 1. 1930-1948;
11. Riletture: Ingeborg Bachmann, Invocazione all'Orsa Maggiore; 12.
Riletture: Ingeborg Bachmann, Poesie; 13. Riletture: Quentin Bell, Virginia
Woolf; 14. Riletture: Heinrich Boell, Christa Wolf, Fraternita' difficile;
15. Riletture: Gabriella Fiori, Simone Weil; 16. Toto' Merumeni Mastigofori
d'Ajaccio: pacifisti da operetta e da cortile; 17. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 18. Per saperne di piu'.
* Numero 392 del 22 ottobre 2002: 1. Enrico Peyretti, una lettera al
Presidente della Repubblica; 2. Lidia Menapace, chiamare il 113; 3. Giulio
Vittorangeli, Savoia; 4. Una esperienza di addestramento alla nonviolenza ad
Amelia; 5. Augusto Cavadi, il genitore con l'ascia in pugno; 6. Isidoro
Mortellaro, chi sta modificando l'articolo 11 della Costituzione? 7. Un
incontro a Lugano per ricordare Aldo Capitini; 8. Il 23 novembre giornata
nazionale della finanza etica; 9. Un libro di Anna Belpiede sulla mediazione
culturale; 10. Riletture: AA. VV., La rete di Lilliput; 11. Riletture:
Comunita' papa Giovanni XXIII, Operazione Colomba. Abitare il conflitto; 12.
Riletture: Juliet Mitchell, La condizione della donna; 13. Riletture: Gitta
Sereny, Bambini invisibili; 14. Riletture: Susan Sontag, Stili di volonta'
radicale; 15. Riletture: Francesco Tullio (a cura di), Una forza nonarmata
dell'Onu: utopia o necessita'; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17.
Per saperne di piu'.
* Numero 393 del 23 ottobre 2002: 1. Il 4 novembre in piazza per la pace; 2.
Alcuni siti di strutture israeliane impegnate contro l'occupazione dei
territori palestinesi; 3. Sean Penn, un padre di famiglia americano contro
la guerra; 4. Daniela Binello, l'ombra del burqua; 5. Tommaso Di Francesco,
un incontro di poesia in ricordo di Izet Sarajlic; 6. Augusto Cavadi, una
domenica con Alex Zanotelli; 7. Verbale dell'incontro del Comitato di
coordinamento del Movimento Nonviolento del 14-15 settembre; 8. Il secondo
salone dell'editoria per la pace a Venezia; 9. Cristina Papa, aggiornamento
del sito de "Il paese delle donne"; 10. Riletture: Luisella Battaglia, Etica
e diritti degli animali; 11. Riletture: Ursula K. Le Guin, I reietti
dell'altro pianeta; 12. Riletture: Alfredo Carlo Moro, Erode fra noi; 13.
Riletture: Sylvia Plath, Lady Lazarus e altre poesie; 14. Riletture: Gianni
Rodari, Grammatica della fantasia; 15. Riletture: Simonetta Tabboni, Norbert
Elias; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'.
* Numero 394 del 24 ottobre 2002: 1. Un appello contro gli assassinii di
ragazze e ragazzi di strada in Guatemala; 2. L'attrito del generale; 3.
Guido Viale, l'auto che tramonta; 4. Mao Valpiana, una provocazione e un
paradosso; 5. Peppe Sini, chiamare golpe un golpe; 6. Giuliana Sgrena:
Uruzgan, una strage americana; 7. Settima assemblea nazionale degli Enti
locali e delle Regioni per la pace; 8. Un seminario contro la tortura; 9.
Resoconto dell'incontro di educazione alla pace svoltosi aTuscania; 10.
Riletture: Robert Jungk, Gli apprendisti stregoni; 11. Riletture: Elena
Lamberti, Marshall McLuhan; 12. Riletture: Raniero La Valle, Linda Bimbi,
Marianella e i suoi fratelli; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14.
Per saperne di piu'.
* Numero 395 del 25 ottobre 2002: 1. La magistratura viterbese rimette la
legge Bossi-Fini alla Corte Costituzionale per incostituzionalita'; 2.
Rossana Rossanda, la guerra che ritorna; 3. Peppe Sini, tre glosse a questo
articolo di Rossana Rossanda; 4. Clotilde Pontecorvo, la memoria dopo
Auschwitz; 5. Mirella Karpati, una pagina a lungo ignorata; 6. Cristina
Papa, donne dai luoghi di conflitto si raccontano; 7. Riunone del comitato
di coordinamento del Movimento Nonviolento il 17 novembre a Verona; 8. Un
seminario sulla gestione nonviolenta dei conflitti; 9. E' uscito il numero
di ottobre di "Bilanci di giustizia"; 10. Letture: Davide Melodia,
Introduzione al cristianesimo pacifista; 11. Letture: Gianlorenzo Pacini,
Fedor M. Dostoevskij; 12. Riletture: Giulio Busi, La Qabbalah; 13.
Riletture: Sandro Calvani, Poverta' e malsviluppo globale; 14. Riletture:
Maria Rosa Cutrufelli, L'invenzione della donna; 15. Riletture: Lanza del
Vasto, L'arca aveva una vigna per vela; 16. Riletture: Rosaria Micela (a
cura di), Oppressione della donna e ricerca antropologica; 17. Riletture:
Valentino Salvoldi intervista Bernhard Haering; 18. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 19. Per saperne di piu'.
Numero 396 del 26 ottobre 2002: 1. Peppe Sini, da una lettera a un amico
(sull'articolo 11 della Costituzione e sul "chiamare il 113" per arrestare i
golpisti); 2. Bertolt Brecht, al momento di marciare; 3. K. S. Karol, una
guerra che nessuno puo' vincere; 4. Elena Buccoliero intervista Muhammad
Yunus; 5. Chaiwat Satha-Anand, contro il terrorismo fare la scelta giusta;
6. Il 16-17 novembre un training delle PBI; 7. Una bibliografia degli
scritti di Annarita Buttafuoco; 8. Riletture: Hannah Arendt, Vita activa; 9.
