Cecenia: volontari italiani aiutano i profughi



From: Samuele Filippini <samuele.apg23 at libero.it>
Subject: Comunicato dalla Cecenia della Operazione Colomba

Comunicato - Cecenia - Operazione Colomba

Andrea Pagliarani (di Rimini) e Daniele Aronne (di Viterbo) sono riusciti 
ad entrare in molti campi profughi della Rep. Fed. Dell' Inguscetia e in un 
campo profughi in territorio ceceno a circa 50 km da Grozny, all'interno 
del progetto OPERAZIONE COLOMBA promosso dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.
Con noi due persone della Caritas Francese e della Caritas Russa. Abbiamo 
viaggiato in mezzo ai profughi della Cecenia, visto le loro precarie 
condizioni di vita, ascoltato le loro paure ed i loro bisogni.
Abbiamo visto come le grandi organizzazioni umanitarie gestiscono le 
distribuzioni di aiuti, ci siamo scontrati con la burocrazia russa e con la 
paura di essere rapiti, non può e non deve rimanere solo una immagine nelle 
nostre menti.
I profughi della orribile guerra in Cecenia, che sono oggi in Inguscetia, 
sono circa 180.000: molti sono stati già sparpagliati e deportati in luoghi 
isolati all'interno del territorio della Federazione Russa per non 
permettergli di riunire le proprie forze. I più fortunati vivono in case 
private, ma ci sono anche diversi campi profughi ufficiali e soprattutto 
molti accampamenti provvisori in condizioni disperate.
Abbiamo incontrato profughi che vivono accampati in 84 vagoni di treno, 50 
per ogni vagone, altri invece accampati dentro pericolanti fabbriche in 
disuso, ammassati dentro autobus distrutti o in macchine abbandonate.
Nonostante gli sforzi delle grandi agenzie umanitarie internazionali le 
condizioni igieniche sono disperate, la tubercolosi si sta diffondendo a 
macchia d'olio tra la gente, manca cibo, acqua potabile, elettricità, 
vestiti, scarpe e cibo per i bambini, medicine e tutto ciò che basterebbe 
per garantire la sopravvivenza in attesa di potere rientrare in Cecenia 
(tutta la "macchina umanitaria" è gestita dal ministero dell'Emergenze 
Russo e coordinato da una grande Ong Danese DRC).
Molti vivono in queste condizioni da circa 4 mesi, tutti ci hanno 
raccontato le atrocità che hanno visto, l'esercito russo che sparava su 
donne e bambine mentre scappavano verso l'Inguscetia e molti sono i feriti 
che abbiamo incontrato negli ospedali.
Tutti hanno molta paura, si sentono abbandonati nelle mani della violenza, 
molti vorrebbero tornare in Cecenia anche sapendo che la loro casa è stata 
distrutta, ma non possiedono più i documenti per potere testimoniare che 
durante la guerra hanno vissuto come profughi fuori dalla Cecenia, senza 
combattere o più semplicemente non possono fare valere i propri diritti di 
fronte alla autorità russa.
Molti sono quelli che non sono riusciti ad attraversare il confine tra 
Cecenia ed Inguscetia: siamo riusciti ad entrare, in territorio Ceceno, in 
un campo profughi a 50 km da Grozny, con l'unica condizione di non portare 
macchine fotografiche e di mostrare i documenti che attestassero la nostra 
appartenenza ad organizzazione umanitarie, e che non eravamo giornalisti!
Le persone che abbiamo incontrato sono disperate, nessuna organizzazione ha 
mai portato aiuti di nessun tipo, forse per paura o forse per ostacoli da 
parte delle autorità locali russe: le condizioni di vita sono disperate.
Il villaggio che abbiamo visitato si chiama Serna Vodska e ci sono circa 
14.000 profughi.
Purtroppo il problema della sicurezza (1.800 rapimenti negli ultimi 4 anni) 
per gli stranieri è serio: le Ong internazionali lavorano attraverso 
personale locale o assumono scorte armate private.
Nei prossimi giorni visiteremo i numerosi profughi nella zona di Volgograd.

Per chiamare i nostri volontari potete chiamare i seguenti numeri:
03357056512 - 0078 442 316163  - 00881620212322

Samuele Filippini
Rimini
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII