appello da firmare



Il Partito Umanista e le ACLI di Milano vi propongono di firmare questa appello sull'imminente G8 di Genova. E' un modo per chiarire una volta per tutte i confini di quella che definiamo come manifestazione non violenta. Se volete aderire, a titolo personale o come associazioni o gruppi, rispondete a questo indirizzo email.
Se lo ritenete opportuno, fate circolare questo appello.
La settimana tra il 15 e il 21 luglio l'appello sarà presentata con una conferenza stampa a Milano.

a presto

Paolo Ricotti
ACLI Milano

APPELLO

Protesta contro il G8:
Riportiamo al centro i contenuti ed una sostanziale non-violenza

Il movimento di protesta contro la politica neoliberista attuata dalle 8 maggiori potenze economiche del mondo (USA, Germania, Giappone, Francia, Gran Bretagna, Canada, Italia, Russia), in ossequio agli interessi finanziari e speculativi delle multinazionali e del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, si è sviluppato negli ultimi anni unendo anime e filoni diversi. I suoi contenuti (economia: abolizione del debito dei paesi poveri, tassazione della speculazione finanziaria, abolizione dei paradisi fiscali e del segreto bancario; ambiente: riduzione delle emissioni “effetto serra”, sviluppo energie rinnovabili e risparmio energetico; lavoro: piena occupazione, diritti sindacali, abolizione delle nuove “schiavitù”, in particolare difesa dei minori; diritti umani: piena attuazione della Dichiarazione universale dei diritti umani, in particolare riguardo a libertà politiche ed economiche, educazione, salute diritto d’asilo per cause di guerra e povertà; abolizione della povertà e della fame ecc.) rischiano però di venire oscurati da una minoranza violenta, che monopolizza l'attenzione dei mass media e trasmette un'immagine distorta della protesta. Quello che viene genericamente definito "popolo di Seattle", invece, ha un carattere profondamente e autenticamente pacifista e non violento e rivendica tra i suoi obiettivi ed aspirazioni una “società non violenta”, basata sul riconoscimento delle diversità come maggiore ricchezza e contributo dei popoli e delle nazioni. Da questa premessa e dalla necessità di costruire un vasto movimento, a cui possano partecipare persone di tutti i tipi, dagli anziani ai bambini, riteniamo doveroso ed imprescindibile denunciare ogni forma di violenza e provocazione da parte delle forze armate e di polizia, rivelatesi (vedi Goteborg) primi fautori del disordine pubblico. Denunciamo altresì ogni forma di manifestazione che assuma carattere violento e facciamo nostre le parole di Susan George: "Indipendentemente dalle posizioni filosofiche sull'argomento … le violenze fanno invariabilmente il gioco dell'avversario. Anche in caso di provocazioni e quando la polizia è responsabile nell'aprire le ostilità, come spesso avviene, ci si mette tutti nello stesso sacco. I media non parlano che di questo. Le idee, le ragioni della nostra opposizione, le proposte vengono completamente nascoste. Lo Stato si definisce per il suo "monopolio della violenza legittima". Chiunque pensi di poterlo affrontare e vincere su questo terreno non ha fatto molta strada nell'analisi politica. Chiunque pensi che rompere vetrine e poliziotti "minacci il capitalismo" non ha per niente un pensiero politico. In una parola, ne ho abbastanza di questi tirannelli e temo che se si continua a lasciarli fare finiranno per distruggere il movimento, la più bella speranza politica da trent'anni a questa parte. "

In questo contesto movimenti e singoli, firmatari di questo Appello, si impegnano a:

1. Fare ogni sforzo perché la manifestazione di Genova sia esplicitamente non violenta, numerosa, colorata, allegra, con cartelli di denuncia e striscioni a tema, piena di musica, inviti alla aggregazione, alla festa, al ballo di piazza: l’unità di misura è che vi possano partecipare persone anziane e bambini fin dalla più tenera età. 2. Prendere pubblicamente le distanze, a partire da ora, da chi in nome di un assurdo “attacco militare dimostrativo al G8” punta semplicemente a un devastante assalto alle vetrine e da coloro che intendono affrontare fisicamente le forze dell'ordine forzando i blocchi. 3. Dissociarsi esplicitamente da chi rivendica un ruolo di “poliziotto armato del movimento” attraverso l’organizzazione di un presunto “servizio d’ordine”, ribadendo che i movimenti non-violenti (vedi Gay Pride di Parigi, Berlino, Milano) pur portando in piazza centinaia di migliaia di persone non hanno avuto bisogno di alcun “servizio d’ordine” (più o meno armato). 4. Riguardo alla manifestazione a Genova, isolare e distanziarsi, anche fisicamente, da chiunque cerchi di portare codici diversi da quelli di una manifestazione pacifista e non violenta.

Sottoscrivono l'appello:

Partito Umanista, ACLI Milano, IPSIA di Milano ONLUS, ....