"Scrivi al tuo Senatore": ultime battute per difendere la legge 185/90.



Ritengo utile segnalare, tra le tante iniziative in difesa della legge 185/90, la campagna promossa da rete Lilliput (http://www.retelilliput.org), "Scrivi al tuo Senatore" e che è ripresa dal giornale "Vita" (http://www.vita.it). Ricordo che la legge 185/90, per quanto imperfetta, ha finora rappresentato la migliore garanzia legislativa e un modello giuridico unico nella stessa Europa, in merito al commercio delle armi, esigendo ad esempio la trasparenza necessaria nelle transazioni in modo da impedire la vendita di armamenti verso quelle nazioni dove i diritti umani sono violati.

Data l'urgenza nella mobilitazione nelle ultime fasi del dibattito parlamentare sul disegno di legge 1927, adesso arrivato al Senato, è importante fare arrivare la propria voce direttamente ai senatori stessi. Nel sito di Lilliput è presente una pagina dove, segnalando in un "form" la propria regione e città di appartenenza, oltre al nominativo e indirizzo (che valore avrebbe un appello anonimo?), il sistema stesso provvederà a inviare al senatore eletto nel proprio collegio uninominale e a quelli ripescati con lo scorporo nella propria regione, il testo di una o più di tre lettere precompilate separatamente per i membri della maggioranza, dell'opposizione e dell'UDC.

Nel sito della rete Lilliput http://www.retelilliput.org cliccare sul link denominato "Invia un'email al senatore eletto nel tuo collegio" ed è anche possibile verificare l'andamento della raccolta delle "firme" consultando la pagina al link successivo "Andamento petizione".

Puoi contribuire anche tu! E' urgente e ogni minuto è utile per cambiare le sorti di un disegno di legge che, se approvato, porterebbe l'Italia a ridurre l'abominevole commercio di "strumenti di morte" alla stregua di semplici operazioni di economia industriale, e in definitiva, a un ulteriore indebolimento di quello spirito di civiltà testimoniato dalla nostra Costituzione, stilata, ricordiamocelo, dopo le lunghe sofferenze di una guerra mondiale che si voleva essere l'ultima.

Roberto Del Bianco