Eurostar: una gallina dalle uova d'oro



E' interessante vedere come un'azienda che si muove in un mercato di
(libera?) concorrenza considera i propri clienti.
Da cliente di Trenitalia ho potuto constatare che in certi casi si viene
penalizzati due volte.
Una prima volta perché, su certe tratte, si è praticamente costretti ad
utilizzare il servizio Eurostar che, essendo il fiore all'occhiello
dell'azienda, giustamente ha un prezzo adeguato al suo rango.
Una seconda volta perché, contrariamente alle regole vigenti per tutti gli
altri tipi di tariffe, i biglietti Eurostar non utilizzati possono essere
rimborsati soltanto entro... 24 ore dalla partenza.
E dopo le 24 ore? Nessun problema: si perde il 100% del diritto al
rimborso!
Il cliente quindi paga un servizio a un costo notevolmente maggiore,
sottoscrivendo implicitamente non una condizione di miglior favore ma
bensì una clausola capestro.
L'ho scoperto a mie spese con un biglietto di andata e ritorno Milano-Roma
(107,42 Euro totali).
L'addetto allo sportello del Club Eurostar (i clienti vanno trattati bene,
quindi gli si creano anche i club...) mi fa osservare che la regola del
rimborso entro 24 ore è in vigore da gennaio 2002 e che sta scritta anche
sul biglietto. Ma, dico io, potrebbe stare scritta anche sul vangelo: non
avrebbe senso comunque!
Può Trenitalia decidere che, trascorse le 24 ore dalla partenza, il
cliente perde non una percentuale del totale, ma la totalità del diritto
al rimborso? E quando per giunta sui biglietti normali il diritto si perde
dopo due mesi? No, quale che ne sia la motivazione, secondo me l'azienda
non può. O meglio, non dovrebbe poterlo fare, ma lo fa.
Con quale controprestazione per questo maggior onere? Non è dato sapere.


Eugenio Galli (Milano)
via F. Aporti, 52
20125 Milano