Catena di Sanlibero 110



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riccardo orioles <ricc at libero.it>
tanto per abbaiare - n.110
21 gennaio 2002
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Ciampiiiiiiiii!
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La gioiosa autorizzazione a procedere. Un giudice l'ha riproposta per
ischerzo, e immediatamente tutti i politici ci si sono buttati su a
pesce come un assetato appena uscito da una lunghissima traversata del
deserto del Sahara.
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Meno sei mesi. Il panico (diversamente inspiegabile) deriva dal fatto
che inopinatamente un pedone - un processo - e' riuscito a sgusciar via
fra tutti ed e' a pochissime mosse dall'arrivare a regina. Essi non si
fanno illusioni perche', seppur per una volta distratti, sono degli
scacchisti. Escludono assolutamente di poter essere assolti, primo
perche' sanno come sono andate le cose, e secondo perche' attribuiscono
ai magistrati il proprio ("politico") modo di pensare. La prospettiva
piu' realistica e' dunque - essi lo percepiscono con estrema nitidezza
- che prima di questa estate egli venga formalmente condannato. E
poiche' la carica che egli ricopre e' quella in ultima analisi di
pubblico ufficiale, la decadenza di legge (pena accessoria) lo
colpirebbe in quanto tale.
* * *
Tre ipotesi: dimissioni spontanee, dimissioni forzate, resistenza. La
prima e' tanto probabile quanto una conversione di massa al
francescanesimo, o una mia nomina alla presidenza della Banca d'Italia.
Dimissioni forzate: ma forzate da chi? Il re, o non ha i poteri o non
ha le palle. L'opposizione e' parte in causa, e comunque ricade nella
seconda caratteristica del re. Spontaneamente, il popolo? E' diviso;
meta' granfratellizzato, meta' ai giardinetti. E non ha capi.
E dunque, resistenza: in violazione alla legge, si continuera' a
governare. Da quel momento, pero', essendo il governo assolutamente
illegale, sara' da considerarsi decaduto il patto sociale. Governera'
chi potra' - legge o non legge - e obbedira' chi vorra'. Tutto sara'
reciprocamente giustificato. E sara', grosso modo, l'Argentina.
In effetti, gia' in questo momento, il governo non riconosce piu' nelle
loro funzioni i magistrati. Un esponente autorevole, ministro
dell'interno, e' gia' stato mandato avanti ad avvertire che dopo la
condanna penale il capo del governo continuera' a governare lo stesso.
E' meglio non commentare, prima che le cose concretamente si
verifichino, le mosse preparatorie come questa. Aspettiamo di vedere
che cosa succedera' in caso di condanna. Poi valuteremo se ci sara'
ancora l'obbligo giuridico di obbedire a questo governo. E dovra'
essere una valutazione di massa.
* * *
In realta', il dopoberlusconi e' gia' cominciato. Tutti lo sanno,
almeno i principali attori del dramma. Il protagonista, in particolare,
sa che nel momento piu' acuto della crisi non potra' contare su un
particolare sostegno ne' da parte del vice (che ha i suoi programmi)
ne' da parte del polo neo-democristiano, che anch'esso ha le idee molto
chiare. Potra' contare solo sulle debolezze della sinistra, e sulla
latitanza del re: le une e l'altra, tuttavia, non necessariamente
eterne.
* * *
Se il capo del governo, nonostante la condanna penale, continuera' a
governare, sara' un colpo di stato. Se il capo del governo, in seguito
a una condanna penale, sara' impedito di governare, sara' un mezzo
colpo di stato: un presidente legittimamente eletto (in ossequio alla
democrazia) dai cittadini ma legittimamente cacciato (in ossequio alla
legge) da un tribunale. Non se ne esce bene, in nessuno dei due casi.
In ogni caso, siamo gia' a meta' strada dal Sudamerica, e dovremo
remare parecchio per tornare in Europa.
La colpa, in ultima analisi, non e' del presidente ne' dei giudici, ma
dei cittadini che hanno esercitato con leggerezza i poteri che non
sapevano piu' d'avere. Essi infatti si considerano ormai molto piu'
un'audience che un popolo sovrano.