Riletture: Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di altro; 10.
Riletture: Diotima, Mettere al mondo il mondo; 11. Riletture: Johan Galtung,
Israele-Palestina: una soluzione nonviolenta? 12. Riletture: Sylvie Germain,
Etty Hillesum; 13. Riletture: Edward W. Said, La convivenza necessaria; 14.
La "Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per saperne di piu'.
* Numero 397 del 27 ottobre 2002: 1. Benito D'Ippolito: a Erasmo da
Rotterdam, nell'anniversario della nascita; 2. Enrico Peyretti, una sintesi
schematica del Dulce bellum inexpertis (1515) di Erasmo da Rotterdam; 3.
Peppe Sini, una postilla biobibliografica su Erasmo da Rotterdam; 4. Luisa
Morgantini, una lettera al Ministro degli Esteri; 5. Patricia Lombroso
intervista Carmen Trotta; 6. Giovanna Providenti, l'America di oggi nelle
parole di Jane Addams, Nobel per la Pace 1931; 7. Riccardo Orioles ricorda
Giuseppe Gnasso; 8. Riletture: Maria Antonietta Calabro', Le mani della
mafia; 9. Riletture: Oscar Cullmann, Vero e falso ecumenismo; 10. Riletture:
Ezio Marcolungo, Mirella Karpati, Chi sono gli zingari? 11. Riletture:
Teresa Noce, Vivere in piedi; 12. Riletture: Clotilde Pontecorvo, Anna Maria
Ajello, Cristina Zucchermaglio, Discutendo si impara; 13. Riletture: Jon
Sobrino e i compagni dell'Uca, Il martirio dei gesuiti salvadoregni; 14. La
"Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per saperne di piu'.
* Numero 398 del 28 ottobre 2002: 1. Mao Valpiana: passare dal pacifismo
generico alla nonviolenza; 2. Peppe Sini, la nonviolenza e' piu' forte; 3.
Un appello per un nove novembre senza violenza; 4. Arundhati Roy, settembre;
5. Luisa Morgantini, per il rispetto dei diritti umani; 6. Riletture:
Guenther Anders, Essere o non essere; 7. Riletture: Hannah Arendt, Le
origini del totalitarismo; 8. Riletture: Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e
resa; 9. Riletture: Mohandas Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza; 10.
Riletture: Primo Levi, I sommersi e i salvati; 11. Riletture: Nelson
Mandela, Lungo cammino verso la liberta'; 12. Rletture: Simone Weil, La
Grecia e le intuizioni precristiane; 13. Riletture: Virginia Woolf, Le tre
ghinee; 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per saperne di piu'.
* Numero 399 del 29 ottobre 2002: 1. Vandana Shiva e molti altri, un appello
perche' a Firenze non vi siano violenze; 2. Peppe Sini, un discorso a Terni
per la liberta' e i diritti del popolo palestinese; 3. Salvatore Scaglione,
premessa all'Annuario della pace 2002; 4. Giuliana Sgrena, inchiesta sui
crimini di guerra in Afghanistan; 5. Cinzia Gubbini, presentato il Dossier
annuale della Caritas sull'immigrazione; 6. Giobbe Santabarbara, una legge
razzista ed incostituzionale; 7. Mohandas Gandhi, un ritratto di Giuseppe
Mazzini; 8. Ada Negri, fine; 9. Presentato alla stampa estera il libro di
Fabio Galluccio, I lager in Italia; 10. Riletture: Eileen Barker, I nuovi
movimenti religiosi; 11. Riletture: Marcella Delle Donne, Convivenza civile
e xenofobia; 12. Riletture: Margherita Isnardi Parente, Citta' e regimi
politici nel pensiero greco; 13. Riletture: Ileana Montini, Parlare con
Dacia Maraini; 14. Riletture: Gabriele Raether, Aleksandra Kollontaj; 15.
Riletture: Adriana Zarri, Erba della mia erba; 16. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 17. Per saperne di piu'.
* Numero 400 del 30 ottobre 2002: 1. Benito D'Ippolito, viaggiando in treno;
2. Un appello per un 4 novembre di memoria e di pace; 3. Umberto Allegretti,
il diritto appartiene al popolo; 4. Elena Buccoliero colloquia con Daniele
Lugli sull'esperienza del primo gruppo di azione nonviolenta; 5. Assia
Djebar, testimoni; 6. Riletture: AA.. VV., Maria Zambrano. Pensatrice in
esilio; 7. Riletture: Anna Achmatova, Io sono la vostra voce...; 8.
Riletture: Raya Dunayevskaya, Filosofia e rivoluzione; 9. Riletture: Nadine
Gordimer, Un mondo di stranieri; 10. Riletture: Raissa Maritain, Diario di
Raissa; 11. Riletture: Sofia Vanni Rovighi, Introduzione a Tommaso d'Aquino;
12. Da tradurre: Vladimir Jankelevitch, La mort; 13. La "Carta" del
Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'.
* Numero 401 del 31 ottobre 2002: 1. Lidia Menapace, guerra e terrorismo; 2.
Raniero La Valle, la guerra globale e infinita; 3. Anna Polo, il movimento
antiliberista e la scelta nonviolenta; 4. Luigi Pintor, due articoli dopo la
strage di Mosca; 5. Cristina Papa, Bowling for colombine; 6. Davide Melodia,
un'idea bizzarra; 7. Un incontro di educazione alla pace a Tuscania; 8.
Riletture: Franca Ongaro Basaglia, Manicomio perche'? 9. Riletture: Franca
Ongaro Basaglia, Salute/malattia; 10. Riletture: Franca Ongaro Basaglia, Una
voce; 11. Riletture: Franco Basaglia, Franca Ongaro Basaglia (a cura di),
Crimini di pace; 12. Riletture: Franco Basaglia, Franca Ongaro Basaglia (a
cura di), La maggioranza deviante; 13. Riletture: Franco Basaglia, Franca
Ongaro Basaglia (a cura di), Morire di classe; 14. La "Carta" del Movimento
Nonviolento; 15. Per saperne di piu'.

