Ridotto il bilancio ONU per i rifugiati



Fonte: Analisi Difesa

http://www.analisidifesa.it/numero16/crimguerra-unhcr.htm

CRIMINI DI GUERRA
RIDOTTI BUDGET E ORGANICO DELL'UNHCR
a cura di Claudio Maria Polidori



Tanto il budget quanto l’organico di una delle più importanti agenzie delle Nazioni Unite, l’Alto Commissariato per i Rifugiati (UNHCR - l’acronimo italiano è ACNUR), subiranno il prossimo anno considerevoli tagli. Il budget 2002 sarà, infatti, diminuito del l4% passando dagli attuali 955 milioni di dollari a 825. Il numero degli operatori sarà invece ridotto da 4.828 a 4.065. L’UNHCR dipende, quasi esclusivamente, dai finanziamenti dei paesi donatori molti dei quali, negli ultimi anni, hanno considerevolmente diminuito il proprio contributo. L’Unione Europea, che fino al 1995 aveva concorso in misura pari al 21% del budget annuo, pur lamentando il crescente numero delle richieste di asilo, ha ridotto progressivamente la propria quota fino all’attuale 5%. Gli USA, al contrario, hanno accresciuto il loro contributo attualmente pari ad 1/3 del bilancio. Un considerevole incremento è stato inoltre offerto dai paesi scandinavi e dal Giappone. Nato per offrire aiuto quasi esclusivamente ai profughi provenienti dai paesi dell’Est europeo, vittime della repressione dei regimi comunisti, l'UNHCR è oggi impegnato nell’assistenza di circa 21 milioni di profughi provenienti, per la maggior parte, da aree di crisi caratterizzate da conflitti a carattere secessionista, etnico, religioso o tribale. Dalla Sierra Leone al Kosovo, dalla Guinea alla Cecenia l’attività del personale dell’Alto Commissariato per i Rifugiati si è sempre distinta per l’elevata professionalità dei suoi operatori (medici, infermieri, assistenti, psicologi, etc.) costretti, il più delle volte, nell’emergenza, a combattere contro gli effetti della progressiva burocratizzazione degli interventi. Nonostante le restrizioni economiche, il progetto dell’Alto Commissario Ruud Lubbers è ambizioso: trasformare l’UNHCR in una vera istruzione multilaterale attivamente sostenuta e co-gestita da gran parte della comunità internazionale; rafforzare la partnership con le ONG (organizzazioni non governative) interessando, eventualmente, nei progetti dell’Agenzia anche il mondo degli affari.



L’obiettivo: ottenere nel futuro da una pluralità di soggetti una contribuzione modesta ma costante. Sebbene la protezione dei rifugiati rimanga il primo fra i compiti istituzionali dell’UNCHR, l’agenzia è impegnata anche sul difficile fronte dell’assistenza agli sfollati, promovendo, all’interno della comunità internazionale, attività congiunte finalizzate alla prevenzione degli esodi e ad agevolare il ritorno ai luoghi di origine. Attualmente, circa 25 milioni di persone rimaste all’interno del proprio paese in condizioni di vita minimali a causa di un conflitto non possono ottenere aiuto da parte dell’UNCHR senza una richiesta del governo al potere. La notizia dei tagli effettuati non può che suscitare allarme. La riduzione del budget potrebbe, infatti, compromettere gli obiettivi dell’Alto Commissario intenzionato anche a potenziare l’attività di prevenzione delle crisi e ad assicurare il rispetto della Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati mediante la costituzione di un partenariato destinato ad assistere i paesi in via di sviluppo nell’adeguamento dei propri ordinamenti giuridici e nell’armonizzazione delle politiche di asilo. La chiusura dei canali di emigrazione accompagnata da una più rigida politica in tema di asilo, attuata da alcuni paesi parallelamente alla riduzione del contributo, si presenta quindi, oltre che inutile, dannosa in quanto destinata ad ostacolare l’attività dell’UNHCR nell’individuazione e nella promozione di strumenti internazionali finalizzati alla gestione di un problema la cui risoluzione non può essere affidata ai soli ordinamenti interni. Nel cinquantenario della convenzione di Ginevra cerchiamo dunque di ricordare che cinquanta milioni di reietti non rappresentano solamente un sintomo dei mali della nostra epoca, ma anche la sua vergogna.

BREVE GLOSSARIO:
Profugo: termine generico che indica chi lascia il proprio paese a causa di guerre, persecuzioni o catastrofi naturali. Rifugiato: colui che per un fondato timore di persecuzione per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale, od opinione politica si trova fuori del paese di cui ha cittadinanza, e non può oppure, a causa di tale timore, non vuole avvalersi della protezione di tale paese. Sfollato: termine usato per tradurre l’espressione inglese internally displaced person. Chi lascia la propria casa per le stesse ragioni del rifugiato senza tuttavia oltrepassare il confine di stato e lasciare il proprio paese. Richiedente asilo: colui che trovandosi al di fuori del proprio paese inoltra alle autorità locali una domanda di asilo volta ad ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato.