omerta' sulla Cecenia: quinta lettera di don Renato Sacco



Cesara 2 marzo 2000



Al Presidente del Consiglio, Palazzo Chigi, Roma
Al Ministro degli Esteri, Piazzale Farnesina, Roma
Al Ministro Commercio con l'Estero, Palazzo Chigi, Roma
Al Ministro Politiche Comunitarie, Palazzo Chigi, Roma

e p.c.: 
All'Ambasciata di Russia, V.Gaeta, 5 - 00100 Roma 
All' ONU, piazza S.Marco, 50 - 00186 Roma
AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE 


Un silenzio... di tomba !


	Perchè stupirsi di fronte alle notizie e immagini che giungono da Grozny:
torture, esecuzioni sommarie, massacri di civili inermi da parte delle
truppe russe?
	E poi quante altre guerre ci sono in giro per il mondo?
	Tranquilli, è solo... una guerra.
	Se è vero che tante sono le guerre in atto, quanto sta (..o stava)
avvenendo in Cecenia ci vede direttamente coinvolti: visto gli accordi
economico-militari (già denunciati alla Marcia della Pace a Siena lo scorso
31 dic.) tra l'Italia e la Russia, il viaggio del Ministro Dino a Mosca per
incontrare Putin...
	Quindi le notizie e le immagini di questi giorni dalla Cecenia ci vedono,
di fatto.. complici. 
	Sono tanti gli appelli inviati all'ambasciata Russa a Roma e anche al
Governo Italiano.
	Pax Christi si è fatto, insieme ad altri, portavoce di questi appelli.
L'Ambasciata di Russia in Italia ha risposto in data 22 novembre 99, a
mons. Diego Bona, Presidente di Pax Christi, rimproverando il Vescovo di
non essere "correttamente informato", allegando anche una videocassetta
che, mostrando immagini di inaudita crudeltà, pretende di giustificare
l'operato delle truppe russe in Cecenia. 
	Mosaico di pace (rivista mensile promossa da Pax Christi) riporta tutta la
documentazione sul numero di febbraio 2000)
	Non è certo allegando a questa lettera le immagini delle atrocità russe a
Grozny, che si può sperare di uscire dalla folle logica della violenza
	E' un'altra la strada da percorrere, non quella della guerra.
./.


 
	Pax Christi, in un comunicato dello scorso 24 gennaio affermava: "Non
vogliamo che il silenzio dell'indifferenza sia più assordante dei colpi di
cannone e delle grida di dolore delle tante vittime innocenti di questa
guerra e di tutte le guerre più o meno dimenticate."
	Il silenzio temuto di fatto si è realizzato.

	A dire il vero il silenzio è stato rotto, pochi giorni fa, da una
telefonata di due amici, Andrea e Daniele, volontari dell'operazione
Colomba (Ass.ne Giovanni XXIII). Erano in Cecenia, a 50 Km da Grozny. E'
facile intuire cosa hanno visto e sentito. "E' una tragedia - mi dicevano -
che si consuma nel silenzio. Come è possibile assistere in silenzio a tutte
queste atrocità? Siamo in mezzo ai profughi, oggi in Inguscetia ce ne sono
circa 180.000. Non è possibile che la Comunità Internazionale stia a
guardare, con 'rispetto' verso la Russia. E' una politica estera sporca,
che ha due pesi e due misure. Dillo, anche a nome nostro, al Governo
Italiano, alla Comunità Internazionale.".
	PER QUESTO MI AMAREGGIA:

- Il silenzio ufficiale del nostro Governo  (questa è la mia 5a lettera
senza risposta!) Forse perchè gli affari valgono più dei diritti umani? 

- Il silenzio di chi ha trovato il tempo per sparare sul 'silenzio dei
pacifisti' dalle pagine di alcuni giornali, ma, forse, non ha trovato il
tempo per prendere in mano il telefono o scrivere, magari dalle pagine del
proprio giornale, all'ambasciata Russa, al nostro Governo o al parlamentare
conosciuto della proprio zona, oppure... qualcos'altro, ma che esprimesse
un impegno in prima persona contro la guerra. E sui mass-media lo spazio
dato alla Cecenia è di gran lunga inferiore a tante altre notizie....

- Il silenzio dei politici, quasi tutti, al di là delle appartenenze
partitiche, concordi nel tacito assenso. Il ripudio della guerra, la
vendita delle armi non è così fondamentale nella politica? Certo non è tema
importante in campagna elettorale..

- Il silenzio anche della Chiesa italiana 'ufficiale' che potrebbe con
maggior coraggio profetico ricordare il rispetto almeno delle regole già
esistenti in materia di commercio di armi e diritti umani. Così come c'è
stata una recente dichiarazione sul Congo, perchè non richiamare, anche per
la tragedia della Cecenia, che ci vede coinvolti direttamente, l'urgenza
della pace e il 'no' alla violenza e alla guerra ?

	Sugli accordi economico-militari Roma/Mosca è caduto un silenzio 
	davvero... di tomba?

	Non perdo la speranza di ricevere una risposta, meglio ancora se una
smentita.


								don Renato Sacco
						del Consiglio Nazionale di Pax Christi
								   (0323-827120)


- Allegato: Mia lettera del 24 febbraio u.s.