ultim'ora da Ramallah



 da www.carta.org
Appello dei disobbedienti (1) 29-March-2002 16:04

autore: - lingua: It
Il governo israeliano del massacratore Ariel Sharon ha deciso la soluzione
finale della questione palestinese: la liquidazione nel
sangue dell'Autorità Nazionale, l'annientamento della vita e dei diritti del
suo popolo. Yasser Arafat è stato condannato all'"isolamento totale": il
quartier generale dell'Anp a Ramallah è
invaso dai carri e dalle truppe israeliane, l'ufficio dov'è asserragliato il
suo presidente è tempestato dalle mitragliatrici pesanti, Arafat stesso ha
invocato il "martirio".
Ai palestinesi è stata lasciata solo la strada di una resistenza disperata.
Centinaia di disobbedienti, di Ya Basta, dei Giovani Comunisti e della Rete
No Global, tra i pacifisti della Carovana giunta ieri in
Palestina, sono impegnati in queste ore in atti di mobilitazione concreta
nei Territori.
Dodici nostri fratelli e sorelle hanno raggiunto Ramallah invasa e stanno
tentando di riunirsi con José Bovè e gli attivisti francesi e belgi con lui
nel Ramallah Hotel.
Tutti gli altri hanno stamane inscenato una manifestazione di fronte
all'Orient House soppressa mesi fa dall'aggressione dell'esercito
israeliano, esponendo la bandiera palestinese: per questo sono stati
brutalmente caricati dalla polizia a cavallo, che ha fatto diversi
feriti e ha tratto in arresto il compagno Mario Campagnano, disobbedienti di
Rifondazione Comunista di Roma, ora all'aeroporto di
Tel Aviv in attesa di essere espulso dopo essere stato sottoposto ad un
prolungato pestaggio.
Altri attivisti, compresi compagne e compagni di Indymdia Italia, sono a
Betlemme e a Deishe minacciate di rappresaglia dopo l'attentato
odierno a Gerusalemme Ovest, eseguito secondo alcune fonti da una kamikaze
proveniente da quelle zone.
A Ramallah non si riesce a fare il conto dei morti, mentre altre azioni
disperate contro civili israeliani rispondono alla guerra totale ai civili
scatenata da Sharon.
Tutti i Territori sono stati ripiombati nell'occupazione militare, soppressi
i diritti dei palestinesi, minacciata la loro vita, estirpata
la loro speranza di pace.
Tutto questo è la risposta di Sharon e del suo governo alle offerte della
Lega Araba e a quella di cessate il fuoco incondizionato avanzata
da Arafat ieri sera.
La famosa "comunità internazionale" sta dimostrandosi inesistente. I poteri
imperiali che siedono a Washington e a Bruxelles hanno
liquidato, nel primo caso, la proposta dell'Anp e nel secondo le hanno
opposto il più vergognoso silenzio.
Il governo italiano guerrafondaio di Silvio Berlusconi non sta pronunciando
una sola parola su quanto accade.
Il movimento delle e dei disobbedienti chiama in Italia alla mobilitazione
immediata e generale delle reti sociali e dei singoli, perché mille atti di
disobbedienza civile facciano eco qui a quelli che stanno compiendo le
nostre sorelle e i nostri fratelli in Palestina al fianco di popolazioni
stremate e minacciate di annientamento.
Il movimento delle e dei disobbedienti andrà nelle strade e nelle piazze a
gridare che ora basta, che la guerra globale si deve fermare, che vanno
smascherati i poteri dell'Impero delle multinazionali e delle oligarchie che
la muovono, che un'Europa raccolta intorno alla sola
merce e capace solo di assecondare massacri e guerre non è la nostra Europa.
Saremo nelle strade e nelle piazze sin da oggi, a partire dalla
manifestazione convocata per oggi pomeriggio alle 17 e 30 nella capitale, a
piazza S. Marco, di fronte alla sede di quell'Organizzazione delle Nazioni
Unite che non sa e non può mettere
in atto le sue risoluzioni e che passivamente vede demoliti gli stessi
principi di diritto su cui dovrebbe essere fondata la sua inesistente
autorità.
Con la Palestina e le sue popolazioni, contro la guerra, contro il dominio
imperiale: ovunque e sempre disobbedienza civile e sociale!

29 Marzo 2002,
Anno secondo della Guerra Globale Permanente,
Primo giorno della soluzione finale per i palestinesi

MOVIMENTO DELLE E DEI DISOBBEDIENTI


Notizie dai pacifisti a Ramallha (2) 29-March-2002 16:00

autore: - lingua: It
l primo gruppo di pacifisti che è riuscito ad entrare a Ramallha è formato
da dodici persone tra cui il deputato dei Verdi Mauro Bulgarelli, l'inviato
per Carta Federico Mariani, tre fotografi free lance e , il consiglire di
Rifondazione del comune di Roma, Nunzio D'Erme, l'assessore del decimo
municipio di Roma Fabio Galati. La spedizione è partita dall'Hotel Ambasador
verso mezzogiorno ed è riuscita a passare i confini un'ora più tardi.
I tredici pacifisti, due sono stranieri,si stanno dirigendo verso la piazza
Al Manara. La cittadina è sotto assedio dei militari israeliani e nelle
strade si spara.Secondo i pacifisti sarebbero già duecento le persone
entrate di cui molti sono giornalisti.
Tra le prime iniziative il gruppo di pacifisti ha intenzione di donare il
sangue in un ambulatorio palestinese. Federico Mariani riferisce: "Stiamo
bene. Le difficoltà? Per entrare abbiamo dovuto scavalcare un muraglione per
evitare un chek point per poi camminare ancora un chilometro. Siamo stati
fortunati perché nella periferia di Ramallah era stranquilla. Camminando
abbiamo trovato un furgone che ci ha avvicinato e ci ha aiutato. Al centro,
invece, la situazione è completamente diversa: le strade sono deserte, i
tank passano in continuazione e i cingolati portano via l'asfalto delle
strade. A un certo punto abbiamo incontrato un gruppo di shabab, stringevano
in mano delle pietre. È stata una scena forte: quei bambini avevano solo
sei, sette anni. E vederli tirare le pietre contro i carri armati è stato
impressionante".
Spiega poi Mauro Bulgarelli, deputato dei Verdi: "Abbiamo camminato in mezzo
alla strada deserta con una bandiera bianca in mano per essere più visibili
possibile. Volevamo raggiungere l'hotel Ramallah dove ci sono altri
stranieri e un gruppo importante con Bovè. Camminando per le strade la gente
chiusa in casa si sporgeva e ci salutava facendo con le dita il gesto della
vittoria. Alcuni ci hanno dato informazioni e ci dicevano "Grazie per la
essere venuti qui". Poi alcuni ragazzi, che venivano da là ci hanno
sconsigliato di procedere e di avvicinarsi all'albergo. Dicevano che è
circondato dai carri armati. E così abbiamo cambiato i nostri piani e ci
siamo rifugiati in una casa nei pressi dell'ospedale".
L'ospedale è circondato dai carri militari che passano in continuazione.
Molto probabilmente vogliono controllare tutte le persone ferite. "Qui c'è
bisogno di sangue. Si sentono colpi di mitraglia e forti esplosioni, forse
sono cannonate o colpi di mortaio. Non abbiamo visto elicotteri".

Nello

change the world before the world changes you because  another world is
possible

www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm