G8, accordo alla Camera




Fonte: La Repubblica 5/7/2001

http://www.repubblica.it/quotidiano/repubblica/20010705/esteri/02governos.html

G8, accordo alla Camera
Sì di Polo e Ulivo, ma senza mozione "bipartisan"
Ottanta deputati del centrosinistra votano contro. Berlusconi presto a Genova per una seconda ricognizione

MARCO ANSALDO

ROMA - Dialogo? Ma quale dialogo. Il ministro Ruggiero pensava di avere teso la mano al "popolo di Seattle" presentando un G8 allargato ai temi cari agli antagonisti. Eppure la replica del Genoa social forum ieri è stata dura. «Ruggiero parla con lingua biforcuta - ha detto il portavoce Vittorio Agnoletto - quando afferma di aver avviato da giorni uno stretto dialogo con il Gsf. Con lui abbiamo avuto un solo incontro il 28 giugno, nel quale abbiamo potuto misurare l'assoluta e incolmabile distanza tra le sue posizioni e quelle del Genoa social forum». A dispetto dei tentativi di un consumato negoziatore qual è pure l'ex direttore del Wto, il solco fra il governo e i gruppi anti G8 tende dunque ad accrescersi a 15 giorni esatti dall'inizio del vertice, mentre Berlusconi annuncia una nuova ricognizione la prossima settimana a Genova. Ma la rabbia di Agnoletto è rivolta anche al voto uscito ieri alla Camera sul vertice. L'accordo "bipartisan", votato cioé insieme da maggioranza e minoranza, è fallito ed è uscito invece un compromesso che ha finito però per spaccare il centrosinistra. «Un regalo dell'Ulivo a Ruggiero - lo giudica il portavoce del Gsf - un comportamento estremamente grave. Attraverso il voto incrociato tra maggioranza e opposizione si è segnata l'assoluta e totale distanza fra il dibattito politicoistituzionale e la società civile. È incredibile l'insensibilità dimostrata anche dall'Ulivo verso un movimento che raccoglie il consenso di amplissimi strati della società». Le astensioni incrociate di maggioranza e opposizione hanno consentito infatti l'approvazione di due documenti diversi (proposti da Burlando e Vito) ma di contenuto simile. Solo Rifondazione, che chiedeva di annullare il vertice, è rimasta fuori. Da entrambi i testi sono stati cancellati i punti di maggiore frizione: l'opposizione ha tolto la proposta di promuovere la Tobin tax (l'imposta sulle transazioni finanziarie internazionali) e la maggioranza ha a sua volta eliminato un paragrafo contestato. Ma c'è stato l'irrigidimento di quanti, nell'Ulivo, erano contrari all'intesa: l'eliminazione del passaggio sulla Tobin tax richiesto da Ruggiero e dal centrodestra rendeva troppo «debole», secondo i contrari all'intesa, il documento del centrosinistra. Quindi, nonostante i capigruppo avessero dato come indicazione l'astensione sulla mozione del centrodestra ben 80 deputati dell'Ulivo hanno votato contro. «Un voto, ha comunque commentato alla fine Ruggiero - con cui il governo va più forte a Genova, sia nei confronti degli altri paesi, sia dei manifestanti perché dimostra che il consenso c'è». Il ministro aveva esposto la sua linea in mattinata in aula e poi nel pomeriggio alla commissione esteri. Sono finiti i tempi, ha detto, in cui la politica estera si faceva solo «nel chiuso delle Cancellerie». Oggi «bisogna dialogare apertamente». Ruggiero ha assicurato che intende «mantenere con il Parlamento il rapporto più ampio possibile», come ha confermato la sua presenza durante l'intera discussione. E questa attenzione è stata riconosciuta da deputati di ogni schieramento che lo hanno ringraziato per aver promosso un così approfondito dibattito prima di un grande vertice. «A Genova - ha spiegato il ministro - non ci saranno solo gli otto Grandi. A discutere verranno i direttori generali di grandi enti internazionali come Fao, Wto, Organizzazione della Sanità, Banca mondiale. Capi di Stato come quello nigeriano, sudafricano e algerino in rappresentanza dell'Africa. I presidenti del Mali e del Bangladesh per i paesi meno sviluppati. Insomma, il vertice non è certo perfetto, anzi, è troppo poco un pomeriggio e una sera per discutere. Ma chi dice che è solo un incontro fra paesi ricchi dice il falso». Ruggiero lancia invece la proposta di un G20, un gruppo a rotazione che sia rappresentativo di tutti i paesi del mondo. «È una mia vecchia idea personale - precisa il ministro - che sto elaborando e a cui credo molto».