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Mestiere. Una delegazione di esponenti del secondo piu' antico mestiere
del mondo e' stata ricevuta ieri dal Presidente del Consiglio su
iniziativa di don Benzi. "Il Presidente - ha raccontato uno dei
partecipanti all'incontro, il giovane P.L.D. - si e' commosso
moltissimo nell'ascoltare le nostre storie. Quando gli ho detto che
gia' a sedici anni ero stato violentato da un assegno di parecchi
milioni mi ha interrotto: Basta, basta! Non voglio farvi soffrire
oltre".
Nel congedare la delegazione, il Presidente ha ficcato in mano a
ciascuno dei suoi componenti un mucchio di bisunte banconote, per un
totale di cinque milioni a testa. Il che ha provocato le proteste del
giovane P.L.D.: "Oh, Presidente! - ha cinguettato - ma io per lei lo
faccio anche gratis!". "Bisogna capirlo - ha borbottato don Benzi - non
e' colpa sua. La colpa' e' di quei vecchi marpioni che hanno
approfittato di lui da ragazzo e l'hanno avviato al mestiere. Ma io non
ho paura a fare i loro nomi: Pintacuda, Curzi e Ferrara".
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Sondaggi. Secondo Eurisko (su Repubblica) l'ottanta per cento dei
ragazzini non ha assolutamente alcuna idea (ne' gl'interessa averla) di
quel che sta succedendo fra governo e giudici.
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Karakiri. Il supermegamanager Cecchi Gori e' finito sotto inchiesta per
faccende legate alla sua gestione della Fiorentina. Con tutto il
rispetto per gli amici di Firenze, non me ne importa granche'.
M'interessano invece due altre sue curiose faccende di cui, chissa'
perche', i giornali non parlano piu'.
La prima e' l'indagine per riciclaggio (novembre 2000) a carico di due
dirigenti del gruppo Cecchi Gori, Luigi Barone e Paolo Cardini.
L'indagine riguardava le posizioni personali dei due manager e non
coinvolgeva il gruppo in quanto tale.
I due, sicuramente, saranno stati assolti con tante scuse. Ma il fatto
e' che da allora non se n'e' saputo piu' niente, e anche allora questa
notizia era stata ripresa quasi solo da noi.
La seconda e' l'indagine, a carico stavolta di Cecchi Gori in persona,
per voto di scambio con mafiosi aperta dalla magistratura siciliana
qualche tempo fa, e di cui pure non s'e' saputo piu' niente. Cecchi
Gori, candidato del centro sinistra ad Acireale vicino Catania, avrebbe
contattato dei mafiosi per cercare voti.
Va bene, siamo piu' sul Franchi e Ingrassia che sulla Piovra:
m'immagino il Cecchi Gori che sulla piazza del paese avvicina un
signore con baffi e coppola indicatogli da qualche galoppino locale e
con aria disinvolta gli fa: "La mi scusi, ocche' lei e' un maffioso?".
Ugualmente, pero', vorrei sapere come sono andate le cose, e
soprattutto vorrei sapere che fine hanno fatto quei dirigenti di Ds e
Margherita che hanno avuto la brillante idea di candidare, in zona di
mafia, non un antimafioso ma un Cecchi Gori. Immagino che avranno fatto
karakiri al tramonto, sulla riva dello Ionio, a cio' sollecitati da una
perentoria lettera pervenuta da Roma. Oppure e' bastato il karakiri
elettorale?
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Promemoria. Il presidente operaio, in realta', e' un muratore.
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Pianeta. Studio americano: l'adolescenza termina a 34 anni.
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Cina. Centosedicimila morti sul lavoro fra il gennaio e il novembre del
2001.
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Cronaca. Palermo. Rivolta dei genitori alle elementari di Pallavicino,
uno dei quartieri piu' poveri della citta', contro l'iscrizione a
scuola di sette bambini zingari.
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Cronaca. Roma. Centro d'accoglienza per adolescenti immigrati, a pochi
chilometri dalla capitale, preso d'assalto con mazze e bastoni da un
branco di ragazzi locali fra i sedici e i venticinque anni. La sera
prima uno degli ospiti del centro aveva detto "carina" a una ragazza
indigena in discoteca.
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Cronaca. Mestre. Fermati a capodanno dalla Finanza, al casello
dell'autostrada, con quindici chili di una misteriosa polvere bianca,
sarebbero rimasti in carcere quindici giorni in attesa delle analisi
della sostanza sospetta; scarcerati, alla fine, perche' si trattava di
citrosodina. L'episodio viene segnalato dall'Aduc (Associazione per i
diritti degli utenti e consumatori).
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Cronaca. Roma. Pestato dentro il suo studio a colpi di mazza un
avvocato, ebreo. Prognosi di una settimana. Si occupava di processi
riguardanti "formazioni di estrema destra e legate all'integralismo
cattolico". Nessuna parola durante il pestaggio, condotto da due
picchiatori professionisti. (Nello stesso palazzo, una settimana prima,
devastato appartamento di inquilina ebrea).
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Cronaca. Palermo. "Ammonito" con una serie di lettere minatorie il
funzionario del comune di Licata (Palermo) che aveva firmato
l'ordinanza per la demolizione di 68 villini abusivi costruiti sul
litorale.
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Cronaca. Roma. Sulla base di un Regio Decreto del 1925 il preside del
liceo Virgilio ha costituito il corpo insegnante in Commissione
d'inchiesta per individuare i responsabili della recente occupazione
dell'istituto. La Commissione, che agisce in stretto coordinamento con
le Forze dell'Ordine e il Tribunale dei minori, ha finora individuato
una ventina circa dei caporioni dell'occupazione, a carico dei quali
verranno individuamente prese tutte le misure che saranno ritenute
opportune. Non sono per il momento previste, per motivi burocratici
legati al mancato aggiornamento delle leggi, pene corporali.
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Cronaca. Caltanissetta. Prosegue la protesta dei giovani del call
center Alenia (un sub-appalto telecom) licenziati tre settimane fa con
una procedura estremamente moderna e innovativa: il due gennaio,
accendendo il computer all'inizio della loro giornata di lavoro, si
sono visti comparire a monitor il messaggio: "Il vostro contratto e'
scaduto. Cordiali saluti. Game over!".
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Cronaca. Torino. Proseguono le indagini per le tangenti all'ospedale
delle Molinette, arrestati i manager Luigi Odasso e Mario Chiesa.
Regali ad esponenti politici, mazzette per 390 milioni, milleseicento
tessere comprate per un partito di governo. Gli imputati, che saranno
ascoltati domani dal sostituto procuratore Antonio Di Pietro, sarebbero
secondo indiscrezioni orientati a collaborare con la giustizia.
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Cronaca. Messina. Cinque condanne per le "infiltrazioni mafiose"
all'universita', dove il traffico di droga e quello degli esami si
affiancavano con tranquilla regolarita'. La notizia e' data con
pochissimo risalto dai giornali siciliani.
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Cronaca. Palermo. Nell'ambito delle manovre tese a favorire il
passaggio dalla lira all'euro, una simpatica iniziativa e' stata presa
dagli spacciatori di droga del rione Settecannoli, dove i prezzi delle
dosi sono stati arrotondati verso il basso per tutti gli acquirenti che
pagheranno in contanti e in euro.
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Cronaca. Roma. E' degenerata in lite, con conseguente intervento dei
carabinieri, l'accesa discussione fra uno spacciatore e un cliente
sulla valuta di pagamento di un piccolo quantitativo di droga.
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Cronaca. Agrigento. Rinviato a giudizio il costruttore Demokratos, reo
di aver costruito un (ingombrante) tempio dedicato agli dei in una zona
di fatto destinata dagli abitanti, sia pure con qualche migliaio d'anni
di ritardo, a uso speculativo e residenziale.
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fausto<fcaffa at tin.it> wrote:
<Caro Riccardo, qualche tempo fa hai scritto che "nel centro di Catania
tutt'e cinque le edicole espongono un solo quotidiano, La Sicilia
dell'editore Ciancio; tutti gli altri non vengono esposti, ma
semplicemente forniti a richiesta; "Repubblica" viene fornita senza le
cronache regionali per non fare concorrenza a La Sicilia".
Ho girato il tuo pezzo a Gianni Riotta: "Caro Riotta - gli ho scritto -
ma questo e' il suo amico Ciancio, di cui lei ha parlato su Specchio a
proposito di sicilitudine?"
Ed ecco cosa mi ha risposto Riotta: "Caro amico, non conosco la
situazione che descrive ma certo sono per la vendita di tutti i
giornali sempre e comunque, anche a Catania. Lo diro' ai Ciancio. Un
caro saluto, Riotta".>
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Palestina/Israele. Il sito www.palestinanelcuore.it, curato da
un'esponente autorevole dell'Autorita' palestinese, e' linkato fra
l'altro col sito di Radio Islam; il quale ultimo, fra i suoi link,
ospiterebbe anche materiali antisemiti, fra cui concetti tratti dai
Protocolli dei Savi di Sion, il famoso pamphlet antisemita a suo tempo
inventato dalla polizia zarista.
La segnalazione e' di un'amica ebrea che, dopo averla mandata a
numerose testate giornalistiche e televisive ("Ho spedito un centinaio
di mail denunciando questo") che l'hanno rimossa, si e' infine rivolta
alla "Catena" perche' questa notizia non risultasse ignorata. La
riprendiamo, com'e' nostro dovere, e ci permettiamo tuttavia di
aggiungere delle considerazioni.
1) Se quanto segnalato e' vero, non e' la prima volta che la lotta di
liberazione palestinese viene inquinata da rigurgiti antisemiti. Non
sono mai stati, a mio parere, determinanti; e tuttavia ci sono. Su
questo bisogna essere chiarissimi: la politica del governo israeliano
e' una cosa, il rispetto per il popolo ebraico un'altra. "Ebreo" e
"israeliano" sono due parole diverse. Questo vale per tutti: ne' gli
israeliani possono invocare la Shoa per giustificare il diritto a una
politica coloniale; ne' i palestinesi possono dimenticare la Shoa nel
momento in cui i figli delle sue vittime agiscono con violenza contro
di loro. Molto di piu' questo dovere incombe sugli intellettuali
europei delle due parti, che non hanno - come israeliani e palestinesi
- l'attenuante delle violenze patite in passato o adesso.
2) Antisemitismo (tecnicamente: ostilita' per i popoli semiti) e', a
mio parere, sia l'odio che si rivolge contro gli ebrei in quanto tali,
sia quello che si rivolge contro gli arabi in quanto tali. Fallaci, in
questo senso, equivale esattamente a Interlandi. In Europa e in America
(perche' nessuno mai nota questo?) i gruppi, le culture e i partiti che
oggi si esprimono *razzialmente* contro gli arabi sono esattamente gli
stessi che ieri (ma anche oggi) si esprimevano contro gli ebrei.
3) La follia, l'egoismo e la barbarie delle classi dirigenti delle due
parti sono ormai pressoche' equivalenti. Entrambe tradiscono i
rispettivi popoli. Sharon tradisce l'Exodus, tradisce Israele. Hamas
tradisce le Mille e una Notte e il Saladino, tradisce la lunghissima
tolleranza mediorientale fra le religioni. Entrambi si giustificano (in
buona fede, purtroppo) con la ferocia del nemico. Entrambi scherniscono
e cacciano, o uccidono addirittura, i propri esponenti non-fanatici e
meno votati alle stragi. Entrambi preparano altre stragi, entrambi
giustificano o negano le stragi passate. Entrambi.
Entrambi: e' questa la parola-chiave, oggigiorno, per capire la
Palestina/Israele. Entrambi ormai sono terroristi. Entrambi sono ormai
privi della capacita' di gestire razionamente se stessi. Questo
significa che una terza parte - io auspico che sia l'Europa - prima o
poi dovra' intervenire sugli uni e gli altri, prescindendo dalle loro
volonta', esattamente come si fa per i bambini o i pazzi. Costoro -
israeliani e palestinesi - sono infatti oramai molto piu' pericolosi
per il mondo di quanto lo siano stati i talebani. Entrambi.
