DIFESA/AON: UNA LEGISLATURA DA DIMENTICARE



DIFESA/AON: UNA LEGISLATURA DA DIMENTICARE

"Una legislatura che sui temi della difesa è sicuramente da dimenticare: per
il profondo strappo della guerra del Kosovo, i maggiori poteri dati ai
vertici delle forze armate, l'elevazione dei carabinieri a quarta forza
armata e la trasformazione delle forze armate in uno strumento mercenario,
al solo scopo di poter intervenire in qualsiasi tipo di conflitto  con un
distacco sempre maggiore da società civile e Parlamento". E' quanto ha
dichiarato Massimo Paolicelli, Presidente dell'Associazione Obiettori
Nonviolenti, commentando le dichiarazioni del Ministro Mattarella rilasciate
al giuramento delle prime allieve top gun. "Inoltre in questa legislatura -
prosegue Paolicelli - c'è stata l'approvazione di una nuova portaerei da
4.000 miliardi, l'aumento delle spese militari, che quest'anno hanno
raggiunto la cifra record di 34.000 miliardi, ma che saranno destinate a
crescere  ulteriormente per fronteggiare le maggiori spese previste per i
sistemi d'arma, che devono passare dagli attuali 6.000 a 9.000 l'anno, e
quelle legate alla professionalizzazione delle forze armate. Il crollo del
reclutamento, registrato in questi giorni, infatti può portare solo a
percorrere tre strade: il ripristino della leva, un ulteriore aumento delle
spese militari, per dare ulteriori incentivi ai volontari o, come
auspichiamo noi, una drastica riduzione dello  strumento militare.
Non basta a controbilanciare tale politica, né l'approvazione della legge
sull'obiezione, né quella sul Servizio Civile Volontario. Infatti ambedue
sono nate sotto forti pressioni dei vertici militari, che ne hanno
influenzato negativamente l'esito. Oltretutto quel poco di positivo che
contengono è stato disatteso, da un lato con gli scarsi investimenti
economici, parliamo di 225 miliardi per quest'anno destinate al servizio
civile, dall'altro con un disinteresse gestionale, che sta portando alla
deriva il servizio civile: un pezzo non indifferente della concreta
solidarietà di cui molti giovani sono portatori, che rischia di svanire nel
nulla.
Chi pensa di pesare il suo ruolo in Europa sulla base della potenza bellica
da dispiegare - conclude Paolicelli - non andrà molto lontano".

Roma, 28.03.2001