9. RILETTURE. LAURA FORTI (A CURA DI): L'ALTRA PAZZIA
Laura Forti (a cura di), L'altra pazzia, Feltrinelli, Milano 1975, 1979, pp.
360. Una "mappa antologica della psichiatria alternativa" con interviste e
saggi di alcune delle figure piu' belle e piu' grandi della psichiatria
democratica contemporanea come prassi di solidarieta' e di liberazione.

10. RILETTURE. PAOLA MALANGA: TUTTO IL CINEMA DI TRUFFAUT
Paola Malanga, Tutto il cinema di Truffaut, Baldini & Castoldi, Milano 1996,
pp. 512, lire 34.000. Per quel che ne sappiamo, la piu' ampia e approfondita
monografia disponibile in italiano su Truffaut, che e' uno dei nostri
maestri.

11. RILETTURE. MASSIMO MILA: BREVE STORIA DELLA MUSICA
Massimo Mila, Breve storia della musica, Einaudi, Torino 1963, 1977, pp. 478
(ma sicuramente vi saranno riedizioni successive). Un piccolo capolavoro,
che si legge come d'un fiato e poi si torna ad esplorare ancora e ancora.

12. RILETTURE. ANITA SEPPILLI: POESIA E MAGIA
Anita Seppilli, Poesia e magia, Einaudi, Torino 1962, 1971, pp. 628.
Rileggendolo molti anni dopo, e dopo tante ricerche ulteriori, questo studio
conserva il suo fascino, e il suo valore.

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

14. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org;
per contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
http://www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it;
angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it. Per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it

Numero 403 del 2 novembre 2002