Mi rendo conto di quanto questa posizione sia impopolare, di quanta
ostilita' possa attrarre dai simpatizzanti "turistici" dell'una e
dell'altra parte. Io credo che per un intellettuale europeo essa sia
ormai doverosa. La bestiale politica degli uni e la cupa ferocia degli
altri hanno ormai portato a questo bel risultato, che in quella parte
del mondo e' ormai considerato normale uccidere o fare uccidere
bambini: lo scrivono sui muri gli uni, e gli altri lo proclamano sui
giornali. E' per questo, e non per gli squallidi "revisionismi"
gonfiati dai media di qualche professore rimbecillito, che oggi
l'antisemitismo e' tornato fra i protagonisti della scena culturale.
Quando i palestinesi oggi (a ragione) gridano: "Gli israeliani
bombardano i nostri bambini", io rispondo: "Pensate alle persone
innocenti che avete ucciso con le vostre bombe". Quando gli israeliani
(a ragione) denunciano: "Costoro danno spazio agli antisemiti", io
rispondo: "Ma voi, *qui ed ora*, siete una Wermacht".
Ecco. Nessuna solidarieta', ne' agli uni ne' agli altri; che pure, per
diversi motivi, la meriterebbero entrambi. Ma la solidarieta', oggi,
confina con l'essere complici. E' un modo di rimuovere l'insieme della
tragedia, di parlar d'altro. Noi europei - gli iniziatori storici, in
realta', del dramma di Palestina/Israele - non abbiamo questo diritto.
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Italiani. "Medaglia d'oro al valor civile al signor: Mihai Ciobanu".
Data del conferimento: 1-6-2001. Motivo del conferimento: "Con grande
coraggio e generoso slancio, si tuffava nelle vorticose acque del
Brenta riuscendo, dopo reiterati tentativi, a trarre in salvo tre
bambini in procinto di annegare. Nobile esempio di umana solidarieta' e
virtu' civiche. 15 agosto 2000 - Campo San Martino (PD)".

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I talebani incatenati, trattati da bestie e da simboli del male. La
maggior parte di loro, probabilmente, non ha mai nemmeno capito bene
perche' gli americani adesso li bombardassero invece di continuare a
paracadutargli aiuti. "Signor colonnello! Ci stanno bombardando! Chi?
Gli americani signor colonnello! Gli americani si sono alleati coi
sovietici!" avrebbe forse riferito concitatamente al telefono un
ipotetico tenente Ali' ben Sordi.
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(Dedicato a Campanile). Il generale Juan Domingo Peron - sostengono i
peronisti - fu sconfitto si' dalle bieche forze della reazione, ma
prima di morire paro' con astuti provvedimenti le manovre di
quest'ultima, preparando cosi' abilmente le condizioni per un ritorno
al potere dei suoi fedelissimi descamisados. I quali, fra un cacerolazo
e l'altro, scandiscono con gratitudine nei cortei: "Peri' Peron/ pero'
paro'/ y preparo'".
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gioachino<pasq at libbero.va> wrote:

<     M'arrivo' inzino a ddi' un cherubbiggnere
Che mmo' lloro li ladri, anche a ttrovalli
Magaraddio sull'atto der mestiere,
Nun ze danno ppiu' ppena d'acchiappalli,
    Perch'er Governo se pijja er piascere,
Carcerati che sso', dd'arilassalli;
E un ladro er giorn'appresso e' un cavajjere,
Che ffischia bbrigadieri e mmaresscialli.
    Dimola fra de noi, for de passione,
Ner rissciojje li ladri e ll'assassini
Me pare ch'er Governo abbi raggione.
    Li locali so'ss ppochi e ppiccinini,
E ssenz'ariserva' cquarche ppriggione
Dov'ha da mette poi li ggiacubbini?  >

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Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche semplicemente
per liberarsene, basta scrivere a ricc at libero.it -- Fa' girare.
"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio di lottare?" (Giuseppe
Fava)
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